Ryanair ATH-VNO dirottato a Minsk, arrestato giornalista oppositore


OneShot

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On Jun 2nd 2021 EASA issued their Safety Directive 2021-03 requiring following actions from all Aircraft operators involved in air operations in accordance with Commission Regulation (EU) 965/2012 in respect of which EASA has issued an Air Operator’s Certificate (AOC) and acts as the Competent Authority:

Pending the finalisation of an international investigation into the incident that occurred on 23 May 2021 initiated by the ICAO Council on 27 May 2021, or until further notice:

Aircraft Operators to whom this SD applies, shall:

(1) Not conduct operations in FIR Minsk (UMMV), unless the use of that airspace is deemed necessary to ensure safe operation in case of unforeseen circumstances.

(2) Take measures to implement the above-specified corrective action within maximum 2 days from the effective date of this SD and inform EASA of those measures.
Fonte AvH
 
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belumosi

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Ukraine International sospende i voli verso la Polonia: "impossibilità" di volare sulla Bielorussia e "ridistribuzione" del traffico le cause.
Palese balla. L'Ucraina confina con la Polonia per 300km e di norma i collegamenti tra i due stati non sorvolano la Bielorussia. E nei rari casi in cui il percorso diretto passi sopra a quest'ultima, è sufficiente una piccola deviazione per evitarlo.
 
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hyppo

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Cesare.Caldi

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N/D
Volo Ryanair dirottato in Bielorussia: così Minsk ha organizzato la trappola per l’oppositore politico
di Leonard Berberi

Il «Corriere» ha ottenuto in esclusiva il rapporto dell’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione. Tra e-mail finte, video spariti e silenzi così è stato arrestato il dissidente Protasevich

Uno dei più grandi misteri è come faceva il controllore dello spazio aereo bielorusso, quel 23 maggio 2021, a sapere che altri cinque aereoporti europei avevano ricevuto una e-mail con l’allarme bomba sul Boeing 737 di Ryanair. Non poteva tecnicamente saperlo perché, semplicemente, quel messaggio i destinatari l’hanno letto la prima volta ore o giorni dopo. E perché quella stessa comunicazione è arrivata sì alla casella di posta elettronica dello scalo di Minsk, ma mezz’ora dopo aver lanciato l’allarme, quando il velivolo con a bordo 126 passeggeri era già in fase di discesa in Bielorussia. È questo uno dei dettagli più incredibili che emerge dalla lettura delle 62 pagine del rapporto d’indagine del team investigativo dell’Icao, l’agenzia Onu per l’aviazione civile, sul volo Ryanair FR4978 Atene-Vilnius fatto dirottare a Minsk e poi decollare senza più l’oppositore politico locale Roman Protasevich, la fidanzata Sofia Sapega e altri tre viaggiatori mai identificati.

Il documento
Il Corriere della Sera ha ottenuto in esclusiva copia di quel documento che sarà discusso il 31 gennaio dai membri dell’Icao che dovranno poi decidere se adottare sanzioni nei confronti della Bielorussia. Il «Fact-finding investigation team» dell’Icao — costituito dai massimi esperti dell’agenzia Onu in materia di aviazione civile — non lancia esplicitamente delle accuse. Ma l’incrocio dei documenti raccolti, il resoconto su tutte le omissioni delle autorità di Minsk, la sparizione misteriosa dei testimoni oculari e delle informazioni testo, audio e video «cruciali ad avere il resoconto più dettagliato», nonché la ricostruzione contraddittoria della catena degli eventi indicano che a inviare la comunicazione siano stati proprio i bielorussi per poter arrestare l’oppositore politico inviso al presidente Aleksander Lukashenko.

