Alitalia, Ferrovie sceglie Atlantia come “quarto socio”


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I-SELV

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GOA-MXP
Curiosando su Flightradar24 ho notato che negli ultimi giorni AZ sta avendo qualche difficoltà nel rispettare orari dei voli di lungo ed in qualche caso cancellazioni.
Vedo che la GIG di ieri sera, ripogrammata stamattina alle 6:00 è stata cancellata ma la 672 ha avuto problemi quasi tutta l'ultima settimana; pure la MEX di oggi risulta cancellata.
La 602 di ieri ha avuto qualche ora di ritardo ed hanno avuto problemi anche sulla diurna per GRU.
Alcune 680 negli ultimi giorni sono partite ben dopo la mezzanotte, credevo ci fosse il blocco delle partenze/arrivi a FCO dalle 00:00 alle 06:00.
Non ho visto le altre.
Personale navigante in subbuglio o problemi con lo sfruttamento delle macchine o entrambi?
 

belumosi

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Con 1 miliardo di capitale e un piano flotta da progettare direi che è un problema che debbono porsi piuttosto che trovarsi subito con il fiato corto. Atlantia se deve giocare lo vuole fare al meglio ed è evidente che ha tutto l'interesse a tirar dentro maggiormente DL. DL dal canto suo ha visto benissimo cosa succede ai partner industriali che appena firmano e mettono i soldini diventano incapaci, sfruttatori ecc ecc.
Il rinnovo della flotta non dovrebbe comportare particolari esborsi di liquidità. Le rate del leasing (o del finanziamento) sono contestuali all'utilizzo degli aerei ed alla redditività generata dal loro utilizzo.
No, parlare ora di ricapitalizzazione, significa prendere atto che anche con il nuovo piano industriale, AZ continuerà a perdere un mare di soldi. E partendo da questa evidenza, i soci stanno litigando per decidere come spartirsi quella mega-rata annuale chiamata perdita netta.
Quanto a DL, l'impressione è che voglia limitarsi ad un ticket per poter mantenere AZ viva ed in orbita ST. Per il resto non gliene frega nulla della compagnia italiana. Cosa che è vera anche per FS, costretta dalla politica a sborsare soldi pubblici per una farsesca integrazione, è vera per Atlantia, che deve espiare le colpe genovesi e cercare di mantenere la concessione, ed è vera per il MEF, che vuole metterci becco solo per tutelare gli attuali interessi che ruotano intorno alla compagnia.
Come vedi tutti i soci hanno nella partecipazione motivazioni collaterali prioritarie che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo di AZ.
Aggiungo che una vecchia volpe come Ed Bastian sa perfettamente che in un'AZ partecipata circa al 50% dallo stato, è impossibile attuare una profonda ristrutturazione. Quindi la storiella che DL investe col contagocce in attesa di una rivoluzione copernicana, non sta in piedi nemmeno con le stampelle.
Quello che è probabile è che DL si adegui all'idea di una ricapitalizzazione costante nel tempo in ottica strategica, sborsando 40-50 M€ annui per continuare ad utilizzare AZ e nel contempo sottrarla a LH.
In pratica il miliardo è come l'ossigeno fornito ad una puttana in coma per mantenerla in vita e potersela scopare ancora per qualche tempo. Tra l'altro metà dell'ossigeno lo paghiamo tutti noi, ma anche questa non è una novità.
 

atlantique

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Il rinnovo della flotta non dovrebbe comportare particolari esborsi di liquidità. Le rate del leasing (o del finanziamento) sono contestuali all'utilizzo degli aerei ed alla redditività generata dal loro utilizzo.
No, parlare ora di ricapitalizzazione, significa prendere atto che anche con il nuovo piano industriale, AZ continuerà a perdere un mare di soldi. E partendo da questa evidenza, i soci stanno litigando per decidere come spartirsi quella mega-rata annuale chiamata perdita netta.
Quanto a DL, l'impressione è che voglia limitarsi ad un ticket per poter mantenere AZ viva ed in orbita ST. Per il resto non gliene frega nulla della compagnia italiana. Cosa che è vera anche per FS, costretta dalla politica a sborsare soldi pubblici per una farsesca integrazione, è vera per Atlantia, che deve espiare le colpe genovesi e cercare di mantenere la concessione, ed è vera per il MEF, che vuole metterci becco solo per tutelare gli attuali interessi che ruotano intorno alla compagnia.
Come vedi tutti i soci hanno nella partecipazione motivazioni collaterali prioritarie che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo di AZ.
Aggiungo che una vecchia volpe come Ed Bastian sa perfettamente che in un'AZ partecipata circa al 50% dallo stato, è impossibile attuare una profonda ristrutturazione. Quindi la storiella che DL investe col contagocce in attesa di una rivoluzione copernicana, non sta in piedi nemmeno con le stampelle.
Quello che è probabile è che DL si adegui all'idea di una ricapitalizzazione costante nel tempo in ottica strategica, sborsando 40-50 M€ annui per continuare ad utilizzare AZ e nel contempo sottrarla a LH.
In pratica il miliardo è come l'ossigeno fornito ad una puttana in coma per mantenerla in vita e potersela scopare ancora per qualche tempo. Tra l'altro metà dell'ossigeno lo paghiamo tutti noi, ma anche questa non è una novità.
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Farfallina

