Nuova ordinanza per viaggi all' estero dal 26 ottobre al 15 dicembre


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enrico

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30 Gennaio 2008
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Volevo commentare questo, ed altri, post prima che chiudesse il thread.

Io sono convinto che si possa e si debba riaprire ai viaggi. Qui abbiamo il caso di Cesarone nostro nazionale che c'ha la freva di andare in Oman, ma la realtà è che là fuori non ci sono soltanto adulti che si comportano come teenagers perchè voglion andare in vacanza.

Io non so quanta gente, su questo forum, non ha famiglia sparsa all'estero. A chi non ha questa (s)fortuna, dico beati voi. Perchè non avete l'idea dello stress, della pena, dello stracciamento di gonadi derivante dal non poter andare a vedere zii, cugini, madri, padri, sorelle, fratelli e via dicendo. Non avete idea delle litigate su Facetime perchè in UK si entra ma in America no, e se sei vaccinato collo Sputnik allora sei fottuto e hai voglia a trovare Pfizer in Russia...

Giusto l'altro giorno, con la chiusura dell'imbecillissimo ban americano, guardavo le foto delle varie press releases dell'evento. In una c'era la foto di una bambina, a JFK credo, con un cartello che diceva qualcosa tipo "Look granny, haven't I grown? 730 days apart". Questo è l'impatto che questi ban stanno avendo.

E, sinceramente, sono bans totalmente inutili, fatti solo e soltanto per mostrare che si sta facendo "qualcosa". Guardiamo ai dati inglesi, , canadesi e austro-neozelandesi per le % di positivi per i "confinati" in hotel. Numeri minuscoli, sicuramente più bassi dell'incidenza del Covid a livello "interno". Mi direte: "ma almeno così si evita di importare una qualche variante". Io raccomanderei di guardare al caso di Delta. Persino in Australia, dove sono arrivati all'aberrazione di minacciare la galera ai propri cittadini, Delta è arrivata e si sono spippati decine di lockdown. Melbourne, 262 giorni. Sydney, 108 giorni. E via dicendo.

Apriamo ai soli vaccinati; giusto. Apriamo ai soli vaccinati e con un test; giustissimo. Ma perdio basta con queste norme che, e mi sbagliavo nel dire altrimenti ai tempi, andavano prese con la Cina a dicembre 2019.
Bravo. Come sempre ineccepibile.
 
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kenadams

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Volevo commentare questo, ed altri, post prima che chiudesse il thread.
Sono d'accordissimo.

Abbiamo vaccini efficaci, terapie sempre più efficaci e infrastrutture per testare ormai ben rodate. E' ora di smettere di trattare il COVID come un'emergenza. Non è più un'emergenza - è ora solo una situazione da gestire.

Purtroppo temo che faccia comodo a molti politici (in tutto il mondo) continuare a trattare il COVID come crisi di massima urgenza: fa comodo continuare a parlare di COVID per non dover affrontare invece le difficoltà economiche e infrastrutturali di molte economie, la crisi energetica, l'esercito che Putin sta disponendo lungo la frontiera ucraina, i cinesi che (pelaltlo semple più vicini ai russi) hanno costruito nel deserto in Xinjiang la replica di una portaerei americana per fare esercitazioni di tiro (good bye Taiwan), le cyberwar in corso, e così via.
 

Airport00

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Stai confrontando due cose diverse, un conto sono restrizioni in uscita (dall' UK solo 7 paesi in lista rossa contro il 70% dell' Italia) un altro le restrizioni in entrata dei singoli paesi. Ci sono molti paesi che sono aperti ai turisti italiani lato loro, ma per l'Italia sono in lista E quindi vietati.
Si potrebbe aggiungere anche che il Ministero della Sanità sta facendo molta disoccupazione nel comparto turistico, creando più danni del Covid stesso.
Invece di stilare liste assurde, costruisse ospedali per D.O!!
 

