*** Thread Alitalia + Etihad : EY conferma trattativa ***


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indaco1

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Secondo me la foto in bianco e nero o a bassa risoluzione, in cui le proporzioni delle cose piu' importanti sono quelle solo non vedi i dettagli, non e' un buon esempio.

In un bilancio penso possano nascondere qualunque cosa, possono far passare un moscerino per un ippopotamo, o far sembrare una bella gnocca quello che in realta' e' un cadavere riesumato da una cripta dell'alto medioevo.

Sono troppo facili gli esempi di Lehman, Enron, Parmalat, MPS ecc..

Nel caso di Alitalia comunque quello che si sa e' gia' abbastanza, penso che possano esserci brutte sorprese ma quello che si sa e' gia' molto brutto, tantissimo peggio di cosi' non e' facile a meno che qualcuno non sia' scappato con il malloppo.
 

belumosi

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Escludendo il falso in bilancio (cifre false, poste iper sopra o sottovalutate, ecc. ecc.), credo non sia così semplice cambiare in modo pesante la situazione contabile in modo più o meno "invisibile".
E' evidente che se chi certifica controlla poco o nulla e magari è connivente con l'azienda, tutto può succedere.
 

TW 843

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Alitalia: Ghizzoni, con Etihad negoziati ma noi non coinvolti
07 Gennaio 2014 - 12:35
(ASCA) - Firenze, 7 gen 2014 - Per l'interessamento di Etihad per Alitalia ''so che ci sono degli incontri ma non ho ragguagli precisi su come vanno le cose. Questo e' un discorso fra Alitalia e Etihad, noi non siamo coinvolti nei negoziati''. Lo ha detto l'Ad di Unicredit Federico Ghizzoni, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia di inaugurazione di Pitti Uomo a Firenze. Ghizzoni ha anche smentito le voci su incontri, oggi, dei soci Alitalia in vista dell'assemblea della Compagnia: ''Non mi risulta - ha detto - che ci siano incontri tra i soci, io sono qui quindi...''. afe/sam/alf
 

TW 843

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ECONOMIA 07 gennaio 2014
Alitalia: si cerca il nuovo board

Alitalia, Etihad fino al 49% Alitalia, confermato aumento capitale Alitalia ai sindacati: «Accordo quasi raggiunto»


Roma - Soci di Alitalia al lavoro sui nomi per il nuovo consiglio di amministrazione della compagnia. Entro domani, infatti, devono essere consegnate le liste che verranno votate lunedì 13 gennaio durante l’assemblea chiamata a rinnovare il board. E si cerca in particolare il manager che andrà a sostituire Roberto Colaninno sulla poltrona di presidente, sul quale però alcuni soci starebbero facendo pressing per gestire la transizione.

Proseguono invece le trattative con Etihad, da cui è attesa a giorni la presentazione di un’offerta ufficiale. Che il momento dell’ufficializzazione dell’interesse della compagnia degli Emirati si stia avvicinando è chiaro anche dal fatto che si intensificano le indiscrezioni, non confermate, su un possibile incontro in questi giorni a Palazzo Chigi per fare il punto sulla trattativa con il gruppo di Abu Dhabi, che nei giorni scorsi ha confermato di valutare un investimento (fino al 49%, con una iniezione di liquidità per 350 milioni) in Alitalia.

Inoltre i contatti tra le due compagnie sono proseguiti anche a Capodanno, così come continua la due diligence sui conti di Alitalia. Nell’attesa, lunedì 13 gennaio, a cinque anni esatti dal “decollo” della nuova Alitalia, i soci della compagnia si riuniranno in assemblea a Fiumicino per eleggere il cda e per le modifiche statutarie ai fini dell’adeguamento della governance.

E in queste ore fervono i contatti tra gli azionisti vecchi e nuovi per definire le liste, che vanno presentate entro domani. Possono presentare una lista i soci con almeno il 5% del capitale della compagnia. Il nuovo board sarà più snello dell’attuale, che conta 19 membri, con un numero di consiglieri compreso tra 11 e 13.

