L’ad di easyJet: «Sulle restrizioni l’Italia sbaglia, a rischio i viaggi di milioni di persone»
di
Leonard Berberi16 dic 2021
«La decisione del governo italiano di chiedere il tampone negativo anche ai vaccinati è inaspettata, senza alcuna base scientifica e fa venire meno lo standard europeo previsto con l’introduzione del certificato verde». Johan Lundgren, amministratore delegato di easyJet, una delle compagnie aeree più grandi d’Europa, non si dà pace. Dopo quasi due anni di restrizioni e di perdite il settore del trasporto aereo stava lentamente riprendendosi. La stessa easyJet a novembre ha annunciato l’incremento della flotta basata in Italia per l’estate 2022 da 27 a 33 aerei. «Ma perché il vostro governo si sta comportando così?», si chiede l’ad durante l’intervista con il Corriere della Sera.
I casi sono in salita e la variante Omicron è una minaccia seria.
«Ma non ha alcun senso l’introduzione dei test per entrare nel Paese quando la variante è già diffusa internamente. Si è visto che questa misura ha zero effetti sul contenimento del contagio e viola l’idea del certificato verde che si basava su una regola precisa e che ha funzionato in questi mesi: se sei vaccinato puoi girare liberamente all’interno dell’Unione europea».
Vi siete lamentati con Roma o Bruxelles?
«È spiacevole che il governo italiano stia reagendo in questo modo poco scientifico e molto emotivo, chissà forse per far vedere ai propri cittadini che si sta facendo qualcosa e anche subito. Abbiamo parlato con Bruxelles perché è una decisione senza senso e che non rispetta le regole decise a livello comunitario. Per quale motivo dovremmo continuare a usare il certificato verde in Europa se l’Italia non lo considera più? Che prove ha Roma a supporto della sua decisione?».
Vedete già un impatto sulle prenotazioni?
«Questa decisione creerà problemi a milioni di persone che si stanno preparando a viaggiare per le vacanze, per festeggiare con i propri cari. E non aiuta le prenotazioni: riteniamo che sul breve periodo, nelle prossime 2-5 settimane, ci sarà qualche impatto e quindi magari potremmo essere costretti a intervenire, anche con le cancellazioni: di certo non vogliamo volare con aerei vuoti».
Temete che altri Paesi imiteranno l’Italia?
«Non lo possiamo escludere (la Grecia anche ha introdotto il test per i vaccinati, così come il Portogallo, ndr), ma non serve a nulla imporre il tampone perché si è visto che non riduce il contagio. I governi iniziano a reagire esattamente come hanno fatto allo scoppio della pandemia: allora però poteva avere un senso perché non sapevamo nulla, ma ora sappiamo che le restrizioni non bloccano la diffusione. Ma sono anche convinto che il buonsenso e le evidenze scientifiche prevarranno alla fine».
Come vanno le prenotazioni per l’inverno?
«Dobbiamo ovviamente vedere che effetto avranno queste nuove restrizioni. Avevamo previsto per il trimestre ottobre-dicembre di mettere in vendita il 65% dei posti dello stesso periodo del 2019 per salire al 70% nel prossimo trimestre. Le persone vogliono disperatamente volare. Ma proprio perché noi sapevamo che sarebbero potute spuntare altre varianti abbiamo deciso di muoverci in modo prudente e stiamo avendo ragione, al contrario di qualche concorrente che invece è tornato ai livelli pre-pandemici».
Si riferisce a Ryanair e Wizz Air...
«Diciamo che le nuove restrizioni in Italia avranno un impatto maggiore sulle loro operazioni e sui loro bilanci dal momento che erano convinti che si sarebbe tornati ai valori pre-Covid già questo inverno, mentre noi siamo sempre stati molto cauti».
Però per ora quelli più danneggiati dalle restrizioni sembrate voi.
«È vero, ma questo perché noi siamo stati particolarmente colpiti dalle regole di ingresso di questi mesi del Regno Unito dove siamo la prima compagnia aerea. Altrove ci siamo mossi su livelli simili a quelli del 2019. Ma lo ripeto: le restrizioni in Italia avranno conseguenze peggiori sugli altri che hanno messo così tanti sedili in vendita, non su di noi che siamo stati attenti».
