[TR] Natale in Texas - stalle e stelle


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26 Aprile 2012
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Mario Brega andava a Cortina, Cipollino a Miami, quello di “Mamma ho perso l’aereo” finiva a New York, John McClane andava a Los Angeles. Nessuno, proprio nessuno, va a Natale in Texas. Nessuno, tranne me. Purtroppo vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole diceva Virgilio, e io non devo dimandare, anzi. L’unica cosa che devo fare è presentarmi al T5B di LHR per il BA191 per Austin.

Davanti a me è un’orgia di 787. Oramai sono 25 in flotta, e qualcuno pare persino funzionare. Sono passati solo 5 anni dalla foto di cui sotto, ma sembrano molti di più. E, mentre un 787 arriva, scorgo il mio, al gate B42. Ah, nota di servizio: le foto a bordo sono fatte col telefonino, e sono di qualità infima; saranno quindi più piccole di quelle OT.

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A bordo Club si presenta nella sua solita guisa, leggermente rivista con gl’interni bicolore e l’IFE Thales. Di fianco a me una famiglia brasiliana, e il “coffin seat” libero. Il load factor sarà sul 75%, e mi stupisco persino che sia così alto; voglio dire, chi va ad Austin a Natale?

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Pronti via se non che… Il Plastic Pig, come è noto in BA Engineering il 787, colpisce ancora. Anzi, viene colpito. Il capitano appare all’interfono e annuncia che, nel giro d’ispezione, hanno trovato un danno da impatto alla fusoliera nella zona delle porte cargo, e devono aspettare Engineering per valutarlo. Con un aereo “normale”, in alluminio, la questione sarebbe abbastanza semplice: o la fusoliera è forata, o non lo è. Quando si parla di fibra di carbonio, però, la faccenda si fa complicata; il danno alla trama del carbonio potrebbe portare a “sfilacciamenti”, e una botta a prima vista poco importante potrebbe, invece, aver indebolito enormemente la struttura. Occorre che un tecnico specializzato effettui una specie di “risonanza magnetica” e veda se la struttura è integra o meno.

Bisogna aspettare almeno un’ora. Guardo qualcosa sull’IFE, bevo un po’ di sciampagn, raccomando salute e soldi ai fenomeni che, ancora una volta, usano gli equipaggiamenti sbagliati per aprire le cargo doors, danneggiano gli aerei e non fanno un rapporto che sia uno, e spero segretamente che non si parta. Sfortunatamente, arriva il via libera e ci alziamo nei cieli britannici con un’ora e qualcosa di ritardo.

Il menù prevede due diversi antipasti, salmone o insalata di funghi, qualche primo, dolce o formaggi. Scelgo il salmone e provo il pollo, ma mi dicono che, essendo Natale, il pollo è sostituito da un “turkey dinner”. Vada per il tacchino, che arriva stracarico di patate, cavoletti di Bruxelles, due tagli diversi di tacchino, sughino e il mitico “pig in blankets”, sostanzialmente una salsiccia avvolta nel bacon. Onestamente ottimo, peccato serva l’insulina. A seguire formaggi, che non ho fotografato, e caffè.


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Il volo è diurno, per cui faccio al massimo un pisolino, e cerco di non bere alcolici durante la crociera. E’ solo il secondo volo su un Dreamliner per me, e seppur l’atmosfera sia un pochino più umida (mi trovo a bere di meno) il rumore è parecchio forte, e dormendo su un lato è facile sentire le vibrazioni dei motori attraverso il cuscino. Il confronto col 380 è impietoso, almeno per me.

Un'ora prima dell'arrivo, afternoon tea. Evito il trio dei sandwiches, roba che in sette anni d'Inghilterra non sono ancora riuscito a farmi piacere, e rimedio con questa specie di insalata di carciofi davvero saporita, anche se l'abbinamento con gli scones è quantomeno, beh, interessante.

