Dopo il caso Ryanair: «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno


airpilot

Utente Registrato
3 Maggio 2007
648
0
.
«Low cost da tutelare»

Passa ordine del giorno

Il governo ha accettato l'atto di indirizzo che impone la salvaguardia delle low cost e una estensione del miglior regime fiscale europeo alle compagnie aeree con sede legale in Italia

Un ordine del giorno, primo firmatario Mauro Pili (Pdl), sul decreto sviluppo per salvaguardare le low cost, primo firmatario Muro Pili (Pdl), e sottoscritto fra gli altri dai parlamentari di Bergamo, l'ex ministro Gelmini e Fontana, dal Presidente della Provincia di Frosinone Iannarilli e dai deputati della Lega nord, è stato approvato questa mattina dalla Camera.
Il governo ha accettato l'atto di indirizzo che impone la salvaguardia delle low cost e una estensione del miglior regime fiscale europeo alle compagnie aeree con sede legale in Italia. «Le low cost sono un patrimonio straordinario per la nostra nazione, per l'occupazione e lo sviluppo del turismo e dell'intera economia del paese. Nessun atto ostile deve essere compiuto verso questo strumento che ha consentito di trasportare oltre 40 milioni di passeggeri in un anno, tre milioni solo in Sardegna. L'Italia si deve adeguare all'imposizione fiscale nel settore aereo più bassa in Europa proprio perchè le low cost sono in grado di generare e moltiplicare le opportunità di crescita». Lo ha detto stamane Pili a sostegno dell'ordine del giorno.

corriere.bergamo.it
 

Paolo_61

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
2 Febbraio 2012
7,948
1,935
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

«Low cost da tutelare»

Passa ordine del giorno

Il governo ha accettato l'atto di indirizzo che impone la salvaguardia delle low cost e una estensione del miglior regime fiscale europeo alle compagnie aeree con sede legale in Italia

Un ordine del giorno, primo firmatario Mauro Pili (Pdl), sul decreto sviluppo per salvaguardare le low cost, primo firmatario Muro Pili (Pdl), e sottoscritto fra gli altri dai parlamentari di Bergamo, l'ex ministro Gelmini e Fontana, dal Presidente della Provincia di Frosinone Iannarilli e dai deputati della Lega nord, è stato approvato questa mattina dalla Camera.
Il governo ha accettato l'atto di indirizzo che impone la salvaguardia delle low cost e una estensione del miglior regime fiscale europeo alle compagnie aeree con sede legale in Italia. «Le low cost sono un patrimonio straordinario per la nostra nazione, per l'occupazione e lo sviluppo del turismo e dell'intera economia del paese. Nessun atto ostile deve essere compiuto verso questo strumento che ha consentito di trasportare oltre 40 milioni di passeggeri in un anno, tre milioni solo in Sardegna. L'Italia si deve adeguare all'imposizione fiscale nel settore aereo più bassa in Europa proprio perchè le low cost sono in grado di generare e moltiplicare le opportunità di crescita». Lo ha detto stamane Pili a sostegno dell'ordine del giorno.

corriere.bergamo.it
Aleee, Ooohooo,
che paese di peracottai
 

Edoardo

Moderatore
Utente Registrato
16 Settembre 2011
5,969
562
DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

«Low cost da tutelare»

Passa ordine del giorno

Il governo ha accettato l'atto di indirizzo che impone la salvaguardia delle low cost e una estensione del miglior regime fiscale europeo alle compagnie aeree con sede legale in Italia

Un ordine del giorno, primo firmatario Mauro Pili (Pdl), sul decreto sviluppo per salvaguardare le low cost, primo firmatario Muro Pili (Pdl), e sottoscritto fra gli altri dai parlamentari di Bergamo, l'ex ministro Gelmini e Fontana, dal Presidente della Provincia di Frosinone Iannarilli e dai deputati della Lega nord, è stato approvato questa mattina dalla Camera.
Il governo ha accettato l'atto di indirizzo che impone la salvaguardia delle low cost e una estensione del miglior regime fiscale europeo alle compagnie aeree con sede legale in Italia. «Le low cost sono un patrimonio straordinario per la nostra nazione, per l'occupazione e lo sviluppo del turismo e dell'intera economia del paese. Nessun atto ostile deve essere compiuto verso questo strumento che ha consentito di trasportare oltre 40 milioni di passeggeri in un anno, tre milioni solo in Sardegna. L'Italia si deve adeguare all'imposizione fiscale nel settore aereo più bassa in Europa proprio perchè le low cost sono in grado di generare e moltiplicare le opportunità di crescita». Lo ha detto stamane Pili a sostegno dell'ordine del giorno.