Cesare.Caldi

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Si potrebbe aggiungere anche che il Ministero della Sanità sta facendo molta disoccupazione nel comparto turistico, creando più danni del Covid stesso.
Quoto, Chi prende queste decisioni non si rende minimamente conto.dell' enorme danno economico che causa. Dietro ogni viaggio anche quelli turistici tanto odiati dal ministro ci sono migliaia di persone che lavorano nel turismo e nell indotto e che rischiano di perdere il lavoro e portare al fallimento molte società del settore
 

londonfog

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Londra
In UK ci sono 7 paesi vietati in lista rossa. In Italia nell' elenco E (corrispondente alla lista rossa) c'è oltre il 70% dei paesi al mondo., Solo l'Italia c'e un numero cosi alto di paesi vietati per il turismo. Questo è un dato di fatto.
Nel Regno Unito le regole sono cambiate da poco. Altri paesi hanno regole piu' severe dell'Italia. Prima di dire "solo in Italia" considera che ci sono casi come l'Australia, o Israele dove per tre mesi ci voleva un'autorizzazione speciale del governo per fare un viaggio nel Regno Unito. Critica le regole italiane sulla base della loro qualita', il "solo in Italia" non vuole dire niente, E' semplicemente mancanza di altri argomenti.
 

A345

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Quoto, Chi prende queste decisioni non si rende minimamente conto.dell' enorme danno economico che causa. Dietro ogni viaggio anche quelli turistici tanto odiati dal ministro ci sono migliaia di persone che lavorano nel turismo e nell indotto e che rischiano di perdere il lavoro e portare al fallimento molte società del settore
Già, immagino proprio lo facciano apposta perché "il ministro odia i turisti".
Sembra di leggere gli slogan di quella massa di c.......i che riempono le piazze ogni sabato da 2 mesi a questa parte!

Che alcune regole/limitazioni siano insensate o anche assurde non ci piove, che di debbano essere regole e limitazioni, in alcuni casi anche rigide, pure.

E credo pure che molte siano più rigide del necessario, o che abbiamo più limitazioni di altri paesi, proprio perché sanno benissimo che siamo un paese di cazzari che fanno come gli pare.

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tiefpeck

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Quoto, Chi prende queste decisioni non si rende minimamente conto.dell' enorme danno economico che causa. Dietro ogni viaggio anche quelli turistici tanto odiati dal ministro ci sono migliaia di persone che lavorano nel turismo e nell indotto e che rischiano di perdere il lavoro e portare al fallimento molte società del settore
A dire il vero mi sembra che il turismo nazionale sia andato molto bene quest'estate, cosa che aiuta la ripresa economica.

Il problema con le tue affermazioni è non solo che sono ripetitive, ma anche che sono generiche. Non c'è mai un dato o un'analisi in supporto, e tutte le decisioni che ti danno fastidio sono criticate senza apprezzarne le possibili ragioni. Questo è un forum di gente pacata e molto ben moderato, ma utilizzarlo per sfogare le proprie frustrazioni non contribuisce ad un dibattito di qualità.

Se avessi tempo e soldi per vacanze continue, penserei di visitare l'Italia per bene. Per esempio, la Sicilia offre tanto e ci puoi andare pure in aereo. Credimi vale 10 volte di più dell'Oman, con tutto il rispetto per la sabbia del deserto ed il centro storico di Muscat.
 

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A dire il vero mi sembra che il turismo nazionale sia andato molto bene quest'estate, cosa che aiuta la ripresa economica.

Il problema con le tue affermazioni è non solo che sono ripetitive, ma anche che sono generiche. Non c'è mai un dato o un'analisi in supporto, e tutte le decisioni che ti danno fastidio sono criticate senza apprezzarne le possibili ragioni. Questo è un forum di gente pacata e molto ben moderato, ma utilizzarlo per sfogare le proprie frustrazioni non contribuisce ad un dibattito di qualità.