C’è attesa in particolare per il nome del nuovo presidente, per il quale si fanno i nomi dell’a.d. di Poste Massimo Sarmi (anche se potrebbe essere un’altro manager sempre espressione dell’azionista pubblico), e dell’ex a.d. di Alitalia Domenico Cempella, uno dei pochi manager ad aver firmato bilanci della compagnia in attivo. Atlantia ha invece smentito, definendole destituite di ogni fondamento, le voci relative all’amministratore delegato della società autostradale, Giovanni Castellucci.

Intanto sta prendendo quota la voce secondo cui alcuni soci starebbero chiedendo a Colaninno di restare ancora un pò presidente per gestire questa fase di transizione. A meno di sorprese dell’ultimo minuto dovrebbe invece essere riconfermato alla cloche della compagnia Gabriele Del Torchio che, arrivato otto mesi fa, dovrebbe restare almeno fino a quando sarà più chiaro il quadro sul partner industriale. Per la sua poltrona, intanto, sarebbero già stati presi contatti con un uomo della galassia Finmeccanica, Giuseppe Giordo di Alenia Aermacchi.

http://www.ilsecoloxix.it/p/economia/2014/01/07/AQ3Ld0SB-alitalia_nuovo_cerca.shtml
 

Vortigern

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Escludendo il falso in bilancio (cifre false, poste iper sopra o sottovalutate, ecc. ecc.), credo non sia così semplice cambiare in modo pesante la situazione contabile in modo più o meno "invisibile".
E' evidente che se chi certifica controlla poco o nulla e magari è connivente con l'azienda, tutto può succedere.
Diciamo che il caso PARMALAT (i cui bilanci sembra si reggessero sulla fotocopia di un fax falso, attestante liquidità fantasma in una banca degli ex dominions Caraibici).....ha lasciato aperto qualche interrogativo.....e qualche dubbio sulle società di revisione....
 

FlyKing

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Alla faccia del cambio netto di rotta

