Io, giovane pilota senza futuro


Mattia

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22 Dicembre 2005
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.
Qui sono convinti in molti che la domanda è quella che è quindi i piloti AZ devono accettare termini e condizioni senza discutere, pena l'eliminazione.
Io e molti altri colleghi invece siamo convinti che ci siano ampi margini di miglioramento nell'offerta, proprio in virtù di quel mercato di cui tutti si riempiono la bocca senza averne chiare le caratteristiche.
In tanti anni di lavoro ho visto momenti in cui l'offerta di piloti era ampia e la richiesta delle compagnie scarsa, oggi non è così.
Il mercato non è composto solo da AZ o dalla futura CAI, quello che io dico è che se non stan bene le condizioni si cerca un altro datore di lavoro che offra di più. Sbaglio?
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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Ma è già così, gli aerei che piloto oggi sono più facili da portare di quelli su cui ho cominciato.
La parte impegnativa del lavoro del pilota infatti non è quella di guidare gli aerei ma quella di prendere decisioni ed è lì che si fanno gli errori che portano aerei perfettamente funzionanti a schiantarsi da qualche parte.
I computers al momento le decisioni non le sanno prendere.
Questo è il motivo per cui ci vogliono anni per formare un pilota "vero" e non un surrogato di autopilota quale può essere il ragazzo in questione con tutta la sua teoria, le sue 500 ore comprate e la sua grande voglia di lavorare, chissà se avrà altrettanta voglia di apprendere, dalle sue parole un po' arrogantelle non mi pare.
Questo lavoro di supervisione potrà anche essere fatto da casa un giorno, quando i sistemi di comunicazione saranno abbastanza affidabili per consentire di "telecomandare" i liners.
E' chiaro che la "motivazione" del pilota cambia in virtù del fatto di essere direttamente seduto sul mezzo o invece saldamente inchiodato a terra, basta confrontare cosa si fa con i giochi virtuali di guida o invece con la macchina da Rally vera.
Quanto questa capacità decisionale valga lo stabilisce il mercato tramite la domanda e l'offerta.
Qui sono convinti in molti che la domanda è quella che è quindi i piloti AZ devono accettare termini e condizioni senza discutere, pena l'eliminazione.
Io e molti altri colleghi invece siamo convinti che ci siano ampi margini di miglioramento nell'offerta, proprio in virtù di quel mercato di cui tutti si riempiono la bocca senza averne chiare le caratteristiche.
In tanti anni di lavoro ho visto momenti in cui l'offerta di piloti era ampia e la richiesta delle compagnie scarsa, oggi non è così.
...voli telecomandati a parte...

Quoto Tutto in pieno!!!
hai condensato in poche righe una situazione e la sua evoluzione.

Grazie e Complimenti
MF
 

vipero

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8 Ottobre 2007
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Ma è già così, gli aerei che piloto oggi sono più facili da portare di quelli su cui ho cominciato.
La parte impegnativa del lavoro del pilota infatti non è quella di guidare gli aerei ma quella di prendere decisioni ed è lì che si fanno gli errori che portano aerei perfettamente funzionanti a schiantarsi da qualche parte.
I computers al momento le decisioni non le sanno prendere.
Questo è il motivo per cui ci vogliono anni per formare un pilota "vero" e non un surrogato di autopilota quale può essere il ragazzo in questione con tutta la sua teoria, le sue 500 ore comprate e la sua grande voglia di lavorare, chissà se avrà altrettanta voglia di apprendere, dalle sue parole un po' arrogantelle non mi pare.
Questo lavoro di supervisione potrà anche essere fatto da casa un giorno, quando i sistemi di comunicazione saranno abbastanza affidabili per consentire di "telecomandare" i liners.
E' chiaro che la "motivazione" del pilota cambia in virtù del fatto di essere direttamente seduto sul mezzo o invece saldamente inchiodato a terra, basta confrontare cosa si fa con i giochi virtuali di guida o invece con la macchina da Rally vera.
Quanto questa capacità decisionale valga lo stabilisce il mercato tramite la domanda e l'offerta.
Qui sono convinti in molti che la domanda è quella che è quindi i piloti AZ devono accettare termini e condizioni senza discutere, pena l'eliminazione.
Io e molti altri colleghi invece siamo convinti che ci siano ampi margini di miglioramento nell'offerta, proprio in virtù di quel mercato di cui tutti si riempiono la bocca senza averne chiare le caratteristiche.
In tanti anni di lavoro ho visto momenti in cui l'offerta di piloti era ampia e la richiesta delle compagnie scarsa, oggi non è così.
ma secondo te, il raggiungimento di un certo livello retributivo e di riconoscimento della professionalità è automatico appena uno si appunta l'acquiletta sul petto, oppure ci si arriva maturando esperienza, macinando km e dimostrando quanto si è capaci?
perchè qui sembra che solo il fatto di arrivare a sedersi a destra, spendendo una cifra folle, vuol dire che sei già arrivato e meriti il massimo...
 

