A
aless
Guest
Ottobre 2012.
Di buona lena un lunedì mattina, a dir la verità fin troppo mattina per i miei gusti, il telefono squilla. Dall'altra parte della cornetta un professore del mio dipartimento.
"Caro Aless.. bla bla bla.. hai sentito di quella ricerca dell'anno scorso?.. bla bla bla.. rifinanziata.. bla bla bla.. un'altra dottoranda purtroppo ha dovuto rinunciare.. bla bla bla.. c'è da sostituirla.. bla bla bla.. si tratterebbe di fare questo.. bla bla bla.. è un progetto europeo.. bla bla bla.. San Diego".
"San Ché?"
"San Diego. California. Sei mesi."
"Ah.."
"Guarda che ti paghiamo!"
"Azz! Pure!"
Quando mi sono stati prospettati sei mesi di lavoro, pagato discretamente, negli Stati Uniti, in una buona Università, a San Diego, dove fa caldo, c'è il sole, la gente è rilassata, l'estate comincia tipo a marzo, c'è il mare, c'è il deserto, c'è il Joshua Tree, c'è lo zoo etc etc, ovviamente ho avuto un po' di titubanze...
Vabè dai, facciamo i seri.
San Diego, California. Per l'appunto.
TR di un viaggio di sola andata, verso una destinazione poco conosciuta su questi schermi.
Vi anticipo subito la fine però.
L'oggettivamente troppo culo che la sorte mi ha riservato questa volta è stato discretamente compensato dalle tribolazioni che hanno accompagnato il mio viaggio, e che mi accingo a narrarvi.
Ma partiamo con ordine
Ottobre 2012 si diceva.
Con partenza a Gennaio 2013.
In mezzo i preparativi.
Perchè un viaggio di questo tipo ne richiede tanti.
Innanzitutto il visto.
La burocrazia statunitense è esosa, complessa, ridondante e per certi versi tutta da ridere ma, non so come e perchè, devo dire che funziona.
Contatti con l'università ospitante, rilascio del famigerato DS2019 ma in forma elettronica, devo aspettare la spedizione del cartaceo, alla fine arriva, posso avviare le procedure per il rilascio del J1, soldi, un intero pomeriggio passato a riempire moduli in cui dichiaro di non voler andare negli USA per traffici illeciti di droga o di esseri umani, soldi, fornisco informazioni circa i miei genitori, non sono messicani e la cosa sembra aiutare, soldi, prenotazione dell'appuntamento all'ambasciata, soldi, tetris con tutti i documenti di cui sopra che non so come ma nel frattempo sono riusciti a formare una pila di carta non indifferente, ancora soldi, interview all'ambasciata, "your visa is approved", altri soldi per poi, finalmente (!), poter andare in un piovoso martedì di inizio gennaio a ritirare il mio bel passaporto all'ufficio Mail Boxes Etc.
Ah, altri 5 euro.
Poi c'è il biglietto.
Devo dire, come molti di voi già sapranno, che essere un patito di aviazione si dimostra una risorsa preziosa in pochissimi frangenti di una normale esistenza (tra cui non rientra il far colpo sulle ragazze. fidatevi. già sperimentato. anzi. è controproducente. di solito scappano.). Ma per fortuna è d'aiuto quando si deve prenotare un volo. I miei colleghi (partiremo in 4), sapendo della mia passione, mi affidano ben volentieri l'onere.
Si parte da Roma dove quasi tutti abitiamo.
- LH offre una rotazione via FRA e almeno un altro scalo negli States, con prezzi non proprio competitivi.
- AZ+DL propone un solo scalo negli States, ad Atlanta o NYC, con prezzi diciamo ragionevoli. In più le miglia. Il contro è che lo scalo è sulla costa est, dunque i tempi di volo non sarebbero brevi.
- AF anch'essa tempi lunghi e due scali, a Parigi e negli States, ma offre anche la possibilità di viaggiare fino a LAX con il cicciobus. L'idea non mi dispiace affatto.
- US Airways offre i prezzi decisamente migliori e un solo scalo seppur orientale, PHL, ma ha come contro un servizio famigerato e il peggior metallo (767 senza IFE). Più o meno lo stesso ragionamento mi fa escludere anche United.
- Finnair... ah, se solo non fosse così a est!
- Air Lingus... davvero, non sono riuscito a capire come cavolo funziona quel sito.
Insomma, British Airways è imbattibile.
Perchè si vola sul triplo. Perchè il prezzo è niente affatto male. Perchè si fa un solo scalo ma soprattutto perchè il solo scalo è a Londra, trattandosi dell'unica compagnia europea che vola direttamente su SAN. Questo significa colossali risparmi di tempo e salute per quanto riguarda il volo (circa 11 ore) e l'unica dogana da fare direttamente a destinazione. Comodità inaudita anche per quanto riguarda l'orario: si arriva prima di tutti (intorno alle 20) e si parte dopo di tutti, a mezzogiorno. Per intenderci, per volare con il 380 AF su LAX bisognerebbe partire da Roma alle 07:20.
Andata! BA! Yeah!
Il ritorno invece è scelto in maniera assolutamente casuale. Troppo esoso il sola andata, troppo in là la data per poter avere un minimo di certezze.
Sai che c'è? Torniamo da Chicago. Come ci arriviamo lo decidiamo poi.
Infine i bagagli.
Di per sè non sarebbe un'impresa titanica. Se non fosse che partire per sei mesi significa dover lasciare la stanza in affitto a Montesacro, sparpagliare tutti i miei averi due scatoloni ciascuno ai miei amici, lasciare il motorino legato da qualche parte con tanto di segno della croce e speriamo che ce lo ritrovo, convincere quel collega che non sentivi da tanto a prendersi anche lui uno scatolone visto che gli amici di cui sopra si sono rotti di farsi invadere la casa dalla mia roba, farsi mandare a quel paese anche da quel collega, pregare il cordialissimo forumista stefano di prendersi anche sto cavolo di scatolone che è rimasto dispari perchè sennò davvero non so dove metterlo, dovergli promettere in cambio di ospitarlo ad aprile, ok tu sul letto e io sul divano, allora però ti prendi pure quella busta con le giacche, ok ok la rispedisco a mia madre in Calabria..
Insomma, è il precariato bellezza!
Ma alla fine ci siamo, e la sera prima il risultato è questo
Tra pensieri e un po' di sonno, del viaggio in macchina verso FCO non ho memoria.
So solo che a un certo punto mi ritrovo davanti al banco BA del T3 per il chk-in del volo BA549, con un anticipo a cui non sono abituato.
Incontro casualmente al banco la prima dei 3 colleghi con cui viaggerò, anche se con prenotazioni separate. Controllo dietro richiesta dell'addetta l'ingombro del bagaglio a mano e dello zaino, chk-in, chiusura di un occhio sui due kg di sovrappeso (del bagaglio da stiva. e in realtà un po' anche miei.), scelta del posto e via. Un minuto scarso. Tutti molto cordiali e sorridenti!
Guardo l'orologio e sono circa le 10:00. Il volo è alle 12:15.
Indi mi vado a prendere un caffè con la mia signor(in)a.
Nel mentre incrocio anche gli altri due colleghi diretti verso il banco BA.
Ora, rivediamo quanto scritto.
Arrivo al banco BA, tiè, alle 09:58.
A stare larghi alle 10:02 ho le carte d'imbarco in mano.