Alitalia, Colaninno pronto alla riconferma


ROMA
Il dopo-Colaninno all'Alitalia potrebbe cominciare con una sorpresa: la conferma di Roberto Colaninno presidente della compagnia privata che sarebbe fallita se non ci fosse stato il piano di salvataggio da 500 milioni sostenuto soprattutto dalle banche (Intesa Sanpaolo e Unicredit) e da Poste Italiane, cioè dallo Stato. L'ipotesi di un Colaninno-bis è emersa ieri nelle consultazioni tra i soci, a sorpresa perché Colaninno aveva annunciato al Sole 24 Ore (il 5 novembre) che si sarebbe dimesso.
Completata la ricapitalizzazione e ottenuti nuovi prestiti per 200 milioni dalle banche, Alitalia affronta la prova del rinnovo del consiglio di amministrazione, l'assemblea del 13 gennaio eleggerà il nuovo cda sulla base delle liste che i soci devono presentare entro oggi.
Le consultazioni tra i soci, vecchi e nuovi, per decidere il nuovo cda sono in pieno svolgimento. È saltato un incontro che ieri era previsto a Palazzo Chigi con il governo. Ma ancora non c'è un accordo. C'è un braccio di ferro sulle posizioni del presidente e dell'amministratore delegato e sul numero dei consiglieri: dovevano essere ridotti da 19 a 9, ora sembra che saranno almeno 11.
Alitalia perde parecchi soldi (più di 300 milioni nel 2013), ha quote di mercato in declino per l'assalto delle low cost (Ryanair, easyJet e Vueling in particolare: tutte volano da Roma Fiumicino, il principale scalo di Alitalia) e gli scarsi investimenti in aerei, non ha la cassa sufficiente per arrivare al prossimo inverno, nel suo piano industriale non prevede di raggiungere l'utile prima del 2016, tuttavia le sue poltrone attirano sempre i manager nostrani.
Nell'annunciare l'intervento di Poste nella ricapitalizzazione di Alitalia, il 10 ottobre, una nota di Palazzo Chigi indicava le condizioni poste dal premier, Enrico Letta: «Discontinuità e rinnovamento», «nuovi organi societari», «profonda revisione del piano industriale». Molti avevano visto in queste parole l'indicazione di un cambiamento del vertice, con l'uscita di Colaninno e dell'a.d. Gabriele Del Torchio, il "ducatista" in carica dal 6 maggio 2013, non responsabile degli errori che hanno portato a un passo dall'insolvenza l'Alitalia-Cai voluta nel 2008 da Silvio Berlusconi.
Adesso però, incassati i soldi, il vento sembra cambiato. Del Torchio non ha mai parlato di andarsene. Secondo diversi soci dovrebbe rimanere, uno dei maggiori sostenitori è banca Intesa, l'azionista principale (circa il 21%) sia per l'impiego di capitale diretto sia per la provvista fornita ad alcuni soci, tra i quali il presidente dell'Atalanta Antonio Percassi, candidato al cda. Per la carica di a.d. alcuni azionisti hanno interpellato un manager del gruppo Finmeccanica, Giuseppe Giordo, a.d. di Alenia Aermacchi, già a capo di Alenia North America.
Sulla presidenza circolano varie ipotesi. In origine si è parlato della nomina di un manager indicato dalle Poste, secondo azionista con il 19%: potrebbe essere lo stesso a.d. Massimo Sarmi, il quale deve valutare la compatibilità con l'incarico alle Poste, ben remunerato (almeno 1,5 milioni lordi l'anno) e in scadenza in maggio, ma rinnovabile. Altra voce circolata è la chiamata di Domenico Cempella, ex a.d. di Alitalia fautore dell'alleanza con Klm e del trasloco a Malpensa nel 1998. In serata Atlantia, socio con l'8% e azionista di controllo di AdR, ha smentito che il suo a.d. Giovanni Castellucci possa fare il presidente di Alitalia. Di fronte alle divergenze ieri pomeriggio è emersa l'ipotesi di confermare Colaninno presidente (è in carica da 5 anni) insieme a Del Torchio amministratore delegato.
I sostenitori di questa opzione la motivano come una «scelta transitoria» in attesa che si completino i colloqui con Etihad, la compagnia di Abu Dhabi che sta studiando i conti di Alitalia per un'alleanza e una possibile iniezione di capitale fino a 350 milioni. I tempi di questo eventuale accordo, che secondo ripetute indiscrezioni giornalistiche a metà dicembre veniva dato come probabile prima di Natale, non sono però brevi. Fonti qualificate riferiscono che una prima intesa preliminare potrebbe esserci a fine gennaio, mentre l'ingresso di Etihad nel capitale si potrebbe concretizzare non prima di marzo-aprile. I tempi non sono brevi e permane incertezza su un accordo.
Le liste dei candidati dovrebbero essere almeno due o tre, anche una di Air France-Klm. Ieri c'è stato un brevissimo cda, per comunicare le quote azionarie dopo la conversione del prestito obbligazionario lanciato 11 mesi fa: tra quanti hanno convertito Air France-Klm, Colaninno, Marcegaglia, Pirelli e Maccagnani.
 

Cesare.Caldi

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Probabilmente la conferma di Colaninno é una soluzione ponte temporanea in attesa di definire gli accordi con etihad che poi vorranno piazzare loro uomini nelle posizioni chiave della dirigenza.
 

belumosi

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Non mi stupirei se con l'ingesso di EY l'ad fosse espresso dagli arabi e Colaninno mantenesse la presidenza, anche in funzione di garanzia e collegamento con l'establishment italiano.
 

billypaul

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Colaninno non ha mai avuto capitolo nelle scelte aziendali di AZ. L'importante è cambiare un gradino sotto, vedi amministratore delegato e suoi sottoposti. Del Torchio non mi sembra uno sprovveduto, ma non è del settore e per ambire ad una crescita strutturale (l'unica via sensata alla salvezza) è necessario un dirigente con le xxxxx cubiche. Ben venga il vociferato manager inglese.
 

