Nuovo piano nazionale degli aeroporti


Teosky_90

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28 Febbraio 2008
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Un quadro chiaro dello sviluppo aeroportuale italiano dagli attuali 149 milioni di passeggeri annui al 2030: una crescita media annua del traffico del 3,2%, una razionalizzazione della rete aeroportuale nazionale con 24 scali «principali» e 18 «di servizio», lo sviluppo degli hub intercontinentali per superare il basso livello di concentrazione del traffico italiano, investimenti che per le sole opere finalizzate all'aumento della capacità degli scali strategici vale oltre 11 miliardi, richiesta al Governo che inserisca fra le priorità infrastrutturali i collegamenti ferroviari tra scali e città (altro tema su cui siamo clamorosamente indietro rispetto all'Europa).
Dopo oltre due anni di faticoso cammino e di consultazioni istituzionali a tutti i livelli, arriva al traguardo il piano nazionale degli aeroporti. Si era partiti da un «master plan» messo a punto da One Works-Kpmg-Nomisma e coordinato da Giulio De Carli, si arriva ora a un vero piano che è passato la settimana scorsa per un'informativa al consiglio di amministrazione dell'Enac. Il viceministro delle Infrastrutture, Mario Ciaccia, che ha ricevuto in queste ore la versione definitiva, ha già detto nei giorni scorsi che il Governo lo adotterà presto come atto fondamentale della politica infratsrutturale. Per la prima volta finalmente l'Italia avrà questo strumento di programmazione che in Europa hanno tutti i Paesi più importanti e che serve non solo per orientare le priorità nazionali ma anche come punto di riferimento per gli investitori stranieri.
Il messaggio del piano è che la domanda continuerà a crescere in Italia a ritmi pari o superiori al resto d'Europa, mentre l'offerta resta bloccata in molti punti (basti pensare alle defatiganti procedure per l'approvazione dei piani di investimento delle concessionarie). Se non si interverrà entro dieci anni le strozzature bloccheranno la crescita. E prima di dieci anni queste difficoltà si potranno avvertire su scali come Fiumicino, Bergamo, Catania, Bologna, Firenze e Pisa. Se non si decide in fretta su piani di sviluppo e sulle infrastrutture, la congestione frenerà il sistema, con difficoltà crescenti anche per i passeggeri.
Ancora più che alla definizione del quadro programmatico degli investimenti necessari, il piano nazionale degli aeroporti serve per classificare gli scali in base alle loro potenzialità di sviluppo. Rispetto alla prassi campanilistica che si è imposta in Italia, il piano deve fare ordine rapidamente.
Sono anzitutto individuati 42 scali che faranno parte della rete nazionale. I 24 di «serie A» vengono divisi in tre grandi hub intercontinentali (Fiumicino, Malpensa e Venezia), 13 «strategici» (Bari, Bergamo, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Lamezia Terme, Linate, Napoli Capodichino, Palermo, Pisa, Torino) e otto «primari» (Alghero, Brindisi, Ciampino, Olbia, Trapani, Treviso, Trieste e Verona). Con orizzonte 2030 saranno attivati due nuovi scali: Viterbo in sostituzione di Ciampino e Grazzanise in sostituzione di Capodichino. Dopo anni di battaglie, la questione sembra definitivamente risolta.
Più interessante la partita sui 18 scali di «serie B» (il documento dice «di servizio») che rispondono prevalentemente a esigenze e fabbisogni di natura locale: Ancona, Aosta, Brescia, Bolzano, Comiso, Crotone, Cuneo, Foggia, Forlì, Lampedusa, Pantelleria, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rimini, Salerno, Taranto. Non è previsto, come nelle prime versioni del documento, il sostanziale "invito" alla chiusura.
Si danno invece tre anni per verificare «condizioni di sostenibilità economiche che non prevedano trasferimenti di risorse pubbliche per la gestione». Solo a quel punto, «per quegli scali che non dimostrassero il riequilibrio economico-finanziario della gestione e il raggiungimento di adeguati indici di solvibilità, dovranno essere valutate opportune forme di coinvolgimento di capitali privati, anche all'interno di progetti di sviluppo territoriale integrato, senza comunque impegno di oneri a carico dei contribuenti». In sostanza, questi scali dovranno sostenersi con una gestione economica o con contributi degli enti territoriali e di privati. L'Enac intanto definirà «un modello funzionale, tecnico e operativo» di gestione semplificata per questi scali.
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LE CATEGORIE
3
I grandi hub
Il piano comprende tre grandi hub intercontinentali: Malpensa, Fiumicino e Venezia
13
Gli scali strategici
Comprendono, tra gli altri, Bari, Bologna, Cagliari, Linate
18
Di servizio
Aeroporti che dovranno avere sostenibilità economica

Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/econ...oporti-filo-rasoio-064345.shtml?uuid=AbqWWCCF
 
E' di una incompetenza pazzesca, antiquato. In base a cosa TRS è primario e RMI no?
Nemmno Pol Pot saprebbe fare di meglio per bloccare lo sviluppo. In base a un piano del genere lo scalo di Bergamo non si sarebbe mai sviluppato.
Da Bologna a Bari nessun aeroporto primario?Non bastava l'inetto Moretti a danneggiare la costa adriatica?
Ma per favore..chissa che stipendio prende questa gente che propone queste cose.
 
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Più interessante la partita sui 18 scali di «serie B» (il documento dice «di servizio») che rispondono prevalentemente a esigenze e fabbisogni di natura locale: Ancona, Aosta, Brescia, Bolzano, Comiso, Crotone, Cuneo, Foggia, Forlì, Lampedusa, Pantelleria, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rimini, Salerno, Taranto. Non è previsto, come nelle prime versioni del documento, il sostanziale "invito" alla chiusura.
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Non e' che per arrivare ad una lista del genere occorresse incaricare dei geni con chissa' quale qualifica.
E quanti vedranno la loro fine entro i prossimi 5 anni?

Lampedusa e Pantelleria?? dubito
Rimini e Taranto? restano militari.
Aosta, Bolzano? li salva la regione.
Comiso e' gia' chiuso, Brescia lo sara' presto.
Salerno escluso ma si prevede di costruire Grazzanise dal nulla?

Quindi si vorrebbe tagliare i fondi a 9 aeroporti: Ancona, Crotone, Cuneo, Foggia, Forli', Parma, Perugia, Pescara, Reggio Calabria.
Risultato quasi nullo in termini di €€€, e se poi andiamo a considerare la perdita occupazionale dei vari territori il risultato si riduce ancora di piu'.
 
Beh si certo,pisa e firenze (che sono davvero molto distanti)entrambi importanti....idem milano e bergamo(ovviamente non si vuole nemmeno parlare della storia LIN MXP,che ora anche bergamo entra,tanto che nella classifica mondiale degli aeroporti milano nemmeno figura.

E poi oltre a togliere i treni togliamo anche gli aeroporti alla costa adriatica,certo non c'è due senza tre....ah no è vero c'è anche questo,stiamo per togliere anche le macchine visto che nelle marche tra un pò c'è la benzina più cara d'europa.

Se non si tira avanti tutti,si va tutti in malora,allora per una volta cerchiamo di capire cosa è realmente importante e cosa lo è meno,o almeno andrebbe riorganizzato.

C'è bisogno di Cuneo?non direi
C'è bisogno di 4 aeroporti su milano?Direi di no,soprattutto se vogliamo parlare di HUB
C'è bisogno di aosta e bolzano?Possibile,ma solo per charter,e con costi di gestione dimezzati,o visto che sono regioni privilegiate,li paghino loro stesi se davvero li vogliono.
C'è bisogno di firenze e pisa?Per me no,basta far diventare uno dei due un aeroporto degno della zona di cui parliamo.
C'è bisogno di un aeroporto per ogni città emiliana?No,basta Bologna.
C'è bisogno di Treviso e Venezia?Stesso discorso di Firenze Pisa
C'è bisogno di Forlì,Rimini Ancona?Direi che ne basta uno riorganizzato per bene.
C'è bisogno di Perugia l'aquila?Per me no,ma diventa un si per Perugia visto che i treni sono un'optional per noi del centro est.L'aquila stesso discorso di Bolzano ed Aosta(ma senza una regione privilegiata).
C'è bisogno di Foggia?Direi di no.
C'è bisogno di salerno?Ma anche no.
C'è bisogno di Crotone?Direi di no.
C'è bisogno di Comiso,Tortolì,lampedusa etc...?No.
Trapani e Palermo?Stesso discorso di Firenze e Venezia.