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Il rinnovo della flotta non dovrebbe comportare particolari esborsi di liquidità. Le rate del leasing (o del finanziamento) sono contestuali all'utilizzo degli aerei ed alla redditività generata dal loro utilizzo.
Poi ti trovi nella situazione di Norwegian. Fra l'altro una delle critiche rivolte ad AZ in questi anni è di aver solamente 1/3 della flotta di proprietà, altra critica è che è sempre stata ritenuta sottocapitalizzata con 1 miliardo di capitale iniziale.
La questione semplificando è che i soci non industriali prima di legarsi al socio partner industriale vogliono la garanzia che questo sia disponibile a giocare la partita impegnandosi a non scendere dalla barca trovandosi come ai tempi di AF con i francesi usciti ma con lunghi accordi industriali che sostanzialmente legavano le sorti di AZ comunque alle decisioni di AF-KL. Atlantia non sta mettendo una fiche come nelle precedenti occasioni, mettici tutti i complotti da "fatto quotidiano" che ti vengono in mente ma una volta in ballo nessuno gioca per perdere.
 

atlantique

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Curiosando su Flightradar24 ho notato che negli ultimi giorni AZ sta avendo qualche difficoltà nel rispettare orari dei voli di lungo ed in qualche caso cancellazioni.
Vedo che la GIG di ieri sera, ripogrammata stamattina alle 6:00 è stata cancellata ma la 672 ha avuto problemi quasi tutta l'ultima settimana; pure la MEX di oggi risulta cancellata.
La 602 di ieri ha avuto qualche ora di ritardo ed hanno avuto problemi anche sulla diurna per GRU.
Alcune 680 negli ultimi giorni sono partite ben dopo la mezzanotte, credevo ci fosse il blocco delle partenze/arrivi a FCO dalle 00:00 alle 06:00.
Non ho visto le altre.
Personale navigante in subbuglio o problemi con lo sfruttamento delle macchine o entrambi?
Cancellazioni programmate a quanto si legge in rete.
 

Betha23

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Il rinnovo della flotta non dovrebbe comportare particolari esborsi di liquidità. Le rate del leasing (o del finanziamento) sono contestuali all'utilizzo degli aerei ed alla redditività generata dal loro utilizzo.
No, parlare ora di ricapitalizzazione, significa prendere atto che anche con il nuovo piano industriale, AZ continuerà a perdere un mare di soldi. E partendo da questa evidenza, i soci stanno litigando per decidere come spartirsi quella mega-rata annuale chiamata perdita netta.
Quanto a DL, l'impressione è che voglia limitarsi ad un ticket per poter mantenere AZ viva ed in orbita ST. Per il resto non gliene frega nulla della compagnia italiana. Cosa che è vera anche per FS, costretta dalla politica a sborsare soldi pubblici per una farsesca integrazione, è vera per Atlantia, che deve espiare le colpe genovesi e cercare di mantenere la concessione, ed è vera per il MEF, che vuole metterci becco solo per tutelare gli attuali interessi che ruotano intorno alla compagnia.
Come vedi tutti i soci hanno nella partecipazione motivazioni collaterali prioritarie che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo di AZ.
Aggiungo che una vecchia volpe come Ed Bastian sa perfettamente che in un'AZ partecipata circa al 50% dallo stato, è impossibile attuare una profonda ristrutturazione. Quindi la storiella che DL investe col contagocce in attesa di una rivoluzione copernicana, non sta in piedi nemmeno con le stampelle.
Quello che è probabile è che DL si adegui all'idea di una ricapitalizzazione costante nel tempo in ottica strategica, sborsando 40-50 M€ annui per continuare ad utilizzare AZ e nel contempo sottrarla a LH.
In pratica il miliardo è come l'ossigeno fornito ad una puttana in coma per mantenerla in vita e potersela scopare ancora per qualche tempo. Tra l'altro metà dell'ossigeno lo paghiamo tutti noi, ma anche questa non è una novità.
Mi sfugge un dettaglio.... se Delta vuole mettere una fisches per continuare a usare AZ in ST e continuare a mettere pochi soldi ogni anno per godere di questa mossa anti LH.... perché starebbe litigando per avere 1/3 del managment nominato da lei?

Non è che forse (e dico forse) una compagnia come Delta NON può investire pesantemente in un azienda che perde circa 200M/anno dovendo rispondere comunque a degli azionisti nel mercato piu regolamentato del mondo?
 

Paolo_61

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Mi sfugge un dettaglio.... se Delta vuole mettere una fisches per continuare a usare AZ in ST e continuare a mettere pochi soldi ogni anno per godere di questa mossa anti LH.... perché starebbe litigando per avere 1/3 del managment nominato da lei?

Non è che forse (e dico forse) una compagnia come Delta NON può investire pesantemente in un azienda che perde circa 200M/anno dovendo rispondere comunque a degli azionisti nel mercato piu regolamentato del mondo?
Probabilmente perché il potenziale delle perdite di AZ è infinito, per cui contano con il proprio management di limitare il danno.
 