E perché?
«Perché non ha alcun senso aggiungere voli soltanto per aumentare la propria fetta di mercato se poi non li vendi e quindi devi pure decollare vuoto».
Come saranno le prenotazioni per l’estate 2022?
«Molto forte, anche rispetto al 2019. Omicron riteniamo avrà conseguenze immediate, ma non per l’estate, non vediamo segnali negativi sulle prenotazioni per quel periodo».
Si dice che il trasporto aereo europeo sia destinato a consolidarsi e che quindi vedremo fusioni e acquisizioni.
«Non necessariamente. Non penso che si debba passare per forza attraverso questo tipo di operazioni. La pandemia ha colpito tutte le aviolinee. Il consolidamento può avvenire anche perché ci sono rivali che escono e quindi si investe aumentando l’offerta dove si creano spazi vuoti».
EasyJet quindi non ha intenzione di fare investimenti in qualche compagnia europea, nemmeno in Ita Airways?
«La cosa fondamentale è che easyJet abbia la solidità finanziaria giusta così da essere pronta se si dovesse offrire un’opportunità. Ma più che comprare altre compagnie ci interessa aumentare il portafoglio di slot nei vari aeroporti».
Recentemente avete detto no all’offerta di acquisto di Wizz Air.
«Non voglio confermare o smentire il nome, posso però dire che il nostro consiglio di amministrazione ha ricevuto una proposta, l’ha valutata attentamente ed è arrivato alla conclusione che doveva essere respinta».
Come mai?
«Perché non rispecchiava il nostro valore: noi siamo l’operatore con i costi più bassi negli aeroporti principali dell’Europa. Noi non voliamo e non voleremo — come fanno altri — negli scali di cui non avete mai sentito il nome e che non sapete nemmeno collocare su una cartina come fanno altri».
«Altri» sarebbero sempre Ryanair e Wizz Air che, però, hanno aperto basi in Italia dove ci siete già voi, come Milano Malpensa, Venezia, Napoli.
«Ben venga la concorrenza. Ma se prendiamo Venezia noi voliamo nei grandi aeroporti europei, altri su scali sconosciuti dove non ci interessa volare».
Negli ultimi due anni mentre Ryanair e Wizz Air si espandevano voi vi siete rimpiccioliti, anche in Italia.
«Abbiamo ridefinito il network concentrandoci sulle rotte profittevoli e tagliando quelle in perdita, abbiamo ottimizzato l’uso delle basi. Bisognava mettere in sicurezza l’azienda per essere pronti a ripartire come stiamo facendo adesso e come faremo ancora di più nei prossimi mesi, aggiungendo aerei a Malpensa, Venezia e Napoli per aggiungere collegamenti e frequenze».
Continuate con questa strategia di investire in entrambi gli aeroporti milanesi, Malpensa e Linate, oltre a una piccola presenza a Bergamo.
«È così ed è la cosa giusta da fare. Malpensa è la principale base continentale di easyJet, ma ci espandiamo anche a Linate
dove abbiamo ottenuto slot aggiuntivi. Milano è un mercato grande abbastanza per investire su entrambi gli scali».
Cercherete di prenderne altri di slot a Linate?
«Sì, certo. Se sarà possibile. Questo perché aggiungiamo valore alla compagnia: siamo nella posizione migliore e anche l’azienda con l’indebitamento netto più basso di tutto il settore».
I rivali low cost non la pensano così.
«Beh, diciamo che ultimamente parlano più di noi che dei loro affari. Lo prendo come un complimento».
Sempre i rivali ritengono che nell’estate 2022 volare costerà di più del 2019.
«Difficile dirlo, dipenderà dalla domanda e noi vediamo che la richiesta è fortissima. Per questo consiglio di prenotare il prima possibile».
lberberi@corriere.it
Intervista a Johan Lundgren: «La decisione del vostro governo non ha base scientifica perché Omicron è già in Italia. Così si mette in discussione il certificato verde Covid-19»
www.corriere.it