Parlo 5 minuti con la prima collega (quindi 10:07).
Mi dirigo verso un bar al piano di sopra.
Incontro sulla strada gli altri due nell'atrio del T3 (10:10?).
Arrivo al bar, ordino un caffè e un cornetto (10:12).
Vado per dare un meritato morso che..
(Driiin)
"Oh, dice che a Londra c'è neve e quindi non ci fanno fare il chk-in. Ci hanno detto di andare alla biglietteria per vedere che dobbiamo fare.." (10:15 a stare larghi)
"Seee vabuò. Simpatico. Finisco di fare colazione, fumo e mi saluto con la signor(in)a. Vediamoci direttamente dopo i controlli. OK?"
"Sul seri.."
(Click)
(Driiin)
"Guà che non sto scherzando!"
"Ti è piaciuto il click e lo vuoi risentire?"
(Click)
"Chi era?"
"XXXX, dice che c'è neve a Londra, non si parte e nemmeno gli fanno fare il chk-in".
"Ma se tu e l'altra l'avete appena fatto???"
"Appunto. S'è svegliato di buon umore."
E invece, il 18 gennaio 2013, tra il mio chk-in e quello (14 minuti dopo) dei miei colleghi, a LHR pare che sia successo questo (grazie Guardian.co.uk)
Arrivo alla biglietteria BA del T3 dove trovo i miei colleghi che mi guardano con un'espressione del tipo "'sto coglione...".
L'addetta, devo dire gentile e disponibile, ci dice tutto quello che sa: nulla.
Dal canto loro, il nostro problema è che tra il ritardo di un'ora che ufficialmente già è stato comunicato, e quello che ragionevolmente si andrà ad aggiungere, la connessione con il mitico BA273 LHR-SAN andrà sicuramente a farsi benedire.
Dal canto nostro, invece, il problema è che ci ritroviamo ad essere un gruppo unico di 4 persone (unica sistemazione a SAN, unico appuntamento all'Università per prendere servizio, condivisione di cose di comune interesse, etc..) con due che hanno fatto il chk-in e due no. Perchè come detto non siamo nella stessa prenotazione.
Che fare?
Del come, col senno di poi, verrà gestita la situazione, questo è secondo me il più grande neo: di riprotezione non se ne parla perchè i voli della giornata per gli USA sono già tutti partiti, e con il volo AZ per LHR nemmeno perchè formalmente quello BA non è cancellato.
"Ok" faccio io "disaccettateci, ce ne andiamo a casa e ci rivediamo domani".
"No" fa l'addetta "i due che non hanno fatto chk-in lo potrebbero pure fare, ma quelli accettati, se non si presentano al gate, sono no-show".
"Quindi?"
"Quindi se la vostra priorità è stare assieme, facciamo il chk-in anche agli altri e condividerete la stessa sorte. Che ovviamente al momento non sappiamo quale sia ma che possiamo facilmente intuire sarà del tipo tu partorirai con dolore."
[ok, in realtà il virgolettato è mio]
Più che un neo, dal basso della mia ignoranza trovo questa cosa stupida.
Ma tant'è, o così o così, quindi chk-in anche agli atri due e via.
Facciamo i controlli, passaporto, people-mover e siamo al satellite delle partenze.
Per ora tutto tace.
Non avendo molte altre alternative, mi abbarbico qua dentro.
Peccato, ci stavo già facendo la bocca.
A FCO la cura per i dettagli, in generale e nelle sale fumatori in particolare, è una ragione di vita.
Il nostro potente mezzo.
Mi sa che a sto giro le nostre strade non si incontreranno.
Torno a vedere che si dice al gate.
Ne sanno quanto prima.
Io comunque ci riprovo: "visto che Londra non è la nostra destinazione finale, che è ormai certo che perderemo la coincidenza e che finiremo solo per aggiungerci alle parecchie centinaia di persone che sicuramente già avrete da gestire, perchè non ce ne possiamo andare?"
"Perchè se il volo non viene cancellato e voi non ci siete, siete no-show".
Aridaje co' sto nosciò..
Intanto il tempo passa e finalmente viene fuori una notizia.
Il volo è rimandato ufficialmente alle 17:15. 5 ore di ritardo.
Nella scelta sul da farsi, pur davanti ad una emergenza sicuramente difficile da affrontare, BA mi ha dato l'impressione di non saper che pesci prendere.
Ma nella cura del cliente, si sono dimostrati perfetti.
Ad aiutare le addette al gate, gentili e disponibili tanto quanto quelle dell'accettazione e della biglietteria, sale su dall'aereo attaccato al finger il comandante che, assieme al primo ufficiale, comincia a parlare uno per uno con tutti i passeggeri, facendosi avanti lui e non aspettando che siano i pax a chiedere qualcosa.
Voto 11.
E questo, invece, è il succulento voucher da spendere nella succulenta anch'essa caffetteria del T3.
(ero indeciso se scegliere, come titolo, "dott" o "sir". l'addetta mi ha confermato che quelli che scelgono "sir" sono quasi più dei primi)
Vediamo un po'.
E' circa mezzogiorno. L'aereo non partirà prima delle 17. Sappiamo già che, se va bene, dormiremo su una brandina a LHR. Se va male a terra. Nonostante ciò non ce ne possiamo andare. Si crepa di freddo. Dai controlli ho già fumato 5 sigarette. Di cui 4 per noia. Ho chiesto aiuto qui sul Forum nella utilissima area riservata all'Associazione. Si sono messi a parlare di vini. Io al vino sono pure allergico. Che faccio?
Foto.
Il mitico satellite in costruzione, che ormai è la barzelletta di sè stesso
Lui parte
Lui no
Loro partono
Con questo schianto
E parte pure lui.
Perchè giustamente, quando a FCO c'è tempesta di sereno, a LHR c'è la neve
Fattasi intanto l'ora di pranzo, e dopo una abile contrattazione presso la caffetteria locale che ci permette di avere, con 8 euro di voucher, un panino e un caffè invece della soluzione propostaci di un panino, una coca e un caffè per il voucher e altri 10 euro in contanti (sono tuttora senza parole), ripenso alla situazione in cui siamo incastrati.
Che, ben inteso, non è drammatica, è paradossale!
Ancora stordito dall'abilità commerciale degli addetti alla caffetteria, quindi, torno nuovamente al gate per esporre, armato di prosopopea e sorriso affabile, le mie inoppugnabili tesi.
Solo che questa volta vengo spiazzato con una risposta che è: "si ma infatti è abbastanza assurdo tutto ciò. torni fra 5 minuti che stiamo cercando di contattare [bhò! non mi ricordo chi]"
Ed infatti, dopo circa 10 minuti torna a farsi vedere il comandante proprio in contemporanea all'annuncio della cancellazione del volo.
Sono le 15 passate.
L'avevo detto 5 ore prima, di farci tornare a casa.
Sembra lo sketch dell'ospedale di "Tre uomini e una gamba".
Vabò.
A questo punto però si verifica un altro fenomeno interessante.
Come è lecito aspettarsi, negli istanti immediatamente successivi all'annuncio della cancellazione c'è, in tutti i passeggeri affollatisi al gate, un po' di smarrimento.
Cioè nella generale compostezza, irreale vista la nobile sede, tutti si interrogano ed interrogano tutti sul da farsi.