belumosi

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Poi ti trovi nella situazione di Norwegian. Fra l'altro una delle critiche rivolte ad AZ in questi anni è di aver solamente 1/3 della flotta di proprietà, altra critica è che è sempre stata ritenuta sottocapitalizzata con 1 miliardo di capitale iniziale.
La flotta di AZ nel suo insieme non è così vetusta da richiedere una sostituzione integrale in tempi rapidi.
Convengo sull'opportunità di avere una percentuale maggiore dei futuri aerei di proprietà, ragione per la quale avevo parlato anche di finanziamento e non solo di leasing.
La questione semplificando è che i soci non industriali prima di legarsi al socio partner industriale vogliono la garanzia che questo sia disponibile a giocare la partita impegnandosi a non scendere dalla barca trovandosi come ai tempi di AF con i francesi usciti ma con lunghi accordi industriali che sostanzialmente legavano le sorti di AZ comunque alle decisioni di AF-KL.
Visto che gli italiani di fatto imporranno a DL un'AZ in perdita sistemica (sia pure un po' attenuata), è difficile aspettarsi dagli americani un coinvolgimento di lungo periodo al buio. Quanto ai rapporti di forza con DL (e con AFKL), credo basti ricordare che AZ probabilmente sarà fuori dalla JV e potrà contare solo sulla traffico in quota DL che quest'ultima deciderà di dirottare sulla compagnia italiana.
Terrei ben presente che se si dovesse arrivare ai ferri corti, DL senza AZ ci rimetterebbe delle briciole, mentre AZ senza DL e senza accesso alla JV, subirebbe probabilmente un salasso.
non sta mettendo una fiche come nelle precedenti occasioni, mettici tutti i complotti da "fatto quotidiano" che ti vengono in mente ma una volta in ballo nessuno gioca per perdere.
Se ti obbligano a combattere con una mano legata dietro la schiena, è difficile vincere.
Quanto ai complotti, nulla ti vieta di credere che Atlantia sborserà 400 M€ (per ora...) perchè crede che AZ farà fior di utili. Però io continuo a nutrire qualche LIEVISSIMA perplessità. Il mondo è bello perchè è vario.
Probabilmente perché il potenziale delle perdite di AZ è infinito, per cui contano con il proprio management di limitare il danno.
Ovviamente quoto.
 

Farfallina

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Mi sfugge un dettaglio.... se Delta vuole mettere una fisches per continuare a usare AZ in ST e continuare a mettere pochi soldi ogni anno per godere di questa mossa anti LH.... perché starebbe litigando per avere 1/3 del managment nominato da lei?

Non è che forse (e dico forse) una compagnia come Delta NON può investire pesantemente in un azienda che perde circa 200M/anno dovendo rispondere comunque a degli azionisti nel mercato piu regolamentato del mondo?
Perché l'idea complottistica che passa non è una mentalità di aziende come DL ma anche la stessa Atlantia. Indipendentemente dal motivo per il quale decidano l'investimento l'obiettivo è fare il possibile e l'impossibile per far funzionare l'investimento stesso. Certe mentalità complottistiche sono da carrozzone statale e peggio ancora frutto di certe mentalità sindacali per giustificare inefficienze e posizioni anacronistiche.
 

Simme71

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Il rinnovo della flotta non dovrebbe comportare particolari esborsi di liquidità. Le rate del leasing (o del finanziamento) sono contestuali all'utilizzo degli aerei ed alla redditività generata dal loro utilizzo.
No, parlare ora di ricapitalizzazione, significa prendere atto che anche con il nuovo piano industriale, AZ continuerà a perdere un mare di soldi. E partendo da questa evidenza, i soci stanno litigando per decidere come spartirsi quella mega-rata annuale chiamata perdita netta.
Quanto a DL, l'impressione è che voglia limitarsi ad un ticket per poter mantenere AZ viva ed in orbita ST. Per il resto non gliene frega nulla della compagnia italiana. Cosa che è vera anche per FS, costretta dalla politica a sborsare soldi pubblici per una farsesca integrazione, è vera per Atlantia, che deve espiare le colpe genovesi e cercare di mantenere la concessione, ed è vera per il MEF, che vuole metterci becco solo per tutelare gli attuali interessi che ruotano intorno alla compagnia.
Come vedi tutti i soci hanno nella partecipazione motivazioni collaterali prioritarie che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo di AZ.
Aggiungo che una vecchia volpe come Ed Bastian sa perfettamente che in un'AZ partecipata circa al 50% dallo stato, è impossibile attuare una profonda ristrutturazione. Quindi la storiella che DL investe col contagocce in attesa di una rivoluzione copernicana, non sta in piedi nemmeno con le stampelle.
Quello che è probabile è che DL si adegui all'idea di una ricapitalizzazione costante nel tempo in ottica strategica, sborsando 40-50 M€ annui per continuare ad utilizzare AZ e nel contempo sottrarla a LH.
In pratica il miliardo è come l'ossigeno fornito ad una puttana in coma per mantenerla in vita e potersela scopare ancora per qualche tempo. Tra l'altro metà dell'ossigeno lo paghiamo tutti noi, ma anche questa non è una novità.
Sintesi ben argomentata, sulla quale concordo.
Allo stato attuale, piuttosto che parlare di voli pindarici tipo B788 o A339, totorotte ecc., mi concentrerei sugli unici due aspetti seriamente in ballo:
(a) di rinvio in rinvio, le parti in causa si metteranno d'accordo? E se si, quando?
(b) qualora fosse finalmente smarcato il punto (a), la capitalizzazione della nuova società veramente ammonterà a 1 mld Eur? Se così fosse quali prospettive potrebbe avere questa compagnia se non spengersi più o meno lentamente?
 

belumosi

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Un piccolo squarcio su quel segreto di stato che sono i numeri di AZ. Intendo quelli veri e non la propaganda di Pyongyang.
La fonte è la relazione semestrale di ADR e i dati riguardano le variazioni percentuali dei pax nel primo semestre a FCO.
Tra parentesi, i dati complessivi di FCO.

Nazionale: +0.3 (-1.9)
UE: -1.7 (+2.5)
Extra UE: +2.3 (+5.6)
Totale: +0.2 (+2.2)

E' evidente il sempre maggior arroccamento sul nazionale (dove AZ guadagna ulteriori quote di mercato), mentre sull'internazionale si assiste all'opposto. Esattamente il contrario di quello che sarebbe auspicabile.
E non è tutto. Per ottenere questi modesti risultati, AZ ha dovuto incrementare i movimenti del 3.9% e i posti offerti del 3.7%.
Per cui è ragionevole supporre un LF in calo di oltre 3 punti.

http://www.adr.it/documents/10157/1...+DEF.pdf/9a567be7-0aa7-4cf8-8ba7-0f67fb634a18
 

Betha23

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Un piccolo squarcio su quel segreto di stato che sono i numeri di AZ. Intendo quelli veri e non la propaganda di Pyongyang.
La fonte è la relazione semestrale di ADR e i dati riguardano le variazioni percentuali dei pax nel primo semestre a FCO.
Tra parentesi, i dati complessivi di FCO.

