Re: [TR] Di colombi viaggiatori e altre storie (Australia, Thailandia, e Cambogia)
PARTE VII
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E' giunta l'ora di tornare a casa, che poi significa innanzitutto tornare a Bangkok per intercettare quell'itinerario multi-tratta che dall'Australia mi sta riportando in Italia.
Il primo passo è lasciare la Cambogia. Con l'ormai solita Thai Air Asia. Via DMK.
Siem Reap è la seconda città del Paese oltre che la meta obbligata per chi vuole volare alla volta dell'antica capitale khmer. Il suo aeroporto, invece, è il più trafficato scalo cambogiano, sottoposto negli ultimi anni ad un pesante - e non ancora concluso - processo di ristrutturazione.
L'ingresso è ancora provvisorio e ricorda un'area di cantiere.
A progetto ultimato questo sarà secondo me un aeroporto estremamente elegante. Soprattutto le aree destinate alle procedure di immigrazione (di cui non ho ovviamente foto) hanno dei dettagli molto curati.
Il corridoio che porta ai controlli doganali e di sicurezza. A sinistra un finestrone dà su una piccola corte interna ancora in fase di allestimento.
L'aeroporto è piccolo perchè dimensionato su pochi milioni di passeggeri, ma piacevole come luogo in cui trascorrere un'oretta pre-imbarco. Molti negozi con ottimi prodotti locali (soprattutto artigianato tessile, di altissima qualità).
Mi guardo subito attorno per orientarmi.
Che è questa con affaccio direttamente sull'apron. Mi siedo al tavolino in compagnia del F/O del mio volo. Che mi avverte subito sarà perturbato.
La visuale esterna al netto dell'esposizione.
Quasi pronti.
Business lounge comune.
Il vicino.
Il nostro.
Lui vola soprattutto in Cina.
Thai Air Asia è un'ottima compagnia ma è pur sempre una low cost, dove quindi i cartelli pubblicitari su cappelliere e sedile di fronte sono una triste costante. Trovo poi la pubblicità di medicinali la più fastidiosa di tutte.
Legroom.
You would make me the happiest man in the world by becoming my wife.
'nnamo, va.
REP.
I decolli avvengono solo in una direzione per via delle limitazioni dello spazio aereo sopra Angkor Wat. Distante meno di 10 km.
Questo è il complesso del West Mebon, ovvero un tempio non tra i più importanti della regione ma sicuramente utile a capire che cosa si intende quando si dice che l'architettura khmer era imponente. Ah, handmade come sempre.
La stagione delle piogge comincerà fra poco. E si vede.
C'è da compilare di nuovo questa.
Si vola sempre a 25.000 fette.
Il pilota decide di modificare il profilo alare per perdere velocità e quota.
Un cambio così drastico di paesaggio in così pochi chilometri ha dell'incredibile.
Per non parlare dei primi accenni di modernità. Credo ci sia più asfalto in questo svincolo che in tutta Siem Reap.
Come riferimento visivo per allinearsi durante l'atterraggio al Don Mueang si usa il complesso del Wat Phra Dhammakaya, il più importante complesso del buddhismo thailandese moderno.
Manca pochissimo.
Aviofficina.
Parcheggi.
Terra.
Esco velocemente.
Per il taxi tocca mettersi in fila e aspettare che venga assegnata una vettura a cui mi accompagna il conducente designato.
Ho qualche giorno ancora per prodigarmi nella mia attività preferita: passeggiare per la città.
Il mio tempo in paradiso è finito.
Si torna a casa.
Il Suvarnabhumi in lontananza.
Area check-in enorme e gradevolissima.
Il volo di quest'oggi è il LX181 BKK-ZHR, operato da Swissair in collaborazione con Thai e chi sa più chi altro.
Eseguo il check-in in una maniera indecorosa. Ci sono 48°C e indosso un cappotto, un maglione di lana, due felpe allacciate in vita, e i pantaloni più spessi che ho. Tutte le tasche sono piene fino all'inverosimile di caricabatterie e cose piccole ma pesanti. Con il bagaglio a mia disposizione sembro un Ranger americano, pronto in qualsiasi momento ad essere catapultato in qualunque angolo del pianeta. Giuro sul marxismo che è l'ultima volta che mi riduco in questo stato.
