Mille persone all'assemblea di piloti e assistenti di volo che hanno rifiutato l'intesa
L'incontro si svolge a porte chiuse. Nei volantini accuse alla Cai: "E' contro i lavoratori"
Alitalia, al via l'assemblea del no
L'Anpav costretta a lasciare
Il presidente Muccioli denuncia l'"agguato": "Contestazione organizzata in precedenza"
Il segretario della Uil Angeletti rivendica l'accordo siglato: "Non c'erano alternative"
ROMA - Tra appelli al buon senso e parole di fuoco, la crisi Alitalia vive oggi un'altra giornata cruciale. E' in corso a Fiumicino l'assemblea convocata dalle organizzazioni che rappresentano piloti, assistenti di volo e una parte del personale di terra per informare i lavoratori sui motivi del no all'accordo, ma anche per decidere le prossime mosse dopo la spaccatura con Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che hanno sottoscritto l'intesa proposta dalla Cai. All'assemblea, che si tiene a porte chiuse nella ex sala mensa, partecipano almeno mille persone.
Poco dopo l'inizio si è subito registrata una spaccatura tra le sigle sindacali 'ribelli', Up, Anpav, Anpac, Avia, Sdl e Cub. Infatti il presidente dell'Anpav, Massimo Muccioli, è stato contestato, e ha abbandonato la sala, denunciando però di aver subito un vero e proprio "agguato". "L'Anpav resta sul fronte del no, ma personalmente lascio questa assemblea perché mi è stato impossibile parlare e sono stato contestato solo per il fatto di aver firmato, a settembre, l'accordo con la Cai solo qualche ora prima dei miei colleghi sindacalisti", ha spiegato Muccioli. Secondo il presidente dell'Anpav, che conta 580 iscritti degli assistenti di volo, "questa assemblea non è espressione reale della totalità della categoria o del pensiero dei lavoratori, ma è una espressione pilotata". L'Anpav si è pertanto riservato di decidere nelle prossime ore, in piena autonomia, se aderire o no al piano di salvataggio predisposto dalla Cai.
C'è molta preoccupazione tra i dipendenti del 'fronte del no'. Tra i volantini affissi fuori dalla sala nella quale è in corso la riunione, si legge: "Cai contro la famiglia, contro le donne, contro le madri, contro i lavoratori". "C'è stata una chiusura troppo forte da parte della Cai verso i lavoratori, una mancanza del rispetto degli accordi firmati a Palazzo Chigi; a questo punto anche la Cai deve fare un passo indietro", afferma, entrando in assemblea, un comandante.
Alla componente "ribelle" si è rivolto stamane il segretario della Uil Luigi Angeletti, anche per rivendicare la correttezza della scelta fatta. "Siamo arrivati all'ultimo appuntamento utile" e "spero che da parte di piloti e steward prevalga il buon senso, anche perché non c'è alternativa", ha sottolineato parlando a Canale5. "Non c'è altra alternativa - ha proseguito - l'unica è che Fantozzi liquidi Alitalia totalmente: questa è l'unica strada per evitare di perdere tutti i posti di lavoro. Cosa accadrà dopo il fallimento chiunque se lo può immaginare, ma sarà certamente molto peggio di questa soluzione".
Dichiarazioni ottimistiche, che si scontrano però con gli umori registrati ieri a Fiumicino e con il clima di grande agitazione che anima anche oggi lo scalo romano. Quella di oggi sarà una giornata importante anche per il commissario straordinario Fantozzi, che comincerà a esaminare l'offerta vincolante per Alitalia presentata dalla Cai.
Intanto nella polemica con i sindacati autonomi è intervenuta oggi la Cai per smentire che i criteri di assunzione, i livelli occupazionali e i criteri di selezione del personale della nuova Alitalia previsti nell'intesa siano diversi da quelli concordati nei mesi scorsi. "Sono esattamente quelli fissati negli accordi di Palazzo Chigi del 14 settembre e sottoscritti da tutte le sigle sindacali", hanno ribadito dalla Compagnia aerea italiana.
Il trascinarsi della vertenza Alitalia continua a creare motivo di imbarazzo anche al Pd, che schiera nel "governo ombra", con la delega allo Sviluppo economico, il giovane imprenditore Matteo Colaninno, il figlio dell'industriale a capo della cordata Cai. "Non sono portatore di alcun conflitto di interesse - è tornato a difendersi oggi l'esponente del Partito democratico parlando con il Tempo - Nel tentare di confondere su questa materia o si è ignoranti o si è in malafede. Dato che chi l'ha detto non è ignorante, probabilmente è in malafede".
(3 novembre 2008)
la Repubblica