Incidente A330 Air France Rio-Parigi 01/06/2009


asev

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22 Maggio 2008
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21 nm E NAP, 18 nm NW QSR
Leggendo sono rimasto a bocca aperta...
Una cosa del genere potrebbe mettere a terra la serie A330/340, se si accertasse che fosse quello il problema e fosse obbligatorio risolverlo per volare?
Una cosa del genere cosa potrebbe provocare negli operativi di tantissime compagnie aeree, soprattutto europee, che basano le loro flotte di lungo raggio su quegli aeromobile?
 

Marilson

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16 Marzo 2007
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Leggendo sono rimasto a bocca aperta...
Una cosa del genere potrebbe mettere a terra la serie A330/340, se si accertasse che fosse quello il problema e fosse obbligatorio risolverlo per volare?
Una cosa del genere cosa potrebbe provocare negli operativi di tantissime compagnie aeree, soprattutto europee, che basano le loro flotte di lungo raggio su quegli aeromobile?
sarebbe quasi la paralisi del trasporto aereo mondiale di lungo raggio.. cmq gran bella rogna per Airbus.. e io che ero sconvolto dai problemi cronici dei carrelli del Q400
 

BlueAngel69

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13 Maggio 2008
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Tutta colpa di un pò di sporcizia in un tubicino, a quanto pare...

sarebbe quasi la paralisi del trasporto aereo mondiale di lungo raggio.. cmq gran bella rogna per Airbus.. e io che ero sconvolto dai problemi cronici dei carrelli del Q400
Si parla chiaramente di "buchi di scarico dei Tubi di Pitot" intasati, che provocando il ristagno di acqua, possono facilitare il congelamento e le letture errate...:astonished:

Credo che una primissima misura da adotttare, a questo punto, sia di RIPULIRE quei maledetti buchi di scarico, e fare in modo che lo siano prima di ogni volo, o quasi.

Chiedo ai piloti: è realisticamente possibile fare questo, oppure si tratta di un'operazione di manutenzione abbastanza complessa, tale da non poter essere effettuata su base pressochè quotidiana?

Saluti.
 

Nibbio

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5 Dicembre 2008
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Scusate ma tutti sti stracxxxxxi vengono dalle affermazioni francesi, che i soldoni cos'è? Scusate l'ignoranza del mio Inglese!!!
In Soldoni, Air france ha avuto piu' di una volta problemi ai tubi di pitot dei 340a causa della formazione di ghiaccio all'interno di essi e piu' volte ha chiesto ad AIRBUS di trovare una soluzione al problema. Giusto raga?
 

Alfly727

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9 Luglio 2007
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Se non ricordo male qualche anno fa un 757 della AeroPerù precipitò in mare a causa della mancata rimozione del nastro adesivo che era stato posto come protezione ai sensori di quota e velocità durante una manutenzione. In quel caso l'incidente fu un caso dovuto a superficialità o negligenza da parte di chi avrebbe dovuto rimuovere il nastro adesivo, ma le possibili indicazioni sbagliate sul volo AF mi sembrano più gravi in quanto potrebbero interessare una intera specie di a/m. In ogni caso concordo con Willy che qualcosa in questa vicenda continua a non quadrare.
 

mace

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5 Giugno 2009
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Abano terme, PD
Troppo facile risponderti di adottare opportune iniziative per andarlo a chiedere ai diretti interessati. Facile, ma irriguardoso nei confronti dei defunti.
Ogni tanto mi chiedo quale altro spirito conoscitivo muova certi tuoi post...
Perdonatemi l'OT!
Sapere se è errore umano o meno è importante, non è irriverente. Quando si parla di errore umano non lo si fà per colpevolizzare chi lo ha commesso, ma per creare nuove procedure che evitino di ricommettere lo stesso errore.
 

asev

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22 Maggio 2008
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In Soldoni, Air france ha avuto piu' di una volta problemi ai tubi di pitot dei 340a causa della formazione di ghiaccio all'interno di essi e piu' volte ha chiesto ad AIRBUS di trovare una soluzione al problema. Giusto raga?
Già...
E purtroppo questa dei tubi di Pitot è una storia che ho sentito parecchio nei disastri aerei.
In effetti molte pagine dietro supponevo anch'io che c'entrassero qualcosa, ma li avevo esclusi perchè nei casi precedenti che conoscevo il problema si era verificato subito dopo il decollo.. Addirittura in un caso (non ricordo quale), dentro al tubo c'era un nido (!), e quindi le letture erano assolutamente falsate...
In un altro caso i tecnici di terra dimenticarono un pezzo di nastro adesivo sulle prese (che si mette per evitare i problemi del disastro che ho citato prima, quando l'aereo deve stare fermo per un po'), e anche in quel caso le letture errate furono il presupposto per il disastro.
Qui si tratta di ghiaccio... Da buon appassionato di Flight Simulator so che (anche nel gioco) c'è il comando Pitot Heat per riscaldare i tubi e proteggerli dal ghiaccio. Chiedo ai piloti veri: in quali casi l'interruttore va azionato? E perchè questo sistema (che in questo caso, se venisse confermata l'ipotesi ghiaccio, sarebbe stato vitale), non viene reso automatico, in modo che in caso di repentine variazioni di temperatura si possa attivare da solo, senza dover aspettare l'intervento umano?