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L’e-mail con le minacce
Quando decolla dall’aeroporto di Atene, la mattina del 23 maggio 2021 (una domenica), il Boeing 737 del volo Ryanair FR4978 conta 126 passeggeri a bordo, scrive il rapporto. Tra loro ci sono anche Protasevich e la fidanzata. Alle 9.26.42 (tempo coordinato universale, le 11.26 in Italia) quando il velivolo si sta avvicinando allo spazio aereo bielorusso viene avvisato dal centro di controllo d’area di Lviv, Ucraina, che dovrà cambiare frequenza. Un minuto prima — sostiene Minsk — un certo ahmed_yurlanov1988@protonmail.com scrive alla casella di posta generica info@airport.by una e-mail con oggetto «Allahu akbar»: reca la firma dell’organizzazione palestinese Hamas (che ha smentito ogni coinvolgimento, ndr) e annuncia la presenza di una bomba a bordo che sarà detonata sopra Vilnius. Per questo alle 9.30.49 i controllori di volo bielorussi contattano la cabina del Boeing 737: «Ryanair, per vostra informazione, abbiamo notizia dai servizi speciali che avete una bomba a bordo e che può essere detonata sopra Vilnius». «Da dove arriva questa minaccia? Dove avete trovato questa informazione?», chiede il pilota della low cost alle 9.32.59. «Dalla sicurezza aeroportuale, ci hanno detto di aver ricevuto una e-mail», è la risposta quasi un minuto dopo. «L’aeroporto di Vilnius o lo staff in Grecia?», interroga ancora il pilota. «È un’informazione condivisa con diversi aeroporti», risponde il controllore.

L’indirizzo della casella
Qui, secondo i documenti raccolti dalla commissione investigativa, si presenta la prima stranezza. L’e-mail con le minacce è stata mandata all’aeroporto di Vilnius alle 9.25, di Atene alle 9.26, di Sofia alle 9.27 e di Bucarest alle 9.28: due di queste — Atene e Kiev — non sono mai arrivate. Controllando i server svizzeri di Protonmail gli esperti non trovano traccia dell’e-mail inviata alle 9.25 ai bielorussi — quella che dà origine alla serie di eventi — e né questi riescono a fornire l’originale, ma solo una copia cartacea perché dopo un po’, spiegano, il sistema ripulisce le caselle di posta elettronica. Dell’e-mail a Minsk però c’è traccia, ma risulta inviata alle 9.56, quasi mezz’ora dopo aver comunicato al volo Ryanair la presenza di una bomba a bordo. Non solo. L’indirizzo ahmed_yurlanov1988@protonmail.com secondo Protonmail è stata creata il 14 maggio 2021, nove giorni prima, dall’indirizzo IP 193.189.100.195: il documento non approfondisce la questione, ma le verifiche effettuate dal Corriere collocano l’utenza dalle parti di Stoccolma, in Svezia. Con ogni probabilità è stato usato un sistema — ce ne sono anche di gratuiti — che modifica l’IP collocando l’autore in un luogo diverso da quello reale. L’ultimo accesso alla casella risale alla mattina del 25 maggio. Poi il silenzio.

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I sospetti
Mentre il Boeing 737 prosegue nello spazio aereo bielorusso, dopo l’allarme comandante e primo ufficiale iniziano ad avere qualche sospetto. Poco prima, alle 9.31.42, il centro di controllo d’area invita il volo Ryanair ad atterrare d’emergenza a Minsk «per motivi di sicurezza». Subito dopo i piloti chiedono di contattare il loro centro operativo, ma senza successo. Alle 9.41 i controllori locali comunicano il codice dell’aeroporto per l’atterraggio, «MSQ», cioè Minsk. Alle 9.41.58 dall’aereo cercano di sapere chi ha consigliato di scendere a Minsk, se è stata Ryanair o le autorità aeroportuali di partenza (Atene) o arrivo (Vilnius). Il controllore risponde: «È una nostra raccomandazione». In seguito, e sono le 9.44.52 i piloti chiedono la classificazione della minaccia se cioè è verde, gialla, arancione o rossa. E da Minsk rispondono: «Rossa». Non avendo la possibilità di raccogliere informazioni certe da altre fonti alle 9.47.12 il volo Ryanair lancia il «mayday», inserisce il codice transponder d’emergenza 7700 e comunica l’intenzione di «dirottare a Minsk». Alle 9.48 il centro operativo di Ryanair — all’oscuro di tutto — si accorge sui suoi monitor che seguono tutti gli oltre 400 velivoli della flotta che uno dei loro Boeing sta deviando dalla rotta prestabilita. Scopre da una società partner a Vilnius che l’aereo sta deviando per una minaccia bomba.