Nazionale: +0.3 (-1.9)
UE: -1.7 (+2.5)
Extra UE: +2.3 (+5.6)
Totale: +0.2 (+2.2)

E' evidente il sempre maggior arroccamento sul nazionale (dove AZ guadagna ulteriori quote di mercato), mentre sull'internazionale si assiste all'opposto. Esattamente il contrario di quello che sarebbe auspicabile.
E non è tutto. Per ottenere questi modesti risultati, AZ ha dovuto incrementare i movimenti del 3.9% e i posti offerti del 3.7%.
Per cui è ragionevole supporre un LF in calo di oltre 3 punti.

http://www.adr.it/documents/10157/1...+DEF.pdf/9a567be7-0aa7-4cf8-8ba7-0f67fb634a18
Non ho capito l’ultima deduzione , se io aumento i movimenti di 10 e i posti offerti di 9 probabilmente vuol dire che ho movimentato di più aerei di piccole dimensioni. Cosa c’entra il LF?
 

belumosi

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Non ho capito l’ultima deduzione , se io aumento i movimenti di 10 e i posti offerti di 9 probabilmente vuol dire che ho movimentato di più aerei di piccole dimensioni. Cosa c’entra il LF?
Se aumenti posti del 3.7%, ma i pax crescono solo dello 0.2%, dovresti avere un LF più basso di oltre il 3%.

PS. Nel primo semestre 2019, il peso di AZ nel sistema aeroportuale romano è stato di circa il 34%.
 
Ultima modifica:

belumosi

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Sempre dal report ADR si apprende che i pax internazionali di AZ a FCO nei primi sei mesi dell'anno sono stati 3.9M.
Cifra che rappresenta il 6.6% dei 58.849.687 pax internazionali che hanno utilizzato gli scali italiani.
Nel primo semestre 2018, la percentuale era del 7.1%.
 

Farfallina

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Un piccolo squarcio su quel segreto di stato che sono i numeri di AZ. Intendo quelli veri e non la propaganda di Pyongyang.
La fonte è la relazione semestrale di ADR e i dati riguardano le variazioni percentuali dei pax nel primo semestre a FCO.
Tra parentesi, i dati complessivi di FCO.

Nazionale: +0.3 (-1.9)
UE: -1.7 (+2.5)
Extra UE: +2.3 (+5.6)
Totale: +0.2 (+2.2)

E' evidente il sempre maggior arroccamento sul nazionale (dove AZ guadagna ulteriori quote di mercato), mentre sull'internazionale si assiste all'opposto. Esattamente il contrario di quello che sarebbe auspicabile.
E non è tutto. Per ottenere questi modesti risultati, AZ ha dovuto incrementare i movimenti del 3.9% e i posti offerti del 3.7%.
Per cui è ragionevole supporre un LF in calo di oltre 3 punti.

http://www.adr.it/documents/10157/1...+DEF.pdf/9a567be7-0aa7-4cf8-8ba7-0f67fb634a18
Va detto che i numeri ottenuti sono con flotta in diminuzione quindi con un miglior utilizzo degli stessa.
 

leerit

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3 Settembre 2019
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ROMA. – Il nuovo Governo conferma la volontà di lavorare non per un salvataggio ma per il rilancio di Alitalia. Ma il tempo stringe, in cassa ci sono poco meno di 360 milioni ed è urgente un piano industriale che garantisca la continuità della compagnia. Questo il messaggio che arriva dal tavolo convocato dal neo ministro Stefano Patuanelli per fare il punto sull’operazione.

E mentre si guarda alla prossima scadenza del 15 ottobre, con la speranza che la vicenda Atlantia non abbia un impatto sul dossier, cresce tra i sindacati la preoccupazione per gli esuberiPatuanelli assicura infatti che farà tutto il possibile per i lavoratori, impegnandosi “a garantire una adeguata tutela a tutti i dipendenti”, ma senza la certezza di avere zero esuberi come assicurato dal suo predecessore Luigi Di Maio.

La volontà di tutto il Governo è di accompagnare non una procedura di salvataggio ma di rilancio dell’Alitalia, che è un simbolo dell’industria italiana come la Ferrari, sottolinea Patuanelli aprendo il tavolo che vede i sindacati tornare dopo poco più due mesi e mezzo a via Veneto per capire il futuro della compagnia.

L’ultima volta, il 3 luglio, a presiedere il tavolo c’era Di Maio, erano state concesse 4 proroghe e in casa c’erano circa 430 milioni; oggi il ministro è Patuanelli (sempre M5s), siamo alla sesta proroga e in cassa ci sono, al 31 agosto, oltre 360 milioni più i depositi (erano 413 a fine luglio).

L’operatività continua, i risultati sono buoni (“agosto è stato molto positivo, speriamo anche i mesi futuri, le prenotazioni sono buone”), e gli investimenti dovrebbero salire a 220 milioni (dai 180 milioni dello scorso anno).

Ma “la cosa urgente”, avverte il commissario Stefano Paleari, “è stabilire quanto prima un piano industriale che consenta di dare alla compagnia una continuità di lungo termine. Questa è la cosa più importante”.

