*** ALITALIA : Poste Italiane al 15% ***


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FlyKing

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14 Aprile 2011
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Genova - LIMJ
Fammi capire,quando sul Corriere scrivono di Etihad o di altri fantomatici partners meritano il Pulitzer , poi improvvisamente diventano giornalai..
Il livello medio degli articoli giornalistici in Italia fa schifo, indipendentemente dal tema.
Ci sono articoli basati su rumors o pettegolezzi e passi, in qualche modo le pagine dei giornali le devono pur riempire, quando invece si denunciano cose simili, dove volutamente si altera la normale dinamica dell'industria aeronautica (un po' come denunciare di acquistare un volo AF e trovarsi su un aereo DL) solo per creare scandalo e clamore, con conseguente danno all'immagine di un'azienda, le cose si complicano un po'.
 

sevs17

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10 Dicembre 2007
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Milano, Lombardia.
Etihad l'aveva detto chiaramente che al momento non erano interessati ad Alitalia.
Aeroflot non ho capito da chi sia stata tirata fuori ma non mi risulta che avesse mai fatto trapelare interesse.
Hainan, boh, avrebbe il solito problema che non é una compagnia europea (come Aeroflot d'altronde).
Cathay Pacific idem, ma inoltre é partner di British Airways che non é molto contenta della vicenda Alitalia, mi farebbe ridere se entrasse in One World con AF-KL al 25 (FORSE futuro 11%).
 

dario abbece

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2 Ottobre 2008
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milano
i francesi non possono ....è evidente......oltre che per le loro problematiche sindacali , anche per la loro non felicissima situazione, da lì il compromesso , italianissimo, di sottoscrivere parzialmente, prospettato dall'articolo del sole
 

kenyaprince

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20 Giugno 2008
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VCE-TSF
Tensione alle stelle tra Air France e il vertice di Alitalia. Con il grande capo della compagnia francese, Alexandre de Juniac, che ha preso carta e penna e scritto una lettera di fuoco, contestando apertamente tutti i passi fin qui compiuti dai soci italiani. Dalla gestione della crisi di liquidità, al piano industriale messo a punto dall’ad Gabriele Del Torchio, «considerato troppo ottimistico», fino ai rapporti con le banche e alle modalità di finanziamento. La lettera di Juniac, datata 18 ottobre, è un condensato di critiche e di amare considerazioni sulla gestione dell’alleanza, in un crescendo di accuse che hanno l’obiettivo di mettere con le spalle al muro l’attuale management e di fissare i paletti per il futuro. Perché Air France, nonostante tutto, vuole continuare ad essere il partner industriale. A patto di poter indicare la linea.

LE PRIME ACCUSE
«Quando a gennaio Air France fu informata - si legge nelle missiva indirizzata al presidente Roberto Colaninno - delle necessità di mettere in campo un prestito degli azionisti per risolvere le esigenze di liquidità di breve termine ed assicurare la continuità aziendale, ci siano resi subito disponibili, nonostante il fatto che a dicembre 2012 non avessimo approvato il budget». Del resto, si spiega ancora, «avevamo messo bene in chiaro che quel tipo di soluzione d’emergenza last minute non avrebbe più dovuto ripetersi».

Tant’è che in «quell’occasione avevamo chiesto alla compagnia di elaborare un piano realistico di lungo termine supportato da un corposo e sostenibile piano finanziario». Cosa che a giudizio dei francesi non è avvenuta. Poi la bordata all’ad Del Torchio. «Avevamo espresso molte preoccupazione sul piano presentato a luglio 2013 che consideriamo troppo ottimistico. Eppure le nostre preoccupazioni e i nostri consigli non sono mai stati presi in considerazione». Non solo. «Contro il nostro parere il piano fu reso pubblico e anche presentato nei dettagli alla stampa». Uno sgarbo che evidentemente ha lasciato il segno. De Juniac lamenta poi il fatto che le «proposte per sostenere Alitalia nell’area vendite e gestione dei ricavi sono state sempre ignorata negli ultimi anni». E rincara la dose anche sul piano finanziario varato dal cda.