Se avessi tempo e soldi per vacanze continue, penserei di visitare l'Italia per bene. Per esempio, la Sicilia offre tanto e ci puoi andare pure in aereo. Credimi vale 10 volte di più dell'Oman, con tutto il rispetto per la sabbia del deserto ed il centro storico di Muscat.
Quindi vuoi imporre di viaggiare in Italia anzichè all'estero? Alla faccia della pacatezza dei membri...
 
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Cesare.Caldi

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TRAVEL WORLD - OUTGOING, CORRIDOI E DESTINAZIONI APERTE: QUALE FUTURO CI ATTENDE?

La preoccupazione per la situazione dell’outgoing da parte delle associazioni di categoria: cosa pensano i presidenti di ASTOI, FTO, FIAVET e MAAVI
La speranza di tutti era di poter ripartire. Di ricominciare a lavorare e proporre viaggi all’estero.

Ma il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha gelato tutti con una improvvida dichiarazione al Corriere della Sera, in un a intervista in cui ha dichiarato “io sono per le vacanze in Italia”.

Va bene tutto, che ci sia una pandemia in atto, che secondo però il ministero è sotto controllo grazie al successo della campagna vaccinale ed all’utilizzo del green pass,(e quindi perché questa esortazione?) che sia meglio evitare di “far girare” il virus, che il sistema sanitario possa essere nuovamente messo in situazione di stress visto l’avvicinarsi dell’inverno e la impossibilità di stare sempre all’aperto ma, di fatto, gelare le speranze legate ad una timida ripresa del mercato outgoing è davvero troppo.

13mila realtà turistiche che operano nell’outgoing, 80mila dipendenti, secondo le stime, sono per la terza stagione invernale in sofferenza totale per mancanza di lavoro. Le agenzie di viaggio e i tour operator sono sempre più in balia di eventi che, a questo punto, potremmo definire sì prevedibili ma sconvolgenti per il panorama dell’intermediazione turistica nazionale.

Allora, vista la posizione governativa, dacchè a parlare è un Ministro della Repubblica, non sarebbe giusto un supporto, vero e reale, a tutti costoro? Un supporto finanziario tangibile e realistico?

All’estero si è ripreso in maniera massiccia a viaggiare. Molte destinazioni, a noi italiani proibite, sono nuovamente in grado di accogliere turisti da tutto il mondo, e lo stanno facendo, erodendo quote di mercato all’Italia dell’outgoing, che purtroppo, alla luce dei fatti, pare essere un settore del tutto sacrificabile.

A questo punto ci pare legittimo domandarsi:
– Come reagirebbe il settore ad un eventuale incremento di chiusure delle destinazioni outgoing con l’ordinanza del 16 Dicembre?
– Quali sarebbero le conseguenze operative ed economiche per le agenzie e tour operator?
Abbiamo sentito cosa pensano i diretti interessati. Lo abbiamo chiesto a quattro rappresentanti di categoria da Astoi a Fto, da Fiavet a Maavi.

Pier Ezhaya, presidente Astoi si esprime sulle eventuali ulteriori chiusure di destinazioni paventate per il 16 dicembre.
«L’incremento di chiusure di altre destinazioni outgoing è qualcosa che non si può nemmeno prendere in considerazione. Ci pare permanga una completa miopia, da parte del Ministero della Salute, che impedisce ad esso di comprendere le esigenze di un settore che è allo stremo e non reggerà ancora per molto. E’ davvero incomprensibile come il Travel sia preso così di mira da questo Ministero mentre è possibile fare tante altre cose senza preoccuparsi dei rischi connessi. La situazione, rispetto ad un anno fa, è cambiata e non si può non prenderne atto. Soprattutto non è chiaro il perché ci siamo vaccinati se poi permangono le stesse restrizioni, almeno per quel che riguarda i viaggi. Sarebbe interessante capire quali siano gli algoritmi che determinano queste scelte scellerate. ASTOI ha sempre cercato il dialogo con le istituzioni e continuerà a farlo ma se dovesse esserci un ulteriore inasprimento sulle possibilità di viaggiare per turismo credo sarebbe il caso di far arrivare con più forza la nostra voce al Ministero della Salute e a quello del Turismo. Forse dobbiamo portare al Ministro Giorgetti i bilanci dei Tour Operator e delle Agenzie di Viaggio e soprattutto le buste paga di tanti nostri collaboratori il cui reddito è stato letteralmente falcidiato da quasi due anni.

