*** ALITALIA : Poste Italiane al 15% ***


Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.
Il diritto d'opzione ha un valore solo nel caso in cui il valore reale della società sia superiore al valore nominale dell'aumento di capitale.
Qual è il valore reale di CAI?
Qual è il valore nominale dell'aumento di capitale?

.....sto parlando di un diritto vendibile .....quindi non del suo valore , ma eventualmente del suo prezzo......se è questo che intendevi dire

Ma in realta' l'11 ottobre ne eri certo che i francesi fossero fuori e non avevi scritto "solo se non mettono i soldi"



tu quanti soldi daresti a Intesa per portarti via AZ? Un azienda che senza intervento governativo si vede bloccare le forniture di carburante che valore ha?

Tu pensi che AZ sia risanabile senza tagli,basta mettere 2/3 widebodies in piu'?

..mi sembrava certo che i frnacesi non mettessero i soldi..ora nonso

......se fossi nella stessa posizione di intesa( magari:):)), i soldi ce li metterei !
 
Se il piano industriale sarà una mortale ulteriore contrazione di un network già penoso e fallimentare ,apparirà chiaro ed evidente il futuro della cai. Basta dividere pressapoco 500 per 1,66 ed ecco i giorni di agonia residui prima che AF brindi.
Vediamo di quanto mi sbaglio.
 
C e su repubblica un bell articolo di Ettore livini sui finanziamenti che l Italia da a ryan. Che schifo
 
Se il piano industriale sarà una mortale ulteriore contrazione di un network già penoso e fallimentare ,apparirà chiaro ed evidente il futuro della cai. Basta dividere pressapoco 500 per 1,66 ed ecco i giorni di agonia residui prima che AF brindi.
Vediamo di quanto mi sbaglio.
Mettiamola così: se il piano industriale non vedrà un rilancio deciso del medio e del lungo raggio, anche a fronte di tagli dolorosi sul breve, apparirà chiaro ecc....
 
100 solo in Italia mi sembrano tantini, ma è certo che FR riceve più aiuti pubblici di AZ, pur non versando le tasse in Italia e facendo di tutto per evitare che le versino i suoi dipendenti.

dato che dal prossimo mese si pagheranno le tasse completamente in italia....voglio vedere che scusa trovate poi.
 
Poi sono i dipendenti che pagano le tasse in Italia. Ryan paga le tasse nel suo paese che sono più basse che in Italia, e poi l Irlanda chiede sostegno al fondo salva stati. Che bella europa
 
Segnalo un interessante articolo del 24 ore che analizza la normativa degli aiuti di stato applicandola al caso Alitalia-Poste:

Alitalia: ecco i paletti europei che l'intervento di Poste italiane dovrà rispettare

L'intervento di Poste Italiane nella ricapitalizzazione dell'Alitalia è un aiuto di Stato in quanto allo Stato va ricondotto il controllo delle Poste. Perciò è necessario che il piano di ricapitalizzazione dell'Alitalia ottenga il via libera dell'Antitrust europeo, la Dg Concorrenza, che vigila tra l'altro sugli aiuti pubblici.

All'Alitalia (che sarebbe più corretto chiamare Cai Alitalia) non si può però ancora applicare la regola "one time - last time". Nel 2008, infatti, ci fu discontinuità aziendale con la liquidazione della vecchia Alitalia a cui furono accollati i debiti (circa 3 miliardi, checchè ne dica Brunetta) e il trasferimento degli attivi e del personale alla Cai di Colaninno & CC. dove "CC" sta per... "capitani coraggiosi".

Per il diritto comunitario il nuovo aiuto erogato oggi attraverso l'intervento di un soggetto a capitale pubblico è destinato ad un'azienda giuridicamente diversa e dunque in linea di principio è compatibile con le norme europee. Detto questo, British Airways ha ragione nel dire che di aiuto si tratta, ma non quando chiede a Bruxelles di bloccarlo.

L'intervento di Poste italiane, infatti, potrà essere autorizzato se rispetterà i "paletti" imposti dalle linee guida sugli aiuti alla ristrutturazione delle imprese.