Quando ad un certo punto, lentamente, e silenziosamente, tutti si accorgono del destino di ognuno: i passeggeri di un 320 pieno a tappo o quasi dovranno, contemporaneamente, ritirare il bagaglio al nastro degli arrivi, tornare alla biglietteria BA sita al lato partenze e, questo è il punto, trovare ognuno la propria riprotezione ideale grazie alle 2, di numero, 2 addette.
Che in molti si siano guardati negli occhi ed abbiano cominciato ad indietreggiare con discrezione, per non agitare la quiete del branco ma al contempo guadagnare velocemente l'uscita, posso solo supporlo.
Personalmente infatti ho cominciato a correre a perdifiato assieme ad uno dei miei colleghi dopo aver dato una rapida descrizione del mio bagaglio agli altri due, che invece si sono presi la briga di ritirarli.
Questo sì che è fare squadra!
Beccati questa, perfida Albione!
Ma chi sottovaluta i sudditi di Sua Maestà è notoriamente uno stolto. E non sapendo tuttora come sia possibile, pur con il vantaggio datomi dalla invidiabile prestanza fisica e dalla conoscenza del territorio ci siamo ritrovati solo nella prima metà della fila.
Bhò!
Questo pellegrinaggio lungo un giorno intero a FCO, dunque, si avvia a conclusione nel medesimo punto dove tutto aveva avuto origine: la biglietteria di BA.
Arrivato il nostro turno, interagiamo con la stessa addetta con cui avevamo avuto a che fare la mattina, che ci dà il benvenuto con beneaugurante "ancora qua state?" a cui, deciso di adottare come chiave interpretativa l'ironia, replichiamo "se solo ci foste stati a sentire..."
Capitolo riprotezione.
L'itinerario con BA è maledettamente il più comodo, dannazione!
"Potete benissimo riprovarci domani, ma le previsioni sembrano essere le stesse di oggi"
"Pazienza. Qualsiasi cosa, ma con scalo sulla costa occidentale"
"Negativo, non ho nessun posto sul LAX-SAN"
Ecco, voi adesso vi chiederete: "e SFO?"
Ma a me, non so perchè, non m'è venuto di chiedere "e SFO?"
E con la fretta di una folla che rumoreggia, la stanchezza che giustamente cominciava a provare le due addette, i giramenti di testa tipici di un fumatore incallito dopo una prova di velocità che, misteriosamente, mi cominciavano ad assalire, un generale rincoglionimento, gli inquietanti "non c'è posto nè qui nè qua" che si sentivano pronunciare dalla collega a fianco, insomma date tutte queste ragioni non ho aperto bocca quando il mio ingenuo collega ha pronunciato quella fatidica frase: "qualcosa con un solo scalo e che non parta troppo presto".
"US Airways via PHL"
"Ok!"
"Ecco a voi i biglietti. Buon viaggio e ci dispiace molto per il disagio di oggi."
US Airways via PHL.
FCO-PHL-SAN, e non FCO-LHR-SAN.
Volevo volare europeo. Volerò americano.
Volevo il 777. Avrò il 767.
Volevo l'IFE. Non lo avrò.
Volevo i pasti compresi. Li avrò solo sulla prima tratta.
Volevo delle hostess under 65. Non mi sarà concesso.
Ecco, sarà questo il TR che scriverò domani.
[fatemi sapere se volete pure un po' di OT]
Di buona lena un lunedì mattina, a dir la verità fin troppo mattina per i miei gusti, il telefono squilla. Dall'altra parte della cornetta un professore del mio dipartimento.
"Caro Aless.. bla bla bla.. hai sentito di quella ricerca dell'anno scorso?.. bla bla bla.. rifinanziata.. bla bla bla.. un'altra dottoranda purtroppo ha dovuto rinunciare.. bla bla bla.. c'è da sostituirla.. bla bla bla.. si tratterebbe di fare questo.. bla bla bla.. è un progetto europeo.. bla bla bla.. San Diego".
"San Ché?"
"San Diego. California. Sei mesi."
"Ah.."
"Guarda che ti paghiamo!"
"Azz! Pure!"
Quando mi sono stati prospettati sei mesi di lavoro, pagato discretamente, negli Stati Uniti, in una buona Università, a San Diego, dove fa caldo, c'è il sole, la gente è rilassata, l'estate comincia tipo a marzo, c'è il mare, c'è il deserto, c'è il Joshua Tree, c'è lo zoo etc etc, ovviamente ho avuto un po' di titubanze...
Vabè dai, facciamo i seri.
San Diego, California. Per l'appunto.
TR di un viaggio di sola andata, verso una destinazione poco conosciuta su questi schermi.
Vi anticipo subito la fine però.
L'oggettivamente troppo culo che la sorte mi ha riservato questa volta è stato discretamente compensato dalle tribolazioni che hanno accompagnato il mio viaggio, e che mi accingo a narrarvi.
Ma partiamo con ordine
Ottobre 2012 si diceva.
Con partenza a Gennaio 2013.
In mezzo i preparativi.
Perchè un viaggio di questo tipo ne richiede tanti.
Innanzitutto il visto.
La burocrazia statunitense è esosa, complessa, ridondante e per certi versi tutta da ridere ma, non so come e perchè, devo dire che funziona.
Contatti con l'università ospitante, rilascio del famigerato DS2019 ma in forma elettronica, devo aspettare la spedizione del cartaceo, alla fine arriva, posso avviare le procedure per il rilascio del J1, soldi, un intero pomeriggio passato a riempire moduli in cui dichiaro di non voler andare negli USA per traffici illeciti di droga o di esseri umani, soldi, fornisco informazioni circa i miei genitori, non sono messicani e la cosa sembra aiutare, soldi, prenotazione dell'appuntamento all'ambasciata, soldi, tetris con tutti i documenti di cui sopra che non so come ma nel frattempo sono riusciti a formare una pila di carta non indifferente, ancora soldi, interview all'ambasciata, "your visa is approved", altri soldi per poi, finalmente (!), poter andare in un piovoso martedì di inizio gennaio a ritirare il mio bel passaporto all'ufficio Mail Boxes Etc.
Ah, altri 5 euro.
Poi c'è il biglietto.
Devo dire, come molti di voi già sapranno, che essere un patito di aviazione si dimostra una risorsa preziosa in pochissimi frangenti di una normale esistenza (tra cui non rientra il far colpo sulle ragazze. fidatevi. già sperimentato. anzi. è controproducente. di solito scappano.). Ma per fortuna è d'aiuto quando si deve prenotare un volo. I miei colleghi (partiremo in 4), sapendo della mia passione, mi affidano ben volentieri l'onere.
Si parte da Roma dove quasi tutti abitiamo.
- LH offre una rotazione via FRA e almeno un altro scalo negli States, con prezzi non proprio competitivi.
- AZ+DL propone un solo scalo negli States, ad Atlanta o NYC, con prezzi diciamo ragionevoli. In più le miglia. Il contro è che lo scalo è sulla costa est, dunque i tempi di volo non sarebbero brevi.
- AF anch'essa tempi lunghi e due scali, a Parigi e negli States, ma offre anche la possibilità di viaggiare fino a LAX con il cicciobus. L'idea non mi dispiace affatto.
- US Airways offre i prezzi decisamente migliori e un solo scalo seppur orientale, PHL, ma ha come contro un servizio famigerato e il peggior metallo (767 senza IFE). Più o meno lo stesso ragionamento mi fa escludere anche United.
- Finnair... ah, se solo non fosse così a est!