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Aiutati da un po’ di vento a favore, e serviti da un equipaggio davvero ottimo (trovo che MF sia meglio di worldwide sul lungo raggio, e se la gioca con eurofleet sul corto) arriviamo alle 5 e qualcosa ad Austin, che si presenta in modalità cantiere. Passo indenne le forche caudine dell’immigrazione, mille grazie all’ispettore del CBP che mi timbra il passaporto sull’ultima pagina vuota malgrado gli avessi chiesto di non farlo, e vado a ritirare l’auto all’Avis. La mia esperienza di autonoleggi è prettamente europea, ma devo dire che ad Austin il servizio è stato pessimo se lo confronto con, per esempio, Malpensa.
 
Re: [TR] Natale in Texas - stalle e stelle.

La vigilia di Natale decidiamo di fare qualcosa di prettamente natalizio e andare alla NASA, o meglio al Johnson Space Center di Houston e qui sgombro subito il campo dagli equivoci: solo per questo, il Natale in Texas merita. Il JSC è splendido e appassionerà anche chi è solo minimamente interessato allo spazio, e se non vi interessa lo spazio, beh, fatevi due domande.

Ma prima di parlarne bisogna arrivarci, giusto? Bene, da Austin a Houston sono sulle 180 miglia, anda e rianda. L’I-70 scorre abbastanza veloce, con cani porci pecore e vacche che se ne strafottono del limite di velocità, e noi non ci facciamo pregare. All’altezza di Houston – la cui estensione è stupefacente – emerge un lato tamarro degli americani che non mi aspettavo, col sorpasso a destra non solo tollerato, ma proprio incoraggiato.

Sia come sia, riusciamo ad arrivare al JSC senza essere fatti sparati, come dicono alla Falchera (periferia nord di Torino per i non iniziati), e nemmeno il mio tentativo di entrare nel campus da un ingresso per i dipendenti riesce a causare pistolettate dal personale di sicurezza del centro.

Parcheggiamo, e qualcosa s’intravede. È lui o non è lui?

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Certo che è lui!

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E a destra che vedo?

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Ho già le palpitazioni, e non siamo nemmeno entrati.

C’è parecchia gente che, come noi, decide di dedicarsi alla scienza invece di parlare con amici immaginari e convincersi che il proprio è più reale di quello degli altri. Di questi tempi non può far altro che rendermi felice, e scusate la deriva politica.

Una doverosa premessa; il JSC, eccetto il centro per i visitatori, è un’installazione federale, in cui la gente lavora. L’accesso e il movimento è contingentato, e i tour possono cambiare sia per durata che per ciò che si vede. Per fare un esempio, alla prima visita di 8200 c’era solo un “trenino”, che copriva tutte le principali attrazioni tra cui la sala di controllo del programma Apollo; il 24 dicembre, invece, c’erano due tour, “blue” e “red”, e la sala Apollo era off-limits. Ma procediamo con ordine.

Appena entrati, sbam, ed ecco Columbia (chiedo scusa per rumore e luce in questa ed altre foto, ma al buio, senza flash e cavalletto le foto vengono così. Ho chiesto aiuto a Dancrane, e non mi ha risposto).

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Pieghiamo in sala mensa, dove sono esposti tutti i simboli delle missioni Shuttle, compresa STS-100, con il nostro Guidoni, ed STS-135, l’ultima missione di uno Shuttle.


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Ma l’amore è troppo, e corro di nuovo da Columbia:

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La ISS controlla dall’alto:

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Equipaggiamenti vari, tra cui la semplicissima porta d’accesso al modulo di comando (comunque più semplice di quella del Block 1, che costò la vita all’equipaggio di Apollo 1), il visore e guanti della tuta di Buzz Aldrin, una carta delle stelle e una matita usata durante la missione, e il survival kit di bordo che, mi piace constatare, conteneva un bel machete luccicoso e molto zarro.


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Bene, è il momento di saltare sul trenino per il tour. Continua!
 
Re: [TR] Natale in Texas - stalle e stelle.

Il giorno in cui non verró maltrattato da voi non eletti d'arte fotografica sarà un gran giorno per l'umanità.
Vai avanti che, citazioni personali a parte, il viaggio è interessante!
 
Re: [TR] Natale in Texas - stalle e stelle.

GRANDIOSO!!!