1) Deve in primo luogo essere un investimento di mercato, un principio che in genere viene dimostrato dal fatto che l'intervento avviene alle stesse condizioni degli investitori privati.
2)L'aumento di capitale è un aiuto alla ristrutturazione e perciò sono necessari: a) un piano di ristrutturazione credibile che assicuri un ritorno alla redditività della società nel lungo termine (proprio come è stato necessario per Banca Mps); b) un contributo della società beneficiaria ai costi della ristrutturazione per minimizzare gli aiuti; c) misure che compensino le distorsioni della concorrenza provocate dall'aiuto pubblico (per esempio riduzione di rotte o altro).

In base al principio one time - last time, infine, Cai-Alitalia non potrà più beneficiare dell''intervento dello Stato per i prossimi 10 anni.

Il sole 24 ore.

In pratica l'articolo dice che la UE secondo la normativa potrebbe autorizzare una tantum l'aiuto delle Poste ma solo se accompagnato da un credibile piano di ristrutturazione aziendale con riduzioni di rotte e personale, per portare la società nella prospettiva di un ritorno all' utile o quanto meno al pareggio di bilancio. In sostanza è il piano di riduzioni che vuole anche Air France
 
Ultima modifica:
dato che dal prossimo mese si pagheranno le tasse completamente in italia....voglio vedere che scusa trovate poi.
Ma versera anche tutti i contributi ???
E anche se dovesse farlo avrebbe fatto semplicemente quello che e' previsto per legge, e quindi non toglierebbe nulla al fatto che quei 100 milioni, sono aiuti di stato belli e buoni... D'altronde si e' visto a Verona il coraggio imprenditoriale di MOL , non appena gli hanno tolto i 25 euro a pax di incentivo ha chiamato un bel GO AROUND!!!
 
Ma versera anche tutti i contributi ???
E anche se dovesse farlo avrebbe fatto semplicemente quello che e' previsto per legge, e quindi non toglierebbe nulla al fatto che quei 100 milioni, sono aiuti di stato belli e buoni... D'altronde si e' visto a Verona il coraggio imprenditoriale di MOL , non appena gli hanno tolto i 25 euro a pax di incentivo ha chiamato un bel GO AROUND!!!
Direi che potremmo lasciare fuori da questo thread le polemiche su Ryan, che per una volta c'entrano proprio poco.
 
quelli servono per altre cose.
D'altra parte il fair value di quel tipo di "presunti" asset e' siffatto che io, te ed il Barone de Rotschild possiamo dare dei valori , e tutti e tre sono da considerarsi buoni in quanto ben soppesati da opportuna expertise
vedi tu....

Già però tri ricorderai nella legge Alitalia dell'agosto 2008 vi era una norma che vietava all'amministrazione straordinaria di vendere i singoli asset a valori inferiore a quelli stabiliti dall'advisor nominato dal Ministero dello Sviluppo Economico.
 
Un articolo di Pietro Ichino trovato qua (http://www.retelib.it/Page/Alitaliaanticoerrore) non privo di errori e banalità


Alitalia: perché dico che stiamo ripetendo un (antico) errore
di Pietro Ichino, 14 ottobre 2013

Che cosa ci induce a pensare che un vettore aereo italiano meno efficiente giovi al nostro sistema economico più di quanto gioverebbe lasciare spazio nei nostri aeroporti a vettori stranieri efficienti? O che la sorte degli hub italiani dipenda dalla nazionalità dei vettori che se ne servono?