- Air Lingus... davvero, non sono riuscito a capire come cavolo funziona quel sito.
Insomma, British Airways è imbattibile.
Perchè si vola sul triplo. Perchè il prezzo è niente affatto male. Perchè si fa un solo scalo ma soprattutto perchè il solo scalo è a Londra, trattandosi dell'unica compagnia europea che vola direttamente su SAN. Questo significa colossali risparmi di tempo e salute per quanto riguarda il volo (circa 11 ore) e l'unica dogana da fare direttamente a destinazione. Comodità inaudita anche per quanto riguarda l'orario: si arriva prima di tutti (intorno alle 20) e si parte dopo di tutti, a mezzogiorno. Per intenderci, per volare con il 380 AF su LAX bisognerebbe partire da Roma alle 07:20.
Andata! BA! Yeah!
Il ritorno invece è scelto in maniera assolutamente casuale. Troppo esoso il sola andata, troppo in là la data per poter avere un minimo di certezze.
Sai che c'è? Torniamo da Chicago. Come ci arriviamo lo decidiamo poi.
Infine i bagagli.
Di per sè non sarebbe un'impresa titanica. Se non fosse che partire per sei mesi significa dover lasciare la stanza in affitto a Montesacro, sparpagliare tutti i miei averi due scatoloni ciascuno ai miei amici, lasciare il motorino legato da qualche parte con tanto di segno della croce e speriamo che ce lo ritrovo, convincere quel collega che non sentivi da tanto a prendersi anche lui uno scatolone visto che gli amici di cui sopra si sono rotti di farsi invadere la casa dalla mia roba, farsi mandare a quel paese anche da quel collega, pregare il cordialissimo forumista stefano di prendersi anche sto cavolo di scatolone che è rimasto dispari perchè sennò davvero non so dove metterlo, dovergli promettere in cambio di ospitarlo ad aprile, ok tu sul letto e io sul divano, allora però ti prendi pure quella busta con le giacche, ok ok la rispedisco a mia madre in Calabria..
Insomma, è il precariato bellezza!
Ma alla fine ci siamo, e la sera prima il risultato è questo