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La comunicazione a Ryanair dell’allarme bomba (foto Corriere)

I tentativi di Ryanair
Il documento dell’Icao nota che tra le 10.01 e le 12.17 Ryanair ha provato «almeno 12 volte» ad avere da Minsk informazioni dettagliate sulla presunta minaccia, ma senza ottenere molte informazioni, nemmeno copia dell’e-mail. In fase di discesa — dieci minuti prima di toccare terra — il comandante annuncia alla cabina il dirottamento a Minsk. Gli assistenti di volo si preparano all’atterraggio quando «uno dei passeggeri si alza e urla a un’assistente che non può atterrare a Minsk», ricostruisce il team investigativo: «Sono ricercato qui, mi uccideranno», dice il viaggiatore. È Roman Protasevich. Alle 10.15 il Boeing atterra lungo la pista 31 destra di Minsk e alle 10.17.51 i piloti chiedono alla torre di controllo se la compagnia è stata informata della vicenda. «Sì, affermativo», è la risposta. «Non ci sono in realtà prove che Ryanair fosse stata informata sugli eventi o sulle fasi dell’emergenza in quel momento», mettono nero su bianco gli investigatori dell’Onu. Alle 10.24 l’aereo si ferma, alle 10.30 le porte si aprono e otto minuti dopo i passeggeri iniziano a scendere in gruppi da cinque. L’operazione dura mezz’ora, un po’ troppo per un velivolo con a bordo un esplosivo. I bagagli vengono tutti depositati sull’asfalto. Alle 10.43 gli specialisti del ministero degli Affari interni arrivano per l’ispezione e tutti vengono trasportati al terminal. Alle 17.48 l’aereo riparte per Vilnius con 121 (113 adulti, 8 minori) dei 126 passeggeri decollati da Atene. Protasevich e la fidanzata restano, contro la loro volontà, a Minsk. Della bomba non c’è traccia.

Le omissioni
Quando il team investigativo dell’Icao chiede copia delle due e-mail con le minacce le autorità locali forniscono soltanto copia del testo e non i file. Il motivo? La casella di posta elettronica memorizza i messaggi soltanto per sette giorni, poi li cancella, è la versione. Quanto gli investigatori internazionali cercano di ricostruire la catena delle comunicazioni dall’inizio alla fine della vicenda viene risposto che il tutto è avvenuto attraverso le telefonate «ma le registrazioni, i numeri, gli orari e le durate delle conversazioni non vengono forniti», sostiene il gruppo di lavoro: i bielorussi spiegano che non si può perché lo proibisce l’articolo 28 della Costituzione. La norma stabilisce che «ciascuno ha diritto alla protezione contro le interferenze illecite nella sua vita privata, comprese le violazioni della riservatezza della sua corrispondenza e delle comunicazioni telefoniche e di altro tipo, e del suo onore e dignità». Il team segnala anche che non c’è stata trasparenza tra il personale bielorusso e i piloti del volo, le informazioni fornite sono state scarse e non sempre chiare, in qualche caso contraddittorie e raramente è stato rispettato il protocollo internazionale previsto in queste circostanze.