L'addetta mi guarda con pietà quando metto tutti i miei averi sul nastro bilancia. Si gira verso la collega dietro di lei che le risponde acconsentendo con un secondo sguardo di commiserazione. Chiudono entrambe gli occhi come per scacciare questo insulto alla dignità umana quando mi imbarcano il bagaglio grosso, e quando mettono la targhetta su quello a mano. Prima di ringraziarle faccio notare come avrei ancora un piccolissimo zainetto da Marines. Mi danno una seconda etichetta e mi dicono di attaccarmela da solo. Andata.
Che poi in realtà la colpa è non solamente mia: come dicevo, Expedia è un portento nel costruire itinerari complessi tra diverse compagnie, ma nel fare ciò, quando ti comunica la franchigia bagaglio, riporta solo il dato della compagnia più generosa. La conferma del mio itinerario riporta quindi una franchigia di 30 kg - che è quella di Thai - quando invece quella di Swiss è (tipo) di 23 kg. Io ste cose le so e quindi ho fatto chiaramente finta di nulla, ma uno che davvero non lo sa penserà in buona fede di essere dalla parte della ragione.
Security, immigration, e sono airside.
Questo è un aeroporto serio.
Ho molto tempo a disposizione perchè qualche giorno prima un mio amico è rimasto imbottigliato nel traffico e ha perso il suo volo per la Germania con EK. Memore di ciò ho calcolato un largo anticipo servitomi a nulla, visto che per strada non c'era nessuno e siamo arrivati in un lampo.
Giustamente ci sono molti cinesi, e dunque i Bird's Nests la fanno da padrona in tutti i duty free.
Solo soletto.
Incaricato di portarci a casa è HB-JML.
Questo è uno dei 340-300 più vecchi in forza a LX, entrato in servizio originariamente per Austran Airlines nel 1999.
Come dicevamo in un altro thread, è uno dei 6 A340 che verranno presto rimpiazzati dai 777-300R in arrivo in Svizzera.
Area gate.
Si cerca l'ombra dove si può.
Vetrate.
Accanto al nostro gate imbarcano pe' 'r mare.
A bordo.
La configurazione è 2-4-2 (236 posti: F 8, J 45, Y 183).
Il riempimento in Y è del 101%.
Gli interni mostrano i segni dell'età, ma in compenso sono tenuti in maniera perfetta per quanto concerne ordine e pulizia.
Il legroom poi è assolutamente mostruoso, specie per me che non ho la scatola dell'IFE tra i piedi.
(scusate semmai la tuta, ma subito dopo i controlli sono andato a cambiarmi e ho preso la prima cosa capitatami a tiro)
L'unico serio difetto è la seduta: una tavola di legno che fa storcere il naso a tutti appena poggiatevi sopra le terga. Una volta a casa avrò il culo più piatto di una cinese.
Considerati pro e contro (in questo caso spazio VS modernità), non saprei dire se chi viaggerà con i futuri 777 sarà messo meglio o peggio. Al netto della poltrona che IMHO andrebbe assolutamente cambiata. Si fa fatica a starci seduti.
Vicini.
Ancora prima di partire, gli aa/vv sono costretti a sedare una lite tra due pax. Purtroppo per tutti, le procedure di check-in hanno fatto capitare vicini di posto un buzzurro calabro-australiano i cui rutti al rum si sentono dalla parte opposta della cabina (il tipo col berretto), e l'archetipo del mainlander cinese. Chi ha un minimo di esperienza con le macro-tipizzazioni etniche politicamente scorrette saprà di che cosa sto parlando. L'oggetto del contendere dovrebbe essere il come tenere l'oscurante del finestrino. I pax svizzeri attorno li guardano con la faccia di quando hai pestato una cacca di cane.
Con moltissima professionalità la responsabile gestirà la situazione dividendo i due pax. Il risultato sarà però che entrambi finiranno per attaccare briga con i nuovi compagni di viaggio. Perchè quando uno è stronzo, è stronzo sempre. Tuttavia nulla di abbastanza grave da prevedere uno sbarco.
Non invidio nessuno in situazioni del genere.
Uno dei migliori aa/vv abbia mai incontrato nella mia carriera di pax.
Giovane ma al tempo stesso con fare esperto, sicuro, e navigato. Accoglie i 183 pax di Y quasi in maniera personalizzata come se fosse una J (con le dovute proporzioni, ovviamente). Professionale e sorridente per tutto il volo, senza mai risultare ridicolo. Si ricorda di ognuno e non si perde una richiesta. Aiuta a gestire nel migliore dei modi anche situazioni borderline come quella della lite. Fenomeno.