Però peccato che non ti sia ritrovato con una rosa di pallini al sale sparata alle spalle, vuoi mettere quanto avrebbe fatto Lone Star State Experience? D'altra parte il loro motto è "friendship"! :D

E’ solo il secondo volo su un Dreamliner per me, e seppur l’atmosfera sia un pochino più umida (mi trovo a bere di meno) il rumore è parecchio forte, e dormendo su un lato è facile sentire le vibrazioni dei motori attraverso il cuscino. Il confronto col 380 è impietoso, almeno per me.

Pensavo di essere l'unico a pensarlo...

Avanti col seguito!

DaV
 
Re: [TR] Natale in Texas - stalle e stelle.

Il giorno in cui non verró maltrattato da voi non eletti d'arte fotografica sarà un gran giorno per l'umanità.
Vai avanti che, citazioni personali a parte, il viaggio è interessante!

:D Grazie GP

Interessante.

Grazie Silvano!

Molto! Ma per quale assurdo motivo sei finito a Natale in Texas ce lo devi raccontare!

Niente di eclatante, motivi famigliari.

GRANDIOSO!!!

Però peccato che non ti sia ritrovato con una rosa di pallini al sale sparata alle spalle, vuoi mettere quanto avrebbe fatto Lone Star State Experience? D'altra parte il loro motto è "friendship"! :D

La maggior parte dei locali di Austin chiedevano espressamente di non portare armi all'interno, chissà come mai. Dopotutto, come dice la NRA, "guns don't kill". :D

Pensavo di essere l'unico a pensarlo...

Avanti col seguito!

DaV

Ma va. Per me 787 = megapacco.
 
Re: [TR] Natale in Texas - stalle e stelle.

Bello! Pensavo che non fosse consentito fare foto allo JSC.
Avevo acquistato tre anni fa un biglietto per andarci con i nostri futuri padroni di LH, ma poi cambiarono il 380 con non ricordo quale aeromobile e buttai giù.
Sul 787 riferirò anche io a breve (se le foto saranno decenti) :cool:.
 
Re: [TR] Natale in Texas - stalle e stelle.

Confermo che il 787 è rumoroso, molto di più di un 330 nuovo. Ormai ne ho presi parecchi e non c'è speranza. Propongo che per legge sia previsto l'A380 per ogni compagnia.
Spero che ad Austin ti sia fatto un brisket da Rudy's; solo quello vale il viaggio. Se poi sei in vena di calorie, la fajita di Pappasito's a Houston o Dallas, ma qua entriamo nel mistico
 
Basta anche solo un 350 :p

DaV

È l'unico che manca alla lista di quelli su cui ho volato, che va dall'ATR42 all'A380 passando per DC9, MD11 e tutti liner che mi vengono in mente (russi esclusi), ma ti credo sulla parola. Fra l'altro lo trovo bellissimo
 
Ok, dove eravamo? Ah si, il tour. Lo dico subito così sapete regolarvi: sono un Apollo-nerd. Ho letto il libro di Chaikin, A Man on the Moon più o meno una quindicina di volte, quello di Mike Collins una mezza dozzina e ho trovato pure tempo per quel lamentone di Walt Cunningham. Potreste farmi vedere un porta-rotolo di carta igienica dell’Apollo 8 e rimarrei lì a guardarlo per ore. Serio.

Detto questo, parliamo del tour. Come dicevo ieri, NASA consente ai comuni mortali di zompare su delle specie di trenini, che loro chiamano “tram”, per gironzolare intorno al campus e vedere certe cose. I tour cambiano regolarmente, il nostro passerà al Mission Control Center, dove vedremo una delle sale di controllo, e poi porterà al Rocket Park. Le code sono abbastanza lunghette, ma gli spiriti sono alti e l’entusiasmo, specie quello delle guide, contagioso.

Il primo aspetto che mi colpisce del JSC è quanto “ordinario” sia. Ho seguito corsi all’International Labour Organisation presso il loro campus di Torino, in riva al Po, e le somiglianze sono contagiose. La nostra guida, un ragazzo giovane di nome Umar, spiega che il design da campus universitario di seconda categoria è stato fortemente voluto in questo senso, per dare un senso di normalità al tutto. Effettivamente fa specie passare di fianco a cervi che brucano e vedere questo:

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oppure scoprire che questo edificio, che sembra la segreteria di una qualsiasi università, ospita il programma Orion:

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Non mancano nemmeno gli zarri.

