Incidente A330 Air France Rio-Parigi 01/06/2009


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6 Novembre 2005
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Azionista LibertyLines
13.06.2011 | 14:46

Les corps de victimes de l'AF447 en France jeudi

Les corps de victimes du crash du vol Air France Rio-Paris devront être identifiés, au terme d'un processus très encadré scientifiquement et juridiquement long de plusieurs semaines, voire de plusieurs mois.

Les dépouilles de victimes du crash du vol Air France Rio-Paris il y a deux ans, repêchées ces dernières semaines au large du Brésil, doivent arriver par bateau jeudi à Bayonne, a-t-on appris lundi 13 juin de source proche de l'enquête.
"A priori, les corps devraient arriver en France, dans le port de Bayonne (Pyrénées Atlantiques), le 16 juin à bord du navire 'L'Île-de-Sein'", a dit cette source à l'AFP.
Ce câblier du groupe Alcatel-Lucent, affrété par le Bureau d'enquêtes et d'analyses (BEA) chargé de l'enquête technique de l'accident du vol AF447 le 1er juin 2009 (228 morts) avait terminé le 3 juin les opérations de repêchage, par 3.900 m de fond dans l'Altantique, de corps et de pièces de l'Airbus A330.
Le BEA avait annoncé le 7 juin que le navire "rejoindra le port de Bayonne dans le courant de la semaine prochaine, d'où les pièces de l'avion seront transférées à Toulouse, dans un hangar de la direction générale de l'armement (DGA) et les corps acheminés vers un institut médico-légal".

70 dépouilles parmi les restes de l'épave

Selon la gendarmerie qui a effectué le repêchage des dépouilles, 104 corps ont été remontés entre fin avril et début juin. Au total, avec les 50 premiers corps qui avaient été "relevés" juste après l'accident, 154 corps ont été repêchés. Quelque 70 dépouilles reposent parmi les restes de l'épave.
Les corps ramenés en France devront être identifiés, au terme d'un processus très encadré scientifiquement et juridiquement long de plusieurs semaines, voire de plusieurs mois.
"L'Ile-de-Sein" a également récupéré des pièces cruciales de l'A330 afin de comprendre l'accident, notamment ses deux moteurs et ses deux boîtes noires.
Les enquêteurs du BEA travaillent actuellement sur les données contenues dans les boîtes noires repêchés début mai. Grâce à ces enregistreurs, ils ont pu détailler les circonstances dans lesquelles s'est déroulé l'accident, sans toutefois en préciser les causes. Ils doivent publier un rapport fin juillet.

(Challenges.fr, avec AFP)
 

xplane

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3 Gennaio 2011
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Per far si che una tragedia del genere non accada più......

.....mi sembra che le conclusioni siano ancora molto lontane. E' colpa dei piloti? E' colpa dell'A330? Non vorrei che alla fine ci sia la solita "chiusura" del tipo: una serie di circostanze...una serie di situazioni...ecc...ecc...ecc....
Quella notte molti altri voli procedevano con quella rotta, nessuno segnalò situazioni "estreme". Qui l'aereo va in stallo e i piloti continuano ad alzare il muso e salire di quota? Per la sicurezza delle compagnie e dei passeggeri ci vorrebbe (speriamo arriverà) una sentenza definitiva. Insomma o è colpa dei piloti o è colpa dell'aereo. Non stiamo parlando di un Piper sorpreso da un temporale...stiamo parlando di un nuovo e grande Airbus 330.
 

kenadams

Moderatore
13 Agosto 2007
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.....mi sembra che le conclusioni siano ancora molto lontane. E' colpa dei piloti? E' colpa dell'A330? Non vorrei che alla fine ci sia la solita "chiusura" del tipo: una serie di circostanze...una serie di situazioni...ecc...ecc...ecc....
E' quasi sempre una catena causale di eventi che conduce a sciagure aeree.

