Thread Malpensa e Linate da febbraio 2014


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.

Dr Gio

Utente Registrato
Ti ringrazio per la segnalazione, non lo sapevo.
MXP però rispetto a VBS è decentrata, senza un approdo ferroviario (se non la HUPAC).
Il vantaggio di VBS è proprio nella posizione geografica.
Se poi diventa un doppione di MXP allora capisco.
La logica dovrebbe dire che essendo VBS a un tiro di schioppo da tutta la piu grande area produttiva d'Italia ( o almeno lo era) e in posizione di transito tra USA-Africa-Oriente dovrebbe essere favorito.
Idea personale discutibile per carità
Non e' che adesso si giustifica un nuovo aeroporto (tra l'altro in funzione solo cargo), perche' dista da una citta' una mezz'oretta in meno rispetto ad un altro. Per la logistica delle merci, questo e' nulla. L'importante e' avere infrastrutture che servono nel posto che servono. Se in Italia buona parte delle merci vola nella stiva degli aerei pax, allora non si puo' separare. Sarebbe diverso se VBS fosse l'hub di un grande carrier tipo UPS o FedEx con le loro flotte mostruose che potrebbero giustificare un aereoporto dedicato. Ma anche li, se c'e' malpensa, che senso ha creare un doppione?

Tra l'altro intermodalita' va bene ma dipende anche da di cosa si parla. La maggior parte delle merci che viaggia per aereo sono ad alto valore aggiunto e mal si coniugano con il mezzo ferroviario (di per se' lento) specie se in un mercato frammentato e con distanze abbastanza corte come l'Italia. Non stiamo parlando dei container che arrivano ai porti di Gioia Tauro o a Genova. Li' si che serve l'intermodalita' ferroviaria. Per un aeroporto, specie se non a servizio di una area vastissima, la sua utilita' e' spesso piu' limitata. Comunque credo che si faccia/possa fare anche a MXP. E come detto, una mezz'ora o ora in piu' di viaggio per arrivare a Milano o altrove non cambia molto, nelle regole del just-in-time che regolano il trasporto merci via aerea e che distribuiscono alle destinazioni finali (in genere nel giorno seguente all'arrivo in aereo).

OT: L'ultima volta che ho tracciato una spedizione dagli USA in Italia con FedEx e' arrivato proprio lungo la direttrice Memphis-CDG-MXP. A loro va benissimo cosi.
 

robygun

Utente Registrato
27 Gennaio 2013
1,118
431
non è assurdo se pensata in un ottica di sistema.
è assurdo pensare di fare VBS cargo senza le dovute e adeguate strutture da interporto e intermodale.
Come ti han già scritto cargo aereo e cargo ferroviario non per forza devon esser collegati..
Quelli che devon star vicini sono i voli pax e i cargo..
perché magari una destinazione giustifica un 747 ful cargo.. un'altra magari ha solo un paio di -pallet alla volta da spedire.. un'altra ancora prende occasionalmente qualche collo arrivato su un full cargo e transitato verso una destinazione secondaria...
 

kenyaprince

Amministratore AC
Staff Forum
20 Giugno 2008
29,893
496
VCE-TSF
LA STORIA
Il dibattito iniziò nel ’97 quando l’allora amministratore delegato di Alitalia, Domenico Cempella, assecondando un desiderio del governo Prodi, spostò la base dei voli da Fiumicino all’aeroporto varesino. Uno spostamento funzionale anche all’alleanza con l’olandese Klm, con cui s’iniziò a parlare di fusione. Proprio però l’eterna indecisione governativa (cinque decreti emessi da due ministri – Claudio Burlando e Pierluigi Bersani – espressione di tre governi: Prodi I, D’Alema, Amato) portò gli olandesi andarsene via.


COSTI E TRATTE
Alitalia, anche dopo il brusco divorzio da Klm, continuò fino al 2007 a fare base a Malpensa (gestioni Mengozzi e Cimoli). Ci pensò Maurizio Prato, vecchio uomo Iri, chiamato in uno dei tanti momenti disperati di Alitalia, a riportare gli aerei a Fiumicino. Prato aveva il mandato a concludere la vendita della compagnia dopo il fallimento del bando di gara voluto dall’allora ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa. Alitalia aveva i creditori alle porte e la prima scelta di Prato fu quello di chiudere la spesa di Malpensa. Perché spesa? Perché non ci si decideva a stabilire se per avere un hub intercontinentale si era disposti a sacrificare Linate e così per Alitalia i costi erano insostenibili. Per fare un esempio: nel disegno originale Alitalia avrebbe dovuto imbarcare sullo stesso aereo diretto a Malpensa sia il barese che voleva arrivare a Milano, sia il suo vicino di casa che invece era diretto a New York e faceva scalo a Malpensa. Le continue retromarcia dei governo, invece, portarono a mantenere in vita Linate e così Alitalia doveva avere sia il Bari-Linate per chi aveva appuntamento al Duomo, sia il Bari-Malpensa per chi invece usava l’aeroporto varesino come punto dove fare scalo e cambiare aereo.


