Alitalia - Raggiunto preaccordo con i sindacati


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berioz

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È giusto rammentare, che il referendum, privo di qualsivoglia valenza giuridica, è solo un favore fatto dai soci ai sindacalisti per scaricarli da ogni responsabilità su scelte impopolari. Nulla però sposterà sui piani degli azionisti che andranno avanti come sarà meglio per i loro interessi. È incredibile sentir solo parlare di amministrazione straordinaria quando il concordato preventivo è mille volte meglio per gli azionisti e soprattutto per le banche al fine di tutelare i propri crediti.
 

Farfallina

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Secondo me la maggior parte dei dipendi si è rotta le scatole di questi manager incapaci... di questo non piano industriale.. e reputa inutile approvare questo accordo.. che vedrebbe AZ nella stessa situazione di oggi tra qualche mese...
Quello che non è chiaro è che l'altro lato della medaglia dovrebbe essere la fine dell'assegno che arriva regolarmente in banca a fine mese da lustri, non la nazionalizzazione con stipendi aumentati e miliardi di investimenti e cogestione sindacalara come credono loro.
 

nicolap

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Secondo me la maggior parte dei dipendi si è rotta le scatole di questi manager incapaci... di questo non piano industriale.. e reputa inutile approvare questo accordo.. che vedrebbe AZ nella stessa situazione di oggi tra qualche mese...
bla bla bla, manager bla bla bla, piano bla bla bla, dignità bla bla bla. Un disco rotto.

Visto che tra il personale non manageriale serpeggia un quoziente ID sopra la media, cosa propongono? La guerra ai poteri forti dell'Europa? La salvaguardia della compagnia "in assoluta salute"? Pantalone forever?

Siamo tutti in trepidante attesa di vedere o solo sentire una controproposta sensata. Ce la porti tu?
 

AZ209

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Secondo me la maggior parte dei dipendi si è rotta le scatole di questi manager incapaci... di questo non piano industriale.. e reputa inutile approvare questo accordo.. che vedrebbe AZ nella stessa situazione di oggi tra qualche mese...
Una mentalità perversa e contorta ai massimi livelli.
Il dipendente che si è rotto le scatole se ne va e basta. Non raccontiamoci frottole.
 
F

flyboy

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È giusto rammentare, che il referendum, privo di qualsivoglia valenza giuridica, è solo un favore fatto dai soci ai sindacalisti per scaricarli da ogni responsabilità su scelte impopolari.
Berioz, vabbè che è domenica, ma di quale favore stai parlando?
E' proprio il contrario: con il referendum saranno i dipendenti, ed i sindacati che esprimono la loro linea guida, ad assumersi ogni responsabilità.
 

berioz

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Berioz, vabbè che è domenica, ma di quale favore stai parlando?
E' proprio il contrario: con il referendum saranno i dipendenti, ed i sindacati che esprimono la loro linea guida, ad assumersi ogni responsabilità.
Io sono fermo all'esistenza di un preaccordo firmato dai sindacati. Se alcuni di loro hanno cambiato idea e vanno a dire di votare no dovresti fare nomi e cognomi.
Se invece restiamo sul piano delle illazioni, allora io potrei sostenere che messaggi come quello riportato da Marco Clemente in realtà è stato fatto circolare da.l qualcino pagato dai soci al fine di spingere al no per poi far passare un piano ancora più diro.
 
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nicolap

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Io sono fermo all'esistenza di un preaccordo firmato dai sindacati. Se alcuni di loro hanno cambiato idea e vanno a dire di votare no dovresti fare nomi e cognomi.
I nomi e cognomi li hanno detti proprio loro.



Alitalia, domani 12mila dipendenti alle urne per referendum
mercoledì 19 aprile 2017 19:22

(NA) - Roma - Inizieranno domani mattina le operazioni di voto per il referendum Alitalia. Gli oltre 12mila dipendenti della compagnia saranno chiamati a rispondere con un sì o un no in merito al pre-accordo siglato il 14 aprile scorso tra sindacati e azienda con la mediazione del Governo. Secondo quanto si apprende da fonti sindacali, la commissione elettorale nazionale, al momento ancora riunita nella sede della Filt Cgil di Roma, ha stabilito che le votazioni inizieranno domani - dalle 11 fino alle 21 - e si concluderanno il 24 aprile alle 16. Subito dopo inizierà lo scrutinio presidiato dai rappresentanti sindacali. Saranno 5 i seggi allestiti a Fiumicino: 1 al centro equipaggi per il personale navigante, 1 in sala mensa per gli amministrativi, 1 nell'area manutenzione per il personale tecnico e 2 in aerostazione per gli addetti al check-in e alla pista. Seggi predisposti anche a Magliana, e negli scali di Malpensa e Linate. Verranno inoltre attivate sedi distaccate negli aeroporti dove è presente personale Alitalia, per consentire a tutti i dipendenti di votare. (NA)
 