Old Crow

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7 Giugno 2006
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Bus

Non sono d'accordo con il tuo precedente discorso ma con questo assolutamente si :D:D:D
Welcome to the Airbus , resistance is futile . YOU 'll be assimilated .
Infatti a Tolosa prevedono in futuro in cockpit due umani ,
un pilota e un cane . A cosa serve il cane ?
A mordere la mano del pilota appena prova a toccare qualcosa.
Old Crow
 

Veolia

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...a dirla tutta il nostro pilota piu' che arrogante mi sembra un po' troppo lamentoso.
Ha speso una follia ,ha appena cominciato a lavorare e gia si vede senza futuro???
...che lagna questi vogliono tutto pronto sul piatto d'argento, ne conosco molti di piloti cosi', alcuni purtroppo a spasso.
Tranquilli, il prossimo anno sara' ancora peggio.
 

Old Crow

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7 Giugno 2006
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Livello

ma secondo te, il raggiungimento di un certo livello retributivo e di riconoscimento della professionalità è automatico appena uno si appunta l'acquiletta sul petto, oppure ci si arriva maturando esperienza, macinando km e dimostrando quanto si è capaci?
perchè qui sembra che solo il fatto di arrivare a sedersi a destra, spendendo una cifra folle, vuol dire che sei già arrivato e meriti il massimo...
Il problema e' che molti giovani appena arrivano a sedersi in qualche aereo di linea , si sentono arrivati , non capiscono che quella non e' la fine , e' l'inizio.
Old Crow
 

Italo83

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Ragazzi please non facciamo di tutta l'erba un fascio. C'è anche tanta gente consapevole di avere ancora un sacco di cose da imparare, il nostro amico f/o ha parlato per se.
 

i-givo

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15 Aprile 2008
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LIMF
La cartolina me la manderai tu, io lavoro qui tranquillo e sereno e mantengo il mio standard di stipendio, che mi consente anche di volare quando voglio.

Voi se continuate così, no, ammesso che tu sia uno dei piloti di professione, ma dalla tua risposta non credo.
mai fatto capire neppure veltamante che io posa essere un pilota.
Volo molto, sì, contribuendo al bilancio dell'aviazione commerciale nel mondo, pagando regolarmente i biglietti, senza aiuti di stato, sopportando gli stress lavorativi, i jet lag, come tutti.
 

Etops

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Secondo me si tratta solo di una pietosa lettera per auto-sponsorizzarsi... sia mai che Colaninno la legga e non si voglia far scappare un giovane così motivato!!!

ciao
Andrea
 
M

mostromarino

Guest
Welcome to the Airbus , resistance is futile . YOU 'll be assimilated .
Infatti a Tolosa prevedono in futuro in cockpit due umani ,
un pilota e un cane . A cosa serve il cane ?
A mordere la mano del pilota appena prova a toccare qualcosa.
Old Crow
madonna,pensate il rinnovo del contratto con l`ENPA
Cominceranno a chiedere la foto di laika in cockpit e cuccia imbottita per gli intercontinentali.........
ah. a.pensarci bene c`è un precedente,.........per le cuccie
 

E-3A-Awacs

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8 Marzo 2008
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Welcome to the Airbus , resistance is futile . YOU 'll be assimilated .
Infatti a Tolosa prevedono in futuro in cockpit due umani ,
un pilota e un cane . A cosa serve il cane ?
A mordere la mano del pilota appena prova a toccare qualcosa.
Old Crow
:)

Secondo me si tratta solo di una pietosa lettera per auto-sponsorizzarsi... sia mai che Colaninno la legga e non si voglia far scappare un giovane così motivato!!!

ciao
Andrea
Probabile sia così...per come sono io preferirei ottenere un lavoro sapendo di essermelo 'guadagnato'sul campo facendo esperienza e dimostrando quanto valgo piuttosto che eventualmente ottenerlo per aver scritto su un giornale..ma definire questa lettera pietosa mi sembra un pò esagerato...
 

