Sottopongo alla vostra attenzione questo articolo di Gianni Dragoni
Gianni Dragoni Alitalia-Cai chiuderà in rosso anche il bilancio 2011, il terzo anno di attività. Il risultato netto negativo è stimato intorno ai 100 milioni di euro, a meno di operazioni straordinarie prima di Capodanno. Questo porterà ad oltre 600 milioni le perdite nei primi tre anni di vita per la compagnia presieduta da Roberto Colaninno. Il patrimonio netto si ridurrà a poco più di 450 milioni, il 38% circa dei 1.170 milioni di capitale versati all'inizio del viaggio. Il capitale iniziale è ripartito tra gli 847 milioni versati dai 20 soci italiani (erano 21, ma la Fingen dei fratelli Fratini si è ritirata) e 323 milioni da Air France-Klm, che è il primo azionista della compagnia "italiana", con il 25 per cento. In origine il piano della Cai, elaborato da Intesa Sanpaolo quando era guidata da Corrado Passera, divenuto ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti nel governo Monti, prevedeva l'utile al terzo anno. I traguardo è stato rimandato al 2012. Quest'anno era fissato l'obiettivo del pareggio operativo, il risultato prima di oneri finanziari, voci straordinarie e tasse. Ma non dovrebbe essere centrato, secondo le ultime stime della compagnia. Ieri l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, ha detto: «Se non sarà pareggio operativo non ci andremo lontani». Se il pareggio operativo fosse raggiunto, sarebbe però per merito di robusti proventi non gestionali o una tantum, non per la gestione. Nel primo semestre, secondo la relazione sui conti al 30 giugno, un documento che Il Sole 24 Ore ha consultato, i conti hanno beneficiato di 115,73 milioni di "saldo proventi e oneri diversi". Un importo elevato, nel 2010 i proventi "diversi" erano 31,32 milioni nel semestre. Senza questi apporti il bilancio 2011 sarebbe in rosso per oltre 200 milioni. La nuova Alitalia ha ridotto i costi rispetto alla compagnia pubblica, oltre 7mila persone della vecchia azienda sono state lasciate a casa. Dal primo novembre però anche 700 dipendenti della "nuova" sono in cassa integrazione, per contenere i costi. Quello che preoccupa di più, dice Sabelli, che da almeno sei mesi è considerato vicino all'uscita, è l'anno prossimo. «Non è il dato di fine 2011 quello che mi preoccupa quanto quello che accadrà negli anni successivi», ha detto in un'intervista ad Affari & Finanza di Repubblica il 28 novembre. Il momento è critico. Non è solo una questione di conti in rosso. La nuova Alitalia è una compagnia ridimensionata, serve il mercato italiano con meno voli di quanto facessero la malandata compagnia statale e il suo ex concorrente che ha assorbito, Air One. La Cai perde quote di mercato. Da gennaio a settembre i passeggeri di Alitalia sono aumentati del 6,6% a 18,8 milioni, un tasso di crescita inferiore a quello, il 7,65%, dei passeggeri in tutti gli scali italiani calcolato dall'Assaeroporti. Secondo la relazione semestrale, da gennaio a maggio la quota di mercato media di Alitalia sulle destinazioni nazionali è del 48,5%, inferiore al 50,4% dello stesso periodo del 2010, che già era in calo. Tre anni fa Sabelli aveva stimato di avere il 56% del mercato nazionale. Su tutte le destinazioni all'estero la quota di mercato media di Alitalia nei primi cinque mesi è del 12,6%, in ribasso dal 13,1% dello stesso periodo del 2010. Secondo dati di Airline Business, mostrati da Assaeroporti a un recente convegno, nel traffico tra l'Italia e i paesi dell'Unione europea il primo vettore è Ryanair con una quota di mercato del 24%, dieci punti