Sulla medesima linea Enrica Montanucci, presidente MAAVI, soprattutto su un tema spesso sottovalutato, quello di scendere in piazza UNITI: «La dichiarazione del ministro Speranza, soprattutto alla luce dell’attesa correzione dell’ordinanza concordata negli ultimi tavoli condivisi con le altre associazioni, che doveva non solo alleggerire le procedure, ma addirittura ampliare i corridoi turistici con almeno altre 4 o 5 destinazioni – dichiara Montanucci – non fa che evidenziare l’assoluta incuria del Ministro verso una crisi ormai devastante del nostro settore. Trovo inconcepibile un tale atteggiamento che, a fronte di un mero vantaggio politico personale, evidenzia una totale incapacità di prendere una posizione di tutela verso il Turismo Organizzato. E credo che a questo punto non resti altra soluzione se non tornare in piazza tutti assieme, questa volta, perché l’attenzione dell’opinione pubblica si sta perdendo. Ed è inconcepibile lasciar morire un intero settore».
Più laconica ma esaustiva la posizione di FIAVET; attraverso le parole di Ivana Jelinic, presidente nazionale: «Sarebbe una provvedimento nefasto che non voglio nemmeno immaginare, fuori dalla realtà».

Da FTO Franco Gattinoni, presidente, non si discosta di molto:
«Non vogliamo nemmeno valutare l’ipotesi di nuove restrizioni. Ci saremmo aspettati da tempo la rimozione del divieto a viaggiare per turismo e quindi una riapertura quasi totale delle destinazioni, in allineamento a quanto già succede nella maggior parte dei Paesi europei, cosa che non è ancora avvenuta in Italia.

Sono state autorizzate le aperture di alcune destinazioni come corridoi turistici con la promessa di un progressivo allargamento ad altri Paesi, non ancora realizzato e che stiamo aspettando con grande ansia da settimane. Una lista di destinazioni proposte giace, infatti, da settimane al Ministero della Salute in attesa di approvazione e non riusciamo a capire per quale ragione non si proceda. Chiediamo nuove aperture subito, in sicurezza, con tutti i protocolli necessari che ci siamo impegnati a rispettare. Viaggiare in sicurezza è possibile, non è più accettabile rimanere confinati nel nostro Paese. L’industria del turismo è un’industria seria, ferma da due anni, che dà lavoro a più di 80 mila addetti, provati da troppi mesi di riduzioni di reddito con la cassa integrazione e a rischio di perdita di lavoro se la crisi non terminerà e non verranno tolti i divieti a viaggiare per turismo.
Vogliamo semplicemente poter lavorare e tornare ad un minimo di normalità anche nel settore dei viaggi, lo dobbiamo fare per i nostri clienti e per i nostri dipendenti, altrimenti per quali motivi ci saremmo vaccinati».

La linea ci pare condivisa, il che è già una ottima notizia, ma a proposito delle conseguenze economiche per adv e TO, cosa pensano i nostri leader?