Quella notte molti altri voli procedevano con quella rotta, nessuno segnalò situazioni "estreme". Qui l'aereo va in stallo e i piloti continuano ad alzare il muso e salire di quota? Per la sicurezza delle compagnie e dei passeggeri ci vorrebbe (speriamo arriverà) una sentenza definitiva. Insomma o è colpa dei piloti o è colpa dell'aereo. Non stiamo parlando di un Piper sorpreso da un temporale...stiamo parlando di un nuovo e grande Airbus 330.
Le attribuzioni di responsabilità monocausali sono quasi sempre oleografiche, inesatte e inutili per evitare che un incidente si ripeta. L'obiettivo di qualsiasi investigazione su una sciagura aerea è quello di evitare che si ripeta, non di stigmatizzare un colpevole. Spessissimo gli incidenti sono stati causati dalla coincidenza di cause improbabili: se una coppia di piloti sbaglia a inserire il rateo di discesa dell'aereo (uno dei primi incidenti a un 320 - Air Inter negli anni Ottanta) si puo' scoprire che il loro errore è stato ampiamente facilitato dal design dell'interfaccia nella quale il rateo si inserisce e si conferma. E ancora, se due aerei provvisti di TCAS si schiantano in volo nonostante un controllore di volo (pur tardivamente, in quanto impegnato su piu' postazioni e inconsapevole del guasto di un sistema di allarme) cerchi di separarli, evidentemente ci sono piu' fattori concorrenti ad aver causato l'incidente. Se un piccolo B1900D s'impenna dopo il decollo, stalla e si schianta, principalmente perche' la sostituzione di una parte meccanica è stata fatta da cani, si puo' comunque scoprire che la manutenzione non è stata fatta bene per la mancanza di un sistema ridondante di controllo di qualità, e che il problema tecnico non aveva causato conseguenze finche' l'aereo non è partito in sovrappeso per l'obsolescenza delle tabelle coi quali i piloti erano tenuti a stimare il peso dell'aereo carico.
Lascia i processi a giornalisti e tribunali, qua si cercano spiegazioni esaurienti.
 

pieterde

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29 Aprile 2007
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Comunicato stampa del BEA di oggi:

The third BEA Interim Report will be published on Friday 29 July 2011. This report will present the exact circumstances of the accident with an initial analysis and some new findings based on the data recovered from the flight recorders.

At the same time, a press briefing will be organised at the BEA at 14 h 30.
 

belumosi

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10 Dicembre 2007
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Ne approfitto per segnalare un interessante articolo su "Volare" di luglio.
 

broussard

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16 Aprile 2009
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Crash Air France 447, per il rapporto fu colpa dei piloti “poco preparati”
In molti a Parigi, fin dagli inizi, erano convinti che mai, proprio mai si sarebbe arrivati alla verità sul crash dell’Air France 447, in volo da Rio de Janeiro a Parigi, nella notte del 9 giugno 2009. Erano morte tutte le 228 persone a bordo, inghiottite dai flutti neri del Pacifico.

Colpa dei piloti della compagnia? O di Airbus, il produttore del velivolo? Troppo a lungo si sono succedute congetture, in una confusione condita anche da qualche inevitabile omertà, dato che i protagonisti loro malgrado della vicenda, Air France e Airbus in particolare, vedono lo Stato francese saldamente presente nei propri capitali. La rassegnazione ha avuto fine quando, all’inizio di maggio, a sorpresa sono state ritrovate le scatole nere dell’aereo in fondo al mare. Ebbene, ieri il Bea, l’organismo pubblico francese che indaga sull’incidente (stimato a livello mondiale, chiamato in soccorso per valutazioni tecniche di incidenti nei posti più diversi del globo) ha pubblicato il suo terzo rapporto sull’incidente. Ma è il più importante, perché basato proprio sulle indicazioni delle scatole nere. Il risultato? Gli esperti del Bea puntano il dito sulla responsabilità dei piloti del volo.

Ma andiamo per gradi. Subito dopo l’incidente le inchieste si erano concentrate su un altro problema, le sonde di Pitot, fabbricate da Thales, altro colosso dell’industria francese, per quel tipo di apparecchio. Sono collocate sull’esterno del velivolo e servono a calcolare la velocità di volo. Si è poi appurato che le sonde di Thales di quell’AF 447 avevano provocato problemi anche su altri velivoli (e quel modello è stato in effetti ritirato da tutti gli aerei che ne erano provvisti). Il Bea, però, aveva presto sottolineato che i difetti delle sonde di Pitot non potevano da sole spiegare l’incidente. Oggi gli esperti dell’organismo sono andati decisamente oltre tirando in ballo la responsabilità dei piloti. E sfatando così un mito in Francia, quello di una compagnia di bandiera considerata al top dell’affidabilità e della sicurezza a livello mondiale.