Un messaggio in linea con le raccomandazioni a fare presto che i commissari ripetono ormai da mesi. E un’urgenza evidenziata dallo stesso ministro (la proroga è stata concessa, ma con la consapevolezza che i tempi devono essere ristretti), che ha esplicitato l’intenzione di chiudere “in tempi stretti”, e anche dai sindacati (“ritengo sia necessario non prorogare oltre”, avverte il leader della Cgil Maurizio Landini).

Ora la palla è tutta nelle mani del consorzio composto da Fs, Delta, Atlantia e Mef, che ha davanti ancora diversi nodi da sciogliere dalla joint venture transatlantica alla governance, all’ultima definizione delle quote azionarie.

E mentre da più parti si allontana il timore che le dimissioni di Castellucci da Atlantia possano incidere sul dossier (“Non mi fa paura questa uscita”, dice il viceministro del Mise Stefano Buffagni; “Credo che il percorso di Alitalia non debba assolutamente dipendere da questo”, dice la leader della Cisl Furlan), il ceo della compagnia americana Ed Bastian, con un no comment su Atlantia, conferma l’interesse ad “avere il 10%” della nuova Alitalia.

Cresce intanto la preoccupazione sul fronte degli esuberi, con i sindacati che tornano a chiedere che nel piano non ce ne siano.

Ma le parole arrivate dal titolare del Mise non contengono questa garanzia: “Il ministro – rileva il segretario della Uil Carmelo Barbagallo – ha detto che fino a quando non avrà certezza sul piano industriale non è abituato a dire cose che poi magari potrebbero non verificarsi”.

E lo stesso Mise, in una nota a fine serata, spiega che c’è l’impegno a dare, appunto, “adeguata tutela” ai lavoratori e anche a prorogare fino a marzo 2020 gli ammortizzatori sociali già in corso.

https://voce.com.ve/2019/09/18/442742/alitalia-in-cassa-360-milioni-urgente-piano-per-continuita/
 

Betha23

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Se aumenti posti del 3.7%, ma i pax crescono solo dello 0.2%, dovresti avere un LF più basso di oltre il 3%.

PS. Nel primo semestre 2019, il peso di AZ nel sistema aeroportuale romano è stato di circa il 34%.
Ok ora ti seguo, ma credo che ci sia qualcosa di svincolato nel dato, perché il 3% di LF mi sembra un’enormità !
 

AZ209

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Londra.
10 buoni motivi per chiudere Alitalia, ora e per sempre

È la Ferrari dei cieli, secondo il ministro Patuanelli. In realtà la nostra compagnia di bandiera è un disastro assoluto: manager inadeguati, ingerenze politiche, lavoratori iper-privilegiati, scelte strategiche suicide. Un consiglio, giallorossi: fate finire quest’agonia. Che magari dalle ceneri di Alitalia nascerà qualcosa di buono.

«La volontà di tutto il Governo è di accompagnare non una procedura di salvataggio ma di rilancio dell'Alitalia, che è un simbolo dell'industria italiana come la Ferrari». Così parlò Stefano Patuanelli, Movimento Cinque Stelle, ministro dello sviluppo economico del nuovo governo giallorosso di Giuseppe Conte, a margine del tavolo su Alitalia convocato per fare il punto sul destino della compagnia di bandiera italiana dopo le dimissioni dell’amministratore delegato di Giovanni Castellucci, ex ammnistratore delegato di Atlantia, che avrebbe dovuto rilevare il 30% della compagnia, in una cordata che prevede l’ingresso di Ferrovie dello Stato (30% pure lei), di Delta Airlines (10%) e del ministero dell’economia.

Sinceramente, vorremmo avere l’ottimismo di Patuanelli, e pure il suo gusto per il paradosso, nel paragonare una realtà industriale come Ferrari che solo lo scorso anno ha fatto segnare un utile netto del 46% con una realtà decotta come quella di Alitalia che ha fatto registrare una perdita netta di 454 milioni di euro, peraltro dimezzata rispetto all’anno precedente, e che non fa registrare utili da almeno vent’anni. La realtà, è che se questo davvero volesse essere il governo della svolta, dovrebbe avere il coraggio di chiudere bottega e di staccare la spina al buco nero per eccellenza dell’economia italiana, per evitare di dover ripianare parte delle perdite per altri decenni coi soldi dei contribuenti, caricandone il resto sui bilanci di aziende in salute, che finirebbero per ritrovarsi sul groppone l’insostenibile pesantezza di un’azienda incapace di produrre valore.

Per convincere Patuanelli, e magari Conte, a prendere il coraggio a due mani e staccare la spina alla compagnia di bandiera abbiamo prodotto un piccolo decalogo, un bigino dei guai di Alitalia, per raccontare i quali non basterebbe un libro solo. Servirà a poco, temiamo: sono numeri ed evidenze che la politica conosce da anni, ma che non può permettersi, per ragioni di consenso e di pace sociale, di prendere in considerazione. Repetita iuvant, in ogni caso. Sia mai che riusciamo a convincere voi lettori.


Perché nessuno usa più Alitalia
Nel 2018 in Italia hanno volato 144milioni di passeggeri. Di questi solo 21,5 milioni hanno volato Alitalia, il 14% circa. Di fatto, l’ex monopolista del cielo tricolore è ancora oggi la seconda compagnia aerea italiana dietro Ryanair, ma la sua quota di mercato continua a scendere – solo nel 2017 era del 15% – a causa della fortissima crescita dei competitor low cost. Ancora peggio va coi voli internazionali, quelli a maggior valore aggiunto, dove Alitalia ha una quota di mercato dell’8,5%, inferiore a quella di Ryanair, Lufthansa e Easy Jet. In sintesi: le persone volano sempre di più – in vent’anni sono quasi triplicati -, ma questi nuovi passeggeri usano altre compagnie: non a caso, negli ultimi dieci anni, Alitalia ha perso 8 milioni di passeggeri.