«Sarebbero violentissime. C’è una grande variabile che modifica la sopravvivenza delle aziende alle crisi e non è data solo dalla violenza della crisi stessa ma anche dalla sua durata – spiega Ezhaya – Per questo prolungarla oltre che inutile è del tutto nocivo. Sappiamo che è un settore poco patrimonializzato, sappiamo che vive di margini piuttosto esigui; infliggere accelerazioni a una crisi già così violenta è incomprensibile. Però, aggiungo, che non occorre aspettare dicembre per tracciare gli effetti di questa crisi. Molte agenzie di viaggi hanno già chiuso i battenti, molti tour operator hanno fortemente rivisto i propri organici, persino oltre la cassa integrazione. Molti collaboratori hanno cambiato settore perché se è vero che la cassa integrazione salva i posti di lavoro è anche vero che attacca il reddito e molte persone semplicemente cambiano settore perché non ce la fanno e così si perde anche personale qualificato. Sinceramente è difficile immaginare cos’altro debba succedere per avere un po’ più di attenzione e rispetto da parte del governo verso un comparto che ha patito l’uragano più violento e più lungo che si potesse immaginare».

Poche le parole, ma sintonizzate quelle di Fiavet (Ivana Jelinic): «Se venissero ridotte le destinazioni? Sarebbe un modo definitivo per spazzare via il mercato e, non essendoci più risorse, pur nel rispetto della sicurezza, non sarebbe applicabile».

Ancora Franco Gattinoni rincara sulle chiusure ipotizzate: «Sarebbe inaccettabile e inevitabilmente la reazione sarebbe dura e di totale protesta. L’Europa viaggia, l’Europa vive, il mondo riprende e noi stiamo lentamente perdendo credibilità commerciale, speranza (minuscolo!) ed opportunità. E’ un’ipotesi che va assolutamente bloccata per tempo. Ovviamente un’ulteriore chiusura, senza immediati e consoni sostegni, concreti e tangibili, vorrebbe dire la fine di almeno l’80% delle aziende settore, senza sconti! Sarebbe una condanna a morte per la maggior parte delle piccole imprese ed anche per una importante parte delle grandi. E’ impensabile consentirlo. Ribadisco che questa ipotesi sia da bloccarla, a mezzo di una fortissima e condivisa protesa di piazza massiva. Perché in questo paese non mi sembra ci sia ulteriore spazio perle parole».
E le soluzioni? Un supporto vero e reale, tangibile?

Per Ivana Jelinic «Più che un supporto finanziario, una volta chiuse le competenze dovute per i periodi di chiusura, questo sarebbe il momento della ripartenza. Noi imprese, come sempre, in presenza di normative adeguate e di liberalizzazioni ci rialziamo con gli investimenti, non con i sostegni».
Posizione assolutamente pragmatica.

Aggiunge Enrica Montanucci: «E’ chiaro che se si continuasse in questa direzione urgerebbero provvedimenti economici immediati e tangibili, che ci consentissero di sopravvivere cosa oramai divenuta sempre più difficile».
Le conclusioni le lasciamo a voi lettori, salvo puntualizzare una domanda che tutti gli intervistati hanno evidenziato: “Ma allora a cosa sono servite le vaccinazioni”?

 
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tiefpeck

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L’industria del turismo è un’industria seria, ferma da due anni, che dà lavoro a più di 80 mila addetti, provati da troppi mesi di riduzioni di reddito con la cassa integrazione e a rischio di perdita di lavoro se la crisi non terminerà e non verranno tolti i divieti a viaggiare per turismo.
Giustissimo che i tour operator che si occupano di turismo outgoing si lamentino, e con argomentazioni valide. Lo stesso vale per le compagnie aeree, specie chi fa charter, per tornare in tema.

Resta il fatto che il turismo in Italia occupa 3,5 milioni di persone, non 80.000 (fonte Ufficio Studi ENIT - Turismo in Cifre: http://www.ontit.it/opencms/export/sites/default/ont/it/documenti/files/ONT_2019-07-30_03066.pdf) ed è comprensibile che il governo, bilanciando i vari interessi, privilegi mantenere la ricchezza nel paese: sono 3.420.000 occupati di differenza.
 