corriere.bergamo.it
Facile essere una compagnia aerea quando paghi meno tasse rispetto ai concorrenti.
 

feelgood

Utente Registrato
24 Dicembre 2009
1,399
0
Fuggi da Foggia
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

scordate che siamo sotto elezioni: una low cost non si nega a nessuno
 

belumosi

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,084
3,513
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

Tranquilli, è tutta fuffa.

La Camera,
   premesso che:
    secondo i dati di traffico 2011 pubblicati dall'Enac i passeggeri transitati lo scorso anno nel nostro Paese sono stati complessivamente 47.946.210;
    la classifica vede nelle prime 5 posizioni:
     1. Alitalia Gruppo Cai (Compagnia aerea italiana) con 25.896.582 passeggeri trasportati;
     2. Ryanair con 22.114.392;
     3. EasyJet con 10.526.297;
     4. Deutsche Lufthansa con 6.447.057;
     5. Meridiana con 4.323.926;
    tali dati costituiscono la conferma di un'analisi ormai consolidata: il cliente oggi è cliente del vettore low cost più che della destinazione. Si sceglie una data destinazione perché esiste un biglietto vantaggioso e non più, come in passato, quando si decideva una destinazione e si cercava il biglietto per raggiungerla;
    tutto ciò rappresenta una straordinaria realtà per lo sviluppo del turismo italiano, ma anche una assoluta necessità per l'Italia di potenziare i volilow cost per crescere nell’incoming dall'estero;
    il fenomeno low cost produce e sta producendo, infatti, profonde trasformazioni nel business model del settore. Si tratta di un nuovo approccio che mira a raggiungere il cliente finale attraverso il buon uso del web marketing e del trading on line;
    i dati ENAC evidenziano che in Italia l'incidenza del low cost sul volume totale dei voli rappresenta ormai quasi il 50 per cento del traffico aereo nazionale;
    il trasporto aereo low cost si è diffuso in maniera consistente grazie alla liberalizzazione del trasporto aereo europeo, che ha avuto inizio negli anni Ottanta;
    secondo le previsioni della Association of European Airlines, nel 2020 i vettori a basso costo arriveranno a detenere nel «vecchio continente» una quota che dovrebbe attestarsi attorno al 45 per cento dell'intero mercato aereo; questi margini di crescita enormi sarebbero garantiti dalle nuove politiche delle compagnie a low cost che mirano a conquistare ulteriori fette di domanda;
    il loro nuovo obiettivo, infatti, è quello di puntare sui viaggiatori d'affari, mettendo sul mercato un prodotto che riesca a soddisfare le esigenze dei viaggiatori business, incrementando la convenienza tariffaria, ma soprattutto aumentando le frequenze giornaliere dei voli;
    oltre a questo, le compagnie hanno il progetto di aumentare la facilità di reperimento dei biglietti aerei: si aggiunga alla ormai diffusa possibilità di prenotazione on line, l'acquisizione attraverso call center, Gds o agenzie di viaggio;
    la fortuna e la crescita del low cost (che oggi rappresenta il 30 per cento del traffico intraeuropeo) non costituisce ex ante un'interferenza con altre forme di trasporto aereo;
    il traffico aereo di tipo Hub & Spoke non risente sostanzialmente dello sviluppo del low cost, mentre la charteristica si concentrerà sui voli di lungo raggio di tipo turistico;
    l'introduzione di provvedimenti che puntano a limitare l'offerta delle compagnie low cost rischiano di costituire un danno incalcolabile per il sistema Paese che vedrebbe minacciato oltre il 50 per cento del numero dei passeggeri trasportati in Italia con le conseguenti ricadute;
    considerata l'esigenza di valorizzare il trasporto aereo low cost e quello tradizionale, si rende necessario proporre un riallineamento della fiscalità e dell'accesso al trasporto aereo nazionale non verso i parametri più alti ma verso quelli meno onerosi, mettendo anche le compagnie tradizionali in grado di competere anche su quel versante,