Perché non ha nulla di strategico per l’Italia

Se questo sarà l’andamento dei prossimi vent’anni, com’è stato quello degli ultimi venti, del resto, Alitalia arriverà a essere la terza o quarta, o quinta compagnia del Paese, abbandonando progressivamente le rotte meno redditizie per evitare bagni di sangue. Rotte che, a loro volta, saranno occupate da qualche low cost in grado di sostenerle. Domanda: cos’ha di strategico una compagnia aerea con una quota di mercato del 15%, che porta in Italia 8 passeggeri stranieri ogni 100, una compagnia che, per inciso, perde ogni anno una qualche centinaia di milioni di euro?


Perché sono trent’anni che perde soldi
Già, perché della Ferrari l’Italia ha solamente il rosso dei bilanci. Tra il 1989 e il 2017, la compagnia di bandiera italiana ha chiuso in passivo 15 esercizi su 18, cumulando 6 miliardi di perdite a valori correnti. Ripetiamo: 6 miliardi in 18 anni vuol dire 300 milioni di perdite ogni anno, in anni in cui il mercato cresceva a dismisura.

Perché ha sbagliato tutte le scelte che poteva sbagliare
“Il mercato del trasporto aereo è caratterizzato da una forte crescita delle low cost sui tragitti di breve e media gittata con una forte concentrazione dei guadagni sulle tratte di lunga distanza”, dice chi se ne intende di trasporto aereo come Mario Pianta, professore di politiche economiche dell’università di Urbino. Peccato che Alitalia abbia fatto la scelta opposta, quella di abbandonare le lunghe tratte ad alto valore aggiunto e concentrarsi su quelle presidiate dalle low cost e dal treno ad alta velocità. Non solo: in anni di crescita del mercato, occorre comprare aerei, investire, fare alleanze, mentre Alitalia ha dismesso quasi metà della sua flotta ed è rimasta nel suo splendido isolamento, finendo per dire di no – grazie, presidente Berlusconi – al matrimonio con Air France e Klm. Applausi.

Perché è un’azienda che si fa spennare da chiunque
Fossero solo le scelte strategiche, il problema. Alitalia ha anche l’invidiabile record di pagare tutto oltre misura. Stando al bilancio 2015, Alitalia avrebbe pagato il carburante circa il 20% in più rispetto al valore di mercato del periodo. Allo stesso modo, il leasing degli aerei stesso, ha un rateo mensile del 15% maggiore rispetto alla media di mercato. Per non parlare della manutenzione, affidata ad Atitech con un costo di 75 euro per ora di lavoro, poi ridotto a 55 euro. Una corretta gestione in house della manutenzione della cellula, specifica l'analisi, non supera invece i 40 euro per ora/lavoro.


Perché i suoi lavoratori hanno privilegi che non ha nessuno (e li paghiamo noi)
5 euro a biglietto: questo paga ciascuno di noi – sottoforma di addizionale comunale sui diritti d’imbarco – per mandare in pensione in anticipo di 7 anni, senza decurtazioni, i piloti d’aereo in esubero, o per pagare loro qualche anno di cassa integrazione. Non è uno scherzo: si chiama Fondo Speciale per il Trasporto Aereo (FSTA), è stato istituito da una legge del 2004 e preleva circa 220 milioni all’anno dai contribuenti. Roba che serve solo a far sopravvivere gli sprechi di Alitalia, coi soldi dei contribuenti. Benvenuti nella giungla (romana).

Perché chi la guida (da vent’anni) non sa nulla di aerei
Roberto Colaninno, Rocco Sabelli, Andrea Ragnetti, Gabriele Del Torchio, Silvano Cassano, Kramer Ball, Luigi Gubitosi. Domanda: quanti di questi ceo o commissari straordinari – molti dei quali di assoluto livello – sapeva qualcosa di aeronautica o era stato scelto in funzione della sua pregressa esperienza nel settore del trasporto aureo? Lasciamo a voi il compito della ricerca e della risposta. Nel frattempo ve ne facciamo un’altra: non sarebbe stato meglio chiamare sin da subito un professionista del settore?

Perché continuerà a perdere un mare di soldi
Pensare che Alitalia possa guadagnare disinvestendo sulle tratte a lunga percorrenza e ad alto valore aggiunto, concentradosi nelle piccole nicchie a zero ricavi e dismettendo la propria flotta, senza investire in nuovi aerei, è una pia illusione. Salvata o meno, Alitalia continuerà a perdere, a meno che non voglia evitare (finalmente) il fallimento e nel caso morire e rinascere da sola. L’ha fatto la fu compagnia di bandiera del Belgio, ed è risorta. Noi evidentemente.

Perché continuerà a costarci un mare di soldi
L’ultima è dell’inizio di quest’anno. Dal decreto su prestito ponte ad Alitalia dello scorso anno – 900 milioni necessari a sopravvivere – è sparita la data di restituzione. Non più giugno 2019, ma una supercazzola che vuol dire mai. Come mai fu restituito l’altro prestito ponte da 300 milioni, quello ai capitani coraggiosi di Cai nel 2018. Non un grande creditore, lo Stato. Stato che a sua volta, semmai Alitalia sarà comprata da Atlantia-Ferrovie-Delta-Mef, dovrà sobbarcarsi una BadCo da almeno 3 miliardi di euro, con relativi esuberi da gestire. Domanda ingenua: chi ce lo fa fare, per un’azienda che non è strategica, che non è redditizia e che ci impedisce, anche solo con la sua presenza, di sperare strade nuove per il commercio mondiale.

