inchiesta Tuninter


Scusate tanto, ma l'inchiesta dell'ANSV sull'incidente Tuninter è stata chiusa, pubblicata, presentata al comitato dei parenti delle vittime, presentata alla stampa e pubblicata da tutte le riviste aeronautiche (alcune in modo molto approfondito e dettagliato), riportata sommariamente (a volte troppo) su tutta la stampa nazionale e scaricabile dal sito ANSV.

Non credo ci sia altro da aggiungere.
 
Neanch'io sono un esperto, quindi mi limito a riportare quello che dissero i media: mi ricordo un servizio TV, supportato da registrazione dell'audio di cabina e radio, in cui si affermava che i due piloti non avessero seguito la procedura corretta in caso di engine failure, abbandonandosi invece al panico.

E voglio sottolineare che questo non sottintende alcun giudizio, esplicito o implicito, da parte mia.
 
Ricordo che le inchieste ANSV e magistratura sono indipendenti. Non è detto che le risultanze dell'ANSV vengano replicate nelle aule di Tribunale.

Non riesco ad immaginare l'ipotesi di "abbandono di comandi". Se non ricordo male c'era un film con Paolo Villaggio e Lino Banfi in cui salivano su un aereo disumano e, ad un certo momento, i piloti, muniti di apposito paracadute, percorrevano il corridoio della cabina passeggeri per poi lanciarsi dall'aeromobile. Ma era un film comico!
 
grazie di averci aggiornato sulla vicenda
non per cercare il pelo nell'uovo nell'articolo... ma parlare di sfruttamento delle corrente aeree per arrivare a PMO...mumble mumble...mi pare un pochettino impreciso. Forse neppure con un aereo "AIRONE" funzionerebbe...

Dall'inchiesta ANSV emerge che non è dimostrabile che ce l'avrebbero potuta fare.
Infatti sulle due simulazioni effettuate; nella prima sono arrivati a terra ma probabilmente si sarebbero schiantati a causa della velocità.
con la seconda sarebbero precipitati ad 1 nm dalla testata.

Emerge quidi che l'ammaaggio controllato è stata la scelta migliore per limitare le vittime.
 
Neanch'io sono un esperto, quindi mi limito a riportare quello che dissero i media: mi ricordo un servizio TV, supportato da registrazione dell'audio di cabina e radio, in cui si affermava che i due piloti non avessero seguito la procedura corretta in caso di engine failure, abbandonandosi invece al panico.

E voglio sottolineare che questo non sottintende alcun giudizio, esplicito o implicito, da parte mia.

Assolutamente negativo: l'inchiesta ANSV attesta che i piloti hanno sostanzialmente fatto quello che dovevano fare. L'agenzia ha fatto anche ripetere l'esperienza al simulatore a Tolosa a due equipaggi diversi (ma preparati all'evento con un briefing): uno è ammarato, l'altro in effetti è arrivato preciso preciso sulla pista, ma ha anche spiegato che nella realtà non avrebbe mai rischiato di dover fare un atterraggio di fortuna sulla terra ferma e che se non fossero stati al simulatore avrebbero ammarato anche loro.
 
Ricordo che le inchieste ANSV e magistratura sono indipendenti. Non è detto che le risultanze dell'ANSV vengano replicate nelle aule di Tribunale.

Non riesco ad immaginare l'ipotesi di "abbandono di comandi". Se non ricordo male c'era un film con Paolo Villaggio e Lino Banfi in cui salivano su un aereo disumano e, ad un certo momento, i piloti, muniti di apposito paracadute, percorrevano il corridoio della cabina passeggeri per poi lanciarsi dall'aeromobile. Ma era un film comico!

E' vero, ma se i tecnici dello stato dicono una cosa, dovrebbero quantomeno leggere ciò che hanno scritto!
 
Neanch'io sono un esperto, quindi mi limito a riportare quello che dissero i media: mi ricordo un servizio TV, supportato da registrazione dell'audio di cabina e radio, in cui si affermava che i due piloti non avessero seguito la procedura corretta in caso di engine failure, abbandonandosi invece al panico.

E voglio sottolineare che questo non sottintende alcun giudizio, esplicito o implicito, da parte mia.


sicuramente abbandonatisi al panico....questo sì! ma non cerdo proprio abbandonato l'aereo!:))
 
sicuramente abbandonatisi al panico....questo sì! ma non cerdo proprio abbandonato l'aereo!:))

Più che essersi abbandonati al panico, non hanno immediatamente messo in atto la check list per quella emergenza.
Al posto di mettere subito l'aereo alla velocità di efficienza si osno messi a cercare le cause dell'avaria al motore, anche chiamando il tecnico in cabina.

