Re: Ryanair annulla centinaia di voli per mancanza di piloti
Prima le rassicurazioni: «Niente scherzi, niente trucchi, la nostra apertura ai sindacati è seria». Poi l’avvertimento: «Ma se dalle sigle dovessero arrivare richieste irragionevoli allora abbiamo tutto il diritto di portare i nostri aerei altrove, anche abbandonando il Paese». Il numero uno di Ryanair Michael O’Leary parla con l’agenzia Reuters in quella che è la prima intervista da quando la prima low cost d’Europa ha iniziato ad affrontare i suoi problemi organizzativi e d’immagine. Dopo 32 anni — e diverse promesse sul fatto che i sindacati non avrebbero mai messo piede in azienda — i vertici di Ryanair hanno stupito tutti, azionisti compresi, scrivendo ai sindacati d’Irlanda, Italia, Germania e Portogallo anche per evitare gli scioperi alla vigilia di Natale proclamati dai piloti.
«Nessuna trappola»
«Lo so che i sindacati vogliono sapere se c’è una trappola nella nostra offerta di dialogo: no, non c’è», dice O’Leary all’agenzia stampa britannica. «Ma se qualcuno di loro dovesse comportarsi in modo irragionevole e se dovessero prenderci in giro noi possiamo sempre portarci i velivoli da quella base o da quel Paese». Il vulcanico amministratore delegato della low cost irlandese chiarisce che non c’è alcun piano di dismissione, «perché l’intenzione è lavorare con i sindacati». E proprio per questo l’apertura alle sigle secondo lui darebbe la possibilità di aprire basi in Francia e Scandinavia, «basi che abbiamo dovuto chiudere perché è necessario riconoscere le organizzazioni dei lavoratori». Secondo O’Leary una distensione con i transalpini potrebbe portare Ryanair a posizionare fino a 50 Boeing 737, «in questo modo il modello low cost si rafforzerebbe».
«Tanti problemi»
All’interno di Ryanair intanto è il momento del mea culpa. La settimana passata alcuni dirigenti della low cost hanno spiegato a diversi piloti basati a Londra Stansted che «la compagnia è cresciuta troppo in fretta e questo ha finito per far perdere la fiducia di comandanti e primi ufficiali». La notizia, scritta per prima dal quotidiano irlandese Independent, è stata confermata al Corriere da due persone presenti all’incontro. «Le relazioni tra i vertici dell’azienda e i piloti negli ultimi tempi sono tesi e questo non si può negare», ha ammesso Peter Bellew, capo delle operazioni di Ryanair. «I dipendenti sono davvero incazzati». Bellew, ex numero uno di Malaysia Airlines, ha ammesso anche che è preoccupato per la fuga dei piloti. «Diversi primi ufficiali hanno consegnato le loro lettere di dimissioni un paio di settimane fa», ha rivelato Bellew. Non solo. «Ovunque mi girassi c’erano persone che chiedevano di risolvere piccole cose e non solo non venivano risolte, ma ai dipendenti veniva detto di non rompere». L’azienda inizierà gli incontri con i sindacati dei piloti in Irlanda, Germania e Portogallo. Poi annuncia che «nel corso del prossimo anno proseguiranno incontri con i sindacati dei piloti di altri Paesi dell’Unione Europea e anche con i sindacati del personale di bordo». Mentre O’Leary smentisce le indiscrezioni che lo vedrebbero in uscita da Ryanair per lasciare il posto a Bellew. «Dicono che lascerò? No. Starò ancora qui», ha replicato.
http://www.corriere.it/cronache/17_...se-c4b189de-e4d5-11e7-99b2-e4b972c90c1d.shtml