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flyboy

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Io sono fermo all'esistenza di un preaccordo firmato dai sindacati. Se alcuni di loro hanno cambiato idea e vanno a dire di votare no dovresti fare nomi e cognomi.
Berioz, io in Alitalia non ci lavoro, figurati quali nomi e cognomi potrei farti! Il punto è un altro: nel post 521 hai scritto che "il referendum, privo di qualsivoglia valenza giuridica, è solo un favore fatto dai soci ai sindacalisti per scaricarli da ogni responsabilità su scelte impopolari". Come se il referendum l'avesse indetto l'azienda e fosse di responsabilità dell'azienda. Stai ribaltando la verità dei fatti.
 

berioz

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27 Settembre 2013
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Berioz, io in Alitalia non ci lavoro, figurati quali nomi e cognomi potrei farti! Il punto è un altro: nel post 521 hai scritto che "il referendum, privo di qualsivoglia valenza giuridica, è solo un favore fatto dai soci ai sindacalisti per scaricarli da ogni responsabilità su scelte impopolari". Come se il referendum l'avesse indetto l'azienda e fosse di responsabilità dell'azienda. Stai ribaltando la verità dei fatti.
Per la verità mi stavo riferendo ai rapporti tra base e vertice del sindacato.

Visto che qualunque accordo per la base sarabbe considwrato indegno, i vertici hanno deciso si rilegittimarsi mandando a schiantare la base.
X Nicola P. Non leggo un'intervista dei firmatari del preaccordo in cui invitano a votare no.
 

Farfallina

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Io sono fermo all'esistenza di un preaccordo firmato dai sindacati. Se alcuni di loro hanno cambiato idea e vanno a dire di votare no dovresti fare nomi e cognomi.
Se invece restiamo sul piano delle illazioni, allora io potrei sostenere che messaggi come quello riportato da Marco Clemente in realtà è stato fatto circolare da.l qualcino pagato dai soci al fine di spingere al no per poi far passare un piano ancora più diro.
Sostanzialmente tu esponi il piano B gradito alle banche e cioè concordato preventivo in continuità, spezzatino della società con mantenimento solo del lungo raggio, slot e poco altro, contratto tipo Cityliner per tutti e chi non firma becca 800€ al mese circa per 12 mesi, chiusura leasing, Skyteam e JV e dopo 6 mesi passaggio come branca low cost in LH. Che è poi quanto descritto dal messaggero con circa 4-5000 dipendenti mantenuti.
 

nicolap

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Siamo in un'epoca in cui le conspiracy theories sono diventate un dogma religioso.
 

AZ209

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Sostanzialmente tu esponi il piano B gradito alle banche e cioè concordato preventivo in continuità, spezzatino della società con mantenimento solo del lungo raggio, slot e poco altro, contratto tipo Cityliner per tutti e chi non firma becca 800€ al mese circa per 12 mesi, chiusura leasing, Skyteam e JV e dopo 6 mesi passaggio come branca low cost in LH. Che è poi quanto descritto dal messaggero con circa 4-5000 dipendenti mantenuti.
e anche un bel "MXP hub jawohl" con un ritorno di LHItalia non ce lo mettiamo?
 

TW 843

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La crisi Alitalia, l'asso di Gubitosi e l'ultima chance per il salvataggio

Nei prossimi giorni si deciderà il futuro di Alitalia. Quante volte abbiamo letto questa frase? Infinite.


Troppe. Nell'opinione pubblica, i dipendenti del gruppo non ce ne vogliano, si è comprensibilmente sedimentato il pregiudizio che da quelle parti ci stiano prendendo in giro da qualche lustro. Insieme a giornalisti, tutti venduti, i politici, tutti corrotti, i banchieri, tutti furbacchioni, gli «alitalioti» sono considerati alla stregua di una piccola ma accanita casta. Per tutte queste sciagurate categorie un fondo di verità, ovviamente esiste. Ma conviene cucinare una zuppa, dosando bene gli ingredienti. Partiamo dalla situazione attuale. Il management, non più pubblico ma privatissimo, ha improvvisamente fatto sapere che non aveva più un euro in cassa, o meglio gliene restavano per poche settimane.