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Le conversazioni tra i piloti di Ryanair e il centro di controllo d’area (foto Corriere)

I video mancanti
Non solo. Il «Fact-finding investigation team» dell’Icao durante l’ispezione all’aeroporto di Minsk «ha identificato diverse telecamere a circuito chiuso i cui filmati avrebbero potuto aiutare a confermare la catena degli eventi dopo lo sbarco dei passeggeri». Ma le autorità locali non hanno fornito nemmeno un secondo di video di almeno cinque telecamere d’interesse «perché è stato comunicato che le registrazioni non c’erano più visto che era passato del tempo dall’evento pur trattandosi di materiale importante per l’indagine». Eppure — confermano gli investigatori — «alcuni estratti di quei filmati richiesti dal team sono stati utilizzati per un documentario mostrato dalle autorità proprio al team».

Il dipendente sparito
E ancora: «Non siamo riusciti a incontrare e a intervistare il controllore di Minsk che ha seguito il volo Ryanair dall’ingresso nello spazio aereo nazionale» si legge ancora. È quello che ha comunicato l’allarme bomba ai piloti. «Le autorità della Bielorussia hanno informato che l’individuo non si è più fatto vivo dopo le ferie estive, non ci sono informazioni su dove possa essere e non c’è modo di contattarlo». È probabile che si tratti della stessa persona di cui ha scritto di recente il New York Times che sarebbe scappato in Polonia — camuffandosi da migrante e passando la frontiera — dove starebbe collaborando da settimane con le autorità locali sul dirottamento (l’aereo di Ryanair è registrato in Polonia che così diventa Paese coinvolto direttamente). Una volta che l’aereo è atterrato in sicurezza a Vilnius Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, ha parlato di «sequestro di Stato» da parte di Minsk. Non solo. «Sembra che l’intenzione delle autorità fosse quella di far uscire Protasevich e la persona che viaggiava con lui», ha spiegato. Per questo «crediamo che all’aeroporto di Minsk siano sbarcati agenti del Kgb (come si chiama il servizio segreto bielorusso, ndr)». Di sicuro qualcuno seguiva i movimenti del dissidente e sapeva del volo già nove giorni prima. Forse qualcuno tra gli altri tre rimasti a Minsk: un bielorusso, un russo e un greco. Alle 9.30.25 del 23 maggio 2021 Protasevich e la fidanzata erano ormai senza scampo: in questo preciso istante il Boeing 737 è entrato nello spazio aereo bielorusso.

 

flyingclam

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Hanno scelto la compagnia giusta. Mi risulta Ryanair sia una delle poche a non avere un sistema acars per mandare/ricevere messaggi al proprio operativo durante il volo. Perchè ovviamente costa soldi.
In casi del genere è SOP di praticamente tutte le compagnie mettersi in contatto con il proprio operativo per avere più informazioni e coordinare la scelta migliore.
 

Giofumagalli

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Hanno scelto la compagnia giusta. Mi risulta Ryanair sia una delle poche a non avere un sistema acars per mandare/ricevere messaggi al proprio operativo durante il volo. Perchè ovviamente costa soldi.
In casi del genere è SOP di praticamente tutte le compagnie mettersi in contatto con il proprio operativo per avere più informazioni e coordinare la scelta migliore.
Non cambia granché… se uno Stato ti identifica -ingannevolmente ed erroneamente- come una minaccia alla propria sicurezza nazionale farà di tutto per farti rispettare i suoi ordini, compreso l’invio di un intercettore. Diciamo che tra un messaggio ACARS che dice X ed un Mig che dice Y, tu segui Y 😐
 

Farfallina

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Non cambia granché… se uno Stato ti identifica -ingannevolmente ed erroneamente- come una minaccia alla propria sicurezza nazionale farà di tutto per farti rispettare i suoi ordini, compreso l’invio di un intercettore. Diciamo che tra un messaggio ACARS che dice X ed un Mig che dice Y, tu segui Y 😐
Sarebbe stato solamente più grave l'atto di pirateria aerea. Il problema è che tanto oltre a bannare Belavia dai cieli occidentali non è che può essere fatto granché tanto ormai le sanzioni alla Bielorussia ci sono da tempo ma essendo una propaggine della Russia ci fai poco.
 

Fewwy

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Torino
Allego il Fact-Finding Investigation Report dell'ICAO.