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Ci fermiamo davanti al Cristopher C Kraft Jr Mission Control Center (e va detto tutto, altrimenti s’incazzano). Qui dentro sono gestite tutte le missioni NASA, compresa l’ISS; qui dentro Gene Kranz avrebbe detto ”Failure is not an option” (anche se si trattò di una storia apocrifa, o almeno così pare). Non nascondo che l’emozione di entrare in questo edificio, in cui si è fatta la storia, è tanta.

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L’interno è incredibilmente… normale. Moquette grigia. Sedie di plastica. Muri rivestiti di quel materiale che sembra cartone per le uova. Luci al neon. Vecchie foto appese ai muri. Anni, anni luce dagli ambienti fighetti e ultra-curati dei moderni uffici di compagnie tipo Google, Facebook o Amazon; qui i soldi non sono spesi in divani ultraconfortevoli o sedie di design.

Sarebbe bello poter vedere la sala controllo originale, ma purtroppo non si può. Passiamo vicino a una in funzione, dove ISS viene seguita e gestita, e Umar ci fa accomodare nella viewing gallery di una sala usata per esercitazioni e, in futuro, sarà la sala-controllo di Orion.

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Umar spiega lo scopo di questa sala e gli anni di training che servono per diventare un space controller (cinque), mentre io guardo un po’ gli schermi. La ISS è in stile natalizio:

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Usciamo, in un parcheggio da community college dove, però, i posti riservati non sono per il preside e il professore di storia, ma per gente come questo qui (guardate in basso a destra).


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Passiamo di fianco ad un prato da cui crescono alcune querce texane. Sono alberi commemorativi per i morti del programma spaziale americano: i tre di Apollo 1, Challenger e Columbia. Ci fermiamo per ascoltare le parole di Bush all’indomani della tragedia dello Shuttle Columbia e per la prima volta condivido qualcosa detto da W. Dopo un po’ di silenzio, quanto basta per rendersi conto che, purtroppo, il prato ha parecchio spazio a disposizione, continuiamo verso il rocket park.

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L’inizio è abbastanza sottotono, con il Little Joe:

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Un grosso capannone si profila a destra, con una porticina, tipo il garage del nonno. Apro, e rimango sinceramente a bocca aperta. Dentro c’è lui.


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Cosa puoi dire del Saturno V che non sia già stato detto? Onestamente poco, se non una brevissima riflessione. Ogni epoca ha il suo capolavoro – il suo Colosseo, Taj Mahal, San Pietro, Piramide di Cheope, quello che vi pare a voi. Il Novecento, un secolo marchiato da guerre e massacri, ha il Saturno V. Sei milioni di parti mobili, cento metri di altezza, un trionfo di tecnologia, ingegno e cocciutaggine umana che ci ha permesso di abbandonare, per la prima volta, l’orbita del nostro pianeta e di andare altrove e pazienza per quei poracci che non ci credono, problemi loro.

Dal soffitto pendono drappi per ogni missione Apollo, a cominciare dalla tragica Apollo I di Grissom, Chaffee e White. Mi soffermo brevemente a guardare quello di Apollo 13, e poi torno alla mia missione preferita, Apollo 8. Se potessi scegliere, quella è la missione che vorrei fare. Primi ad abbandonare l’orbita terrestre, primi a vedere il lato oscuro della Luna, primi a testare l’orbita “free re-entry” intono alla Luna; Borman, Lovell ed Anders sono, per me, i veri esploratori, degni successori di Magellano, Amundsen, Hillary e Norgay.


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In quel momento mi ricordo di una spilletta, comprata per 20 somoni al negozio di memorabilia sovietico all’ultimo piano del grande magazzino TSUM di Dušanbe in Tajikistan. Grazie al nostro BHA 604 so che è una spilla commemorativa della missione “Venera – 10”, lanciata verso Venere nel 1975. Non so perché, ma decido di fare una foto della spilletta assieme al suo cugino più grande, una specie di fratellanza in nome dell’esplorazione scientifica, anche se siamo in Texas, ed è facile immaginare che falce e martello potrebbero essere viste male dagli hillbillies locali. Non succede niente.