Tra pensieri e un po' di sonno, del viaggio in macchina verso FCO non ho memoria.
So solo che a un certo punto mi ritrovo davanti al banco BA del T3 per il chk-in del volo BA549, con un anticipo a cui non sono abituato.
Incontro casualmente al banco la prima dei 3 colleghi con cui viaggerò, anche se con prenotazioni separate. Controllo dietro richiesta dell'addetta l'ingombro del bagaglio a mano e dello zaino, chk-in, chiusura di un occhio sui due kg di sovrappeso (del bagaglio da stiva. e in realtà un po' anche miei.), scelta del posto e via. Un minuto scarso. Tutti molto cordiali e sorridenti!
Guardo l'orologio e sono circa le 10:00. Il volo è alle 12:15.
Indi mi vado a prendere un caffè con la mia signor(in)a.
Nel mentre incrocio anche gli altri due colleghi diretti verso il banco BA.
Ora, rivediamo quanto scritto.
Arrivo al banco BA, tiè, alle 09:58.
A stare larghi alle 10:02 ho le carte d'imbarco in mano.
Parlo 5 minuti con la prima collega (quindi 10:07).
Mi dirigo verso un bar al piano di sopra.
Incontro sulla strada gli altri due nell'atrio del T3 (10:10?).
Arrivo al bar, ordino un caffè e un cornetto (10:12).
Vado per dare un meritato morso che..
(Driiin)
"Oh, dice che a Londra c'è neve e quindi non ci fanno fare il chk-in. Ci hanno detto di andare alla biglietteria per vedere che dobbiamo fare.." (10:15 a stare larghi)
"Seee vabuò. Simpatico. Finisco di fare colazione, fumo e mi saluto con la signor(in)a. Vediamoci direttamente dopo i controlli. OK?"
"Sul seri.."
(Click)
(Driiin)
"Guà che non sto scherzando!"
"Ti è piaciuto il click e lo vuoi risentire?"
(Click)
"Chi era?"
"XXXX, dice che c'è neve a Londra, non si parte e nemmeno gli fanno fare il chk-in".
"Ma se tu e l'altra l'avete appena fatto???"
"Appunto. S'è svegliato di buon umore."
E invece, il 18 gennaio 2013, tra il mio chk-in e quello (14 minuti dopo) dei miei colleghi, a LHR pare che sia successo questo (grazie Guardian.co.uk)