più di Alitalia. Per la Cai adesso si apre anche il fronte Antitrust. Alla scadenza della protezione triennale assicurata per decreto nel 2008 da Silvio Berlusconi al monopolio nei cieli nazionali, ieri l'Antitrust ha aperto un'istruttoria (si veda l'articolo a fianco) che riguarda soprattutto la posizione dominante a Linate, dove Sabelli detiene circa il 70% degli slot. Forse l'Antitrust non obbligherà Cai ad aprire alla concorrenza la Linate-Roma, perché c'è il treno veloce, ma probabilmente chiederà di aprire alla concorrenza e rilasciare slot per le rotte da Linate al Sud. Secondo i piani iniziali della cordata italiana, dopo quattro anni le azioni sarebbero state vendute a Air France-Klm. Il vincolo a non vendere (lock up) scade il 12 gennaio 2013. Mancano 13 mesi e 10 giorni. Con un capitale assottigliato dalle perdite, la sfida per la Cai è attraversare le difficoltà del 2012 senza chiedere ai soci altri soldi. Con la caduta del governo Berlusconi per i "patrioti" la vita sarà più difficile, mentre Passera è entrato al governo, dove si occuperà anche di trasporto aereo. Neppure Air France-Klm se la passa bene, nel semestre aprile-settembre ha una perdita di 183 milioni e i debiti finanziari sono saliti a 6,5 miliardi. Fra 13 mesi, forse neppure Jean-Cyril Spinetta avrà voglia di staccare un assegno che ricompensi Colaninno e soci delle somme investite nella Cai. Chissà se, in alternativa, sarà la Cassa depositi e prestiti a dare ossigeno alla Cai. © RIPRODUZIONE RISERVATA
mi sono permesso di postare questo interessantissimo articolo di questo straordinario giornalista, e vorrei evidenziare alcuni punti che mi sembrano sostanziali:
1) Dragoni si attiene per quanto riguarda le perdite al conto economico, e parla di oltre 600 mil di perdite in tre anni, temo che il nostro non considera le Immobilizzazioni Immateriali al netto delle quali, la perdita dal 2008 al 31/12/2011 supera il miliardo di €. Ricordiamoci che noi al momento nelle nostre considerazioni ci siamo basati sui bilanci sino al 31/12/2010, ovvero quelli pubblicati.
2) altro problema di non poco conto, Dragoni ci informa che la compagnia perde inesorabilmente mercato, portando a documento della sua tesi dati che non lasciano dubbi. Il gap sul P2P con Ryan Air ha ormai contorni “drammatici” La mia amara considerazione è la seguente: “ecco cosa vuol dire far mettere le mani ad AF dentro il commerciale” mi chiedo come si fa a non capire che buona parte del network internazionale è condizionato dal partner d’oltralpe; inoltre nel bel mentre a Roma sono soci, Mr. Spinetta collega CDG con tutte le maggiori città italiane, e guarda un po come le collega: ho fatto una piccola analisi e ve la comunico per le vostre riflessioni. Allora AF libera capacità sul P2P con prezzi elevatissimi e poi abbassa inesorabilmente i prezzi se voli sull’hub spoke. In altre parole, se voli da Genova a Parigi ti salasso (medium price circa 700 €), ma se voli da GOA a New York via Parigi, allora tutto cambia inesorabilmente udite udite si arriva anche a tariffe pari a 499 € circa. Mi chiedo e vi chiedo: ma questa è un alleanza???? ti faccio una concorrenza spietata a casa tua però sono tuo socio e tuo alleato in Sky Team. Chiaro che se ho il Direttore Commerciale che è un mio uomo posso fare come voglio e nel frattempo recupero per via indiretta i 300 mil di € che ho messo nel capitale. Ora mi chiedo e vi chiedo: ma cosa ci vuole a sedersi ad un tavolo con questi Corsi e rimettere la palla al centro??? Ba!!!! Mi rendo conto che non è possibile. Andiamo avanti......