I-UDNE

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E sopratutto...via tutti quelli appena sotto all' AD....quelli che sono li' da anni e anni......
Perchè? Schisano è così bravo...

E poi in un altro thread leggevo che la colpa del deficit è dei dipendenti, i manager non c'entrano, poverini (forse però era un manager a scrivere...)
 

belumosi

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Dubito che ci sia qualcuno del top management di AZ qui su AC.
Avrebbero evitato tanti errori fatti negli ultimi anni...
Secondo me la base del problema è stata la necessità di lasciare a lungo le reali leve del comando in mano ad AF, causa la scelta di volere un management italiano a tutti costi anche se completamente digiuno della materia. Non sarebbe servito il genio della lampada 5 anni fa per prevedere il tracollo della navetta ed un sempre più incisivo ruolo delle LC nel breve raggio.
E magari a parità di spesa ordinare 10 A332 in più e 30 A320 in meno per incentivare il lungo, la sola strada dove AZ poteva trovare spazio.
Solo che tutto questo era nell'interesse di AZ ma opposto a quello di AF, dalla quale ci si è iniziati lentamente ad affrancare solo un paio d'anni fa. Quando ormai la flotta era definita e gli accordi ragnatela con i francesi siglati.
Purtroppo è mancata la lungimiranza da parte di tutti gli attori italiani di fare un passo indietro e far gestire la compagnia a qualcuno esperto e capace e con un solido passato nel settore.
Magari perché non avrebbe parlato la lingua di Dante, mentre CAI era un simbolo dell'italianità.
In effetti è vero: AZ simboleggia perfettamente il modo italiano di fare grande impresa. Perdonate la generalizzazione, ma molto spesso è così.
 

berioz

Bannato
27 Settembre 2013
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Secondo me la base del problema è stata la necessità di lasciare a lungo le reali leve del comando in mano ad AF, causa la scelta di volere un management italiano a tutti costi anche se completamente digiuno della materia. Non sarebbe servito il genio della lampada 5 anni fa per prevedere il tracollo della navetta ed un sempre più incisivo ruolo delle LC nel breve raggio.
E magari a parità di spesa ordinare 10 A332 in più e 30 A320 in meno per incentivare il lungo, la sola strada dove AZ poteva trovare spazio.
Solo che tutto questo era nell'interesse di AZ ma opposto a quello di AF, dalla quale ci si è iniziati lentamente ad affrancare solo un paio d'anni fa. Quando ormai la flotta era definita e gli accordi ragnatela con i francesi siglati.
Purtroppo è mancata la lungimiranza da parte di tutti gli attori italiani di fare un passo indietro e far gestire la compagnia a qualcuno esperto e capace e con un solido passato nel settore.
Magari perché non avrebbe parlato la lingua di Dante, mentre CAI era un simbolo dell'italianità.
In effetti è vero: AZ simboleggia perfettamente il modo italiano di fare grande impresa. Perdonate la generalizzazione, ma molto spesso è così.
Il peccato originale è stato quello di spendere oltre 1 mld per comprare Airone. Una volta firmato quell'accordo la frittata era fatta e tutto è accaduto di conseguenza.
 

rommel

Utente Registrato
31 Luglio 2008
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241
Chia
E sopratutto...via tutti quelli appena sotto all' AD....quelli che sono li' da anni e anni......
Appena sotto c'è rimasto Schisano ed il Direttore Amministrativo Amato, più volte dato in possibile partenza.
Di altri non c'è più nessuno...
Che sia invece questo uno dei problemi, con ad esempio 3 Direttori Commerciali a raffica ?
 
Stato
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