Sfioriamo il ridicolo, ma tant'è....
Alitalia, c'è l'intesa su contratto nazionale e risparmi. Ma la Uil si sfila
Cgil e Cisl annunciano l'accordo per quanto riguarda l'applicazione del Ccnl del settore, dopo l'ennesima notte di trattative. Ma Angeletti (Uil) frena: "Su questo testo niente intesa". Sul tavolo anche il tema della riduzione del costo del lavoro nell'ex compagnia di bandiera, nel pomeriggio la firma
MILANO - Svolta nella vertenza Alitalia, ma il fronte dei sindacati registra una nuova spaccatura. Cgil e Cisl hanno infatti annunciato che è stata trovata un'intesa al tavolo al Ministero dei Trasporti con azienda e sindacati sul Contratto nazionale di settore e i risparmi sul costo del lavoro, che la ex compagnia di bandiera ha stimato in una trentina di milioni per la parte finale del 2014. Lo hanno riferito i rispettivi segretari generali, Camusso e Bonanni, precisando che alle 17 sono convocate le categorie per la firma.
La terza sigla, la Uil, si è però sfilata dall'accordo: "Allo stato attuale non è stata trovata un'intesa", ha spiegato Angeletti, precisando però che la situazione può cambiare "se alle cinque", quando si incontrano le categorie, "si trova un'altra soluzione". Di diverso abbiso Bonanni: "La forza per chiudere il contratto c'è. Oggi mi pare che abbiamo bloccato la situazione". Secondo l'ad della compagnia, Gabriele del Torchio, pare non ci siano molte alternative: "Alitalia sta morendo. Credo che stasera troveremo un accordo".
Una soluzione positiva potrebbe infatti dare l'abbrivio alla trattativa con Etihad, che era ancora in stallo dopo l'ennesima notte di dialogo sulla vertenza Alitalia. Contratto nazionale e riduzione delle spese per il personale erano due dei punti da chiarire, prima di arrivare alla stretta finale e celebrare il matrimonio tra il vettore italiano e quello emiratino di Abu Dhabi.
Sul fronte degli esuberi, invece, era stata la Cgil a rompere il fronte dei sindacati: ieri ha sciolta la propria riserva annunciando il "no" all'intesa raggiunta sabato e già siglata da Cisl, Uil e Ugl. Il motivo: la posizione dell'azienda - a suo dire - resta "incomprensibile" e le modalità di trasferimento del personale avvengono con soluzioni di "dubbia legittimità". La decisione della Cgil, contenuta in una missiva inviata da Camusso ai ministri dei trasporti e del lavoro Lupi e Poletti non ha sorpreso l'ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio: "Me lo aspettavo, era nella logica delle cose però se non altro c'è un passo positivo perché hanno detto di firmare il contratto collettivo nazionale di lavoro". Il no della Cgil sugli esuberi, tuttavia, non dovrebbe compromettere l'intesa. Resta fermo il pensiero del ministro del lavoro, Giuliano Poletti, per il quale la soluzione raggiunta (la riduzione degli esuberi da 2.251 a 1.635, con l'ipotesi di ricollocamento per 681) è "il massimo del risultato possibile".
Ieri è stata anche la giornata a Roma dell'ad di Etihad, James Hogan che in una trasferta programmata per presentare il nuovo volo Roma-Abu Dhabi, ha incontrato i vertici dell'azienda, il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi e l'ad di Poste con cui ci sarebbe un'impasse per l'adesione all'equity committment. Il ceo di Etihad ha ribadito che la trattativa è ancora in corso, ma le due compagnie sono vicine a finalizzare una transazione finanziaria che porterà Etihad ad investire 560 milioni per una quota del 49% della newco Alitalia. L'obiettivo è chiudere entro fine luglio, ha indicato il numero uno del vettore emiratino, provando a rassicurare sul fronte occupazionale: "Dobbiamo ridurre il numero dei dipendenti, ma in futuro ci saranno nuove opportunità di lavoro".
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