Va detto che da tempo giravano rumors sul comportamento dei piloti del volo. E in particolare sul comandante, che, come è stato confermato dal rapporto di oggi, si era allontanato dalla cabina di pilotaggio poco prima dell’incidente. In effetti su quell’aereo viaggiava anche sua moglie e lui avrebbe lasciato da soli gli altri due copiloti per andarsene dietro in compagnia della coniuge, in quella fase delicata di attraversamento di una zona dell’Atlantico, in preda a pesanti eventi meteorologici (ma come sempre, tanto che un volo Iberia passato di lì pochi minuti dopo non aveva avuto alcun problema). I copiloti rimasti, secondo il Bea, non hanno apportato le risposte corrette ai problemi legati al malfunzionamento dei rilevatori di velocità, dovuti al ghiaccio depositato sulle sonde di Pitot (e ai loro difetti di costruzione), e allo stallo del velivolo, che ha iniziato a perdere precipitosamente quota.

“I copiloti – si legge nel rapporto – non sono riusciti a identificare tale situazione di stallo dell’apparecchio”, nonostante l’allarme abbia suonato per 54 lunghi secondi. Né è stata avviata la procedura richiesta dopo la perdita degli indicatori di velocità. Quei piloti (ai comandi era rimasto uno di una trentina d’anni) “non erano stati preparati sufficientemente all’evenienza”. Inoltre, rileva ancora il Bea, i compiti non erano stati ripartiti “in modo esplicito” dopo che il comandante si era allontanato. Lui deve essere rientrato frettolosamente, ma va ricordato che tre minuti dopo che il pilota automatico si era disinnescato l’aereo è stato inghiottito dal Pacifico.

Ultimo dettaglio rilevato dall’organismo francese: nessun annuncio è stato effettuato nei confronti dei passeggeri in quegli ultimi tremendi minuti.

Air France ha reagito subito alle rivelazioni, ribadendo “la professionalità” dei suoi piloti e aggiungendo che “al momento attuale niente può ancora rimettere in causa le competenze tecniche dell’equipaggio di quel volo”. “La responsabilità degli uni o degli altri – ha sottolineato da parte sua Nathalie Kosciuko-Morizet, ministro dei Trasporti – è competenza della giustizia e non degli ispettori del Bea”. Sta di fatto che siamo a una svolta. Dallo scorso 20 marzo Air France e Airbus sono sotto inchiesta per “omicidio involontario”, una decisione presa dal battagliero giudice istruttore Sylvie Zimmerman, anche per rispetto dei familiari delle vittime, che chiedono giustizia. Ovviamente il giudice utilizzerà anche il nuovo e prezioso rapporto del Bea per la sua inchiesta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/201...to-fu-colpa-dei-piloti-poco-preparati/148874/
 

Dorico

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14 Febbraio 2010
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London/Ancona
ho visto la tomba "cumulativa" al cimitero Pere Lachaise di Parigi dedicata alle vittime dell'incidente aereo...o meglio la lapide commemorativa...che tristezza...ci sono diverse foto di diverse coppie, probabilmente in viaggio di nozze...:(
 

ryanmaverick

Utente Registrato
26 Aprile 2009
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Crash Air France 447, per il rapporto fu colpa dei piloti “poco preparati”
In molti a Parigi, fin dagli inizi, erano convinti che mai, proprio mai si sarebbe arrivati alla verità sul crash dell’Air France 447, in volo da Rio de Janeiro a Parigi, nella notte del 9 giugno 2009. Erano morte tutte le 228 persone a bordo, inghiottite dai flutti neri del Pacifico.