IL QUADRO


Sdoppiare i collegamenti dalla periferia su Milano comportava due grossi danni alla compagnia aerea nazionale: raddoppio di costi fissi (doppio equipaggio, doppio carburante, doppia manutenzione, doppie tasse di decollo/atterraggio…) e depotenziamento dell’arsenale. L’ex ad Mengozzi amava ripetere ai suoi interlocutori questo esempio matematico: se io ho 20 aerei, 5 partono da Bari per Linate, 5 partono da Bari per Malpensa, 5 da Linate per il mondo e 5 da Malpensa per il mondo, io sviluppo 25 coincidenze potenziali a Linate e 25 potenziali a Malpensa. Se invece i miei 20 aerei li distribuisco tutti su unico aeroporto milanese, 10 che partono da Bari per Malpensa e 10 che partono da Malpensa per il mondo, io sviluppo 100 potenziali coincidenze, senza aumentare numero di aerei, facendo anche economie di scala avendo costi su un unico aeroporto. Questo è ciò che fa di un aeroporto un hub.Un concetto però che non si è voluto sposare.


DELITTO IN FAMIGLIA


Contrariamente a quanto si può pensare, non è stata la lobby romana a uccidere Malpensa, ma quella milanese. Eh sì, perché sono stati proprio i milanesi a non voler sacrificare Linate. Riallacciamo anche in questo caso i fili della storia. In principio tutto l’establishment milanese è schierato a favore di Malpensa, in prima fila l’ex governatore Roberto Formigoni e l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini. Quest’ultimo è persona assai influente, essendo Palazzo Marino l’azionista di maggioranza della Sea, la società che gestisce gli scali di Linate e Malpensa. Albertini si lancia in dichiarazioni roboanti a favore di Malpensa. Poi però qualcosa cambia. I milanesi mugugnano sulla scomodità di raggiungere il nuovo aeroporto, rispetto a quello sotto casa di Linate. E così si arriva al paradosso del 1999. Le compagnie straniere presentano un ricorso alla magistratura per bloccare Malpensa. L’amministratore delegato di Sea, Tomaso Quattrin, ex Ibm, presenta una memoria a favore dell’apertura di Malpensa, ma a schierarsi accanto alle compagnie estere è invece il suo azionista, il Comune di Milano presenta una memoria a sostegno del loro ricorso. Ovviamente dopo poche settimane Quattrin si dimetterà.


IL FUTURO


L’attuale amministratore delegato di Alitalia, Gabriele Del Torchio, ha tenuto a rassicurare. “Pensiamo a sviluppare nuovi voli su Malpensa” ha affermato anticipando qualche mossa della prossima alleanza con la compagnia Etihad, pronta a rilevare una quota molto rilevante di Alitalia (si parla di una fetta tra il 40 e il 49% del capitale). Probabile che arriveranno nuovi voli intercontinentali, soprattutto in chiave Expo.Impossibile però pensare di riavvolgere il nastro della storia. Malpensa non sarà mai più un hub. Anche se si sacrificasse sull’altare Linate, i collegamenti ferroviari ad alta velocità rendono utopistico pensare a passeggeri che sceglierebbero l’aereo con arrivo su Malpensa rispetto al comodo e veloce collegamento su rotaia con arrivo a Milano Centrale. Quindi, partita chiusa? Una fioca speranza, per i fan di Malpensa, ancora c’è. Un progetto industriale di sistema, con l’arrivo dell’alta velocità sullo scalo varesino così da liberare l’Alitalia/Etihad dal dissanguamento di inserire voli dalla periferia nazionale per Malpensa e concentrare i propri aerei a voli internazionali.
 

indaco1

Utente Registrato
30 Settembre 2007
3,941
551
.
...Anche se si sacrificasse sull’altare Linate, i collegamenti ferroviari ad alta velocità rendono utopistico pensare a passeggeri che sceglierebbero l’aereo con arrivo su Malpensa rispetto al comodo e veloce collegamento su rotaia con arrivo a Milano Centrale. ...
Qualche cacata nell'articolo c'e'.