Invece pare non si abbia bisogno di scali quali Ancona Pescara Rimini(tutti e tre mi raccomando),reggio calabria...
 
Boh quindi per altri tre anni non si chiude nulla.
Che tristezza.

Questo è quello che hanno scritto nel piano approvato da enac.
Bisogna vedere se e come il ministro lo farà proprio. Fonte attendibile-tu sai quale-mi ha detto che la fase di transizione non durerà più di un anno.
Maggiori dettagli si potranno avere solo dopo il provvedimento che emanerà il Governo (diciamo da qui a un mese) e soprattutto solo dopo l'approvazione finale in parlamento dove senatori e deputati faranno di tutto per salvaguardare i loro orticelli...
 
Mai due singole parole ("sostenibilità economica") fecero nascere così tanta paura negli italiani.

Quoto ma con
...investimenti che per le sole opere finalizzate all'aumento della capacità degli scali strategici vale oltre 11 miliardi...

tagliare i fondi a 10 piccoli aeroporti quanto incide sul bilancio dedicato al trasporto aereo? il 5%? penso meno.
 
Io sono dell'idea che Forlì possa essere uno scalo utile come sussidiario di Bologna considerando la crescita dei passeggeri che si sta avendo e lo spazio limitato nell'area dell'aeroporto.
 
Il piano aeroporti c'è ma va fatto decollare

22 marzo 2012
Arriva al traguardo il piano nazionale degli aeroporti. Ottima notizia: si tratta di uno dei pochi casi italiani di pianificazione infrastrutturale e trasportistica degna dei migliori Paesi europei. Ci sono voluti più di due anni ma il documento è largamente condiviso con enti locali e gestori e sarà fatto proprio dal ministero delle Infrastrutture. Questo hanno già detto il ministro Passera e il suo vice Ciaccia, questo speriamo accada presto.
È un atto in perfetta linea con la serietà che finora ha mostrato il Governo Monti su queste politiche. Fa il paio con l'istituzione dell'Autorità dei trasporti e recupera ritardi ventennali. Quello che ora è davvero importante è che il piano non diventi uno dei tanti documenti rimasti nei cassetti polverosi di qualche stanza ministeriale. Coordinare gli investimenti verso obiettivi prioritari (per esempio, collegamenti ferroviari efficienti fra città e aeroporti), farla finita con il campanilismo aeroportuale che produce dispersione di risorse, dare un quadro previsivo credibile del traffico e della capacità di accoglierlo: sono operazioni che ci fanno uscire dal far west e danno nuovi e importanti segnali di certezza ai potenziali investitori stranieri.

http://www.ilsole24ore.com/art/comm...ti-fatto-decollare-063944.shtml?uuid=AbJ7SCCF


 
Boh quindi per altri tre anni non si chiude nulla.
Che tristezza.

Modus operandi alla "romana" (in politichese ovviamente): strali come "overture" per poi rattoppare li stessi con articoli del genere dopo telefonate del ministro, senatore, deputato, capogruppo, portaborse e chi più ne ha più ne metta per ricordare che il cugino, il cognato, il fratello, lo zio o qualsiasi ramo parentale/affettivo possa esistere, lavora presso la struttura, o la finanzia, o ancora ne trae beneficio in qualche modo, bloccando così le politiche di risanamento/razionalizzazione dei vari settori... Olé
 
Modus operandi alla "romana" (in politichese ovviamente): strali come "overture" per poi rattoppare li stessi con articoli del genere dopo telefonate del ministro, senatore, deputato, capogruppo, portaborse e chi più ne ha più ne metta per ricordare che il cugino, il cognato, il fratello, lo zio o qualsiasi ramo parentale/affettivo possa esistere, lavora presso la struttura, o la finanzia, o ancora ne trae beneficio in qualche modo, bloccando così le politiche di risanamento/razionalizzazione dei vari settori... Olé

ma anche "leghista","milanes","torinese","siciliano","pugliese" etc...lo definirei solo "italico"
 
Genova aeroporto strategico è un'ottima notizia. Speriamo faciliti i finanziamenti per i collegamenti intermodali!