Stavo pensando ad una cosa... Come è stato detto sul 330 (e anche sugli altri aerei) ci sono 2-3 ricevitori gps... Non si potrebbero usare anche queste informazioni (come sistema secondario magari), per conoscere la velocità e l'altitudine del volo? Voglio dire un banale TomTom assolve a queste funzioni...
Potrebbe essere d'aiuto in caso di letture errate da parte dei sistemi in uso attualmente...
 

Nibbio

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5 Dicembre 2008
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Francia/Ginevra
Ricordo di un icidente causato da un nido di vespe all'interno dei tubi di pitot (l'aereo era rimasto fermo per un bel po senza le protezioni ai Pitot)
 

atco

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19 Febbraio 2008
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.
Molti si stupiscono dell'assenza di copertura radar negli oceani... della mancanza di comunicazioni radio... dell'assurdo che un volo sia "scomparso" e si ipotizzi possa essere causa di condizioni meteo estreme...

Giusto per fare un po' l'avvocato del diavolo...

Airbus A330: allo stato attuale delle cose
Il primo e più importante dei quali è relativo al fatto che l’equipaggio non ha comunicato nulla al personale di terra. Dall’apparecchio è partito solo il segnale automatico, della durata di tre minuti, di "avaria generale del sistema elettrico". Il che significa tutto e niente. È impensabile che un equipaggio addestrato e di grande esperienza come quello dell’Airbus in volo per Parigi non sia riuscito a mettere mano alle comunicazioni. Ai corsi per i piloti, gli insegnanti ripetono ossessivamente la formuletta "operate and comunicate", operate e comunicate.
Appunto... "aviate", "navigate" e poi per ultima "communicate". Mi è successo di interminabili minuti di silenzio e migliaia di piedi persi da aerei in emergenza prima di ricevere una parola dal pilota.
Nel volo oceanico poi i piloti non stanno con le cuffie alle orecchie e il dito sul PTT come quando nei continenti. Le HF non sono facilmente monitorabili di continuo come le VHF e la quantità di comunicazioni è diversa. Per questo si usa il sistema SELCAL con gli aerei da parte del controllo oceanico.

Le trasvolate oceaniche, dato che sono molto lunghe, prevedono sempre la presenza di due equipaggi completi per la cabina di comando: un equipaggio "attivo", composto dal comandante del velivolo e dal suo secondo (detto "primo ufficiale"), che si occupa delle prime e delle ultime ore di volo, e un equipaggio di crociera, composto da uno o due piloti, che sostanzialmente non fa altro che controllare il pilota automatico durante la lunga e sonnolenta traversata dell’oceano. Nel caso in cui le condizioni climatiche siano più o meno preoccupanti, il comandante ha la facoltà di scegliere se restare alla cloche e sovrintendere a tutte le operazioni.
Non sempre: dipende dalle ore di volo. In alcuni casi può essere anche un equipaggio unico, o 3 piloti.

A leggere le carte del tempo relative a quella zona, si capisce che di sicuro il volo si è trovato in una situazione di turbolenza. Che, nell’aeronautica civile, è di tre gradi, a seconda dell’intensità: leggera, moderata e severa. Ora, quand’anche il volo AF 447 si fosse trovato al cospetto di una turbolenza di terzo livello (cosa improbabile, visto che i voli sono dotati di radar meteo che danno informazioni in tempo reale sulle condizioni del tempo da lì a 15 minuti: l’equipaggio può quindi con tutta calma operare variazioni di rotta per evitare le zone difficili), se pure si fosse trovato al cospetto di una turbolenza severa, si diceva, è da escludere del tutto l’ipotesi che questa abbia provocato la caduta del jet: fulmine compreso.
Secondo l'ICAO i tipi di turbolenza sono 4: light, medium, severe e extreme.
Non è difficile sentirsi riportare turbolenza severa, anche sopra le nostre alpi. Non è neanche raro vedere aerei che non sono in grado di mantenere il livello, o perdere lo stato RVSM a causa di turbolenza. Ho visto anche perdere 4000 piedi in 30 secondi a causa di turbolenza severa, con conseguente atterraggio di emergenza a causa di feriti a bordo (piloti inclusi).