Quindi in astratto avere buoni collegamenti via terra penalizzerebbe la possibilita' di far diventare hub l'aeroporto cittadino? Allora perche' non chiudono subito CDG e FRA??

Poi magari non ho capito io quale sottile ragionamento c'e' dietro, ma per il rasoio di Occam se nessuno mi dimostra il contrario, questa e' una cacata.
 

BAlorMXP

Utente Registrato
27 Febbraio 2006
15,288
549
Milano/Antwerpen
Qualche cacata nell'articolo c'e'.

Quindi in astratto avere buoni collegamenti via terra penalizzerebbe la possibilita' di far diventare hub l'aeroporto cittadino? Allora perche' non chiudono subito CDG e FRA??

Poi magari non ho capito io quale sottile ragionamento c'e' dietro, ma per il rasoio di Occam se nessuno mi dimostra il contrario, questa e' una cacata.
Perchè dietro c'è sempre quest'idea dell'hub che vanifica qualsiasi sforzo in partenza. L'articolo di per sè non è male ma anche a me fa storcere il naso questo passaggio perché oltre a Roma difficilmente si può sostituire l'aereo con il treno, seppur servito da AV.
 

Dr Gio

Utente Registrato
Qualche cacata nell'articolo c'e'.

Quindi in astratto avere buoni collegamenti via terra penalizzerebbe la possibilita' di far diventare hub l'aeroporto cittadino? Allora perche' non chiudono subito CDG e FRA??

Poi magari non ho capito io quale sottile ragionamento c'e' dietro, ma per il rasoio di Occam se nessuno mi dimostra il contrario, questa e' una cacata.
Chi ha scritto dall'articolo parte ancora dal presupposto che la rotta piu' importante d'Italia sia la Milano-Roma, e quindi con l'avvento dell'AV ormai quella fetta di domanda non si potra' piu' riprendere a Malpensa. Vero, ma se il discorso e' quello di avere un hub, continuare a incaponirsi solo pensando ad una rotta non ha senso. Ma in questo senso, l'hanno fatto in molti l'errore in Italia. E' una falla nell'articolo, che comunque nel complesso rimane ben scritto e valido.
 

DusCgn

Utente Registrato
9 Novembre 2005
14,680
20
.
Sea: Pisapia, da Comune nessuna intenzione di vendere quote
19 Febbraio 2014 - 18:43

(ASCA) - Milano, 19 feb 2014 - Il Comune di Milano, socio di maggioranza della Sea, non intende affatto mettere sul mercato la sua partecipazione nel capitale della societa' che gestisce gli scali aeroportuali di Linate e Malpensa. Lo assicura in una nota il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia: ''E' destituita di ogni fondamento l'ipotesi che il Comune ceda la totalita' delle sue azioni di Sea. Come ho gia' detto, intendo rispettare l'impegno di mantenere la maggioranza pubblica delle azioni Sea''. Il primo cittadino milanese affronta anche la vicenda di Sea Handling, la controllata di Sea attiva nei settori dello smistamento bagagli e dei servizi a terra oggetto di una sanzione da 360 milioni di euro della Commissione Europea per presunti aiuti di Stato ricevuti sotto forma di ricapitalizzazioni dalla capogruppo: ''Siamo fortemente impegnati a risolvere una questione che abbiamo ereditato e che nessuno prima di noi ha voluto affrontare. Il nostro obiettivo, del Comune e della Sea, e' quello di evitare conseguenze disastrose per la Societa' e di tutelare al massimo i lavoratori di Sea Handling. Nei mesi scorsi sono stati gia' fatti concreti passi in avanti, anche grazie al dialogo con le organizzazioni sindacali, e intendiamo proseguire in questa direzione''.
 
F

flyboy

Guest
Comune pronto a trattare con la Regione su Sea. Pisapia favorevole a vendere un pacchetto di quote

La porta è aperta. Il sindaco, Giuliano Pisapia è pronto ad ascoltare le richieste della Regione per la vendita di un pacchetto di quote Sea. Lo dirà pubblicamente, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, durante il Consiglio straordinario sulle società del Comune previsto per giovedì pomeriggio. Con un paletto destinato a tranquillizzare i sindacati: «È destituita di ogni fondamento l’ipotesi che il Comune ceda la totalità delle sue azioni di Sea. Come ho già detto, intendo rispettare l’impegno di mantenere la maggioranza pubblica delle azioni Sea». E la Regione è chiaramente un’istituzione pubblica, quindi non rientra nei paletti prospettati dal sindaco.
La novità, è arrivata al termine del vertice di maggioranza di martedì sera sul futuro delle partecipate del Comune. La sollecitazione è arrivata dal Pd che in un dossier di 20 pagine ha tratteggiato il possibile futuro delle aziende comunali. E sulla Sea ha lanciato un messaggio double face.

