Trapani Birgi, la crisi dell'Airgest e il bilancio ancora in rosso


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aledeniz

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12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Su Alghero, la campionatura ha riguardato 349.928 posti letto quindi 22.506 arrivi nazionali per 71.243 presenze e 42.215 arrivi internazionali per 181.972 presenze.
Sono stato ad Alghero un paio di volte, per quello che ho visto mi aspetterei facesse le presenze di San Vito (601.885 nel 2016), invece arriva a farne giusto due quinti, non ostante sia 1 ora di aereo più vicina a quasi tutti i potenziali mercati. Non sono certo che privarsi delle rotte che Ryanair riesce a offrire in cambio di un piccolo sconto sulle imposte di imbarco sia una idea particolarmente brillante.
 

aledeniz

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12 Marzo 2010
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CNN inizia a tremare!
Non lo so, ti sembra una risposta consona allo spirito del forum? La notizia Social TP l'ha data o non l'ha data? L'avevi letto sulla CNN qualche mese fa? La notizia non è una notizia? La notizia non è vera? Di che ti lamenti?

A me pare chiaramente una novità, una voce che avevo sentito più volte sui social online, ma questa è la prima volta che l'ho letta in un articolo di un giornalista.

Per tua informazione, Social TP è un settimanale, stampata a colori su carta patinata, e l'estensore dell'articolo è il direttore del periodico in questione.
 

Dancrane

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10 Febbraio 2008
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Per tornare IT, come stiamo messi a buchi di bilancio? Sempre profondo rosso ed elargizione di denari pubblici come fosse l'uragano Kathrina o abbiamo una qualche previsione di fermare l'emorragia?
 

aledeniz

Bannato
12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Per tornare IT, come stiamo messi a buchi di bilancio? Sempre profondo rosso ed elargizione di denari pubblici come fosse l'uragano Kathrina o abbiamo una qualche previsione di fermare l'emorragia?
Ovviamente ne sapremo di più soltanto quando potremo leggere il bilancio del 2017, ma leggendo il bilancio del 2016, mi pare di capire che l'azzeramento del capitale che pare sia avvenuto poi quest'estate sia in gran parte attribuibile alla riclassificazione del bilancio del 2015, dove seguendo le nuove regoli contabili si sono dovuti trasformare gli investimenti di ricerca e sviluppo nello stato patrimoniale, precedentemente ammortizzabili su più anni, in una perdita secca su una posta del conto economico. Ovviamente, vista la stasi nello sviluppo che abbiamo osservato negli ultimi anni, è probabile che le nuove regole contabili abbiano semplicemente anticipato un evento che invece di avvenire oggi sarebbe probabilmente avvenuto in ogni caso fra entro manciata di anni.

Ad ogni modo, l'ho scritto qui più volte, non esistono privati per i quali un investimento sul gestore di Birgi possa avere senso in se (a meno che il privato in questione non possa comprarsi contemporaneamente anche il gestore di Punta Raisi, e successivamente chiudere Birgi al traffico civile). Il gestore di Birgi perde 2, 3, 4 milioni all'anno, e li perderà per i prossimi 10, 15, 20 anni, finché sia l'aeroporto che le comunità circostanti non si saranno sviluppate a sufficienze per far si che l'aeroporto possa camminare sulle proprie gambe.

Il gestore di Punta Raisi riesce a mala pena ad arrivare al break even con oltre 5 milioni di pax, il gestore di Birgi potrebbe riuscirci con 3 milioni o poco meno, ma fino ad allora per rimanere aperto avrà bisogno del sostegno delle comunità limitrofe. Sostegno che le 3 mila firme consegnate oggi al commissario sembra goda di larghi consensi fra i contribuenti del bacino.
 

TW 843

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6 Novembre 2005
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Non lo so, ti sembra una risposta consona allo spirito del forum? La notizia Social TP l'ha data o non l'ha data? L'avevi letto sulla CNN qualche mese fa? La notizia non è una notizia? La notizia non è vera? Di che ti lamenti?

A me pare chiaramente una novità, una voce che avevo sentito più volte sui social online, ma questa è la prima volta che l'ho letta in un articolo di un giornalista.