Arrivo alla biglietteria BA del T3 dove trovo i miei colleghi che mi guardano con un'espressione del tipo "'sto coglione...".
L'addetta, devo dire gentile e disponibile, ci dice tutto quello che sa: nulla.
Dal canto loro, il nostro problema è che tra il ritardo di un'ora che ufficialmente già è stato comunicato, e quello che ragionevolmente si andrà ad aggiungere, la connessione con il mitico BA273 LHR-SAN andrà sicuramente a farsi benedire.
Dal canto nostro, invece, il problema è che ci ritroviamo ad essere un gruppo unico di 4 persone (unica sistemazione a SAN, unico appuntamento all'Università per prendere servizio, condivisione di cose di comune interesse, etc..) con due che hanno fatto il chk-in e due no. Perchè come detto non siamo nella stessa prenotazione.
Che fare?
Del come, col senno di poi, verrà gestita la situazione, questo è secondo me il più grande neo: di riprotezione non se ne parla perchè i voli della giornata per gli USA sono già tutti partiti, e con il volo AZ per LHR nemmeno perchè formalmente quello BA non è cancellato.
"Ok" faccio io "disaccettateci, ce ne andiamo a casa e ci rivediamo domani".
"No" fa l'addetta "i due che non hanno fatto chk-in lo potrebbero pure fare, ma quelli accettati, se non si presentano al gate, sono no-show".
"Quindi?"
"Quindi se la vostra priorità è stare assieme, facciamo il chk-in anche agli altri e condividerete la stessa sorte. Che ovviamente al momento non sappiamo quale sia ma che possiamo facilmente intuire sarà del tipo tu partorirai con dolore."
[ok, in realtà il virgolettato è mio]
Più che un neo, dal basso della mia ignoranza trovo questa cosa stupida.
Ma tant'è, o così o così, quindi chk-in anche agli atri due e via.
Facciamo i controlli, passaporto, people-mover e siamo al satellite delle partenze.
Per ora tutto tace.