3) Dragoni ci informa che Sabelli già da tempo è considerato in uscita, e ci credo, anzi più in particolare credo che Sabelli stia contando i giorni che lo separano da Marzo. Inoltre sempre lo stesso AD dichiara «Non è il dato di fine 2011 quello che mi preoccupa (beato lui!!!) quanto quello che accadrà negli anni successivi» e chiaro che tale dichiarazione si legge in un modo: l’Ing. Sabelli ha ben chiara la situazione gravissima in cui Alitalia si trova, finalmente dopo tanti trionfalismi un pizzico di onestà intellettuale. Peccato che al momento nessuno fa niente per almeno provare a porre rimedio, mentre a Parigi se la ridono a crepapelle e gli alleatii di Delta in pure stile americano tentano di decodificare quale intima strategia si nasconde nella mente del management di Alitalia increduli di tali errori gestionali che non possono essere fini a se stessi perché per il loro modo di pensare tutto ciò sarebbe pazzesco. Quanto prima istituiranno un gruppo di lavoro con partecipazione di “psicologi di grido” per capire cosa passa nella mente del management di Alitalia. Ho molti amici in Delta è al di la della battuta il loro pensiero è : “ci sarà una spiegazione in questo auto-flagello”. Sono ben consci che tutto gioca a favore di AF, cha allo stato mai e poi mai al di la della crisi in cui versa comprerà Alitalia, va molto molto meglio così. Grazie ad AZ i cugini riducono le perdite.
4) ultima considerazione, Dragoni dimentica di specificare che la metà di quanto versato dai capitani è messo a riserva da sovrapprezzo e soprattutto nemmeno lui ci dice che fine hanno fatto nello Stato Patrimoniale le azioni cat. B di Air France, ma su quello io aspetto con pazienza che AbbecceDario esca dal suo antro e ce lo spieghi.......
Termino con una considerazione: da Italiano, mi dispiace davvero tanto e credo che tutti i frequentatori di questo forum provano lo stesso dispiacere, tutti senza distinzione. Per tutti noi appassionati di questo settore non può non essere così... Malgrado sia ormai una compagnia privata questa è la compagnia di bandiera del nostro Paese.
Gianni Dragoni Alitalia-Cai chiuderà in rosso anche il bilancio 2011, il terzo anno di attività. Il risultato netto negativo è stimato intorno ai 100 milioni di euro, a meno di operazioni straordinarie prima di Capodanno. Questo porterà ad oltre 600 milioni le perdite nei primi tre anni di vita per la compagnia presieduta da Roberto Colaninno. Il patrimonio netto si ridurrà a poco più di 450 milioni, il 38% circa dei 1.170 milioni di capitale versati all'inizio del viaggio. Il capitale iniziale è ripartito tra gli 847 milioni versati dai 20 soci italiani (erano 21, ma la Fingen dei fratelli Fratini si è ritirata) e 323 milioni da Air France-Klm, che è il primo azionista della compagnia "italiana", con il 25 per cento. In origine il piano della Cai, elaborato da Intesa Sanpaolo quando era guidata da Corrado Passera, divenuto ministro dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti nel governo Monti, prevedeva l'utile al terzo anno. I traguardo è stato rimandato al 2012. Quest'anno era fissato l'obiettivo del pareggio operativo, il risultato prima di oneri finanziari, voci straordinarie e tasse. Ma non dovrebbe essere centrato, secondo le ultime stime della compagnia. Ieri l'amministratore delegato, Rocco Sabelli, ha detto: «Se non sarà pareggio operativo non ci andremo lontani». Se il pareggio operativo fosse raggiunto, sarebbe però per merito di robusti proventi non gestionali o una tantum, non per la gestione. Nel primo semestre, secondo la relazione sui conti al 30 giugno, un documento che Il Sole 24 Ore ha consultato, i conti hanno beneficiato di 115,73 milioni di "saldo proventi e oneri diversi". Un importo elevato, nel 2010 i proventi "diversi" erano 31,32 milioni nel semestre. Senza questi