Perché non abbiamo più soldi per occuparcene
Debito pubblico al 132% del Pil, crescita economica stimata tra lo 0,3% e lo 0,4%. Con queste cifre sarà un miracolo anche solo disinnescare le clausole di salvaguardia dell’Iva. Figurarsi trovare i miliardi per costruire la nuova Alitalia, con la sua NewCo che comincia subito a perdere, e la BadCo con le sue centinaia di migliaia di esuberi. Davvero vogliamo giocarci altri miliardi con Alitalia? Davvero non abbiamo niente niente niente di meglio da fare, che sovvenzionare un disastro italiano?

https://www.fanpage.it/economia/10-buoni-motivi-per-chiudere-alitalia-ora-e-per-sempre/
 

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26 Aprile 2012
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10 buoni motivi per chiudere Alitalia, ora e per sempre

È la Ferrari dei cieli, secondo il ministro Patuanelli. In realtà la nostra compagnia di bandiera è un disastro assoluto: manager inadeguati, ingerenze politiche, lavoratori iper-privilegiati, scelte strategiche suicide. Un consiglio, giallorossi: fate finire quest’agonia. Che magari dalle ceneri di Alitalia nascerà qualcosa di buono.

«La volontà di tutto il Governo è di accompagnare non una procedura di salvataggio ma di rilancio dell'Alitalia, che è un simbolo dell'industria italiana come la Ferrari». Così parlò Stefano Patuanelli, Movimento Cinque Stelle, ministro dello sviluppo economico del nuovo governo giallorosso di Giuseppe Conte, a margine del tavolo su Alitalia convocato per fare il punto sul destino della compagnia di bandiera italiana dopo le dimissioni dell’amministratore delegato di Giovanni Castellucci, ex ammnistratore delegato di Atlantia, che avrebbe dovuto rilevare il 30% della compagnia, in una cordata che prevede l’ingresso di Ferrovie dello Stato (30% pure lei), di Delta Airlines (10%) e del ministero dell’economia.

Sinceramente, vorremmo avere l’ottimismo di Patuanelli, e pure il suo gusto per il paradosso, nel paragonare una realtà industriale come Ferrari che solo lo scorso anno ha fatto segnare un utile netto del 46% con una realtà decotta come quella di Alitalia che ha fatto registrare una perdita netta di 454 milioni di euro, peraltro dimezzata rispetto all’anno precedente, e che non fa registrare utili da almeno vent’anni. La realtà, è che se questo davvero volesse essere il governo della svolta, dovrebbe avere il coraggio di chiudere bottega e di staccare la spina al buco nero per eccellenza dell’economia italiana, per evitare di dover ripianare parte delle perdite per altri decenni coi soldi dei contribuenti, caricandone il resto sui bilanci di aziende in salute, che finirebbero per ritrovarsi sul groppone l’insostenibile pesantezza di un’azienda incapace di produrre valore.

Per convincere Patuanelli, e magari Conte, a prendere il coraggio a due mani e staccare la spina alla compagnia di bandiera abbiamo prodotto un piccolo decalogo, un bigino dei guai di Alitalia, per raccontare i quali non basterebbe un libro solo. Servirà a poco, temiamo: sono numeri ed evidenze che la politica conosce da anni, ma che non può permettersi, per ragioni di consenso e di pace sociale, di prendere in considerazione. Repetita iuvant, in ogni caso. Sia mai che riusciamo a convincere voi lettori.


Perché nessuno usa più Alitalia
Nel 2018 in Italia hanno volato 144milioni di passeggeri. Di questi solo 21,5 milioni hanno volato Alitalia, il 14% circa. Di fatto, l’ex monopolista del cielo tricolore è ancora oggi la seconda compagnia aerea italiana dietro Ryanair, ma la sua quota di mercato continua a scendere – solo nel 2017 era del 15% – a causa della fortissima crescita dei competitor low cost. Ancora peggio va coi voli internazionali, quelli a maggior valore aggiunto, dove Alitalia ha una quota di mercato dell’8,5%, inferiore a quella di Ryanair, Lufthansa e Easy Jet. In sintesi: le persone volano sempre di più – in vent’anni sono quasi triplicati -, ma questi nuovi passeggeri usano altre compagnie: non a caso, negli ultimi dieci anni, Alitalia ha perso 8 milioni di passeggeri.


Perché non ha nulla di strategico per l’Italia

Se questo sarà l’andamento dei prossimi vent’anni, com’è stato quello degli ultimi venti, del resto, Alitalia arriverà a essere la terza o quarta, o quinta compagnia del Paese, abbandonando progressivamente le rotte meno redditizie per evitare bagni di sangue. Rotte che, a loro volta, saranno occupate da qualche low cost in grado di sostenerle. Domanda: cos’ha di strategico una compagnia aerea con una quota di mercato del 15%, che porta in Italia 8 passeggeri stranieri ogni 100, una compagnia che, per inciso, perde ogni anno una qualche centinaia di milioni di euro?


Perché sono trent’anni che perde soldi
Già, perché della Ferrari l’Italia ha solamente il rosso dei bilanci. Tra il 1989 e il 2017, la compagnia di bandiera italiana ha chiuso in passivo 15 esercizi su 18, cumulando 6 miliardi di perdite a valori correnti. Ripetiamo: 6 miliardi in 18 anni vuol dire 300 milioni di perdite ogni anno, in anni in cui il mercato cresceva a dismisura.