Quello che stiamo facendo oggi per Alitalia, tenendola in vita con la respirazione bocca a bocca mediante l’intervento delle Poste, serve soltanto a salvare il vecchio imprenditore, limitando le sue perdite a spese della collettività. Deve essere ben chiaro che questo non è affatto necessario per garantire continuità all’azienda, cioè all’organizzazione di risorse umane e materiali, la cui attività potrebbe proseguire senza interruzioni con un altro imprenditore. Si dice: quel che spendiamo per mantenere Alitalia italiana ci ritorna abbondantemente in capacità di attrarre in Italia turisti, investimenti, talenti. Ma che cosa ci fa pensare che i turisti e gli investitori vengano più volentieri in un Paese dove il volo Milano-Roma costa il doppio rispetto al Parigi-Lione o al Londra-Glasgow, perché la tratta è protetta dalla concorrenza per tenere in vita la compagnia aerea di bandiera? E che cosa ci fa pensare che le compagnie aeree più efficienti non sarebbero felici di incorporarne la struttura aziendale per continuare a fare – ma a fare meglio – ciò che fin qui ha fatto l’italianissima Alitalia? Forse che un viaggiatore newyorkese si preoccupa per il fatto che la compagnia aerea che gli offre il servizio migliore è californiana, canadese, o europea? Si obietta: “Air France-KLM mira soltanto ad alimentare con il nostro traffico aereo i suoi hub di Parigi e Amsterdam; chi verrà dall’America per visitare l’Italia farà scalo a Parigi o Amsterdam invece che a Roma o a Malpensa”. Ma i casi sono due: o fare scalo a Parigi, per andare a Firenze, Venezia, o Palermo, sarà più economico, e allora la nostra industria turistica avrà un vantaggio da questa riduzione dei costi di viaggio; oppure sarà più economico fare scalo a Fiumicino o a Malpensa, e allora anche il vettore aereo straniero si avvarrà degli hub italiani. Una cosa è certa: l’idea di difendere gli hub italiani riservandone gli slot a un vettore aereo inefficiente può produrre soltanto fallimenti. Può solo indebolire, non rafforzare, il sistema Italia.
 
Milanello capisco che sei particolarmente tifoso di Milano, ma non scherziamo. Francoforte e la stessa Amsterdam non sono minimamente paragonabili. Ne come aeroporto ma neanche come citta'/area metropolitana e flussi/interessi industriali, economici, politici, storici con mezzo mondo ed oltre.
Milano deve finirla di paragonarsi a citta' inarrivabili ma cominicare ad essere efficiente nella sua dimensione. Ovviamente la chiusura di Linate sarebbe il primo ed unico passo da fare. Senza quello, mxp sara' sempre sovradimensionato, sottoutilizzato e visto come la peste da chiunque voglia piantarci le tende.

Scusate per l'OT ma ci terrei a rispondere.
Forse dovresti rivedere qualche numero:

1) Area metropolitana: Milano è la sesta area metropolitana in Europa, prima di Amsterdam (che poi praticamente copre tutta l'Olanda) e Francoforte. Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Aree_metropolitane_europee
2) Flussi/Turismo: Milano è la quinta città in Europa sia come "international overnight visitors" che come "international overnight visitor spend", Amsterdam viene dopo e Francoforte non c'è neanche. Fonte: http://insights.mastercard.com/wp-content/uploads/2013/05/Mastercard_GDCI_Final_V4.pdf

Quindi va bene paragonare aeroporti, e li non c'è dubbio che non è minimamente paragonabile. Ma le basi, i soldi, i flussi, etc. eccome se ci sono. Il problema è che non li sfruttiamo e soprattutto le persone competenti non sono competenti e non sanno gestire l'enorme potenziale di questo paese.
 
Un articolo di Pietro Ichino trovato qua (http://www.retelib.it/Page/Alitaliaanticoerrore) non privo di errori e banalità


Alitalia: perché dico che stiamo ripetendo un (antico) errore
di Pietro Ichino, 14 ottobre 2013

Che cosa ci induce a pensare che un vettore aereo italiano meno efficiente giovi al nostro sistema economico più di quanto gioverebbe lasciare spazio nei nostri aeroporti a vettori stranieri efficienti? O che la sorte degli hub italiani dipenda dalla nazionalità dei vettori che se ne servono?