impegna il Governo
   a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti che salvaguardino la realtà economica ed occupazionale generata dall'attività delle compagnie low cost nel nostro Paese, con particolare riferimento a quegli aeroporti nei quali sono stabilite le basi operative e nei quali il traffico di dette compagnie è attualmente attivo;
   a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di individuare a livello europeo le migliori condizioni fiscali per le compagnie aeree e adottarle nel nostro Paese proprio con l'obiettivo di favorire lo sviluppo del traffico aereo e garantire condizioni di sviluppo e occupazione su tutto il territorio nazionale.
9/5626/8. Pili, Gregorio Fontana, Vella, Iannarilli, Gelmini, Tommaso Foti, Consiglio.

http://www.camera.it/995?sezione=do...dlegislatura=16&back_to=http://www.camera.it/
 

Paolo_61

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
2 Febbraio 2012
7,948
1,935
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

In effetti hai ragione, aria fritta (ma mi piace molto l'accenno al "trading on-line" - caspita c'entra?)
 

airblue

Utente Registrato
6 Novembre 2005
15,288
111
Lombardia.
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

Tranquilli, è tutta fuffa.

La Camera,
   premesso che:
    secondo i dati di traffico 2011 pubblicati dall'Enac passeggeri transitati lo scorso anno nel nostro Paese sono stati complessivamente 47.946.210
    la classifica vede nelle prime 5 posizioni:
     1. Alitalia Gruppo Cai (Compagnia aerea italiana) con 25.896.582 passeggeri trasportati;
     2. Ryanair con 22.114.392;
     3. EasyJet con 10.526.297;
     4. Deutsche Lufthansa con 6.447.057;
     5. Meridiana con 4.323.926;
    
I conti non tornano....
 

bourne

Utente Registrato
6 Gennaio 2008
3,476
11
Leno (BS)
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

69.308.254

Beh, in effetti solo i pax di queste 5 sono molti di più.
 

Flappone

Utente Registrato
6 Marzo 2009
287
0
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

Comunque si parla di low cost "con sede legale in Italia".
 

FLRprt

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
17 Novembre 2009
969
901
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

Da quando in qua ce ne sono?
 

geardown3green

Utente Registrato
15 Luglio 2011
3,148
121
Secondo anello di Saturno
Re: DOPO IL CASO RYANAIR «Low cost da tutelare» Passa ordine del giorno

   "a valutare l'opportunità, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, di individuare a livello europeo le migliori condizioni fiscali per le compagnie aeree e adottarle nel nostro Paese proprio con l'obiettivo di favorire lo sviluppo del traffico aereo e garantire condizioni di sviluppo e occupazione su tutto il territorio nazionale ".

1) le esigenze di finanza pubblica esigono di fare cassa.
2) le aziende con sede legale in Italia devono pagare le tasse i italia al di la di ogni dubbio.
3) la confusione del Sig Pili aumenta pari a quella di quando era Presidente della Regione Sardegna.
 

airpilot

Utente Registrato
3 Maggio 2007
648
0
.
http://bergamo.corriere.it/bergamo/...ompagnia-tasse-contributi-2113501967601.shtml
Il passo indietro di mr. Ryanair

Michael O’Leary ha deciso di regolarizzare la posizione della sua compagnia e d’ora in avanti pagherà tasse e contributi in Italia