apporti il bilancio 2011 sarebbe in rosso per oltre 200 milioni. La nuova Alitalia ha ridotto i costi rispetto alla compagnia pubblica, oltre 7mila persone della vecchia azienda sono state lasciate a casa. Dal primo novembre però anche 700 dipendenti della "nuova" sono in cassa integrazione, per contenere i costi. Quello che preoccupa di più, dice Sabelli, che da almeno sei mesi è considerato vicino all'uscita, è l'anno prossimo. «Non è il dato di fine 2011 quello che mi preoccupa quanto quello che accadrà negli anni successivi», ha detto in un'intervista ad Affari & Finanza di Repubblica il 28 novembre. Il momento è critico. Non è solo una questione di conti in rosso. La nuova Alitalia è una compagnia ridimensionata, serve il mercato italiano con meno voli di quanto facessero la malandata compagnia statale e il suo ex concorrente che ha assorbito, Air One. La Cai perde quote di mercato. Da gennaio a settembre i passeggeri di Alitalia sono aumentati del 6,6% a 18,8 milioni, un tasso di crescita inferiore a quello, il 7,65%, dei passeggeri in tutti gli scali italiani calcolato dall'Assaeroporti. Secondo la relazione semestrale, da gennaio a maggio la quota di mercato media di Alitalia sulle destinazioni nazionali è del 48,5%, inferiore al 50,4% dello stesso periodo del 2010, che già era in calo. Tre anni fa Sabelli aveva stimato di avere il 56% del mercato nazionale. Su tutte le destinazioni all'estero la quota di mercato media di Alitalia nei primi cinque mesi è del 12,6%, in ribasso dal 13,1% dello stesso periodo del 2010. Secondo dati di Airline Business, mostrati da Assaeroporti a un recente convegno, nel traffico tra l'Italia e i paesi dell'Unione europea il primo vettore è Ryanair con una quota di mercato del 24%, dieci punti più di Alitalia. Per la Cai adesso si apre anche il fronte Antitrust. Alla scadenza della protezione triennale assicurata per decreto nel 2008 da Silvio Berlusconi al monopolio nei cieli nazionali, ieri l'Antitrust ha aperto un'istruttoria (si veda l'articolo a fianco) che riguarda soprattutto la posizione dominante a Linate, dove Sabelli detiene circa il 70% degli slot. Forse l'Antitrust non obbligherà Cai ad aprire alla concorrenza la Linate-Roma, perché c'è il treno veloce, ma probabilmente chiederà di aprire alla concorrenza e rilasciare slot per le rotte da Linate al Sud. Secondo i piani iniziali della cordata italiana, dopo quattro anni le azioni sarebbero state vendute a Air France-Klm. Il vincolo a non vendere (lock up) scade il 12 gennaio 2013. Mancano 13 mesi e 10 giorni. Con un capitale assottigliato dalle perdite, la sfida per la Cai è attraversare le difficoltà del 2012 senza chiedere ai soci altri soldi. Con la caduta del governo Berlusconi per i "patrioti" la vita sarà più difficile, mentre Passera è entrato al governo, dove si occuperà anche di trasporto aereo. Neppure Air France-Klm se la passa bene, nel semestre aprile-settembre ha una perdita di 183 milioni e i debiti finanziari sono saliti a 6,5 miliardi. Fra 13 mesi, forse neppure Jean-Cyril Spinetta avrà voglia di staccare un assegno che ricompensi Colaninno e soci delle somme investite nella Cai. Chissà se, in alternativa, sarà la Cassa depositi e prestiti a dare ossigeno alla Cai. © RIPRODUZIONE RISERVATA
mi sono permesso di postare questo interessantissimo articolo di questo straordinario giornalista, e vorrei evidenziare alcuni punti che mi sembrano sostanziali:
1) Dragoni si attiene per quanto riguarda le perdite al conto economico, e parla di oltre 600 mil di perdite in tre anni, temo che il nostro non considera le Immobilizzazioni Immateriali al netto delle quali, la perdita dal 2008 al 31/12/2011 supera il miliardo di €. Ricordiamoci che noi al momento nelle nostre considerazioni ci siamo basati sui bilanci sino al 31/12/2010, ovvero quelli pubblicati.