Ovviamente noi parliamo a mente fredda e con la consapevolezza che gli indicatori di carburante davano segnali errati.
A loro risultava carburante sufficiente e non capivano perchè il motore si fosse spento.
 
Più che essersi abbandonati al panico, non hanno immediatamente messo in atto la check list per quella emergenza.
Al posto di mettere subito l'aereo alla velocità di efficienza si osno messi a cercare le cause dell'avaria al motore, anche chiamando il tecnico in cabina.

Ovviamente noi parliamo a mente fredda e con la consapevolezza che gli indicatori di carburante davano segnali errati.
A loro risultava carburante sufficiente e non capivano perchè il motore si fosse spento.

Confermo. Mi sono letto all'epoca della pubblicazione il risultato dell'inchiesta ANSV: di fatto, si imputava ai piloti da un lato il non avere eseguito (o, quanto meno, non avere dato peso ai risultati) controlli incrociati per verificare la quantità di carburante presente a bordo, dall'altro di avere continuato a cercare di riavviare il primo motore andato in panne, senza avere seguito la check list dell'emergenza (le eliche non erano state messe in bandiera, con il risultato di avere accorciato l'autonomia di volo dell'aeromobile, se non ricordo male).
La relazione d'inchiesta, ad ogni modo, è a disposizione di tutti sul sito dell'ANSV (basta compilare il form), ed è interessante da leggere per diversi motivi: i profani (come me) hanno solo da imparare, gli esperti possono trarre spunti utili per aumentare la propria professionalità.
 
«Io, sopravvissuto alla tragedia del Bari-Djerba»

BARI - Luca Squicciarini, 35 anni, barese, era a bordo dell’Atr 72 della Tuninter, partito quattro anni fa dall’aero - porto di Palese, diretto a Djerba (Tunisia) e precipitato al largo delle coste palermitane. Furono 16 i morti, 23 i superstiti (grazie all’ammaraggio). I piloti, tunisini, sono stati condannati a dieci anni di reclusione da un giudice di Palermo per disastro colposo. Per la prima volta, parla uno dei sopravvissuti.

Signor Luca Squicciarini, a distanza di tanto tempo, come vive quella storia? È una bella domanda. Cerco di condurre una vita più normale possibile, anche se il ricordo di quella vicenda è sempre impresso nella mia mente. È difficile, per un uomo, dimenticare certe tragedie. Io prima che accadesse l’incidente pensavo che certe cose si potessero vedere solo al cinema. Ed è difficile spiegare. Quando ci siamo ritrovati in mare ho visto terribili scene intorno a me. Vedevo galleggiare pezzi di aereo e, purtroppo, tanti cadaveri, di persone che fino a qualche minuto prima erano con me su quell'aereo.

Che cosa successe quel pomeriggio di quattro anni fa? Quando avete avuto la percezione che stavate precipitando? Cosa vi fu comunicato? Intanto non ci fu comunicato assolutamente nulla. Io ricordo che ero seduto sulla parte destra dell'aereo in corrispondenza dell'ala quando abbiamo notato che s’era improvvisamente spento il motore di destra. Li per li un po' tutti abbiamo pensato che si trattasse di un attentato ma subito dopo si è spento anche il motore di sinistra e allora all'interno dell'aereo è successo davvero il caos, il panico ha preso il sopravvento. Ricordo che la hostess che doveva seguirci non ha fatto nulla per aiutarci, si è seduta al suo posto ed ha iniziato a piangere, mentre l'altro steward cercava di dare informazioni utili ad altri passeggeri.

E dopo? A quel punto io che viaggiavo con Paola, la mia ragazza, ho pensato bene, insieme a lei, di slacciare le cinture di sicurezza per evitare di rimanere incastrati nell'impatto. Poi autonomamente, senza che nessuno ci avesse detto nulla abbiamo deciso di indossare e gonfiare i giubbini di salvataggio. Ricordo quegli ultimi maledetti attimi quando l'aereo era a pochissimi metri dal mare e poi l'impatto. L’attimo più tragico. L’impatto mi fece perdere conoscenza. Ricordo di essermi svegliato sott'acqua, di essere riuscito a riemergere e di essermi aggrappato ad un borsone che galleggiava nell'attesa che qualcuno potesse giungere a salvarmi.