L'ho detto e lo ripeto fino allo sfinimento: gli aa/vv sono almeno il 50% dell'esperienza di viaggio. E sono quelli che fanno la differenza quando il resto lascia a desiderare. Il mio giudizio positivo su questa tratta dipende anche da lui.
Indovinate di che cosa leggeranno i pax internazionali di una compagnia svizzera in partenza da Bangkok?
Abbiamo un capitale enorme che stiamo buttando all'aria giorno dopo giorno.
Andiamo va, che è tardi.
I cinefili apprezzeranno mentre i palati più fini spero mi perdoneranno la citazione scurrile, ma il 340
climbs like old people fuck.
Rinfresco. Il mio solito gin tonic con acqua a parte.
Menù.
Il pranzo mi regala l'occasione di un'altra postilla sul capitolo aa/vv.
Il menù offre due scelte, di cui però io posso mangiarne solo una per via delle mie rigide allergie alimentari. Oltre a questo, il menù specifica anche come la scelta non possa essere assicurata a tutti i pax.
Rapido calcolo: sono seduto in una delle ultimissime file di un 340 completamente pieno ed è facilissimo che, arrivato il mio turno, la scelta sia finita. L'alternativa in quel caso sarebbe mangiare snack e salatini per le restanti 8 ore di volo.
Appena in quota vado quindi nel galley dove incontro l'a/v di cui sopra, al quale spiego brevemente la situazione chiedendo se fosse possibile tenere da parte una porzione del pasto a me idoneo. Lui capisce tutto immediatamente e mi chiede solo il numero del posto, che si appunta a penna sulla mano.
Comincia il servizio con tutti gli aa/vv che si fanno i loro km su e giù per la cabina. Arrivati in coda e subito dopo aver servito il pax prima di me, senza nemmeno guardarmi come avesse avuto gli occhi dietro la schiena, sempre il nostro a/v lascia la posizione e torna indietro nel galley, da cui torna con l'ultima porzione rimasta della mia scelta. Mentre me la serve mi chiede anche se volessi un gin tonic come prima.
Cosa c'è di così difficile?
Gli auguro di cuore il miglior successo professionale possibile.
Successivamente scoprirò anche che Swiss ha un programma particolare per la prevenzione e la gestione di tutte allergie:
https://www.swiss.com/ch/EN/various/allergy-friendly-airline
La sbobba è mangiabile.
L'IFE è vecchiotto, e svolge il suo dovere in maniera giusto sufficiente. In compenso ha contenuti abbastanza aggiornati.
Questo è il miglior film sia mai stato girato in Calabria e che consiglio a tutti coloro volessero capire cos'è davvero il fenomeno della 'ndrangheta.
L'ho già visto parecchie volte quindi mi sparo, in ordine, Exodus, Ex Machina, e un (ottimo) documentario su Manny Pacquiao.
E' un volo diurno, quindi di dormire non se ne parla.
FAC.
Non ricordo se sia stato o meno offerto un rinfresco/colazione prima dell'atterraggio. Di sicuro è arrivato questo.
Il panorama è decisamente cambiato.
Bentornato in Europa.
Fumare è il vizio più stupido che si possa avere nel 2015, e che spero non mi accompagni fino alla fine dei miei giorni. Ma per chi c'è purtroppo cascato, scendere dall'aereo e trovare questa è al pari di un'oasi nel deserto:
Ciao, mio prode.
Ho ancora due voli davanti a me, uno in poco più di un'oretta per FCO e l'altro per SUF fra pochi giorni.
Queste due tratte sono ancora meno originali di quelle viste finora, quindi andrò quanto più spedito.
Giusto per dire che Zurigo è uno dei posti migliori del pianeta dove fare scalo.
Sapete qual è la cosa curiosa di questo A320-200 HB-IJB?
Che la prossima settimana farà esattamente 20 anni, mentre se mi avessero detto che aveva appena fatto il volo di consegna da Tolosa ci avrei creduto.
Benvenuti in Italia. In tutti i sensi.
