Re: SVILUPPI SITUAZIONE AZ : CDA 13.11.2013
Non credo sia una questione di notizie, informazioni o dati.Al di la' del dramma umano e sociale di persone senza lavoro. Una linea aerea da primo mondo non e' regolata da prebende, politici, ecc. Ha un management capace e finanziamenti sufficienti. Al di la' di questioni sociali (e mi riferisco a Pantelleria e Lampedusa e pochi altri aeroporti) ha rotte con un conto economico positivo oppure rotte che avranno un conto economico positivo dopo l'avviamento. Un paese da primo mondo non tiene in piedi una azienda di qualsiasi tipo che perde soldi ai livelli di AZ negli ultimi cinque anni.
Io non credo avrei fatto affermazioni simili qualche anno fa. Purtroppo la quantita' di messaggi che hanno mandato in vacca qualsiasi discorso intelligente e razionale su AZ in questo forum mi ha fatto ricordare perche' non sono in Italia. C'e' differenza fra il diritto al lavoro ed il diritto di avere sempre lo stesso lavoro, c'e' differenza fra un discorso sentimentale (a me personalmente dispiacerebbe non vedere piu' aerei AZ) e commenti razionali su quella che e' - o dovrebbe essere - un'azienda e non una societa' senza fini di lucro atta a svolgere una funzione sociale.
Forse senza AZ si potrebbe ripartire da zero e forse si potrebbe anche costruire un'industria italiana del trasporto aereo con qualche speranza. Dopo tutto il materiale umano "front line" esiste. Con questo non voglio dire che AZ impedisca questo processo, pero' finora non si e' stati capaci di creare la linea aerea che la posizione geografica dell'italia e l'economia Italiana si meriterebbero. Perche' non provare senza AZ?
Quanto alle questioni sentimentali, a me dispiace anche non vedere piu' aerei PAN AM (ha rappresentato una lunga parte della mia vita, in fondo abbastanza buona) ma a un certo punto PAN AM chiuse perche' erano finiti i soldi, non avevano fondi sufficienti per crescere, si erano venduti tutti gli assets principali e le linee rimaste non bastavano ad avere un bilancio in pareggio. Questo e' il "primo mondo"
Forse ti stupirà, ma io la penso molto come te, solo che la prendo un pò più da lontano. E non è un discorso sentimentale, nè di invocazione di un diritto all'assistenzialismo.
J.M. Keynes, più volte citato a sproposito dalla politica, scriveva che l'intervento pubblico ha utilità e senso solo un contesto pubblico efficiente (JMK: "Come uscire dalla crisi"), ma ovviamente a certe aree della politica è interessata solo la prima parte.
Nel tuo post citi fatti e vettori propri di altre nazioni e sistemi.
Quello che accade negli USA non si può ripetere in Italia. Lì mi posso riciclare come tassista. In Italia no perchè una licenza costa anche 150.000€. Negli USA mi posso inventare un'attività artigianale e mi mettono il tappeto rosso. Qui, all'Inps non gliene importa nulla del mio stato di start-up. Forse sarei stato un bravo notaio o farmacista. Ma in Italia...
Tutto questo per dire che in Italia la mobilità sociale non esiste. E lo scotto lo paghiamo tutti con la mobilità monetaria a scapito del contribuente. Non so se è chiaro: no mobilità sociale=mobilità Inps. Una sorta di indennità sostitutiva.
Pensare di poter innestare dall'oggi al domani una realtà efficiente a lavorare a stretto contatto con politica/istituzioni/enti, senza influenze reciproche, è come installare tutta illuminazione a led in una casa con l'impianto elettrico degli anni'60.
Quello che molti non vogliono ammettere è che il mercato non ha una funzione sociale di regolamentazione. Quella può averla solo lo Stato. E senza riforme (Germania docet), non si va da nessuna parte.
La differenza è che non essendo qui la stessa storia della Pan AM, ci siamo dovuti accollare debiti di Lai/cigs/mobilità etc. Af chiede in pratica l'accollo dei debiti e forse anche qualche cosina in più. Dov'è l'innovazione e dove sarebbe lo sviluppo che avanza? (Senza contare che gli oligopoli non hanno mai fatto bene alla formazione del prezzo)