Decreto destinazione italia


pello

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29 Giugno 2013
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BGY
Decreto con sgambetto sul low-cost
Lo scalo di Orio: quella norma sarebbe folle


Assaeroporti: rilevanti effetti negativi. Ipotesi di gara per ogni nuova rotta. E le flotte blindate frenano il boom di passeggeri

Esplora il significato del termine: Il suo nome è «Destinazione Italia», ma c’è chi a bordo pista ironizza e già lo ribattezza «Destinazione Alitalia». Il decreto non è ancora stato varato dalle commissioni della Camera, davanti a sé ha il lungo iter che lo porterà anche in Senato. Eppure, le polemiche sono già roventi. Perché a fare un salto sulla sedia di fronte all’emendamento che introdurrebbe i commi 53 bis e 53 ter sono stati in tanti, nelle direzioni degli scali di mezza Italia. Orio non fa eccezione, e infatti da Sacbo la proposta viene bocciata con un laconico: «È pura follia». Ma anche una beffa bella e buona, se si considera che il cavillo che per i detrattori rischia di ingessare il mercato in modo irreparabile è inserito nel pacchetto di misure dedicate all’Expo e alle sue infrastrutture. Un passo indietro. La norma, oggi nero su bianco e che per «Il Caravaggio» avrebbe l’effetto di un boomerang (anche) nel 2015, se confermata imporrà di svolgere una gara per l’affidamento di ogni nuova rotta. Sottoposti alla procedura - secondo il testo presentato da firmatari del Nuovo centrodestra e ora in discussione - sono «gestori di aeroporti che erogano contributi, sussidi o ogni altra forma di emolumento ai vettori aerei in funzione dell’avviamento e sviluppo di rotte destinate a promuovere o soddisfare e promuovere la domanda nei rispettivi bacini di utenza».

Questi «devono esperire procedure di scelta del beneficiario che siano concorrenziali, trasparenti e tali da garantire ampia partecipazione dei vettori potenzialmente interessati». Nel gruppo rientrerebbero anche le società che - come Orio - con le compagnie attuano strategie di «co-marketing», quindi unendo le risorse per la promozione di entrambi. L’effetto generale? Fine degli incentivi che ora vanno soprattutto alle low-cost e soprattutto, in molti scali, a EasyJet o Ryanair. Vettore, quest’ultimo, che a Bergamo rappresenta l’83% del traffico, con 56 rotte sulle 80 totali italiane. Quanto basta per capire su cosa agirebbero lacci e lacciuoli. Oggi, quando una compagnia potenzia la sua offerta (o la modifica), lo fa in base a intese con gli aeroporti: pensiamo alla nuova tratta su Atene che Ryanair attiverà in primavera, o alle molteplici altre. Con i nuovi paletti, ogni iniziativa dovrà essere preceduta dall’apparato burocratico dell’evidenza pubblica. Il tutto è già stato riletto come uno sgambetto statale alle concorrenti di Alitalia. Dalle parti di Orio l’attenzione è altissima, perché si temono i contraccolpi della burocratizzazione, delle lungaggini, della concorrenza «all’italiana». Ma sono molti gli scali nelle stesse condizioni. Tanto che è la stessa Assaeroporti a prendere posizione, ribadendo «la necessità di trasparenza e non discriminazione nel rispetto della piena libertà negoziale dei gestori aeroportuali. Bisogna assicurare parità di trattamento ma - è la precisazione - senza la necessità di gara che appesantirebbe in maniera assoluta ogni trattativa, con rilevanti effetti negativi sullo sviluppo del traffico aereo che già risente della crisi economica in atto». In Commissione bilancio, il percorso della norma viene seguito da vicino. E il deputato pd Giovanni Sanga rassicura: «Siamo al lavoro per evitare che si crei un problema agli scali come Orio». Anche perché il mercato aeroportuale, in fatto di Expo, già ha i suoi conti da fare. L’esposizione si svolgerà da maggio a ottobre, quindi in piena «alta stagione», quando i velivoli sono spesso già impiegati al 100% su tratte prestabilite. Difficilmente, ragionano gli esperti, le low-cost (discorso diverso per le compagnie di linea, magari asiatiche, che però fanno base sugli hub) stravolgeranno le loro pianificazioni per pochi mesi o acquisteranno aerei ad hoc. Questo, anche al Caravaggio, si traduce nel calcolo che smorza i clamori di grandi boom di traffico legato all’evento. E tutto questo al netto degli eventuali, nuovi «appesantimenti».Il suo nome è «Destinazione Italia», ma c’è chi a bordo pista ironizza e già lo ribattezza «Destinazione Alitalia». Il decreto non è ancora stato varato dalle commissioni della Camera, davanti a sé ha il lungo iter che lo porterà anche in Senato. Eppure, le polemiche sono già roventi. Perché a fare un salto sulla sedia di fronte all’emendamento che introdurrebbe i commi 53 bis e 53 ter sono stati in tanti, nelle direzioni degli scali di mezza Italia. Orio non fa eccezione, e infatti da Sacbo la proposta viene bocciata con un laconico: «È pura follia». Ma anche una beffa bella e buona, se si considera che il cavillo che per i detrattori rischia di ingessare il mercato in modo irreparabile è inserito nel pacchetto di misure dedicate all’Expo e alle sue infrastrutture. Un passo indietro. La norma, oggi nero su bianco e che per «Il Caravaggio» avrebbe l’effetto di un boomerang (anche) nel 2015, se confermata imporrà di svolgere una gara per l’affidamento di ogni nuova rotta. Sottoposti alla procedura - secondo il testo presentato da firmatari del Nuovo centrodestra e ora in discussione - sono «gestori di aeroporti che erogano contributi, sussidi o ogni altra forma di emolumento ai vettori aerei in funzione dell’avviamento e sviluppo di rotte destinate a promuovere o soddisfare e promuovere la domanda nei rispettivi bacini di utenza».