Per tua informazione, Social TP è un settimanale, stampata a colori su carta patinata, e l'estensore dell'articolo è il direttore del periodico in questione.
Secondo me dovrebbero fare anche un articolo sulle scie chimiche e sui chip sotto pelle.
E verso Natale uno speciale sulla terra piatta.
 

kenadams

Moderatore
13 Agosto 2007
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Il comitato per il monitoraggio e la difesa dell'aeroporto di Trapani ha consegnato oggi al Commissario Messineo una petizione popolare con 3000 firme, per esortarlo a cambiare idea sulla questione dell'adesione al co-marketing:
Allegate un millino a testa e vedrete che Ryanair tornerà.
 
R

roswell

Guest
Cosa c'è di scorretto?
Il titolo..."ryanair abbandona." solo da bgy il volo e 5 volte/settimana e giornaliero da marzo credo, piu altre destinazioni; non volete saccopelisti in sardegna? Bloccateli allo sbarco (aeroporto- porto), una volta finiti i charter come ci si arriva?[/QUOTE]
 

aledeniz

Bannato
12 Marzo 2010
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ale.riolo.co.uk
Oggi il Locale News ha pubblicato la prima parte di una analisi tecnico giuridica a firma Giovanni Catania, che in questa prima parte sembra prendere posizione a favore del fronte del no.

BIRGI, ABBIAMO CAPITO MA DIRSELO È DURA
ANALISI SUI PERCHÉ DI UNA SCELTA SOFFERTA


Birgi: “Abbiamo capito,
ma dirselo è dura”
Analisi tecnico-giuridica sulla situazione del Florio

Pubblichiamo oggi l’analisi tecnico-giuridica del dottor Giovanni Catania, ex dirigente della Provincia Regionale ed esperto di programmazione europea, sulla situazione che riguarda il nostro aeroporto di Birgi e Ryanair. La dividiamo in due parti poiché, oltre a essere complessa, è anche corposa.
Spero abbiate il piacere e la voglia di leggerla e riflettere grazie a questo “diverso” punto di vista.
Il direttore