IL PIANO FINANZIARIO
«Nonostante considerassimo insufficiente e di corto respiro il nuovo piano finanziario proposto nel board del 4 ottobre, abbiamo approvato le misure d’emergenza per aiutare la compagnia a continuare l’operatività e prendere tempo per affrontare la crisi». Quindi l’affondo finale. «Per questi motivi (di fatto la scarsa attenzione alle richieste di AF, ndr) consideriamo tutto quello che è successo dall’11 al 14 ottobre, come elementi offensivi e scoraggianti per Air France. Nonostante i nostri continui sforzi per aiutare la compagnia, sforzi sostenuti dal primo azionista e partner commerciale più importante, ci siamo resi conto che ci sono stati lunghi negoziati dopo l’assemblea dell’11 ottobre tra alcuni azionisti e le banche su alcuni punti chiave (come la valutazione della compagnia e le condizioni dei finanziamenti deliberati dalle banche) senza che noi si fosse minimamente nè consultati nè coinvolti».

SCARSE INFORMAZIONI
«Air France - lamenta ancora de Juniac - tra l’altro non fu nemmeno messa nella posizione di avere tempo per capire a valutare le proposte relative a questo negoziato che furono mandate a Parigi soltanto e in ritardo e nel mezzo della notte durante l’assemblea del 14, rendendo impossibile per noi prendere delle decisioni consapevoli e informate».
Alitalia, scrive il capo di Air France, «è un partner importante e vogliamo che continui ad esserlo, ma vogliamo essere sicuri che qualsiasi soluzione messa in campo sia di lungo periodo e sostenibile». Basta insomma con le misure d’emergenza e le iniziative autonome. Quindi viene ribadita la necessità di realizzare un nuovo progetto sostenuto da un piano finanziario realistico che «richiede l’intervento di tutti gli azionisti, compresa una corposa ristrutturazione del debito, come già detto più volte».

QUATTRO SETTIMANE
Con questo spirito e nonostante ciò che è successo, «vogliamo proporre di mettere in campo un joint working team tra Alitalia e Air France per poter operare su due fronti»: il nuovo business plan e una due diligence su Alitalia sia legale che finanziaria oltre che sui conti, la base per costruire un piano del debito sostenibile con nuove risorse. Di qui la messa a disposizione di un team dedicato ad affrontare tutti i temi centrali: gestione delle vendite, rete, flotta, organizzazione del lavoro, gestione del debito. Magari coinvolgendo anche advisor ed esperti esterni.

L’obiettivo, conclude de Juniac, è completare il lavoro in poche settimane, al massimo quattro. Per tentare un rilancio che oggi appare difficile ai suoi occhi. Ma esso può avvenire solo a patto che queste condizioni vengano rispettate e che ci sia la massima condivisione delle informazioni. Solo al termine del lavoro del team comune - sottolinea il capo di Air France - potremo essere nelle «condizioni per identificare le azioni dalle quali muovere per il rilancio di Alitalia». Di decidere cioè se dare nuove risorse o gettare la spugna.
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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Te fai lo spiritoso, le banche giocano anche lo la loro partita con il governo ora che non è più un loro uomo a palazzo Chigi. Sai, cambia un bel po' la situazione per loro variando anche di poco le condizioni dei mega prestiti che lo Stato gli concede costantemente per salvarle, altro che AZ, è roba da gettito complessivo dell'IMU, non solo quello prima casa.
le banche ormai vengono prima degli stati, e'o ra di farsene una ragione
meno lo stallo tra le garanzie che vogliono loro, e quelle che AFKLM e' in grado di dare oggi
al momento non v'e' certezza di nulla , sull'ultimo fronte che resta

come si legge bene da quanto postato dal Prez , i francesi vogliono garanzie e noi non siamo in grado di darle

l'affare si complica
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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A questo punto direi che se non "devono" prenderla per forza sono decisamente ad un passo dall'uscita
 

Paolo_61

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2 Febbraio 2012
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Tensione alle stelle tra Air France e il vertice di Alitalia. ...


le banche ormai vengono prima degli stati, e'o ra di farsene una ragione
meno lo stallo tra le garanzie che vogliono loro, e quelle che AFKLM e' in grado di dare oggi
al momento non v'e' certezza di nulla , sull'ultimo fronte che resta

come si legge bene da quanto postato dal Prez , i francesi vogliono garanzie e noi non siamo in grado di darle

l'affare si complica
Spero vivamente che in AZ abbiano pronto un contingency plan in caso di lite con AF, che a questo punto potrebbe essere dietro l'angolo.
 