Azionisti italiani e banche hanno finalmente capito che i fenomeni ethiadini, forse non erano così fenomenali. E hanno preteso di mettere in azienda un manager che sapesse parlare il loro linguaggio (e magari accorgersi tempestivamente che la cassa si stava esaurendo, segno che il conto economico non girava): hanno scelto Luigi Gubitosi. Chi scrive lo conosce e lo apprezza molto. Insomma sono in un «conflitto di affetti» e lo dichiaro subito. Ma i fatti parlano: Gubitosi è arrivato in Rai, ha arginato la politica (altro che Conte Mascetti), bloccato le spese allegre, quotato con successo una sua controllata, ottenuto il rating, piazzato un bond, mantenuto i dirigenti esistenti, subito un taglio renziano di metá anno da 150 milioni e creato un tesoretto che il Conte Mascetti si è giocato con gli amici suoi. Vabbè.

Arrivato in corsa come presidente designato ha fatto sapere, come è suo stile, che non farà strappi con il passato. Ma basta leggere le sue prime dichiarazioni che capire la cesura che si verificherà.

1. In questo ennesimo caso Alitalia, le responsabilità maggiori sono del management e non dei dipendenti. Che pure pagheranno un prezzo per la ristrutturazione. Ma i dirigenti dovranno fare le valigie. La «discontinuità» come si dice in modo managerialmente corretto sarà formidabile. E sacrosanta, aggiungiamo noi. A parte la livrea degli aerei, e un sistema informatico nuovo che ha creato casini inenarrabili, non si capisce bene cosa abbia portato la competenza dei nuovi soci privati.

2. Alitalia può sopravvivere se rilancia. Nuove rotte e nuove macchine. Un gruppo rattrappito muore, la scommessa è osare, non difendersi soltanto. Non si può pensare ad una compagnia fatta solo di tagli. E soprattutto sempre nella stessa direzione.

3. Va bene non mettere più soldi dei contribuenti nella baracca. Ma qualcuno dovrà spiegare ai medesimi tartassati italiani per quale diavolo di motivo si adotta una politica di aiuti pubblici (cosa sacrosanta) verso la ex compagnia di bandiera mentre in gran parte degli scali italiani si usano i medesimi quattrini negati ad Alitalia, per far atterrare compagnie low cost. Insomma, mettiamoci d'accordo. Il solo scalo di Trapani chiede una decina di milioni dagli enti locali per agevolare il transito dei passeggeri Ryanair. Servono al turismo locale? Con questa logica però è difficile fare i tirchi con Alitalia. Insomma ci vorrebbe una strategia complessiva.

Il referendum che si sta tenendo tra i dipendenti in queste ore sul accettare o meno il piano di Alitalia, deve dunque tenere conto di questi fattori. Con due postille fondamentali.

1. Se dovessero vincere i «Si», arriverebbe nuova finanza (insomma crediti, cassa e risorse) per due miliardi, di cui 900 freschi freschi.

2. Questa volta c'è poco da tirare la corda, se il piano non dovesse passare, si andrebbe alla liquidazione. Modello Swissair. Non è la fine del mondo, ma la fine per i dipendenti Alitalia sì.

Nicola Porro - Il Giornale
 

FlyKing

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Sarebbe simpatico sapere se il signor Divietri parla a nome di Anpac o di AZ

Alitalia: Anpac,probabile verso Lufthansa
Così il segretario generale associazione naviganti Divietri

(ANSA) - ROMA, 22 APR - "Appare probabile andare verso una vendita a Lufthansa" per risolvere i problemi di Alitalia. Lo ha affermato il segretario generale dell'Associazione nazionale piloti aviazione commerciale (Anpac) Antonio Divietri, in un colloquio con l'ANSA.
"Il piano industriale di Alitalia continuerà a far perdere centinaia di milioni di euro" e al momento "serve solo a diminuire le perdite", spiega Divietri, sottolineando che "i risparmi previsti sono 150 milioni, ad essere ottimisti, all'anno" e dunque "questa Alitalia con questo piano ha respiro per un paio d'anni"
 

Esteban

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Meglio perdere il lavoro quindi?
Intervengo perché il mio buon periodo in Alitalia l'ho fatto pure io, quindi credo di capire i sentimenti dei dipendenti in questo momento.
Sì, è meglio perdere il lavoro quando sei in un'azienda così, senza prospettive. Da precario era un incubo, non sapevi mai se il contratto successivo te l'avrebbero fatto. Da indeterminato penso la situazione non cambi: stare perennemente sulle spine perché ogni due anni si rischia il fallimento non ha senso.
Certo, non è una scelta facile, e non vorrei essere nei panni dei dipendenti AZ, ma fossi ancora lì penso che voterei NO.
 
Stato
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