APERTURA AL MERCATO - «Sea ha ancora un significativo potenziale inespresso che ne sconsiglierebbe la cessione oggi», scrivono in prima battuta gli esperti economici dei democratici. Ma subito dopo aggiungono: «Tuttavia, vi dovrebbe essere la disponibilità a valutare con attenzione eventuali proposte, provenienti sia da primari soggetti di mercato sia dagli attori istituzionali, qualora essere apprezzino pienamente il suddetto potenziale di ulteriore sviluppo industriale del gruppo». E se un «primario soggetto di mercato» è F2i, già detentore del 44,31 per cento di quote Sea, l’«attore istituzionale» è facilmente individuabile: la Regione governata da Roberto Maroni che nelle ultime settimane ha chiesto più volte di poter mettere piede nell’azionariato di Sea: «Se il Comune di Milano dovesse decidere di alienare le sue quote - aveva detto il governatore l’11 febbraio - la Regione è interessata, perché così possiamo giocare un ruolo fondamentale nella definizione di un sistema aeroportuale del Nord, partendo dalla Lombardia».

SI’ A INVESTITORI PUBBLICI - Pisapia non ha risposto subito. Ha lasciato passare qualche giorno e quando gli è stato chiesto se una privatizzazione di Sea fosse possibile, ha risposto: «Credo che è stato fatto un passo avanti, vendendo una parte delle quote di Sea a un privato. In questo momento è necessario che rimanga il pubblico, perché Sea avrà un ruolo fondamentale per Expo, per la città metropolitana, anche con la mobilità aeroportuale che deve diventare un progetto complessivo a livello governativo». Come dire «un privato» no, un azionista pubblico «vediamo». E ieri sera, ai suoi, Pisapia si è detto disponibile a sentire le ragioni e le proposte che arriveranno da Palazzo Lombardia. «Se una istituzione come la Regione ha una proposta, ascoltiamo quello che hanno da dirci», spiega il capogruppo del Pd, Lamberto Bertolé. Ma anche altri appartenenti alla maggioranza si sono detti d’accordo sulla procedura. «Il sindaco ci ha spiegato che raccoglierà informazioni e che ce le comunicherà - attacca il presidente del Consiglio comunale, Basilio Rizzo -. La Regione è un soggetto pubblico e il sistema degli aeroporti è di interesse regionale. Se c’è un progetto concreto e attuabile siamo contenti di ascoltarlo». Anche se Rizzo mette due paletti: «Che il controllo resti nelle mani del pubblico e che il Comune mantenga la maggioranza».

OPERAZIONE DIFFICILE - Un sì arriva anche da Raffaele Grassi di Valori per Milano, da sempre contrario alla privatizzazione degli scali: «Un conto è svendere a un privato, un conto considerare la proposta di una istituzione pubblica che garantisce l’interesse pubblico e del territorio».
Un’operazione che comunque si preannuncia da subito molto difficoltosa. È necessario un bando. E perché non dovrebbe partecipare anche F2i che non ha mai nascosto l’intenzione di avere la maggioranza di Sea? L’altra ipotesi: un aumento di capitale destinato alla Regione. Con i soci principali destinati a diluirsi. F2i che cosa dirà?

http://milano.corriere.it/milano/no...te-1fb31bb6-99ff-11e3-b054-e71649f9da68.shtml
 

Paolo_61

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
2 Febbraio 2012
7,948
1,935
Ma sì, vendiamolo alla regione, e poi alla città metropolitana, e poi al consiglio di quartiere e poi alla comunità montana. L'importante è che a comandare resti sempre la politica, in modo da non risolvere i problemi del sistema.
 

TW 843

Senior Member
6 Novembre 2005
32,801
786
49
Azionista LibertyLines
Aeroporti: Del Tenno, Malpensa sia riferimento per gruppi intercontinentali

20/02/2014

Milano, 20 feb. (Adnkronos) - "L'aeroporto di Malpensa deve diventare un punto di riferimento per le compagnie in grado di operare collegamenti intercontinentali affinché si possa viaggiare verso destinazioni extraeuropee senza scali intermedi. Per far questo Linate e gli aeroporti minori non possono essere utilizzati come strumenti di raccolta per altri hub europei". Lo ha detto l'assessore regionale lombardo alle Infrastrutture Maurizio Del Tenno al termine della riunione che si è tenuta oggi, a Palazzo Lombardia a Milano, con gli operatori del sistema aeroportuale regionale.