Giusto per capire quanto sono stati bravi (!) nell'inscenare tutto, questa la sequenza degli eventi:
- 07:10 –> il controllore di Minsk viene informato che l'aereo ha una bomba a bordo ("ce lo dice una mail" [semi-cit.]);
- 07:29 –> l'aereo decolla da Atene;
- 09:25 –> la mail viene recapitata in Lituania, Grecia, Bulgaria e Romania (verrà notata solo dopo vari giorni);
- 09:28 –> il volo contatta il controllore di Minsk e viene informato della minaccia;
- 09:34 –> la mail viene recapitata in Ucraina;
- 09:47 –> il Comandante informa il controllore della sua decisione di dirottare a Minsk;
- 09:56 –> la mail viene recapitata in Bielorussia;
- 10:15 –> l'aereo atterra a Minsk.

Come se non bastasse, nella documentazione presentata al team investigativo, la Bielorussia fa avere la mail arrivata al proprio server con time stamp 09:25 che manco io al liceo con photoshop.
L'ICAO - che nel frattempo aveva esperito i dovuti controlli informatici sull'indirizzo mail di provenienza - fa gentilmente notare che non c'è traccia di quella mail, ma solo di quella delle 09:56.


Ai piloti del forum che hanno criticato le mie posizioni, segnalo anche questa affermazione del controllore che corrobora la mia tesi del PIC come ultima autorità suprema in caso di emergenza.
<On the question of providing a recommendation for RYR 1TZ to land in Minsk, the controller noted that “it is up to the captain to choose the landing site and I had no right to say this and make such recommendations. It was against our rules.”>
Quindi non fatevi mettere i piedi in testa da nessuno: decidete voi, punto.

Il poveretto, dal canto suo, aveva già capito tutto:
<The PIC made a Passengers Announcement (PA) informing the passengers of a diversion to Minsk due to security issues. As the crew was preparing the cabin for landing, immediately after the PA, one of the passengers, stood up and shouted to one of the cabin crew that he could not land in Minsk as “I'm wanted there, they'll kill me”.>
 

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Giofumagalli

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Allego il Fact-Finding Investigation Report dell'ICAO.

Giusto per capire quanto sono stati bravi (!) nell'inscenare tutto, questa la sequenza degli eventi:
- 07:10 –> il controllore di Minsk viene informato che l'aereo ha una bomba a bordo ("ce lo dice una mail" [semi-cit.]);
- 07:29 –> l'aereo decolla da Atene;
- 09:25 –> la mail viene recapitata in Lituania, Grecia, Bulgaria e Romania (verrà notata solo dopo vari giorni);
- 09:28 –> il volo contatta il controllore di Minsk e viene informato della minaccia;
- 09:34 –> la mail viene recapitata in Ucraina;
- 09:47 –> il Comandante informa il controllore della sua decisione di dirottare a Minsk;
- 09:56 –> la mail viene recapitata in Bielorussia;
- 10:15 –> l'aereo atterra a Minsk.

Come se non bastasse, nella documentazione presentata al team investigativo, la Bielorussia fa avere la mail arrivata al proprio server con time stamp 09:25 che manco io al liceo con photoshop.
L'ICAO - che nel frattempo aveva esperito i dovuti controlli informatici sull'indirizzo mail di provenienza - fa gentilmente notare che non c'è traccia di quella mail, ma solo di quella delle 09:56.


Ai piloti del forum che hanno criticato le mie posizioni, segnalo anche questa affermazione del controllore che corrobora la mia tesi del PIC come ultima autorità suprema in caso di emergenza.
<On the question of providing a recommendation for RYR 1TZ to land in Minsk, the controller noted that “it is up to the captain to choose the landing site and I had no right to say this and make such recommendations. It was against our rules.”>
Quindi non fatevi mettere i piedi in testa da nessuno: decidete voi, punto.