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Torniamo al centro per i visitatori, e c’è ancora un sacco da vedere. Iniziamo con lo Shuttle.


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Incredibile la complessità di questa macchina, il numero di “piastrelle” termoresistenti, tutte rigorosamente numerate. Se non sbaglio è una di queste, danneggiata in partenza, che costò la vita all’equipaggio di Columbia.

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Muso su muso, quando mi ricapita?

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E ala su ala!

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Loschi figuri si aggirano… la signora aveva sessant’anni abbondanti, possibile che fosse la mamma ispanica di Will Farrell in Elf.

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Uno sguardo al cockpit, veramente simile a quello di un aereo “convenzionale”.


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Uno in stiva, dove troviamo la “gondola” su cui si caricavano satelliti, Hubble e quant’altro, più il famoso ‘braccio’ canadese.

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E uno sguardo in cabina, dove troviamo il compartimento per gli scurini e una tuta per EVA.

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Non può nemmeno mancare una Foto Al Cesso, FAC per gli amici. Purtroppo niente specchio…

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E un doveroso omaggio all’equipaggio di Challenger.

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Il 747 è una miniera di emozioni. L’upper deck è off-limits, ma il main deck non è male. Innanzitutto, prima di entrare, ecco un piccolo promemoria di tutti i voli compiuti dal nostro:

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Phantom Ray, dice Wikipedia, era un progetto interno a Boeing per lo sviluppo di un drone da combattimento.

Il “tappo” per il naso è deliziosamente demodée:

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…così come gli interni


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Perché montare lo Shuttle su un 747? Questo pannello spiega tutto.

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Mentre questo modellino – che volò veramente! – servì a dimostrare, come diceva Barack Obama, che ”Yes we can”

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E se volete sapere come è stato creato lo Shuttle Transporter, qui vi dice tutto.

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Alla NASA s’impara anche che gente di nome Story e una faccia da impiegato allo sportello “Caccia e Pesca” del comune di Ayas non solo può diventare astronauta, ma volare con tutti gli Shuttle.

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E per oggi basta così. Continua più tardi con Apollo 17, rocce lunari, tute spaziali, Gemini e altro ancora.

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Re: [TR] Natale in Texas - stalle e stelle.

Bello! Pensavo che non fosse consentito fare foto allo JSC.
Avevo acquistato tre anni fa un biglietto per andarci con i nostri futuri padroni di LH, ma poi cambiarono il 380 con non ricordo quale aeromobile e buttai giù.
Sul 787 riferirò anche io a breve (se le foto saranno decenti) :cool:.

Foto consentite, incoraggiate e ammesse! Sinceramente, e lo dico sperando di non offendere nessuno, ho trovato quell pezzetto di Texas che ho visto completamente dimenticabile. Non fosse stato per il JSC e per la compagnia divertente, sarebbe stato da tagliarsi le vene.

I futuri padroni di LH??

Confermo che il 787 è rumoroso, molto di più di un 330 nuovo. Ormai ne ho presi parecchi e non c'è speranza. Propongo che per legge sia previsto l'A380 per ogni compagnia.
Spero che ad Austin ti sia fatto un brisket da Rudy's; solo quello vale il viaggio. Se poi sei in vena di calorie, la fajita di Pappasito's a Houston o Dallas, ma qua entriamo nel mistico

Mi spiace, appena tornato!
 
Belle foto, molto Dancraniane.

Ti sei fermato a Austin? Tra le città più belle di tutti gli States, IMHO. Del Texas sicuramente.
 
Fenomenale, davvero da divertirsi a leggerlo!
Dai tuoi tr si impara sempre qualcosa, non fosse che sull'Apollo 8 usavano i portarotolo della carta igienica :D
 
Bello, estremamente interessante, e valido motivo per andare ad Austin. Sei tanto appassionato di spazio che un paio di precisazioni/correzioni ti aiutano:

...
Torniamo al centro per i visitatori, e c’è ancora un sacco da vedere. Iniziamo con lo Shuttle.
...