Non avendo molte altre alternative, mi abbarbico qua dentro.

Peccato, ci stavo già facendo la bocca.

A FCO la cura per i dettagli, in generale e nelle sale fumatori in particolare, è una ragione di vita.


Il nostro potente mezzo.
Mi sa che a sto giro le nostre strade non si incontreranno.

Torno a vedere che si dice al gate.

Ne sanno quanto prima.
Io comunque ci riprovo: "visto che Londra non è la nostra destinazione finale, che è ormai certo che perderemo la coincidenza e che finiremo solo per aggiungerci alle parecchie centinaia di persone che sicuramente già avrete da gestire, perchè non ce ne possiamo andare?"
"Perchè se il volo non viene cancellato e voi non ci siete, siete no-show".
Aridaje co' sto nosciò..
Intanto il tempo passa e finalmente viene fuori una notizia.
Il volo è rimandato ufficialmente alle 17:15. 5 ore di ritardo.
Nella scelta sul da farsi, pur davanti ad una emergenza sicuramente difficile da affrontare, BA mi ha dato l'impressione di non saper che pesci prendere.
Ma nella cura del cliente, si sono dimostrati perfetti.
Ad aiutare le addette al gate, gentili e disponibili tanto quanto quelle dell'accettazione e della biglietteria, sale su dall'aereo attaccato al finger il comandante che, assieme al primo ufficiale, comincia a parlare uno per uno con tutti i passeggeri, facendosi avanti lui e non aspettando che siano i pax a chiedere qualcosa.
Voto 11.

E questo, invece, è il succulento voucher da spendere nella succulenta anch'essa caffetteria del T3.
(ero indeciso se scegliere, come titolo, "dott" o "sir". l'addetta mi ha confermato che quelli che scelgono "sir" sono quasi più dei primi)

Vediamo un po'.
E' circa mezzogiorno. L'aereo non partirà prima delle 17. Sappiamo già che, se va bene, dormiremo su una brandina a LHR. Se va male a terra. Nonostante ciò non ce ne possiamo andare. Si crepa di freddo. Dai controlli ho già fumato 5 sigarette. Di cui 4 per noia. Ho chiesto aiuto qui sul Forum nella utilissima area riservata all'Associazione. Si sono messi a parlare di vini. Io al vino sono pure allergico. Che faccio?
Foto.
Il mitico satellite in costruzione, che ormai è la barzelletta di sè stesso

Lui parte

Lui no


Loro partono

Con questo schianto


E parte pure lui.
Perchè giustamente, quando a FCO c'è tempesta di sereno, a LHR c'è la neve