Cesare.Caldi

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Giustissimo che i tour operator che si occupano di turismo outgoing si lamentino, e con argomentazioni valide. Lo stesso vale per le compagnie aeree, specie chi fa charter, per tornare in tema.

Resta il fatto che il turismo in Italia occupa 3,5 milioni di persone, non 80.000 (fonte Ufficio Studi ENIT - Turismo in Cifre: http://www.ontit.it/opencms/export/sites/default/ont/it/documenti/files/ONT_2019-07-30_03066.pdf) ed è comprensibile che il governo, bilanciando i vari interessi, privilegi mantenere la ricchezza nel paese: sono 3.420.000 occupati di differenza.
Non la vedo come una questione di uno contro l'altro, incoming ed outgoing sono mercati diversi e possono benissimo coesistere come è sempre stato, si può accogliere e incentivare i turisti stranieri che vogliono venire in Italia senza dover bloccare chi vuole andare in vacanza all' estero e penalizzare le agenzie, TO e compagnie aeree che lavorano su questo mercato.
 

vladi

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Scusate, ma io non trovo dove c’è scritto che è vietato recarsi nei paesi dell’elenco E, vedo soltanto le restrizioni per l’ingresso in Italia, in arrivo da questi paesi.
 
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Beloot

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Scusate, ma io non trovo dove c’è scritto che è vietato recarsi nei paesi dell’elenco E, vedo soltanto le restrizioni per l’ingresso in Italia, in arrivo da questi paesi.
Molti amici se ne sono andati beatamente in Brasile o Messico senza vaccino e senza quarantena. Nessun controllo, niente di niente. Addirittura uno di questi, di ritorno da Londra (quando ancora era prevista la quarantena), si era sentito rispondere da un addetto Asl che non sapeva nulla di quarantenne o tamponi a fine quarantena.
Potrei continuare a scrivere esempi, ma semplicemente incollo il passaggio postato poco sopra:
Soprattutto non è chiaro il perché ci siamo vaccinati se poi permangono le stesse restrizioni, almeno per quel che riguarda i viaggi.

Siamo governati da incapaci pericolosi e ipocondriaci.

Se siete ipocondriaci state a casa e tenete la mascherina anche all'esterno o in macchina da soli. Ma non rompete gli zebedei a chi non vive nel terrore come voi.
 

simof75

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Giustissimo che i tour operator che si occupano di turismo outgoing si lamentino, e con argomentazioni valide. Lo stesso vale per le compagnie aeree, specie chi fa charter, per tornare in tema.

Resta il fatto che il turismo in Italia occupa 3,5 milioni di persone, non 80.000 (fonte Ufficio Studi ENIT - Turismo in Cifre: http://www.ontit.it/opencms/export/sites/default/ont/it/documenti/files/ONT_2019-07-30_03066.pdf) ed è comprensibile che il governo, bilanciando i vari interessi, privilegi mantenere la ricchezza nel paese: sono 3.420.000 occupati di differenza.
Quindi secondo il tuo ragionamento si possono sacrificare 80000 mila famiglie, e tutto l'indotto?

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simof75

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Molti amici se ne sono andati beatamente in Brasile o Messico senza vaccino e senza quarantena. Nessun controllo, niente di niente. Addirittura uno di questi, di ritorno da Londra (quando ancora era prevista la quarantena), si era sentito rispondere da un addetto Asl che non sapeva nulla di quarantenne o tamponi a fine quarantena.
Potrei continuare a scrivere esempi, ma semplicemente incollo il passaggio postato poco sopra:
Soprattutto non è chiaro il perché ci siamo vaccinati se poi permangono le stesse restrizioni, almeno per quel che riguarda i viaggi.

Siamo governati da incapaci pericolosi e ipocondriaci.

Se siete ipocondriaci state a casa e tenete la mascherina anche all'esterno o in macchina da soli. Ma non rompete gli zebedei a chi non vive nel terrore come voi.
Concordo in toto!

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