Scrivere questa lettera a “Il Locale” è stato per me quasi un obbligo, anche se è stata dura.
Questo giornale ha avuto il merito di pubblicare un approfondimento di Luca Sciacchitano a partire dal quale alcuni amici mi hanno convinto a scrivere per cercare di rendere più comprensibili le vicende di Birgi e Ryanair.
Anche se le recenti vicende trapanesi prima e le elezioni regionali poi hanno reso l’ambiente politico turbolento, la gestione dell’aeroporto ha la sua continuità.
In sostanza, non mancherebbe nulla, neanche la “responsabilità”, per programmare a lungo termine, con una visione d’insieme, una strategia, tutti elementi appena balbettati nelle campagne di qualche candidato alle regionali. Tutte posizioni che, però, hanno fin qui alimentato solo confusione nei cittadini e negli operatori, e lo sconforto di molti lavoratori e imprenditori a causa dei ritardi di programmazione accumulati.Tutti cercano la soluzione: bella, facile, disponibile subito e dunque improvvisata, il “colpo di teatro”, lo stanziamento risolutivo.
Definire i Comuni come “partner commerciali“ e “soggetti giuridici ad altissima dignità istituzionale” nelle discussioni pubbliche, a mio avviso, non aiuta la causa e non è sufficiente per affermare che il NO del Commissario Messineo all’accordo di co-marketing sia un errore.
Quando mai una istituzione, in quanto tale, è stata - di per sé - garanzia di correttezza, di legalità, trasparenza ed efficacia, a prescindere dal comportamento amministrativo del singolo amministratore, dirigente o funzionario.
A tutti risulta che a volte dire NO significa solo fare bene il proprio mestiere. I politici stentano a capire questo principio. Un NO è quasi sempre impopolare. Ma non dire NO quando si deve farlo è un male.
E’ stata anche puntualizzata “l'inusualità di un commissario pro tempore che spezza la catena pluriennale di un investimento così fondamentale per il territorio” e la “solidità di un accordo con Ryanair”.
Faccio notare che la catena pluriennale investimenti si spezza ovunque non vi sia una potenzialità commerciale (vedi Alghero, - 20% nel 2016 a seguito della marcia indietro di Ryanair) talmente elevata da poter foraggiare costantemente le casse di Ryanair, con profitti parte dei quali spetterebbero invece all'aeroporto stesso, salvo poi dover perdere l’equilibrio economico e dover ricapitalizzare periodicamente le società.
Le alchimie di stanziamento sono molto discutibili, locali o regionali che siano. La Commissione europea, infatti, ha recentemente condannato 16 compagnie, tra le quali anche Ryanair, con una decisione pubblicata pochi giorni fa, il 17 Ottobre 2017 per aver ricevuto dagli aeroporti fondi stanziati dalla Regione Sardegna. Ci sono, purtroppo o per fortuna, alcuni “paletti normativi” per i quali le risorse pubbliche non possono essere convertite in profitti del vettore: i regolamenti comunitari e gli Orientamenti per l’Aviazione lo impediscono categoricamente dal 2005. Inoltre, se guardiamo bene, non è un circuito granché virtuoso in un’ottica di sviluppo anche futuro del settore dei trasporti.
Cosa diversa, ovviamente, è parlare di compensazioni per servizi pubblici essenziali o di servizi di interesse economico generale secondo la normativa UE, in sostanza operare come si opera per garantire la continuità territoriale per le piccole isole.
Un questione connessa a questo concetto, sollevata su “IlLocale”, è quella delle garanzie fornite dalla compagnia irlandese, che sarebbero infinitamente maggiori di quelle fornite e messe per iscritto da parte dei comuni della provincia.
Faccio rilevare che si continua così a confondere il piano pubblico con quello privato.Ci piacerebbe un giorno scoprire che Ryanair è fallita? Potremo allora calcolare quanti milioni di euro di risorse pubbliche ha incamerato nel tempo e anche scoprire che, non avendo gestito alcun “servizio pubblico” in appalto o in concessione, non si può neanche precettare la compagnia per svolgere un servizio, né intervenire per salvarla dal fallimento, a meno di applicare alla lettera, anche in quel caso, i regolamenti comunitari previsti per il salvataggio di aziende in crisi, oppure ancora nazionalizzando la compagnia aerea.
Con ciò voglio dire che a certe domande è possibile dare risposta soltanto programmando interventi coerenti a medio e lungo termine, proprio per evitare che il fallimento di un privato si ripercuota sui servizi al cittadino. In sintesi: noi possiamo anche andare contro la storia pensando a servizi pubblici di trasporto aereo di massa, ma si dà il caso che non solo l’attività di trasporto aereo passeggeri ma anche la gestione di aeroporti siano da tempo considerate come attività economiche a tutti gli effetti, anche se svolte da enti pubblici. Questi servizi sono considerati tali dagli economisti e nella normativa europea sugli aiuti di stato, in quella nazionale sugli appalti e sulle concessioni, e noi questo fatto non lo possiamo cambiare. Si potrebbe riformulare totalmente l’agenda politica con decisioni di gestione diretta dei servizi di trasporto aereo da parte di Autorità Pubbliche.
In altre parole, un totale passo indietro dalla liberalizzazione del Trasporto Aereo faticosamente realizzato in Europa. Fantaeconomia.
Voglio ricordare a quelli che, a questo punto, volessero additare la solita Europa come la vera responsabile, ai più riottosi, ai leghisti siciliani, al “populista” che non c’entra nulla con i disastri in corso ma che comunque è incompetente per definizione, che questa liberalizzazione del trasporto aereo è stata proprio quel processo legislativo comunitario che dal 1993 ad oggi ha consentito a molti di viaggiare liberamente con diversi vettori in diversi paesi.
Il pacchetto legislativo del 2003 riguardante i “cieli aperti” è proprio quello che ha consentito anche a Ryanair di crescere ed iniziare a fare profitti, combattendo una lunga guerra con la Commissione europea proprio sul versante della trasparenza. Ecco, semplicemente, questa guerra evidentemente non è ancora finita.
Giovanni Catania
(La 2^ parte domani)
 
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