Quello che stiamo facendo oggi per Alitalia, tenendola in vita con la respirazione bocca a bocca mediante l’intervento delle Poste, serve soltanto a salvare il vecchio imprenditore, limitando le sue perdite a spese della collettività. Deve essere ben chiaro che questo non è affatto necessario per garantire continuità all’azienda, cioè all’organizzazione di risorse umane e materiali, la cui attività potrebbe proseguire senza interruzioni con un altro imprenditore. Si dice: quel che spendiamo per mantenere Alitalia italiana ci ritorna abbondantemente in capacità di attrarre in Italia turisti, investimenti, talenti. Ma che cosa ci fa pensare che i turisti e gli investitori vengano più volentieri in un Paese dove il volo Milano-Roma costa il doppio rispetto al Parigi-Lione o al Londra-Glasgow, perché la tratta è protetta dalla concorrenza per tenere in vita la compagnia aerea di bandiera? E che cosa ci fa pensare che le compagnie aeree più efficienti non sarebbero felici di incorporarne la struttura aziendale per continuare a fare – ma a fare meglio – ciò che fin qui ha fatto l’italianissima Alitalia? Forse che un viaggiatore newyorkese si preoccupa per il fatto che la compagnia aerea che gli offre il servizio migliore è californiana, canadese, o europea? Si obietta: “Air France-KLM mira soltanto ad alimentare con il nostro traffico aereo i suoi hub di Parigi e Amsterdam; chi verrà dall’America per visitare l’Italia farà scalo a Parigi o Amsterdam invece che a Roma o a Malpensa”. Ma i casi sono due: o fare scalo a Parigi, per andare a Firenze, Venezia, o Palermo, sarà più economico, e allora la nostra industria turistica avrà un vantaggio da questa riduzione dei costi di viaggio; oppure sarà più economico fare scalo a Fiumicino o a Malpensa, e allora anche il vettore aereo straniero si avvarrà degli hub italiani. Una cosa è certa: l’idea di difendere gli hub italiani riservandone gli slot a un vettore aereo inefficiente può produrre soltanto fallimenti. Può solo indebolire, non rafforzare, il sistema Italia.
Potrei anche essere d'accordo con le parole di Ichino, se il mercato del trasporto aereo fosse libero e trasparente. Ma non lo è per nulla. Un operatore tedesco non può venire in Italia a volare la tratta FCO - NRT (per dire) perché regolata da accordi bilaterali fra i governi. E non a caso AF come condizione sine qua non per l'acquisizione di AZ-LAI nel 2008 aveva posto il congelamento dei bilaterali non utilizzati. Far fallire AZ e lasciare il trasporto aereo in mano agli stranieri non necessariamente comporta una maggiore efficienza del sistema.
Inoltre se lo straniero, come nel nostro caso, è a sua volta sotto il controllo di fatto di un governo, che garanzie abbiamo che ricerchi la massima efficenza nel servire il mercato italiano, può anche accettare di essere parzialmente inefficiente (a spese nostre) per ragioni politiche.
 
Alitalia: ecco i paletti europei che l'intervento di Poste italiane dovrà rispettare

L'intervento di Poste Italiane nella ricapitalizzazione dell'Alitalia è un aiuto di Stato in quanto allo Stato va ricondotto il controllo delle Poste. Perciò è necessario che il piano di ricapitalizzazione dell'Alitalia ottenga il via libera dell'Antitrust europeo, la Dg Concorrenza, che vigila tra l'altro sugli aiuti pubblici. ..............

Grazie.
Mi fa piacere averci azzeccato (post 699).

Anche la scheda del Bic Lazio linkata diceva più o meno le stesse cose.

Il fatto della discontinuità è sicuramente vero. I debiti sono rimasti là, etc.
Ma come la mettiamo con la deroga antitrust che forse, sembrerebbe che un tantinello abbia riguardato il mercato? E con la dispensa dalle disposizioni ex art.2112 cc?
 
Grazie.
Mi fa piacere averci azzeccato (post 699).

Anche la scheda del Bic Lazio linkata diceva più o meno le stesse cose.

Il fatto della discontinuità è sicuramente vero. I debiti sono rimasti là, etc.
Ma come la mettiamo con la deroga antitrust che forse, sembrerebbe che un tantinello abbia riguardato il mercato? E con la dispensa dalle disposizioni ex art.2112 cc?
Il fatto della discontinuità è e rimane una barzelletta. AZ ha mantenuto denominazione, colori sociali, personale (quello rimasto), slot aeroportuali, diritti sui bilaterali. Se questa è discontinuità...
 
Stato
Discussione chiusa ad ulteriori risposte.