Questi «devono esperire procedure di scelta del beneficiario che siano concorrenziali, trasparenti e tali da garantire ampia partecipazione dei vettori potenzialmente interessati». Nel gruppo rientrerebbero anche le società che - come Orio - con le compagnie attuano strategie di «co-marketing», quindi unendo le risorse per la promozione di entrambi. L’effetto generale? Fine degli incentivi che ora vanno soprattutto alle low-cost e soprattutto, in molti scali, a EasyJet o Ryanair. Vettore, quest’ultimo, che a Bergamo rappresenta l’83% del traffico, con 56 rotte sulle 80 totali italiane. Quanto basta per capire su cosa agirebbero lacci e lacciuoli. Oggi, quando una compagnia potenzia la sua offerta (o la modifica), lo fa in base a intese con gli aeroporti: pensiamo alla nuova tratta su Atene che Ryanair attiverà in primavera, o alle molteplici altre. Con i nuovi paletti, ogni iniziativa dovrà essere preceduta dall’apparato burocratico dell’evidenza pubblica. Il tutto è già stato riletto come uno sgambetto statale alle concorrenti di Alitalia. Dalle parti di Orio l’attenzione è altissima, perché si temono i contraccolpi della burocratizzazione, delle lungaggini, della concorrenza «all’italiana». Ma sono molti gli scali nelle stesse condizioni. Tanto che è la stessa Assaeroporti a prendere posizione, ribadendo «la necessità di trasparenza e non discriminazione nel rispetto della piena libertà negoziale dei gestori aeroportuali. Bisogna assicurare parità di trattamento ma - è la precisazione - senza la necessità di gara che appesantirebbe in maniera assoluta ogni trattativa, con rilevanti effetti negativi sullo sviluppo del traffico aereo che già risente della crisi economica in atto». In Commissione bilancio, il percorso della norma viene seguito da vicino. E il deputato pd Giovanni Sanga rassicura: «Siamo al lavoro per evitare che si crei un problema agli scali come Orio». Anche perché il mercato aeroportuale, in fatto di Expo, già ha i suoi conti da fare. L’esposizione si svolgerà da maggio a ottobre, quindi in piena «alta stagione», quando i velivoli sono spesso già impiegati al 100% su tratte prestabilite. Difficilmente, ragionano gli esperti, le low-cost (discorso diverso per le compagnie di linea, magari asiatiche, che però fanno base sugli hub) stravolgeranno le loro pianificazioni per pochi mesi o acquisteranno aerei ad hoc. Questo, anche al Caravaggio, si traduce nel calcolo che smorza i clamori di grandi boom di traffico legato all’evento. E tutto questo al netto degli eventuali, nuovi «appesantimenti».

fonte: http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/cronaca/14_gennaio_24/norma-low-cost-orio-serio-bergamo-scali-57650758-84d9-11e3-a075-38de66619eb5.shtml

il decreto: http://destinazioneitalia.gov.it/
 
Ci sono un paio di cose che non mi quadrano.
Non si è sempre detto che BGY era uno dei pochi apt in Italia a non sovvenzionare Rayan? Adesso scopriamo che anche loro danno un contributo di marketing?
Seconda cosa, se davvero c'è questo contributo, per quali ragioni viene erogato, visto che penso BGY abbia soprattutto pax outgoing e che l'incoming sia relativamente modesto, almeno in percentuale?
 
Non si è sempre detto che BGY era uno dei pochi apt in Italia a non sovvenzionare Rayan? Adesso scopriamo che anche loro danno un contributo di marketing?