2) altro problema di non poco conto, Dragoni ci informa che la compagnia perde inesorabilmente mercato, portando a documento della sua tesi dati che non lasciano dubbi. Il gap sul P2P con Ryan Air ha ormai contorni “drammatici” La mia amara considerazione è la seguente: “ecco cosa vuol dire far mettere le mani ad AF dentro il commerciale” mi chiedo come si fa a non capire che buona parte del network internazionale è condizionato dal partner d’oltralpe; inoltre nel bel mentre a Roma sono soci, Mr. Spinetta collega CDG con tutte le maggiori città italiane, e guarda un po come le collega: ho fatto una piccola analisi e ve la comunico per le vostre riflessioni. Allora AF libera capacità sul P2P con prezzi elevatissimi e poi abbassa inesorabilmente i prezzi se voli sull’hub spoke. In altre parole, se voli da Genova a Parigi ti salasso (medium price circa 700 €), ma se voli da GOA a New York via Parigi, allora tutto cambia inesorabilmente udite udite si arriva anche a tariffe pari a 499 € circa. Mi chiedo e vi chiedo: ma questa è un alleanza???? ti faccio una concorrenza spietata a casa tua però sono tuo socio e tuo alleato in Sky Team. Chiaro che se ho il Direttore Commerciale che è un mio uomo posso fare come voglio e nel frattempo recupero per via indiretta i 300 mil di € che ho messo nel capitale. Ora mi chiedo e vi chiedo: ma cosa ci vuole a sedersi ad un tavolo con questi Corsi e rimettere la palla al centro??? Ba!!!! Mi rendo conto che non è possibile. Andiamo avanti......
3) Dragoni ci informa che Sabelli già da tempo è considerato in uscita, e ci credo, anzi più in particolare credo che Sabelli stia contando i giorni che lo separano da Marzo. Inoltre sempre lo stesso AD dichiara «Non è il dato di fine 2011 quello che mi preoccupa (beato lui!!!) quanto quello che accadrà negli anni successivi» e chiaro che tale dichiarazione si legge in un modo: l’Ing. Sabelli ha ben chiara la situazione gravissima in cui Alitalia si trova, finalmente dopo tanti trionfalismi un pizzico di onestà intellettuale. Peccato che al momento nessuno fa niente per almeno provare a porre rimedio, mentre a Parigi se la ridono a crepapelle e gli alleatii di Delta in pure stile americano tentano di decodificare quale intima strategia si nasconde nella mente del management di Alitalia increduli di tali errori gestionali che non possono essere fini a se stessi perché per il loro modo di pensare tutto ciò sarebbe pazzesco. Quanto prima istituiranno un gruppo di lavoro con partecipazione di “psicologi di grido” per capire cosa passa nella mente del management di Alitalia. Ho molti amici in Delta è al di la della battuta il loro pensiero è : “ci sarà una spiegazione in questo auto-flagello”. Sono ben consci che tutto gioca a favore di AF, cha allo stato mai e poi mai al di la della crisi in cui versa comprerà Alitalia, va molto molto meglio così. Grazie ad AZ i cugini riducono le perdite.
4) ultima considerazione, Dragoni dimentica di specificare che la metà di quanto versato dai capitani è messo a riserva da sovrapprezzo e soprattutto nemmeno lui ci dice che fine hanno fatto nello Stato Patrimoniale le azioni cat. B di Air France, ma su quello io aspetto con pazienza che AbbecceDario esca dal suo antro e ce lo spieghi.......
Termino con una considerazione: da Italiano, mi dispiace davvero tanto e credo che tutti i frequentatori di questo forum provano lo stesso dispiacere, tutti senza distinzione. Per tutti noi appassionati di questo settore non può non essere così... Malgrado sia ormai una compagnia privata questa è la compagnia di bandiera del nostro Paese.