Colpa dei piloti della compagnia? O di Airbus, il produttore del velivolo? Troppo a lungo si sono succedute congetture, in una confusione condita anche da qualche inevitabile omertà, dato che i protagonisti loro malgrado della vicenda, Air France e Airbus in particolare, vedono lo Stato francese saldamente presente nei propri capitali. La rassegnazione ha avuto fine quando, all’inizio di maggio, a sorpresa sono state ritrovate le scatole nere dell’aereo in fondo al mare. Ebbene, ieri il Bea, l’organismo pubblico francese che indaga sull’incidente (stimato a livello mondiale, chiamato in soccorso per valutazioni tecniche di incidenti nei posti più diversi del globo) ha pubblicato il suo terzo rapporto sull’incidente. Ma è il più importante, perché basato proprio sulle indicazioni delle scatole nere. Il risultato? Gli esperti del Bea puntano il dito sulla responsabilità dei piloti del volo.

Ma andiamo per gradi. Subito dopo l’incidente le inchieste si erano concentrate su un altro problema, le sonde di Pitot, fabbricate da Thales, altro colosso dell’industria francese, per quel tipo di apparecchio. Sono collocate sull’esterno del velivolo e servono a calcolare la velocità di volo. Si è poi appurato che le sonde di Thales di quell’AF 447 avevano provocato problemi anche su altri velivoli (e quel modello è stato in effetti ritirato da tutti gli aerei che ne erano provvisti). Il Bea, però, aveva presto sottolineato che i difetti delle sonde di Pitot non potevano da sole spiegare l’incidente. Oggi gli esperti dell’organismo sono andati decisamente oltre tirando in ballo la responsabilità dei piloti. E sfatando così un mito in Francia, quello di una compagnia di bandiera considerata al top dell’affidabilità e della sicurezza a livello mondiale.

Va detto che da tempo giravano rumors sul comportamento dei piloti del volo. E in particolare sul comandante, che, come è stato confermato dal rapporto di oggi, si era allontanato dalla cabina di pilotaggio poco prima dell’incidente. In effetti su quell’aereo viaggiava anche sua moglie e lui avrebbe lasciato da soli gli altri due copiloti per andarsene dietro in compagnia della coniuge, in quella fase delicata di attraversamento di una zona dell’Atlantico, in preda a pesanti eventi meteorologici (ma come sempre, tanto che un volo Iberia passato di lì pochi minuti dopo non aveva avuto alcun problema). I copiloti rimasti, secondo il Bea, non hanno apportato le risposte corrette ai problemi legati al malfunzionamento dei rilevatori di velocità, dovuti al ghiaccio depositato sulle sonde di Pitot (e ai loro difetti di costruzione), e allo stallo del velivolo, che ha iniziato a perdere precipitosamente quota.

“I copiloti – si legge nel rapporto – non sono riusciti a identificare tale situazione di stallo dell’apparecchio”, nonostante l’allarme abbia suonato per 54 lunghi secondi. Né è stata avviata la procedura richiesta dopo la perdita degli indicatori di velocità. Quei piloti (ai comandi era rimasto uno di una trentina d’anni) “non erano stati preparati sufficientemente all’evenienza”. Inoltre, rileva ancora il Bea, i compiti non erano stati ripartiti “in modo esplicito” dopo che il comandante si era allontanato. Lui deve essere rientrato frettolosamente, ma va ricordato che tre minuti dopo che il pilota automatico si era disinnescato l’aereo è stato inghiottito dal Pacifico.

Ultimo dettaglio rilevato dall’organismo francese: nessun annuncio è stato effettuato nei confronti dei passeggeri in quegli ultimi tremendi minuti.

Air France ha reagito subito alle rivelazioni, ribadendo “la professionalità” dei suoi piloti e aggiungendo che “al momento attuale niente può ancora rimettere in causa le competenze tecniche dell’equipaggio di quel volo”. “La responsabilità degli uni o degli altri – ha sottolineato da parte sua Nathalie Kosciuko-Morizet, ministro dei Trasporti – è competenza della giustizia e non degli ispettori del Bea”. Sta di fatto che siamo a una svolta. Dallo scorso 20 marzo Air France e Airbus sono sotto inchiesta per “omicidio involontario”, una decisione presa dal battagliero giudice istruttore Sylvie Zimmerman, anche per rispetto dei familiari delle vittime, che chiedono giustizia. Ovviamente il giudice utilizzerà anche il nuovo e prezioso rapporto del Bea per la sua inchiesta.
http://www.ilfattoquotidiano.it/201...to-fu-colpa-dei-piloti-poco-preparati/148874/
mamma mia....ovviamente colpa del comandante che ha lasciato il cockpit per andare dalla sua consorte...non ho parole....e da quello che sapevo...a bordo c'era la fidanzata di uno dei due copiloti non del comandante...
 