Procediamo con ordine:
1) durante il taxi ci informano che, a causa dell'incendio di un mese prima, la situazione è ancora precaria e che dunque sbarcheremo al T1. Gli italiani in sala abbassano lo sguardo arrossiti;
2) alla riconsegna bagagli il monitor dice che il nostro volo scaricherà al nastro numero 12. Dopo venti minuti l'altoparlante rassicura, in italiano e in inglese, che i bagagli del nostro volo arriveranno a brevissimo al nastro numero 12. Dopo altri venti minuti il sesto senso ha portato tutti gli italiani a scoprire che i bagagli nostri stanno al nastro 14, dove ce li andiamo a prendere mentre gli svizzeri continuano ad aspettare spazientiti al 12. Al numero 13, intanto, un addetto tenta di scastrare il nastro con un palo di scopa davanti ad un nutrito gruppo di giapponesi che lo fotografa ammirato, ma rammaricato non sia vestito da gladiatore;
3) dopo 2-3 giorni torno a FCO per imbarcarmi alla volta di SUF, all'indomani dello spostamento di tutte le operazioni nazionali e internazionali di AZ al T1. Basterebbe questa frase soltanto a restituirvi il disagio, ma mi spingo oltre fornendovi i dettagli. Entro nella sala accettazione e faccio velocemente il check-in alle macchinette. Dopo averne trovata una funzionante. Quindi mi metto in fila per il drop-off del bagaglio. La fila scorre ma è ovviamente corposa, quindi un addetto smista me e tutti quelli che stavamo in fondo alla coda verso un altro banco. Dove c'è ancora più fila. Una volta arrivato il mio turno scopro che lì mi etichettano sì il bagaglio, ma che per fare il drop-off vero e proprio devo andare ad un terzo banco dove c'è ancora più fila dei due precedenti. Quando dopo 40 minuti finisco sto teatro mi avvio verso i controlli di sicurezza, passando davanti al banco originario dove ci saranno sì e no 10 persone. Serve aggiungere altro?
A meno che non parliate il giusto dialetto cinese, tocca che vi armiate di pazienza mentre aspettate che arrivi il turno dell'italiano. Ah, tra l'altro sta cosa dei cartelli in cinese è una mezza cavolata, perchè il grosso del turismo asiatico funziona con viaggi di gruppo guidati, mentre i pax che viaggiano da soli e che possono beneficiare di questo misericordioso plurilinguismo sono un numero marginale. Però mi rendo conto che fa figo.
Però è un hub.
La fila al gate si sviluppa su 6 corsie.
Nonostante il mio ruolo non mi vengono concessi i privilegi del caso.
Daje che ci siamo.
C'è non mi ricordo quale incontro di leader internazionali.
E' l'ora degli americani.
Siamo la numero 834 al decollo.
Imbarcarsi oggi è stato un delirio e la gente è giustamente stremata. Abbiamo circa 2 ore di ritardo e siamo uno dei primi voli della giornata. In bocca al lupo a chi quel giorno era di turno all'operativo.
Strano che Giacobbo non abbia mai fatto una puntata su questo misterioso cerchio nel grano.
Pontine?
In compenso arriva il rinfresco. Io adoro l'arancia rossa, e adoro i crostini San Carlo.
Nella busta ce ne stanno 2. Contati. 2, di numero.
Itticoltura.
La St. Marteen de noantri. Un'altra volta vi racconto la storia di quella roba bianca là sotto che è un piccolo lungomare.
Border of State. Devono avere pure loro il correttore automatico settato sull'inglese.
E boh, basta. Tutto qua.
L'Australia è figa sotto tutti i punti di vista. Stop.
Il sud-est asiatico merita mille e una visite. Un posto magnifico.
Qantas mi convince ogni volta di meno, ma a modo suo è una macchina da guerra.
Thai è un'ottima compagnia che spero risolva i suoi tanti problemi.
Se Thai Air Asia volasse in Europa, il p2p lo farei solamente con loro.
Swiss è una delle migliori compagnie su cui sia mai salito.
Alitalia non ci spero nemmeno più che risorga dalla miseria in cui è sprofondata, anche per colpa di FCO.
Grazie a tutti coloro che hanno avuto l'enorme pazienza di arrivare fin qui.
Al prossimo viaggio.
ANTEFATTO
INTRODUZIONE
PARTE I - Da Sydney a Bangkok, via Melbourne
PARTE II - OT Bangkok
PARTE III - Da Bangkok a Chiang Mai
PARTE IV - OT Nord della Thailandia
PARTE V - Da Chiang Mai a Siem Reap
PARTE VI - OT Cambogia
PARTE VII - Da Siem Reap a Lamezia, via Bangkok, Zurigo, e Roma