Iniziamo col dire che quello che hai visto è una copia, più o meno fedele, di uno Shuttle "vero": l'Independence infatti (nome originario Explorer) è una copia in scala 1-1, molto simile all'originale nella parte esterna, meno in quella interna, anche se è stato oggetto di migliorie nel 2013/2014, tra le quali la piastrellatura termica.

https://it.wikipedia.org/wiki/Space_Shuttle_Independence

...
Incredibile la complessità di questa macchina, il numero di “piastrelle” termoresistenti, tutte rigorosamente numerate. Se non sbaglio è una di queste, danneggiata in partenza, che costò la vita all’equipaggio di Columbia.
...

Non andò esattamente così: l'incidente fu determinato da una parte del rivestimento del booster principale che, staccandosi, andò a colpire e provocare un buco sul bordo d'attacco dell'ala sinistra. Le immagini del distacco e dell'urto con l'ala erano state visionate dal Centro Controllo Missione e note all'equipaggio, che, tuttavia, non aveva modo di vedere il danno all'ala. Al rientro nell'atmosfera, il calore fece disintegrare in pochissimo tempo l'intera navicella. L'indagine successiva all'evento cercò di ricostruire le conseguenze dell'impatto utilizzando un'altra copia dello Shuttle, l'Endeavour (attualmente esposto sulla Intrepid a New York, fu il mock up utilizzato per le prove di rientro ed atterraggio).

Un documentario a mio avviso molto ben fatto è questo

https://www.youtube.com/watch?v=pa3Oas26z5U
 
Belle foto, molto Dancraniane.

Ti sei fermato a Austin? Tra le città più belle di tutti gli States, IMHO. Del Texas sicuramente.

Si, dormivamo ad Austin. E non volermene, mi e' sembrata completamente dimenticabile. Ne parlero' piu' tardi ma, sinceramente, non m'ha fatto ne' caldo ne' freddo.

Dancraniane vuol dire che fan cagare?

tr molto, ma molto interessante.
grazie per la condivisione.

Grazie giusri!

Fenomenale, davvero da divertirsi a leggerlo!
Dai tuoi tr si impara sempre qualcosa, non fosse che sull'Apollo 8 usavano i portarotolo della carta igienica :D

T'e' vist? C'era pure il tostapane, quello che vendevano su Livingston!

Iniziamo col dire che quello che hai visto è una copia, più o meno fedele, di uno Shuttle "vero": l'Independence infatti (nome originario Explorer) è una copia in scala 1-1, molto simile all'originale nella parte esterna, meno in quella interna, anche se è stato oggetto di migliorie nel 2013/2014, tra le quali la piastrellatura termica.

Si, c'era scritto all'ingresso, ma non dirlo faceva piu' figo... :(

Non andò esattamente così: l'incidente fu determinato da una parte del rivestimento del booster principale che, staccandosi, andò a colpire e provocare un buco sul bordo d'attacco dell'ala sinistra. Le immagini del distacco e dell'urto con l'ala erano state visionate dal Centro Controllo Missione e note all'equipaggio, che, tuttavia, non aveva modo di vedere il danno all'ala. Al rientro nell'atmosfera, il calore fece disintegrare in pochissimo tempo l'intera navicella. L'indagine successiva all'evento cercò di ricostruire le conseguenze dell'impatto utilizzando un'altra copia dello Shuttle, l'Endeavour (attualmente esposto sulla Intrepid a New York, fu il mock up utilizzato per le prove di rientro ed atterraggio).

Un documentario a mio avviso molto ben fatto è questo

https://www.youtube.com/watch?v=pa3Oas26z5U

Certo che la tua conoscenza di sfighe e' enciclopedica! Raccontami del Titanic! :D
 
Eh lo Space Center... ci sono stato nel 1996 (*sigh*).
Si usa ancora urlare quando si passa sotto al tunnel con trenino dei visitatori?
Certo all'epoca c'era meno roba in mostra...
Però mi sono divertito un sacco all'area giochi, con la sedia ad aria che simulava lo zaino spaziale :D

p.s. ho girato un po' il Texas, tra Dallas, Houston, Galveston, Lake Conroe etc... (su e giù per la I-45 se non ricordo male).
Un po' come per tutti gli States, se t'addormenti a Euless, Texas, e ti risvegli nel Connecticut ci metti un po', un bel po' direi, a capire
che sei da tutt'altra parte ;)