In realtà si è sempre detto che BGY sia uno dei pochi apt in Italia a trarre un tangibile profitto dal co-marketing, non che non lo attuino.
 
In realtà si è sempre detto che BGY sia uno dei pochi apt in Italia a trarre un tangibile profitto dal co-marketing, non che non lo attuino.
Ok, giusto, Sacbo chiude il bilancio in attivo. Dimostrando anche in questo campo la misura conta.
 
Il Senatore Enrico Piccinelli (Forza Italia) con due emendamenti presentati ai commi 14 e 15 dell'articolo 13 del Decreto Destinazione Italia chiede che vengano soppresse le norme che "privilegiando" una falsa idea di concorrenza del settore aeroportuale tra le compagnie low cost, rischiano seriamente di provocare la chiusura di aeroporti come quello che ormai da anni è diventato fondamentale per il bacino d'utenza lombardo e non solo.

"Orio al Serio - afferma il Senatore Piccinelli - è, nel suo genere, un gioiello di efficienza e sarebbe un vero peccato se, impedendo ai gestori di stabilire condizioni vantaggiose ai vettori low cost, si finisse per privilegiare i grandi aeroporti già congestionati e, nel caso della Lombardia, spesso chiusi per le avvezze condizioni meteo. Per questo ho fatto un ultimo tentativo presentando, assieme ad altri colleghi, due emendamenti per sopprimere i commi 14 e 15 dell'articolo 13 del Decreto Destinazione Italia che privano i gestori aeroportuali della fondamentale libertà negoziale con le compagnie aeree rendendo impossibile la chiusura di accordi e di conseguenza azzerando la competitività dello scalo bergamasco da anni all’avanguardia per i low cost".

"D'altra parte l'aeroporto di Orio al Serio - continua Piccinelli - rappresenta un perno fondamentale dell'economia bergamasca che, in un periodo così difficile di congiuntura economica per tutto il Paese, è stata profondamente segnata e ora più che mai ha bisogno di avere le infrastrutture necessarie per un rilancio che speriamo si profili all'orizzonte. Certo se la norma dovesse passare il futuro dell'aeroporto sarebbe gravemente penalizzato con conseguenze drammatiche anche a livello occupazionale".
 
Giusto per capire.

Le tariffe aeroportuali sono imposte dall'alto e l'unico modo per fare sconti, per le societa' di gestione, e' il comarketing?

Perche' se e' cosi' il problema nasce da li. SACBO fissa dei prezzi reali (tariffe-sconti comarketing) che pur se piu' bassi le consentono di essere in attivo, quindi se fosse una azienda normale che puo' fissare liberamente la sua strategia di prezzi non ci sarebbe nulla da dire.

Il problema e la necessita' delle gare, con procedure ragionevoli, semmai nasce dove gli enti locali iniettano tante risorse nell'aeroportino locale che ha quindi una gestione in passivo cronico.
 
Il decreto Destinazione Italia è stato convertito in legge dal Senato senza modifiche rispetto al testo già approvato dalla Camera.

Riporto i punti 14 e 15 dell'art.13 della legge:

14. I gestori di aeroporti che erogano contributi, sussidi o ogni altra forma di emolumento ai vettori aerei in funzione dell'avviamento e sviluppo di rotte destinate a soddisfare e promuovere la domanda nei rispettivi bacini di utenza, devono esperire procedure di scelta del beneficiario che siano concorrenziali, trasparenti e tali da garantire la piu' ampia partecipazione dei vettori potenzialmente interessati, secondo modalita' da definirsi con apposite Linee guida adottate dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.

15. I gestori aeroportuali comunicano all'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile l'esito delle procedure previste dal comma 14, ai fini della verifica del rispetto delle condizioni di trasparenza e competitivita'.
 
Con queste norme si punta a raddrizzare alcune gravi storture colpendo però anche gli scali virtuosi, come BGY e BLQ. E' questo che non va. Bisognava introdurre una differenziazione tra i gestori aeroportuali che utilizzano il sistema delle sovvenzioni mantenendo i bilanci in attivo e quelli che ne abusano in maniera scriteriata. Così è un pasticcio.
 
Il decreto mira solo ed esclusivamente a colpire FR. Stop.
Non viene vietata in alcun modo la sovvenzione, che per gli enti pubblici rimane "libera", mentre per i gestori aeroportuali è soggetta a gara con tanto di verifica ministeriale.
Quindi se ad esempio SAB volesse mettere a bando il volo BLQ-BVA (che vedrebbe come probabile vincitore FR), dovrebbe inviare la richiesta al ministero, il quale con i consueti tempi biblici, potrebbe sentenziare dopo 6 mesi che il bando non va bene attaccandosi a qualche cavillo.
Per assurdo, i gestori a questo punto potrebbero distribuire gli utili ai propri soci (pubblici e privati) e questi ultimi potrebbero liberamente sovvenzionare chi meglio credono.
Aspetto con timore le linee guida che dovrà definire il ministero, sull'imparzialità delle quali credo come all'azzeramento del debito pubblico italiano nei prossimi tre giorni.
 
