Oggi pomeriggio si è conclusa la serie di seminari e convegni sulla mobilità e multimodalità organizzati da Assolombarda e Camera di Commercio di Milano.
La conferenza pomeridiana era una potenzialmente interessante "Le prospettive di sviluppo del trasporto aereo passeggeri e merci nel nord Italia". Di nord Italia si è parlato poco e si è parlato soprattutto di Malpensa, Linate e Alitalia, ma proseguiamo.
Saltando l'intervento introduttivo di Marco Accornero, membro della giunta della CamCom di Milano, un discorsetto scritto da altri, letto male e di una noia incredibile, prende la parola l'assessore Cattaneo, che identifica nell'accessibilità intercontinentale uno dei nodi principali del sistema aeroportuale lombardo. Cattaneo, in particolare, dice che limitare Linate per favorire Malpensa è ok, a meno che non lo chieda Alitalia (la cui proposta di limitare LIN alla sola LIN-FCO viene ritenuta inaccettabile), al punto che sarebbe piuttosto meglio chiuderlo del tutto. malpensante prende la palla al balzo e dice "e allora chiudiamolo!", ma Cattaneo non sente. I fervori del rinnovamento futurista, di cui si celebra il centenario, non sono ancora arrivati dalle parti del Pirellone.
Dopo un pistolotto piuttosto noioso di Oliviero Baccelli, vice direttore CERTeT (quindi un prezzolato di CamCom, Assolombarda e di chiunque commissioni uno studio su aerei e aeroporti
), abbiamo il parere illuminato di questi sulla questione dualistica LIN vs. MXP. In sostanza, Baccelli propone di liberalizzare completamente le prime 10 rotte - per volumi di traffico del sistema apt milanese - su Linate, aumentando i movimenti orari, al fine di far tornare LIN sui 14/15M di pax annui, nell'interesse di consumatori, compagnie e SEA. Questa soluzione si prospetta interessante per Malpensa, prosegue Baccelli, perché ridurrebbe la concorrenza interna e favorirebbe la specializzazione dei due aeroporti. A cosa, non è dato saperlo. Boeing747 diventa paonazzo, la mia penna traccia sulla carta un singulto d'inchiostro mentre Nicola trattiene un sorriso derisorio. Ridi ridi che dopo quello che ha detto Borioli oggi avete poco da stare allegri pure voi

Gli interventi di Arditi (ALHA) e Morejon Verdu (Techint) pongono in evidenza alcune problematiche sulla logistica cargo, non secondarie. Apprezzabili interventi nel marasma di inutilità sentito oggi pomeriggio. Completamente trascurabili gli apporti di Comazzi (Comitato Malpensa) e Castelli (Assolombarda). Tutti aspettavano in ogni caso le parole di Giorgio Callegari (Alitalia) e Giulio de Metrio (SEA). Callegari esordisce con uno scandito "Alitalia... crede... in... Malpensa". Callegari sottolinea la concorrenza interna LIN/MXP ma anche l'erosione della catchment a est e sud (BGY, PMF, VRN/VBS), non tanto per dettare imposizioni ma per necessità strategiche di servire efficacemente il bacino prescelto (lanciando frecciate neppure troppo velate sulla scarsità dei collegamenti, tema che pure Cattaneo ha riproposto. Cattaneo Ass. Infrastrutt. Mobilità Reg. Lombardia, sottolineo). Viene inoltre sottolineata l'impossibilità di servire da un apt come Malpensa alcuni voli ad alta frequenza e accesso veloce, come i servizi shuttle (viene fatto l'esempio di ORY vs CDG), voli per cui l'infrastruttura di LIN è perfetta. De Metrio invece pesa il suo intervento per lo più su alcuni temi. Il primo è quello dei bilaterali, facendo riferimento a una problematica diffusa a livello internazionale e non solo italiano, indicando che dei 70 da rivedere a livello internazionale, circa 25 sono quelli di un certo peso. Non è dato modo di sapere quali. Sul cargo propone una slide molto interessante sulla quantità di domanda inespressa di trasporto merci, sottolineando che a fronte di circa 1.2M di t annue, le fughe in aviocamionato rappresentano circa il 41% del totale, fughe che chiaramente si riversano su FRA e CDG. Infine su LIN pur amettendo la competizione interna tra i due aeroporti, non si sbilancia in valutazioni ma dichiara che non è SEA, non è AZ, ma tutto il sistema a dover decidere come e se ripartizionare il traffico.