Veolia

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Spero vivamente che in AZ abbiano pronto un contingency plan in caso di lite con AF, che a questo punto potrebbe essere dietro l'angolo.
i francesi li capisco se parlano male di colaninno, quindi credo che le loro volonta' siano seriamente manifeste

se non ci sono altri offset dietro che li obbligano ad acquistare a sto punto io li vedo già fuori, evidentemente non riescono ad avere le garanzie che servono .

non dall'azienda , che e' gestita secondo la teoria del caos, e sulla cui affidabilità hanno ormai detto anche troppo, ma dalle banche che devono scucire almeno 2-300 milioni
Al momento e' SOLO una questione di soldi, che evidentemente non ci sono

Speriamo nell'Air Niugini ;-)
 

dario abbece

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..beh ...mi sa che la partita con i francesi è chiusa.........non tanto perchè la letterina è stata spedita(molto ..troppo tardi dai frnacesi), ma perchè è stata resa pubblica!
 

sevs17

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LA SOLUZIONE (ANCHE INTERMEDIARIA) DI AIR FRANCE.


PARIGI. Dal nostro corrispondente
Tra le riflessioni di Air France-Klm a proposito dell'aumento di capitale di Alitalia non ci sarebbero soltanto le due opzioni della partecipazione piena all'operazione in base alla quota attualmente in suo possesso (il 25%, per un costo di 75 milioni) o della mancata sottoscrizione. Ma anche una soluzione intermedia, con la possibilità cioè di aderire parzialmente all'aumento.
Di fronte a una certa freddezza da parte della compagnia franco-olandese - e dello stesso Governo, che di Air France-Klm ha il 15% - cresce infatti il pressing da parte di Alitalia, di Poste Italiane (che nella compagnia verserebbe anch'essa 75 milioni) e del Governo italiano. E questa potrebbe essere una strada di compromesso, in grado, almeno in questo momento, di accontentare tutti. O comunque di evitare strappi che potrebbe essere complicato ricucire.
Alitalia, il Governo italiano e le Poste (oltre alle banche e agli altri azionisti) vogliono evitare il danno d'immagine che deriverebbe da una decisione negativa di Air France-Klm, inevitabilmente interpretata come una mancanza di fiducia rispetto alle reali possibilità di risanare e rilanciare la compagnia. Mentre per il gruppo franco-olandese potrebbe essere il modo di sottolineare i molti dubbi senza però diluire eccessivamente la propria partecipazione (che in caso di mancata sottoscrizione scenderebbe intorno all'11%) e mantenendo una posizione forte all'interno del nuovo azionariato.
Questa scelta consentirebbe inoltre a Air France-Klm di limitare le possibili conseguenze negative sul fronte interno, a partire da quello sindacale. Nel momento in cui la società è impegnata a realizzare un piano di ristrutturazione che comporta tagli importanti (2.800 uscite che vanno ad aggiungersi alle oltre 5mila degli ultimi due anni). Se poi il gruppo decidesse di rimanere comunque al di sopra del 20% conserverebbe il diritto di veto previsto dallo statuto relativamente a decisioni strategiche che devono essere approvate con almeno l'80% del capitale.
Anche questa ipotesi sarà quindi al centro degli incontri franco-italiani dei prossimi giorni a Parigi. Oggi il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, incontrerà il collega Arnaud Montebourg a margine di una conferenza, a Bercy, sulla competitività industriale europea. Quel Montebourg che nei giorni scorsi è sembrato molto critico nei confronti dell'operazione Alitalia, dichiarando che «Air France ha i suoi problemi e non è mai una soluzione moltiplicare le difficoltà per due». Ribadendo inoltre la centralità delle questioni nazionali: «Air France deve riposizionarsi e risanarsi, prima di fare scelte importanti, e il Governo è concentrato sul ruolo di Air France in Francia».
Venerdì sarà invece il premier Gianni Letta ad affrontare l'argomento con il collega francese Jean-Marc Ayrault. Ed è soprattutto in questa occasione che il Governo italiano cercherà di esercitare tutta la pressione possibile nei confronti di Parigi. Perché Air France - con cui Alitalia ha da tempo forti legami commerciali - sia il partner industriale con cui l'ex compagnia di bandiera può costruire una strategia di medio-lungo periodo.
Certo bisognerà portare a questi tavoli elementi concreti e convincenti. Sul nuovo piano industriale e sulla ristrutturazione del debito.
Intanto Air France ha presentato ieri un programma invernale 2013-2014 che, secondo il presidente Alexandre de Juniac, riflette i grandi orientamenti strategici del piano Transform 2015: l'ulteriore potenziamento dei collegamenti intercontinentali nelle regioni a forti prospettive di crescita e la razionalizzazione di quelli a medio raggio, in particolare dalle basi provinciali di Marsiglia, Nizza e Tolosa. L'offerta a lungo raggio salirà quindi del 3,6%, con picchi dell'8,5% in Africa e del 5,9% in America latina, mentre quella "europea" diminuirà del 4 per cento.