Laurel

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10 Gennaio 2009
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Non ho mai letto un articolo scritto da persone più ignoranti di quello che parlano. Peggio, non hanno neanche letto il rapporto. Perché se l'avessero letto saprebbero che il comandante, come è previsto dalle regole, era uscito per andare a fare il riposo regolamentare, come succede su tutti gli aerei di lungo raggio.
Inoltre, si sta giocando molto sull'ignoranza della gente sul pilotaggio per far vedere una lettura della realtà distorta. "I copiloti non hanno etc etc?" Quel cockpit era una discoteca, con luci e suoni di tutti i generi che suonavano e lampeggiavano allo stesso tempo. I piloti hanno avuto solo qualche decina di secondi utili per interpretare cosa stesse succedendo, sensa avere alcuna idea di che strumenti fossero affidabili o sbagliati. Inoltre, quel tipo di stallo non è qualcosa che Airbus riteneva probabile...per cui il costruttore stesso non ne raccomandava la simulazione.
Tutti bravi adesso, col sederone sulla poltrona, a dire "avrebbero dovuto fare questo e quest'altro". Bisognava esserci, di notte, con tutti gli strumenti che davano indicazioni contrastanti (e ricordiamoci che sappiamo solo cosa dicessero gli strumenti di sinistra, non quelli di destra che non sono registrati), e con solo 3 minuti e 30 per capire e trovare una soluzione a un problema che ti avevano detto che non si sarebbe potuto mai produrre.
Poniamoci le domande giuste: come è possibile che un aereo si metta in una situazione del genere? Che crei una situazione che, se non interpretata e corretta in 3 minuti ti porta l'aereo dentro l'Atlantico? Nessuno pare che se lo chieda, neanche i geni della BEA.
 
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paulPR

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6 Settembre 2009
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Parma
Poniamoci le domande giuste: come è possibile che un aereo si metta in una situazione del genere? Che crei una situazione che, se non interpretata e corretta in 3 minuti ti porta l'aereo dentro l'Atlantico? Nessuno pare che se lo chieda, neanche i geni della BEA.
Poniamoci le domande giuste: come è possibile che un aereo si metta in una situazione del genere? Che crei una situazione che, se non interpretata e corretta in 3 minuti ti porta l'aereo dentro l'Atlantico? Nessuno pare che se lo chieda, neanche i geni della BEA.
Sicuramente hai ragione ma:

1. Alla perdita dei dati di velocità non è stata applicata l'opportuna checklist IAS unreliable;
2. E' stato dato invece un comando a cabrare, col risultato di ottenere una VS fino a +7000 ft/min, che ha portato l'aereo fuori dal suo inviluppo e all'inizio dello stallo mai riconosciuto.

Mi sembra che su questi due punti si concentrino le maggiori responsabilità dell'equipagio. Nella successiva caduta libera in stallo sempre più profondo mi sembra di capire che le uniche informazioni valide che l'equipaggio potesse avere erano l'assetto (sempre intorno ai 10° up), TOGA da un certo punto in poi e quota in diminuzione rapida. Non ho capito se avessero la VS ma la quota sembrerebbe di si, dato che ad un certo punto qualcuno in cockpit ha detto "FL100" e poi 4000... A mente fredda è una condizione non compatibile con l'overspeed sostenuta dal PF (tanto più che era sempre con comandi a cabrare), e nessuno ha del resto mai pronunciato la parola stallo. Anche se comodamente seduti al PC un assetto di +10/15°, TOGA, VS -10000 ft/min e comandi a cabrare non lasciano dubbi sul fatto che fossero in stallo, per me le responsabilità si concentrano sui primi due punti.
 

broussard

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