Cosa ricorda di quei momenti in acqua? Sono stato in acqua più quaranta minuti, prima di essere salvato. Pensavo di non riuscire a farcela. Che la mia vita ormai fosse finita. Invece, grazie a Dio, ce l'ho fatta. E questi ricordi sono sempre vivi nella mia mente e pur sempre dolorosi. A un certo punto arrivò un elicottero che mi lanciò un salvagente. Cercai di indossarlo ma non ci riuscii e poco dopo arrivò una motovedetta, credo della capitaneria di porto che mi portò in salvo. Ricordo di aver detto al medico di non riuscire a respirare e poi mi sono risvegliato non so quanto tempo dopo nella sala di rianimazione dell'ospedale di Palermo. Nessuno mi disse niente io non sapevo dell'entità del disastro che mi fu chiara solo quando ritornai giorni dopo a Bari.

E Paola, la sua ragazza? No, Paola io non l'ho vista più. L'ho cercata tra i relitti dell'aereo, ho guardato tra i corpi senza vita che mi galleggiavano accanto ma Paola non c'era.

Il personale a bordo non parlava italiano come è emerso anche dal processo: in che modo vi avrebbe potuto aiutare? Parlava almeno in inglese? È certo che il personale a bordo non parlava italiano, non so se parlavano in inglese: io so solo che a me e a Paola nessuno ha fornito aiuto a bordo dell'aereo mentre precipitavamo.

Questo ha alimentato la percezione che tutto fosse perduto? Sì. Ho avuto la chiara percezione che stavo per morire.

Si sente un miracolato? Ritengo di essere stato fortunato, rispetto ai miei compagni di viaggio, anche se non posso nascondere che la qualità della mia vita da quel giorno è totalmente cambiata. Io stavo per fare una vacanza e per affrontare un matrimonio, vivo la mia vita con grandi sensi di rimorso.. Ogni giorno mi chiedo se avrei potuto fare qualcosa in più per salvare Paola. Molte volte ho pensato che forse sarebbe stato più giusto che anch'io come Paola e come tantissima gente di quell'aereo non mi fossi salvato.

L'anniversario di quella sciagura arriva a pochi mesi dalla sentenza emessa dal tribunale di Palermo secondo la quale quel disastro si sarebbe potuto evitare. La sentenza rappresenta per me, sicuramente, l'inizio di una battaglia. Penso che la sentenza sia stata abbastanza soddisfacente ed equa.

E adesso? Si è costituita un'associazione che ha come obiettivo quello di evitare che episodi come questo possano ripetersi. Una sorta di battaglia per la vita.
(Nicola Mangialardi)

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/
 
Ogni giorno mi chiedo se avrei potuto fare qualcosa in più per salvare Paola.
E' lo stesso che appare nel documentario di NG e rispetto all'articolo nel documentario ci sono alcune differenze, come un assistente di volo che gli dice di allacciarsi la cintura e mettersi in posizione di impatto e che non dovevano gonfiare il giubbotto e che lui ha deciso di non ascoltarlo tirandosi dietro anche la sfortunata fidanzata.

Comunque direi che alla sua domanda forse potrebbe darsi la risposta da solo:
di slacciare le cinture di sicurezza per evitare di rimanere incastrati nell'impatto. Poi autonomamente, senza che nessuno ci avesse detto nulla abbiamo deciso di indossare e gonfiare i giubbini di salvataggio.

In ogni caso magari a seguire la spiegazione delle procedure di sicurezza fatta pre-volo e leggere la card che è nella tasca del sedile davanti ed evitare di pensare bene di slacciare la cintura di sicurezza che avrebbe probabilmente impedito la perdita di coscienza e non gonfiare dentro l'aereo il giubbotto salvagente che gonfiato in anticipo è più un intralcio che altro.
 
In effetto sto pax ha fatto l'esatt contrario delle norme che ti insegnano prima di ogni decollo!!!

Sinceramente non mi sento di avanzare critiche ad una persona che ha passato attimi del genere, ma sinceramente ne avrei tante da dire!!!
 
Scusate, ma non c'era una registrazione audio del CVR in cui si sentiva chiaramente il comandante dire "on touche la mer" giusto pochissimi secondi prima che si udisse il rumore dell'impatto? Non faccio il pilota, ma credo che questo dovrebbe dimostrare che erano al loro posto in cabina al momento dell'ammaraggio.

Ricordo però che vennero fatte alcune contestazioni al modo di operare dei piloti, e, se non sbaglio, fu poi inflitta loro una condanna a 10 anni di reclusione.