Leggo e posto:
Stop alla fusione con Air Italy
MERIDIANA. L'incontro con i sindacati chiuso con un nulla di fatto. Firenze a rischio L'ad Gentile: non ci sono le condizioni, tempi più lunghi
No alla fusione tra Meridiana e Air Italy, almeno per ora. L'operazione che si sarebbe dovuta concludere entro il mese, infatti, è stata congelata in attesa di definire le condizioni economiche e normative della società. La decisione dell'amministratore delegato Giuseppe Gentile sarebbe stata confermata ieri durante una tormentata riunione con i sindacati nella sede romana di Assaereo. L'incontro, indetto per discutere di contratto e concordare l'avvio della cassa integrazione dei lavoratori, si è chiuso con un nulla di fatto.
NOVITÀ Il confronto-scontro, durato oltre 4 ore, è stato teso sin dall'inizio. Sul piatto c'erano le modifiche richieste al contratto dei lavoratori Meridiana fly, indispensabili per rendere più snella la società, ora appesantita dai costi. Mancando queste condizioni, per l'ad Giuseppe Gentile, non si può procedere alla fusione. Le sigle si dicono pronte a trattare ma chiedono certezze sul futuro dei dipendenti. Prima di tutto per quelli della base di Firenze in vista della chiusura del 31 ottobre. Il management ha poi comunicato che «da subito» gli Airbus 330 passeranno da Meridiana fly ad Air Italy. Per risparmiare gli alti costi di leasing di questi aeromobili, infatti, l'ad vorrebbe ottenere le condizioni più vantaggiose di cui gode la compagnia charter. Ma le sigle giudicano il passaggio «come uno svuotamento dei beni Meridiana a favore della futura socia, al momento una compagnia concorrente», dicono in coro. «È un'anomalia che due società che operano nello stesso settore abbiano lo stesso amministratore, con interessi confliggenti».
A mandare in escandescenze gli animi già surriscaldati è stato poi l'annuncio della limitazione dei voli per il personale fuori servizio. In realtà in serata è arrivata la precisazione: nessuna limitazione ma solo una nuova procedura. Ma i sindacati hanno colto la provocazione e il tavolo è stato aggiornato per evitare rotture più drastiche.
SIGLE Tutti i rappresentanti sindacali si sono detti preoccupati. «La situazione è grave», ha precisato Fabrizio Contino dell'Anpav. «Noi siamo pronti a dialogare se capiamo dove vogliamo andare: l'ad ci deve informare sul progetto che vuole attuare e non tenerci all'oscuro». «Abbiamo perso un'occasione da sfruttare meglio per trovare un accordo e andare avanti», ha aggiunto Marco Bardini (Uilt). «Siamo preoccupati come non mai per il futuro stesso dell'azienda», ha detto Roberto Pesaresi (Filt Cgil). «Anche se diamo la nostra disponibilità, ma manca un piano industriale di salvataggio, non si va da nessuna parte». Una situazione «disastrosa su tutta la linea», ha concluso Gian Luigi Onori (Apm).
Annalisa Bernardini
http://www.rassegnanuoro.it/rassegna_leggi.asp?ID=95987