Ultima modifica:
Il decreto mira solo ed esclusivamente a colpire FR. Stop.
Non viene vietata in alcun modo la sovvenzione, che per gli enti pubblici rimane "libera", mentre per i gestori aeroportuali è soggetta a gara con tanto di verifica ministeriale.
Quindi se ad esempio SAB volesse mettere a bando il volo BLQ-BVA (che vedrebbe come probabile vincitore FR), dovrebbe inviare la richiesta al ministero, il quale con i consueti tempi biblici, potrebbe sentenziare dopo 6 mesi che il bando non va bene attaccandosi a qualche cavillo.
Per assurdo, i gestori a questo punto potrebbero distribuire gli utili ai propri soci (pubblici e privati) e questi ultimi potrebbero liberamente sovvenzionare chi meglio credono.
Aspetto con timore le linee guida che dovrà definire il ministero, sull'imparzialità delle quali credo come all'azzeramento del debito pubblico italiano nei prossimi tre giorni.

Concordo.
 
Con queste norme si punta a raddrizzare alcune gravi storture colpendo però anche gli scali virtuosi, come BGY e BLQ. E' questo che non va. Bisognava introdurre una differenziazione tra i gestori aeroportuali che utilizzano il sistema delle sovvenzioni mantenendo i bilanci in attivo e quelli che ne abusano in maniera scriteriata. Così è un pasticcio.

BGY non è virtuosa, con un giro di parole BGY riesce a non dire che è l'unico scalo che , nonostante le sovvenzioni a FR, riesce a chiudere i bilanci in attivo, ergo dice e non dice, a Milano si chiama " il gioco delle tre carte "che alcuni fanno nelle stazioni della metro.

Adesso ci faranno vedere veramente quanto sono bravi e virtuosi.

Uno dei pochi decreti veramente utili all'Italia che finalmente è diventato legge.

I bandi vanno fatti in maniera limpida e cristallina e le istituzioni hanno il dovere di rispondere in tempo alle istanze.
 
Quindi se ad esempio SAB volesse mettere a bando il volo BLQ-BVA (che vedrebbe come probabile vincitore FR), dovrebbe inviare la richiesta al ministero, il quale con i consueti tempi biblici, potrebbe sentenziare dopo 6 mesi che il bando non va bene attaccandosi a qualche cavillo.
.

questa chi te la ha detta qualcuno o è una libera interpretazione tua ?
 
BGY non è virtuosa, con un giro di parole BGY riesce a non dire che è l'unico scalo che , nonostante le sovvenzioni a FR, riesce a chiudere i bilanci in attivo, ergo dice e non dice, a Milano si chiama " il gioco delle tre carte "che alcuni fanno nelle stazioni della metro.

Adesso ci faranno vedere veramente quanto sono bravi e virtuosi.

Uno dei pochi decreti veramente utili all'Italia che finalmente è diventato legge.

I bandi vanno fatti in maniera limpida e cristallina e le istituzioni hanno il dovere di rispondere in tempo alle istanze.

e anche se BGY non fosse virtuosa? perchè rovinare una cosa che funziona? lo stesso vale per BLQ....magari senza low cost sarebbero altre due infrastrutture inutili; invece hanno dimostrato che possono funzionare benissimo. Come fai a dire che è uno dei pochi decreti utili????? come fai a dire che le istituzioni hanno il dovere di rispondere in tempo??? in tempo in Italia???
 
questa chi te la ha detta qualcuno o è una libera interpretazione tua ?
No non è una mia interpretazione. Una verifica ministeriale è prevista dalla legge:

15. I gestori aeroportuali comunicano all'Ente Nazionale per l'Aviazione Civile l'esito delle procedure previste dal comma 14, ai fini della verifica del rispetto delle condizioni di trasparenza e competitivita'.
 
e anche se BGY non fosse virtuosa? perchè rovinare una cosa che funziona? lo stesso vale per BLQ....magari senza low cost sarebbero altre due infrastrutture inutili; invece hanno dimostrato che possono funzionare benissimo. Come fai a dire che è uno dei pochi decreti utili????? come fai a dire che le istituzioni hanno il dovere di rispondere in tempo??? in tempo in Italia???

Perché usare in un tranquillo scambio di opinioni grassetto e punteggiatura così marcata?