Fattasi intanto l'ora di pranzo, e dopo una abile contrattazione presso la caffetteria locale che ci permette di avere, con 8 euro di voucher, un panino e un caffè invece della soluzione propostaci di un panino, una coca e un caffè per il voucher e altri 10 euro in contanti (sono tuttora senza parole), ripenso alla situazione in cui siamo incastrati.
Che, ben inteso, non è drammatica, è paradossale!
Ancora stordito dall'abilità commerciale degli addetti alla caffetteria, quindi, torno nuovamente al gate per esporre, armato di prosopopea e sorriso affabile, le mie inoppugnabili tesi.
Solo che questa volta vengo spiazzato con una risposta che è: "si ma infatti è abbastanza assurdo tutto ciò. torni fra 5 minuti che stiamo cercando di contattare [bhò! non mi ricordo chi]"
Ed infatti, dopo circa 10 minuti torna a farsi vedere il comandante proprio in contemporanea all'annuncio della cancellazione del volo.
Sono le 15 passate.
L'avevo detto 5 ore prima, di farci tornare a casa.
Sembra lo sketch dell'ospedale di "Tre uomini e una gamba".
Vabò.
A questo punto però si verifica un altro fenomeno interessante.
Come è lecito aspettarsi, negli istanti immediatamente successivi all'annuncio della cancellazione c'è, in tutti i passeggeri affollatisi al gate, un po' di smarrimento.
Cioè nella generale compostezza, irreale vista la nobile sede, tutti si interrogano ed interrogano tutti sul da farsi.
Quando ad un certo punto, lentamente, e silenziosamente, tutti si accorgono del destino di ognuno: i passeggeri di un 320 pieno a tappo o quasi dovranno, contemporaneamente, ritirare il bagaglio al nastro degli arrivi, tornare alla biglietteria BA sita al lato partenze e, questo è il punto, trovare ognuno la propria riprotezione ideale grazie alle 2, di numero, 2 addette.
Che in molti si siano guardati negli occhi ed abbiano cominciato ad indietreggiare con discrezione, per non agitare la quiete del branco ma al contempo guadagnare velocemente l'uscita, posso solo supporlo.
Personalmente infatti ho cominciato a correre a perdifiato assieme ad uno dei miei colleghi dopo aver dato una rapida descrizione del mio bagaglio agli altri due, che invece si sono presi la briga di ritirarli.
Questo sì che è fare squadra!
Beccati questa, perfida Albione!
Ma chi sottovaluta i sudditi di Sua Maestà è notoriamente uno stolto. E non sapendo tuttora come sia possibile, pur con il vantaggio datomi dalla invidiabile prestanza fisica e dalla conoscenza del territorio ci siamo ritrovati solo nella prima metà della fila.
Bhò!
Questo pellegrinaggio lungo un giorno intero a FCO, dunque, si avvia a conclusione nel medesimo punto dove tutto aveva avuto origine: la biglietteria di BA.
Arrivato il nostro turno, interagiamo con la stessa addetta con cui avevamo avuto a che fare la mattina, che ci dà il benvenuto con beneaugurante "ancora qua state?" a cui, deciso di adottare come chiave interpretativa l'ironia, replichiamo "se solo ci foste stati a sentire..."
Capitolo riprotezione.
L'itinerario con BA è maledettamente il più comodo, dannazione!
"Potete benissimo riprovarci domani, ma le previsioni sembrano essere le stesse di oggi"
"Pazienza. Qualsiasi cosa, ma con scalo sulla costa occidentale"
"Negativo, non ho nessun posto sul LAX-SAN"
Ecco, voi adesso vi chiederete: "e SFO?"
Ma a me, non so perchè, non m'è venuto di chiedere "e SFO?"
E con la fretta di una folla che rumoreggia, la stanchezza che giustamente cominciava a provare le due addette, i giramenti di testa tipici di un fumatore incallito dopo una prova di velocità che, misteriosamente, mi cominciavano ad assalire, un generale rincoglionimento, gli inquietanti "non c'è posto nè qui nè qua" che si sentivano pronunciare dalla collega a fianco, insomma date tutte queste ragioni non ho aperto bocca quando il mio ingenuo collega ha pronunciato quella fatidica frase: "qualcosa con un solo scalo e che non parta troppo presto".
"US Airways via PHL"
"Ok!"
"Ecco a voi i biglietti. Buon viaggio e ci dispiace molto per il disagio di oggi."
US Airways via PHL.
FCO-PHL-SAN, e non FCO-LHR-SAN.
Volevo volare europeo. Volerò americano.
Volevo il 777. Avrò il 767.
Volevo l'IFE. Non lo avrò.
Volevo i pasti compresi. Li avrò solo sulla prima tratta.
Volevo delle hostess under 65. Non mi sarà concesso.
Ecco, sarà questo il TR che scriverò domani.
[fatemi sapere se volete pure un po' di OT]
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