E-3A-Awacs

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8 Marzo 2008
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Il problema e' che molti giovani appena arrivano a sedersi in qualche aereo di linea , si sentono arrivati , non capiscono che quella non e' la fine , e' l'inizio.
Old Crow
Per tanti sicuramente vale questo discorso...ma non penso valga anche in questo caso...
Sai,se effettivamente ha fatto tutti quei sacrifici economici cui fa riferimento,credo sia solo perchè,magari erroneamente,pensava di darsi qualche possibilità in più...poi,si è svegliato ed ha visto che tutto ciò che ha fatto al momento non è servito poi a molto e si è,giustamente,rammaricato per questo(non mi sento di biasimarlo..non credo sia bello sapere di essersi dati tanto da fare prima e poi trovarsi con un pugno di mosche in mano..)...L'errore sta nella reazione che ha avuto..Invece che scrivere una lettera su un quotidiano lamentandosi avrebbe dovuto rimboccarsi le maniche,inviare curricula alle varie compagnie..insomma impegnarsi seriamente per ottenere un nuovo posto senza piangersi addosso...
 

Honeywell

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12 Novembre 2005
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Torino.
Grazie per aver riproposto la lettera,
è un argomento interessante, che suggerisce varie riflessioni sul processo di cambiamento che sta vivendo l’aviazione italiana. Ero curioso di conoscere le vostre sensazioni.

L’autore è un semplice ragazzo dotato di una sana ambizione, e in questo non c’è che da esprimergli stima. Qualche tempo fa, una sera da mia nonna ho visto su Porta a Porta un sondaggio sui “giovani” e mi sono intristito. Alla domanda “quale tra i seguenti aspetti ritieni prioritario nella ricerca di un lavoro?” Tra “stipendio”, “ambiente lavorativo”, “gratificazione personale”, “sicurezza” e “possibilità di carriera” il 66 % rispondeva il posto fisso.
Una tale determinazione è ammirevole. Ed unita alla costanza è una qualità che sono sicuro che nel tempo verrà premiata.
Diciamo però che c’è modo e modo di arrampicarsi. Che anche lo sgomitare, dovrebbe comunque avere un suo stile.
Le argomentazioni sono in buona parte indubbiamente condivisibili, ma scrivere a nemmeno 30 anni al secondo quotidiano nazionale una lettera (sembrerebbe nemmeno indirizzata ai piloti ma “ai comandanti”), in cui gli si fanno pubblicamente questioni di morale, mi sembra un passo audace per chi sta imparando a camminare.
Non è tanto una questione di piloti, di esperienza, di gerarchia … è proprio il concetto in sé ad essere fastidioso. Il pensare che in un qualunque ambito professionale, uno entrato da un anno si metta a criticare pubblicamente chi in quella giungla che è un luogo di lavoro, ci ha trascorso quasi una vita intera. Dovendo trasformarsi in chissà quale uomo, scendere chissà a quali compromessi con sé stesso, per riuscire a sopravvivere.
Se i piloti fossero una categoria unita, e non divisa tra le scaramucce del cortile, si potrebbe dire che il giovane non ha fatto una cosa intelligente.


Riflettevo invece sui 120.000 Euro inizialmente investiti, considerando la sola cifra così come si presenta, al netto di eventuali interessi o mancati profitti per la sua sottrazione ad altre forme di investimento. Su quanto il sig. Busatto (che un giorno ha bussato alla porta di un’azienda perché cercava un lavoro, e ne è uscito con un loro prodotto acquistato sotto un braccio, e qualche anno di cambiali in tasca), possa guadagnare in questo momento e che aspettativa ci possa essere per i prossimi anni della sua carriera.
Considerato il doversi trasferire e sostenere un nuovo affitto, dotarsi di un auto (indispensabile), e mantenersi in un modo quanto meno dignitoso, che cifra riuscirà a mettere da parte tutti i mesi per onorare l’impegno preso ? Quanto tempo impiegherà il sig. Busatto a rientrare della somma esposta al rischio, ed iniziare finalmente a guadagnare ?