Il poveretto, del canto suo, aveva già capito tutto:
<The PIC made a Passengers Announcement (PA) informing the passengers of a diversion to Minsk due to security issues. As the crew was preparing the cabin for landing, immediately after the PA, one of the passengers, stood up and shouted to one of the cabin crew that he could not land in Minsk as “I'm wanted there, they'll kill me”.>
Ciao,

onestamente non mi ricordo bene che tesi sostenessi essendo passato ormai un po' di tempo, appena ho modo mi vado a rileggere i post. La Legge non solo autorizza ma obbliga il PIC a prendere tutte le decisioni necessarie al fine di garantire la sicurezza del volo. Se un a/m civile viene intercettato nello spazio aereo sovrano di uno Stato deve ottemperare alle direttive dell'intercettore, a meno che queste non vadano a ridurre la safety in maniera inaccettabile. Atterrare a Minsk era safe, se poi uno dei tuoi passeggeri rischia di essere arrestato per motivi X non è un problema dell'equipaggio in ambito aviazione civile, che tra l'altro non è minimamente a conoscenza di queste situazioni.
 
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Ciao,

onestamente non mi ricordo bene che tesi sostenessi essendo passato ormai un po' di tempo, appena ho modo mi vado a rileggere i post. La Legge non solo autorizza ma obbliga il PIC a prendere tutte le decisioni necessarie al fine di garantire la sicurezza del volo. Se un a/m civile viene intercettato nello spazio aereo sovrano di uno Stato deve ottemperare alle direttive dell'intercettore, a meno che queste non vadano a ridurre la safety in maniera inaccettabile. Atterrare a Minsk era safe, se poi uno dei tuoi passeggeri rischia di essere arrestato per motivi X non è un problema dell'equipaggio in ambito aviazione civile, che tra l'altro non è minimamente a conoscenza di queste situazioni.
Sono andato io, ieri pomeriggio, a rileggere la sua tesi che sintetizzo: era a 70nm da Vilnius, faceva prima ad andare a destinazione che dirottare su Minsk.
Siccome quando leggo queste cose, mi ribolle il sangue, non ho voluto rispondere.
 

Fewwy

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Ciao,

onestamente non mi ricordo bene che tesi sostenessi essendo passato ormai un po' di tempo, appena ho modo mi vado a rileggere i post. La Legge non solo autorizza ma obbliga il PIC a prendere tutte le decisioni necessarie al fine di garantire la sicurezza del volo. Se un a/m civile viene intercettato nello spazio aereo sovrano di uno Stato deve ottemperare alle direttive dell'intercettore, a meno che queste non vadano a ridurre la safety in maniera inaccettabile. Atterrare a Minsk era safe, se poi uno dei tuoi passeggeri rischia di essere arrestato per motivi X non è un problema dell'equipaggio in ambito aviazione civile, che tra l'altro non è minimamente a conoscenza di queste situazioni.
Ciao,

vedrai dal report che non c'è stato nessun intercettamento.
I MIG-29 si sono involati alle 10:04 a una distanza di 130km dal target. Alle 10:15, quando l'aereo toccava terra a Minsk, erano ancora a 55km di distanza.

La mia tesi era che - durante un'emergenza - il PIC abbia autorità assoluta e non debba prendere ordini da nessuno.
Diverso il caso di intercettamento "pulito".

La discussione era cominciata dal mio mettere in dubbio la decisione di voler allungare la strada quando sai di avere una bomba a bordo.
Quando si è saputo che il controllore aveva passato l'informazione che l'ordigno era programmato per detonare sopra Vilnius, ovviamente mi si è chiarito il procedimento decisionale del Comandante.

Il tutto fatto a soli fini dialettici e di approfondimento.
Mi spiace OneShot ci resti male.
 
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belumosi

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Visto che Lukashenko è una marionetta di Putin, non escluderei che l'idea sia stata di quest'ultimo. Una delle tante dimostrazioni che lo status quo gli andava stretto, ideata nell'ottica di testare la reazione dell'Occidente.