Infine l'intervento conclusivo, dell'assessore della Provincia di Milano, Paolo Matteucci, che fa un intervento in politichese, ma molto chiaro quando sostiene, in corrispondenza di amorosi sensi con il suo capo Penati, che la dimensione ideale di Linate veleggia tra i 10, 12 milioni di passeggeri annui. Su questa pietra tombale andiamo a farci un aperitivo e due risate.
DaV
La conferenza pomeridiana era una potenzialmente interessante "Le prospettive di sviluppo del trasporto aereo passeggeri e merci nel nord Italia". Di nord Italia si è parlato poco e si è parlato soprattutto di Malpensa, Linate e Alitalia, ma proseguiamo.
Saltando l'intervento introduttivo di Marco Accornero, membro della giunta della CamCom di Milano, un discorsetto scritto da altri, letto male e di una noia incredibile, prende la parola l'assessore Cattaneo, che identifica nell'accessibilità intercontinentale uno dei nodi principali del sistema aeroportuale lombardo. Cattaneo, in particolare, dice che limitare Linate per favorire Malpensa è ok, a meno che non lo chieda Alitalia (la cui proposta di limitare LIN alla sola LIN-FCO viene ritenuta inaccettabile), al punto che sarebbe piuttosto meglio chiuderlo del tutto. malpensante prende la palla al balzo e dice "e allora chiudiamolo!", ma Cattaneo non sente. I fervori del rinnovamento futurista, di cui si celebra il centenario, non sono ancora arrivati dalle parti del Pirellone.
Dopo un pistolotto piuttosto noioso di Oliviero Baccelli, vice direttore CERTeT (quindi un prezzolato di CamCom, Assolombarda e di chiunque commissioni uno studio su aerei e aeroporti
Gli interventi di Arditi (ALHA) e Morejon Verdu (Techint) pongono in evidenza alcune problematiche sulla logistica cargo, non secondarie. Apprezzabili interventi nel marasma di inutilità sentito oggi pomeriggio. Completamente trascurabili gli apporti di Comazzi (Comitato Malpensa) e Castelli (Assolombarda). Tutti aspettavano in ogni caso le parole di Giorgio Callegari (Alitalia) e Giulio de Metrio (SEA). Callegari esordisce con uno scandito "Alitalia... crede... in... Malpensa". Callegari sottolinea la concorrenza interna LIN/MXP ma anche l'erosione della catchment a est e sud (BGY, PMF, VRN/VBS), non tanto per dettare imposizioni ma per necessità strategiche di servire efficacemente il bacino prescelto (lanciando frecciate neppure troppo velate sulla scarsità dei collegamenti, tema che pure Cattaneo ha riproposto. Cattaneo Ass. Infrastrutt. Mobilità Reg. Lombardia, sottolineo). Viene inoltre sottolineata l'impossibilità di servire da un apt come Malpensa alcuni voli ad alta frequenza e accesso veloce, come i servizi shuttle (viene fatto l'esempio di ORY vs CDG), voli per cui l'infrastruttura di LIN è perfetta. De Metrio invece pesa il suo intervento per lo più su alcuni temi. Il primo è quello dei bilaterali, facendo riferimento a una problematica diffusa a livello internazionale e non solo italiano, indicando che dei 70 da rivedere a livello internazionale, circa 25 sono quelli di un certo peso. Non è dato modo di sapere quali. Sul cargo propone una slide molto interessante sulla quantità di domanda inespressa di trasporto merci, sottolineando che a fronte di circa 1.2M di t annue, le fughe in aviocamionato rappresentano circa il 41% del totale, fughe che chiaramente si riversano su FRA e CDG. Infine su LIN pur amettendo la competizione interna tra i due aeroporti, non si sbilancia in valutazioni ma dichiara che non è SEA, non è AZ, ma tutto il sistema a dover decidere come e se ripartizionare il traffico.
Infine l'intervento conclusivo, dell'assessore della Provincia di Milano, Paolo Matteucci, che fa un intervento in politichese, ma molto chiaro quando sostiene, in corrispondenza di amorosi sensi con il suo capo Penati, che la dimensione ideale di Linate veleggia tra i 10, 12 milioni di passeggeri annui. Su questa pietra tombale andiamo a farci un aperitivo e due risate.
DaV