"Chiedo al nuovo Governo -prosegue Del Tenno- che il Piano aeroporti sia realmente una priorità nazionale capace di soddisfare gli interessi dei cittadini. Se così sarà, saremo al fianco del nuovo ministro, altrimenti ci batteremo in conferenza Stato-Regioni affinché l'Italia non sia derubricata a un sistema regionale dell'ambito europeo".

"L'incontro di oggi -spiega l'assessore- aveva l'obiettivo di aprire un dialogo con gli operatori del settore, affinché Regione Lombardia possa fare sintesi delle varie posizioni e portare avanti le istanze del territorio. Il piano, così com'è, rischia di penalizzare fortemente non solo gli aeroporti del nord, ma l'intero sistema Paese".
 

flavius87

Utente Registrato
22 Dicembre 2012
90
0
Shanghai
"Per far questo Linate e gli aeroporti minori non possono essere utilizzati come strumenti di raccolta per altri hub europei"

dopo questo secondo me domani lo cacciano...ha osato troppo :D
 

pello

Utente Registrato
29 Giugno 2013
2,175
153
BGY
Prove tecniche di dialogo ad alta quota. Con qualche turbolenza. A Milano l’assessore Maurizio Del Tenno apre il tavolo regionale tra le compagnie di gestione aeroportuali, allargando l’invito anche alla veronese Catullo.

Che, in contemporanea, sulle rive dell’Adige presenta la nuova partnership con AirOne, lancia qualche frecciata direzione Orio e avvisa i naviganti: «Montichiari è nostro». Parole e musica del presidente Paolo Arena in una nuova puntata della guerra dei cieli.

Del Tenno, intanto, prova a fare sistema: a Palazzo Lombardia riceve i vertici di Sea, Sacbo, Catullo ed Enac. Assente il ministero, in attesa delle evoluzioni romane, idem i rappresentanti di Alitalia, semplicemente latitanti. Intorno al tavolo si sono così ritrovati il presidente di Sea Pietro Modiano, il direttore generale di Sacbo Andrea Mentasti, quello della Catullo Carmine Bassetti e il direttore centrale infrastrutture aeroportuali Enac, Alessandro Cardi.

Un incontro decisamente interlocutorio, dove tutti hanno giocato a carte coperte, con il Pirellone all’attacco su un Piano nazionale degli aeroporti che, alla fine, nessuno conosce davvero nel dettaglio e che finora pare circoscritto a 7 fogli formato power point. Quello che a Nord ha previsto 2 soli scali strategici, Malpensa e Venezia: «Così com’è rischia di penalizzare il Nord e il Paese».

Del Tenno ha indicato come prioritario il recupero di Linate e Orio in questa prima categoria, ma se il criterio adottato è quello meramente geografico, non sarà per nulla facile: «Deve soddisfare gli interessi dei cittadini, diversamente ci batteremo in conferenza Stato-Regioni».

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/prove-tecniche-di-dialogo-e-scattata-la-guerra-dei-cieli_1046901_11/
 

dario abbece

Utente Registrato
2 Ottobre 2008
2,379
20
milano
la prendo e la riferisco così , come mi è stata riportata colloquialmente , da un dirigente di un gruppo trasporto merci su ferro( colloquio casuale nel mezzo di altre cose più interessanti vacanze,mogli, figli , etc.):

i collegamenti con mxp con la realizzazione del 7° binario a saronno, che è in corso( pronta in 10 mesi) e la variante ferroviaria di galliate che dovrebbe essere pronta per expo , metterebbero mxp in condizione di avere una rete di collegamenti di soddisfare le esigenze degli utenti; da To con la variante di galliate si arriverebbe a mxp in 50 min., con il settimo binario a Saronno , li si assesterebbe la mi-saronno e sul 6 binario il mxp express, quindi verrebbe collegata tutta la brianza a mxp con un cambio in un'ora;
problema:avere da milano 3( basterebbero 3 secondo lui) treni l'ora per mxp da una sola stazione(centrale passantino poi garibaldi , no cadorna) , con fermata con nodo orario comodo per permettere cambio a saronno , per chi arriva dalla brianza; il problema tecnico pare affollamento di traffico su passantino, lui pensa sia più politico questo svantagerrebbe Lin;
altro discorso , molto più da malpensante:), è che una rete ferroviaria di collegamento a mxp efficiente , metterebbe in evidenza l'inutilità di pedemontana per mxp...addio lavoroni e soldoni

p.s.: non sparate sul tastierista
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.