http://www.ilsole24ore.com/art/fina...-intermedia-france-064923.shtml?uuid=AbJWypwI
 

belumosi

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Tensione alle stelle tra Air France e il vertice di Alitalia. Con il grande capo della compagnia francese, Alexandre de Juniac, che ha preso carta e penna e scritto una lettera di fuoco, contestando apertamente tutti i passi fin qui compiuti dai soci italiani. Dalla gestione della crisi di liquidità, al piano industriale messo a punto dall’ad Gabriele Del Torchio, «considerato troppo ottimistico», fino ai rapporti con le banche e alle modalità di finanziamento. La lettera di Juniac, datata 18 ottobre, è un condensato di critiche e di amare considerazioni sulla gestione dell’alleanza, in un crescendo di accuse che hanno l’obiettivo di mettere con le spalle al muro l’attuale management e di fissare i paletti per il futuro. Perché Air France, nonostante tutto, vuole continuare ad essere il partner industriale. A patto di poter indicare la linea.

LE PRIME ACCUSE
«Quando a gennaio Air France fu informata - si legge nelle missiva indirizzata al presidente Roberto Colaninno - delle necessità di mettere in campo un prestito degli azionisti per risolvere le esigenze di liquidità di breve termine ed assicurare la continuità aziendale, ci siano resi subito disponibili, nonostante il fatto che a dicembre 2012 non avessimo approvato il budget». Del resto, si spiega ancora, «avevamo messo bene in chiaro che quel tipo di soluzione d’emergenza last minute non avrebbe più dovuto ripetersi».

Tant’è che in «quell’occasione avevamo chiesto alla compagnia di elaborare un piano realistico di lungo termine supportato da un corposo e sostenibile piano finanziario». Cosa che a giudizio dei francesi non è avvenuta. Poi la bordata all’ad Del Torchio. «Avevamo espresso molte preoccupazione sul piano presentato a luglio 2013 che consideriamo troppo ottimistico. Eppure le nostre preoccupazioni e i nostri consigli non sono mai stati presi in considerazione». Non solo. «Contro il nostro parere il piano fu reso pubblico e anche presentato nei dettagli alla stampa». Uno sgarbo che evidentemente ha lasciato il segno. De Juniac lamenta poi il fatto che le «proposte per sostenere Alitalia nell’area vendite e gestione dei ricavi sono state sempre ignorata negli ultimi anni». E rincara la dose anche sul piano finanziario varato dal cda.

IL PIANO FINANZIARIO
«Nonostante considerassimo insufficiente e di corto respiro il nuovo piano finanziario proposto nel board del 4 ottobre, abbiamo approvato le misure d’emergenza per aiutare la compagnia a continuare l’operatività e prendere tempo per affrontare la crisi». Quindi l’affondo finale. «Per questi motivi (di fatto la scarsa attenzione alle richieste di AF, ndr) consideriamo tutto quello che è successo dall’11 al 14 ottobre, come elementi offensivi e scoraggianti per Air France. Nonostante i nostri continui sforzi per aiutare la compagnia, sforzi sostenuti dal primo azionista e partner commerciale più importante, ci siamo resi conto che ci sono stati lunghi negoziati dopo l’assemblea dell’11 ottobre tra alcuni azionisti e le banche su alcuni punti chiave (come la valutazione della compagnia e le condizioni dei finanziamenti deliberati dalle banche) senza che noi si fosse minimamente nè consultati nè coinvolti».

SCARSE INFORMAZIONI
«Air France - lamenta ancora de Juniac - tra l’altro non fu nemmeno messa nella posizione di avere tempo per capire a valutare le proposte relative a questo negoziato che furono mandate a Parigi soltanto e in ritardo e nel mezzo della notte durante l’assemblea del 14, rendendo impossibile per noi prendere delle decisioni consapevoli e informate».
Alitalia, scrive il capo di Air France, «è un partner importante e vogliamo che continui ad esserlo, ma vogliamo essere sicuri che qualsiasi soluzione messa in campo sia di lungo periodo e sostenibile». Basta insomma con le misure d’emergenza e le iniziative autonome. Quindi viene ribadita la necessità di realizzare un nuovo progetto sostenuto da un piano finanziario realistico che «richiede l’intervento di tutti gli azionisti, compresa una corposa ristrutturazione del debito, come già detto più volte».