Mi emoziono sempre nell’ascoltare i racconti di questi “giovani”, dei loro animi puri e infiammati da nobili ideali di serietà e dedizione al lavoro.
Loro vogliono “coronare il sogno che ho fin da bambino”, vogliono “volare”. Loro sono “nauseati” dal sistema, hanno una “passione”, loro hanno “fatto dei sacrifici”. Incompresi in un mondo di mercenari che pensa solo al denaro, loro invece il “cielo” ce l’hanno “nel cuore”.
Delle mere questioni terrene, è poi qualcun altro a doversi occupare.
Ne ricordo uno, tra quelli in cui mi sono imbattuto, cui ai genitori avevano appena pignorato la casa. Guardando il cielo, “ma io sono lassù … “, ti rispondeva con gli occhi luccicanti di un bambino.

Il limite del sig. Busatto, è che la sua formazione non l’ha dovuta pagare di tasca propria.
Probabilmente, se avesse una banca od una società di recupero crediti che gli stanno col fiato sul collo, maturerebbe la corretta capacità di analisi per avere una visione più ampia del contesto in cui vive. Magari, visto che di mestiere fa il pilota anche lui, gli verrebbe il dubbio che quegli scioperati di Alitalia che ridicolizzano il paese, senza volerlo forse stiano facendo molto di più per il suo futuro, di quanto non abbia fatto finora lui.
 
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Veolia

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10 Settembre 2006
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Interessante come una lagnosa , basta il titolo,lettera di un evidentemente, per quello che a speso, semibenestante, abbia riempito pagine e pagine di commenti.
Solo perche' riversa la colpa del sua condizione di precario volante, nei confronti dei privilegiati AZ, che non c'entrano evidentemente nulla.
Come se un pilota di American Eagle a cui han tolto contratto e crj da sotto il culo ce l'avesse con i suoi colleghi della capogruppo.


Ridicolo anche il fatto che qualcuno lo abbia preso ad esempio.

Mi spiace solo che e' del mio stresso Aeroclub!
 
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Fabiazzo

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17 Febbraio 2007
956
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Roma.
Quoto Honeywell al 100%.

La mia modesta e personale impressione è che il sig. Busatto abbia fatto questo ragionamento: " Siccome ho speso 150.000 euro per diventare pilota, è moralmente ingiusto che non ci sia alcuna azienda pronta a riconoscermi ( e a rifondermi i $ ) le mie capacità ".

C'è un sacco di gente che fa sacrifici per ottenere ciò che vuole. Chi si indebita per centinaia di migliaia di euro evidentemente ha la possibilità di restituirli, oppure erano soldi di famiglia. Se ci vado io in banca a chiedere una cifra del genere e gli dico " eh però poi divento pilota e ve li restituirò presto " credo che al massimo posso ottenere una risata in faccia.

Quale paga dovrebbe pretendere e quale lettera al giornale dovrebbe scrivere allora il medico che si è fatto 6 anni di studi universitari, quattro di tirocinio e specializzazione, e un altro paio all'estero ? Quanto ha speso, quanti anni di mancato guadagno per continuare le specializzazioni ?

Mi viene in mente una citazione: " Quando siamo giovani pensiamo che ciò che vogliamo sia esattamente ciò che ci meritiamo ".
 

victorgolf

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19 Dicembre 2007
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Inbound LUPOS
... Riflettevo invece sui 120.000 Euro inizialmente investiti, considerando la sola cifra così come si presenta, al netto di eventuali interessi o mancati profitti per la sua sottrazione ad altre forme di investimento. ...

Ho apprezzato molto il tuo intervento, però, francamente, ritengo che il papà del pilota non abbia messo certo a disposizione la somma a titolo di investimento su/per il figlio....

Semplicemente ha aiutato il figlio a realizzare il suo desiderio professionale.
Trovo, che i genitori, ove possibile, ci siano anche per questo.