Anche la questione dell’assenza di copertura radar andrebbe riportata a un livello di discussione assai più moderato. Allo stato attuale della tecnologia in nostro possesso, non si può attuare un’area di copertura radar da costa a costa. La copertura del radar – che effettivamente per lunghi tratti di traversata oceanica manca – serve soprattutto alle torri di controllo per canalizzare e gestire il traffico di decolli e atterraggi... Non va dimenticato che in un minuto di una qualsiasi giornata contemporaneamente volano migliaia di apparecchi. Un pilota non ha un bisogno necessario e assoluto del radar per andare da X a Y. Ha i suoi sistemi di navigazione. Ha le carte. Ha le rotte già tracciate. Ha il satellitare. E soprattutto comunica con i colleghi che lo seguono e lo precedono lungo quelle medesime rotte. Nel caso di comunicazioni con la torre, poi, ci sono le radio in frequenza HF, di qualità medio-bassa, ma comunque sempre funzionanti e attive.
Sicuro di tutto quello che hai scritto? Davvero il radar ti serve solo per allinearti alla pista in atterraggio? Riusciresti a condurre un volo Roma-Milano senza controllo radar? Mah...
Ad ogni modo le torri sono gli unici impianti che non hanno il radar dato che svolgono il loro lavoro con occhi, cannocchiale, strips e radio. Le torri più trafficate hanno il servizio "radar aerodromo" che ha delle funzioni di ausilio e ben limitate dato che il controllo è svolto "a vista".

Dunque, restiamo ai (pochi, al momento) punti fermi della vicenda.
L’equipaggio non ha comunicato nulla. Né may day, né malfunzionamenti. Ora, calcolando che l’altezza media di crociera di un volo è di 35mila piedi, e ipotizzando una caduta verticale, proprio a muso in giù, dell’apparecchio, e assumendo infine che il mezzo impieghi un minuto per percorrere 5mila piedi, all’Airbus Air France ci sarebbero voluti 7 minuti prima dell’impatto con l’acqua. Sette minuti e zero comunicazioni. Qualcosa deve essere successo all’interno del cockpit. Un evento improvviso e dirompente, in prima battuta. O, al contrario, un impedimento sottile, silenzioso e strisciante, lento, capace di mettere fuori combattimento i piloti.
penso che si possa valutare anche un rateo superiore ai 5000ft/min... in casi estremi di incontrolloabilità penso possano sfiorare anche il doppio...
 

Xtxt

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2 Giugno 2009
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Per quanto riguarda la possibilita' di utilizzare i 2-3 GPS per calcolare la velocita', IN AIUTO agli altri sistemi, cio' e' ovviamente possibile e credo che prima o poi sara' meglio integrato.
Pero' un conto e' la velocita' del mezzo rispetto al suolo, un altro la velocita' rispetto all'aria, che e' quella piu' importante.
 

belumosi

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10 Dicembre 2007
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Dal Corriere:

La marina brasiliana: «Avvistate altre vittime». Trovate anche parte di un'ala
L'Airbus sparito, trovati altri 3 corpi
Ripescati altri tre corpi delle vittime dell’Airbus scomparso sull’Atlantico
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Le ricerche nell'Atlantico (Epa)
RIO DE JANEIRO - La marina brasiliana ha recuperato in mare altri tre cadaveri dei passeggeri dell'Airbus dell'Air France scomparso lunedì scorso sull'Atlantico, mentre era in volo da Rio de Janeiro a Parigi. Lo ha reso noto l'edizione online del Globo, precisando che sono stati avvistati altri corpi. Il ritrovamento di tre cadaveri si aggiunge a quello di due corpi annunciato sabato dal portavoce dell'aeronautica brasiliana, il colonnello Jorge Amaral.

TROVATE ANCHE PARTI DI ALA - La marina brasiliana ha anche ritrovato parti di una delle due ali dell' Airbus. «In questa fase del lavoro, la priorità delle operazioni sarà il recupero dei corpi», ha precisato la marina, ricordando che «finora le ricerche si sono svolte su una superficie pari a 200 mila chilometri quadrati». Circa i due cadaveri trovati sabato «a 849 chilometri dall' isola Fernando de Noronha, distante 69,5 chilometri a nordest dal punto dove l'aereo ha segnalato guai al sistema elettrico», la marina ha ricordato che subito dopo il trasporto a Noronha, i due corpi verranno portati nella città di Recife «per la loro identificazione».
 

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6 Novembre 2005
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i brasiliani dicono che han trovato altri tre corpi...
fonte el globo
AFP - Trois nouveaux corps de victimes de l'Airbus d'Air France ont été repêchés dimanche matin par l'armée brésilienne, a annoncé un porte-parole militaire.

"Trois corps ont été repêchés ce matin", a dit le porte-parole des forces aériennes, le lieutenant colonel Henry Munhoz. "Il ne fait aucun doute que les débris repêchés proviennent de l'avion, ainsi que les corps."

Cette nouvelle découverte porte à cinq le nombre de corps récupérés, après deux premiers corps repêchés samedi. Ces cinq corps sont à bord d'une frégate brésilienne en route vers l'archipel de Fernando de Noronha, à un peu plus de 800 km du lieu du crash de l'Airbus A330 qui s'est abîmé avec 228 personnes à bord.

Le porte-parole a ajouté que d'autres corps avaient été repérés et seraient repêchés dans la journée. Il a précisé que la météo était "défavorable" dimanche sur la zone des recherches.
 

CTALIRQ

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7 Novembre 2005
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Firenze, Toscana.
Il ritrovamento di corpi come si concilia con l'ipotesi di esplosione in volo?
Può il corpo umano sostenere una decompressione esplosiva e la successiva caduta per 35mila piedi?