Michael O’LearyMichael O’Leary Dal primo di gennaio 2013 Ryanair è iscritta alla Camera di Commercio di Milano. È l’atto finale di un processo di regolarizzazione della compagnia low cost più potente al mondo (che ora paga tasse e contributi in Italia), suggellato dalle dichiarazioni di mercoledì del patron Michael O’ Leary: «Se l’Italia cambia la legge, noi la rispettiamo. In qualunque base operiamo, rispettiamo le regole e lo faremo anche in Italia. Per questo risolveremo anche i contenziosi». Giova ricordare che i contenziosi cui si riferisce Mister Ryanair derivano proprio dal dubbio, piuttosto fondato, che negli anni passati il gigante dei cieli abbia considerato i suoi dipendenti di volta in volta irlandesi o italiani a seconda della convenienza. Più che adeguarsi alla legge, stando ai fronti giudiziari aperti, Ryanair si sarebbe adeguata per anni a due regole (forse non a caso O’Leary ha usato il plurale): quella di Dublino, quando si trattava di pagare meno tasse e contributi, e quella di Roma, quando tacitamente consentiva che i suoi dipendenti usufruissero delle nostre prestazioni sanitarie, pur non avendone diritto. Le virate da azzeccagarbugli degli irlandesi, incomprensibilmente ignorate per anni, hanno procurato stavolta qualche grattacapo. Per il mancato versamento dei contributi in Italia, il pm Maria Letizia Mocciaro, grazie al materiale raccolto dalla Direzione provinciale del lavoro e dagli ispettori dell’Inps di Bergamo, ha messo sotto inchiesta O’Leary e il direttore degli affari legali della compagnia irlandese, Juliusz Komorek. Gli stessi sono chiamati a comparire il 20 febbraio davanti al giudice del lavoro Giuseppina Finazzi, che dovrà stabilire quale normativa previdenziale andava applicata, per il pregresso, ai dipendenti Ryanair. In attesa del verdetto, è sicuro che gli irlandesi hanno risparmiato decine di milioni di euro non versati alle casse della nostra previdenza. E anche grazie a questa (presunta) omissione hanno potuto praticare tariffe più basse rispetto ai concorrenti. Ora non più: con il decreto crescita 2.0 il governo ha considerato Ryanair alla stregua di tutte le altre aziende italiane in base al principio che le tasse e i contributi vanno pagati nello Stato dove si genera il profitto. Alla luce della resa incondizionata di O’Leary («Lasciare l’Italia dopo la nuova legge? Non se ne parla»), stupisce che buona parte dei nostri parlamentari abbia fatto pressioni per addolcire la pillola alla compagnia irlandese. Quasi a voler dire, in fondo, che la legge non è poi così uguale per tutti. Loro, uomini dello Stato, erano stati allertati dalla Sacbo, la compagnia di gestione dello scalo di Orio, preoccupata che Ryanair, dopo il giro di vite, potesse abbandonare l’Italia. Un timore che ha fatto emergere il nervo scoperto di una gestione forse troppo concentrata sul matrimonio d’interesse con la compagnia low cost. Un’unione ultradecennale che ha portato benefici a entrambi, cresciuti esponenzialmente. Un record via l’altro, in un’euforia di numeri che può aver offuscato i dettagli. Come mai nessuno ha segnalato all’Inps e al ministero del lavoro l’anomalia contributiva di Ryanair? Chiunque operi con un ente pubblico è obbligato a presentare il Durc (documento unico di regolarità contributiva). Bastava guardare quello per accorgersi che qualcosa non andava.
 

belumosi

Socio AIAC 2025
Utente Registrato
10 Dicembre 2007
15,084
3,513
Paradossalmente la nuova legge potrebbe creare a MOL anche alcuni vantaggi. Ad esempio l'utilizzo della nostra generosa cassa integrazione cui potrebbe far ricorso anche personale non italiano distaccato ad hoc nel Belpaese giusto qualche tempo prima della richiesta. O magari la pretesa di accedere alle rotte protette dai bilaterali. D'altra parte nel momento in cui una legge sancisce la presunta "italianità" di quella parte di FR che opera dalle nostre parti chiedendo tasse e contributi conseguenti, diventa molto difficile negare i corrispondenti diritti.
MOL è un volpone, non dimentichiamolo. E quando è venuto in Italia nei giorni scorsi era tranquillo, sereno e arrendevole. Considerato che costui ha fatto una battaglia con le autorità per definire quale documento d'identità fosse necessario per salire a bordo, credo che l'amico abbia già in mente idee precise per utilizzare il nuovo scenario a suo vantaggio.
 

Luca Cordero

Utente Registrato
4 Marzo 2006
1,051
2
up and down
non ci vedo niente di male se MOL mette in cassa i suoi dipendenti italiani
la sua attività , basta guardare quanti aerei fermi ha in inverno , è stagionale
se riesce a farlo la munifica LH che macina utili mettendo centinaia di lavoratori italiani in CIG non vedo perchè non dovrebbe farlo FR