Re: Thread Alitalia / Etihad
Così Etihad e Air France giocano col destino di Alitalia
“Abbiamo un ottimo rapporto con Etihad, che si è dimostrato un partner molto leale e ora stiamo lavorando sulla fase successiva. Studiamo l’attuazione di un sistema di condivisione dei ricavi su una serie di destinazioni. Ma questo è un argomento complicato, che richiederà un po’ di tempo. Non abbiamo fissato una data per partire”. A parlare non è un top manager di Alitalia come potrebbe pensare un osservatore un po’ distratto, viste le difficoltose trattative in corso a livello privato e governativo affinché il colosso degli Emirati arabi uniti entri nel capitale della tracollante compagnia aerea italiana. Le parole di stima nei confronti del gigante arabo dell’aviazione sono di Alexandre de Juniac, presidente di Air France-Klm, il socio estero di Alitalia. De Juniac ha parlato nel gennaio scorso – mentre in Italia suonavano forti le fanfare del governo guidato da Enrico Letta e la stampa nazionale enfatizzava (a torto) l’imminenza del salvataggio – e ha voluto rimarcare la cordiale intesa spiegando di volere rafforzare la partnership in essere con gli emiratini. Air France e Etihad hanno all’attivo due accordi commerciali di condivisione delle rotte siglati nel 2012 e nel 2013 e definiti da subito “strategici” da entrambe le parti. Ora hanno in progetto di estendere la loro alleanza e raggiungere quindi una più ampia intesa industriale che comprenda la possibilità di mettere in comune gli ordini di fornitura e la manutenzione degli aerei.
La stampa internazionale ha spesso dato conto degli incontri tra i top manager delle due compagnie avvenuti a Berlino (sede europea di Etihad) ma i francesi hanno però sempre smentito colloqui sul tema Alitalia. Certo però che Air France – da ex azionista di maggioranza e storico membro del cda di Alitalia (dal 2002, sei anni prima dell’arrivo dei “capitani coraggiosi”) – conosce molto bene il vettore italiano e può riservarsi qualche possibilità di condizionare le trattative. Sempre De Juniac, infatti, ha sottolineato che “se qualcuno vuole allearsi con loro prima deve passare da noi” (riportava il quotidiano francese Echoes) e in seguito ha fatto sapere che solo in caso di un intervento di Etihad si potrebbe rinnovare l’interesse francese, in apparenza sopito, verso Alitalia: “Etihad porterebbe capitali freschi e anche una cooperazione verso [le destinazioni] orientali. Si tratta di iniziative che cambiano l’affare”, ha detto al Financial Times.
Secondo gli osservatori più smaliziati, “sembra che i due amici stiano giocando a ping pong” con il destino del vettore guidato dal luglio scorso da Gabriele Del Torchio. Non a caso le richieste fatte da Etihad ad Alitalia in termini di riduzione del personale, abbattimento del debito da parte delle banche creditrici e visione strategica, da delineare con un nuovo piano industriale, ricalcano quelle fatte in precedenza da Air France. Ma quale interesse comune possono avere per Alitalia i franco-olandesi e gli emiratini? “Possiamo intravedere l’essenza del reciproco interesse tra i due – dice un osservatore tecnico che preferisce mantenere l’anonimato – e cioè che i flussi in partenza dall’Italia e diretti verso oriente, in particolare l’oriente estremo, passino da Abu Dhabi. Mentre quelli verso occidente, in particolare diretti in nord America, passino nella misura maggiore possibile da Parigi e Amsterdam”. Eventualità che spaventa i concorrenti, che vedono gli arabi come una minaccia.
Lufthansa ha intimato di aprire un contenzioso presso la Commissione europea contro l’alleanza con Alitalia per presunti “aiuti di stato”, ma è stata respinta. In America invece la Delta, alleata dei francesi e degli italiani in SkyTeam, ha “già fatto ricorso a Washington contro il progetto di parternariato tra Alitalia e Etihad”, riportava Echos il 10 marzo scorso. Segno che il salvataggio del vettore tricolore, seppure non ancora concretizzato, già modifica il panorama delle alleanze globali, ferma restando l’amicizia tra Parigi e Abu Dhabi.
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di Alberto Brambilla – @Al_Brambilla
Non solo Lufthansa, anche l'americana Delta osteggia l'alleanza tra Etihad e Alitalia
Non è solo la tedesca Lufthansa a osteggiare l'ìngresso nel capitale di Alitalia da parte del colosso degli Emirati Arabi Uniti Etihad. I tedeschi minacciano di fare ricorso alla Commissione europea per presunti aiuti di stato, il ministro dei trasporti italiano Maurizio Lupi li mette a posto a suon di hashtag (#Lufthansa dovrebbe fare ricorso anche contro la Germania visto che #Etihad è la stessa compagnia che ha comprato Air Berlin!! #Alitalia, ha scritto in un tweet il 14 marzo). Pochi ne parlano ma anche l'americana Delta Airlines, la seconda compagnia americana per numero di passeggeri trasportati, è più che irritata all'idea di vedere il raggio d'azione degli emiratini espandersi fino agli Stati Uniti, con prepotenza. Delta è infatti partner di Alitalia e del suo socio estero Air France su due versanti. In primis nell'alleanza globale di SkyTeam, attraverso la quale una ventina di vettori condividono destinazioni e rotte. E poi nella ben più importante joint venture transatlantica che coinvolge – esclusivamente – Delta, Air France e Alitalia. E' il network euro-americano più importante del mondo grazie al quale i consumatori delle tre compagnie possono usufruire 822 voli settimanali tra Usa e Europa, e altri vantaggi commerciali.
Air France da arcinemica di Etihad che era da due anni a questa parte è diventata una super-alleata: francesi e emiratini condividono strategie commerciali e, in futuro, intendono anche unire forniture e manutenzione degli aeroplani. Non a caso Delta è stizzita dalla prospettiva che Etihad – colosso del Golfo considerato una minaccia, al pari di Emirates – riesca a sfondare nel mercato americano e a penetrare attraverso Alitalia nell'alleanza esclusiva, ovviamente con il beneplacito dei francesi. Il quotidiano francese Echoes del 10 marzo ha scritto in una lunga inchiesta che Delta "ha fatto ricorso a Washington contro il progetto di parternariato tra Alitalia e Etihad sulle rotte atlantiche", senza però riferire ulteriori dettagli sulla questione. Certo è che la sofferente Alitalia viene usata come cavallo di troia degli emiratini per espandersi sia in Europa sia negli Stati Uniti. E questo piace a pochi.
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