QUATTRO SETTIMANE
Con questo spirito e nonostante ciò che è successo, «vogliamo proporre di mettere in campo un joint working team tra Alitalia e Air France per poter operare su due fronti»: il nuovo business plan e una due diligence su Alitalia sia legale che finanziaria oltre che sui conti, la base per costruire un piano del debito sostenibile con nuove risorse. Di qui la messa a disposizione di un team dedicato ad affrontare tutti i temi centrali: gestione delle vendite, rete, flotta, organizzazione del lavoro, gestione del debito. Magari coinvolgendo anche advisor ed esperti esterni.

L’obiettivo, conclude de Juniac, è completare il lavoro in poche settimane, al massimo quattro. Per tentare un rilancio che oggi appare difficile ai suoi occhi. Ma esso può avvenire solo a patto che queste condizioni vengano rispettate e che ci sia la massima condivisione delle informazioni. Solo al termine del lavoro del team comune - sottolinea il capo di Air France - potremo essere nelle «condizioni per identificare le azioni dalle quali muovere per il rilancio di Alitalia». Di decidere cioè se dare nuove risorse o gettare la spugna.
Anche se la lettera probabilmente contiene parecchie verità, la vedo più come una forma di pressing che come un disimpegno. Infatti viene lasciata una porticina aperta... Alle loro condizioni. E siccome credo alle compagnie interessate a perdere miliardi in AZ come credo a Babbo Natale, trovo probabile che questa mossa serva anche a dare uno stop alle chiacchiere della politica italiana. Della serie: o si fa come diciamo noi, o AZ salta.
 

Veolia

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..beh ...mi sa che la partita con i francesi è chiusa.........non tanto perchè la letterina è stata spedita(molto ..troppo tardi dai frnacesi), ma perchè è stata resa pubblica!
si direi anche io, la pubblicazione della lettera contiene un dichiarazione d'intenti intrinseca,
a meno di soluzioni dell'ultimo miinuto, al momento remotissime, la questione si fa molto molto pesante
credo che belumosi sia fuori strada non per una questione di logica ma di tempi
il governo ha fatto anche troppo, ben oltre quello che doveva e poteva, ormai e' solo una questione di soldi tra banche ed afklm
 

dario abbece

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milano
...aggiungo che fin qui, da quel che si può capire , dalla letterina, i francesi hanno gestito molto male la situazione .....mi riferisco ai 4(??) componenti del cda di az
 

Veolia

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...aggiungo che fin qui, da quel che si può capire , dalla letterina, i francesi hanno gestito molto male la situazione .....mi riferisco ai 4(??) componenti del cda di az
forse, ma forse anche no
ormai e' storia remota, il bivio si avvicina
la cosa ridicola e' che lo sapevano da almeno un anno che ad ottobre sarebbe finita cosi', meno dei problemi di afklm, quelli si sono manifestati dopo il prio trimestre
adesso so' c****
 

Paolo_61

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...aggiungo che fin qui, da quel che si può capire , dalla letterina, i francesi hanno gestito molto male la situazione .....mi riferisco ai 4(??) componenti del cda di az
Beh, in una lettera che intendono rendere pubblica (o comunque far trapelare) certamente non dicono "siamo dei coXXioni incapaci e i nostri 4 consiglieri hanno approvato anche le puXXanate"
 

Veolia

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aspetto solo i soliti sindacalisti sbraitanti dell'ultimo minuto invocare la nazionalizzazione
soprattutto quelli laziali, visto che in caso di default o ridimensionamento i contraccolpi sono perloppiu' all'intorno di quella perla di hub che e' FCO
 

dario abbece

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Beh, in una lettera che intendono rendere pubblica (o comunque far trapelare) certamente non dicono "siamo dei coXXioni incapaci e i nostri 4 consiglieri hanno approvato anche le puXXanate"
.il senso è un altro.... una lettera di questo tipo ,la trovo inutile se quello che dici nella lettera, lo hai contestato puntualmente in ogni cda e hai fatto mettere a verbale ogni singola contestazioni........
 

Veolia

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.il senso è un altro.... una lettera di questo tipo ,la trovo inutile se quello che dici nella lettera, lo hai contestato puntualmente in ogni cda e hai fatto mettere a verbale ogni singola contestazioni........
e visto che pubblicare una cosa del genere e poi essere smentiti tramite verbali o consiglieri sarebbe folle in tutto il mondo tranne che da noi, direi che e' decisamente una realtà difficilmente impugnabile
 

dario abbece

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milano
aggiungo poi che se questi sono i top manager d'oltralpe , qualche dubbio sulle loro capacità avioniche :) ...mi viene!

considerazione che mi si era già presentata vedendo la capitalizzazione di borsa di af a confronto con suoi pari!
 
Stato
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