Perché ha sbagliato tutte le scelte che poteva sbagliare
“Il mercato del trasporto aereo è caratterizzato da una forte crescita delle low cost sui tragitti di breve e media gittata con una forte concentrazione dei guadagni sulle tratte di lunga distanza”, dice chi se ne intende di trasporto aereo come Mario Pianta, professore di politiche economiche dell’università di Urbino. Peccato che Alitalia abbia fatto la scelta opposta, quella di abbandonare le lunghe tratte ad alto valore aggiunto e concentrarsi su quelle presidiate dalle low cost e dal treno ad alta velocità. Non solo: in anni di crescita del mercato, occorre comprare aerei, investire, fare alleanze, mentre Alitalia ha dismesso quasi metà della sua flotta ed è rimasta nel suo splendido isolamento, finendo per dire di no – grazie, presidente Berlusconi – al matrimonio con Air France e Klm. Applausi.

Perché è un’azienda che si fa spennare da chiunque
Fossero solo le scelte strategiche, il problema. Alitalia ha anche l’invidiabile record di pagare tutto oltre misura. Stando al bilancio 2015, Alitalia avrebbe pagato il carburante circa il 20% in più rispetto al valore di mercato del periodo. Allo stesso modo, il leasing degli aerei stesso, ha un rateo mensile del 15% maggiore rispetto alla media di mercato. Per non parlare della manutenzione, affidata ad Atitech con un costo di 75 euro per ora di lavoro, poi ridotto a 55 euro. Una corretta gestione in house della manutenzione della cellula, specifica l'analisi, non supera invece i 40 euro per ora/lavoro.


Perché i suoi lavoratori hanno privilegi che non ha nessuno (e li paghiamo noi)
5 euro a biglietto: questo paga ciascuno di noi – sottoforma di addizionale comunale sui diritti d’imbarco – per mandare in pensione in anticipo di 7 anni, senza decurtazioni, i piloti d’aereo in esubero, o per pagare loro qualche anno di cassa integrazione. Non è uno scherzo: si chiama Fondo Speciale per il Trasporto Aereo (FSTA), è stato istituito da una legge del 2004 e preleva circa 220 milioni all’anno dai contribuenti. Roba che serve solo a far sopravvivere gli sprechi di Alitalia, coi soldi dei contribuenti. Benvenuti nella giungla (romana).

Perché chi la guida (da vent’anni) non sa nulla di aerei
Roberto Colaninno, Rocco Sabelli, Andrea Ragnetti, Gabriele Del Torchio, Silvano Cassano, Kramer Ball, Luigi Gubitosi. Domanda: quanti di questi ceo o commissari straordinari – molti dei quali di assoluto livello – sapeva qualcosa di aeronautica o era stato scelto in funzione della sua pregressa esperienza nel settore del trasporto aureo? Lasciamo a voi il compito della ricerca e della risposta. Nel frattempo ve ne facciamo un’altra: non sarebbe stato meglio chiamare sin da subito un professionista del settore?

Perché continuerà a perdere un mare di soldi
Pensare che Alitalia possa guadagnare disinvestendo sulle tratte a lunga percorrenza e ad alto valore aggiunto, concentradosi nelle piccole nicchie a zero ricavi e dismettendo la propria flotta, senza investire in nuovi aerei, è una pia illusione. Salvata o meno, Alitalia continuerà a perdere, a meno che non voglia evitare (finalmente) il fallimento e nel caso morire e rinascere da sola. L’ha fatto la fu compagnia di bandiera del Belgio, ed è risorta. Noi evidentemente.

Perché continuerà a costarci un mare di soldi
L’ultima è dell’inizio di quest’anno. Dal decreto su prestito ponte ad Alitalia dello scorso anno – 900 milioni necessari a sopravvivere – è sparita la data di restituzione. Non più giugno 2019, ma una supercazzola che vuol dire mai. Come mai fu restituito l’altro prestito ponte da 300 milioni, quello ai capitani coraggiosi di Cai nel 2018. Non un grande creditore, lo Stato. Stato che a sua volta, semmai Alitalia sarà comprata da Atlantia-Ferrovie-Delta-Mef, dovrà sobbarcarsi una BadCo da almeno 3 miliardi di euro, con relativi esuberi da gestire. Domanda ingenua: chi ce lo fa fare, per un’azienda che non è strategica, che non è redditizia e che ci impedisce, anche solo con la sua presenza, di sperare strade nuove per il commercio mondiale.

Perché non abbiamo più soldi per occuparcene
Debito pubblico al 132% del Pil, crescita economica stimata tra lo 0,3% e lo 0,4%. Con queste cifre sarà un miracolo anche solo disinnescare le clausole di salvaguardia dell’Iva. Figurarsi trovare i miliardi per costruire la nuova Alitalia, con la sua NewCo che comincia subito a perdere, e la BadCo con le sue centinaia di migliaia di esuberi. Davvero vogliamo giocarci altri miliardi con Alitalia? Davvero non abbiamo niente niente niente di meglio da fare, che sovvenzionare un disastro italiano?

https://www.fanpage.it/economia/10-buoni-motivi-per-chiudere-alitalia-ora-e-per-sempre/
Tutti punti sensati, sensatissimi. Ma che purtroppo non cambieranno la situazione di un millimetro.

Al governo non c'e' nessuno con la consapevolezza, l'intelligenza (o le palle) di ammettere che sarebbe piu' valido per il Paese avere una politica di totale liberalizzazione del trasporto aereo invece che buttare soldi in un pozzo senza fondo o, come qualcuno in ambiti governativi aveva persino il coraggio di dire, limitare la concorrenza per aiutare Alitalia. Cosi' come nessuno voleva essere il presidente americano che ha perso in Vietnam nessuno vuole essere il PdC che ha fatto chiudere Alitalia, malgrado Alitalia stessa non conti piu' chissa' cosa e malgrado tutti i miliardi buttati.
 

leerit

Utente Registrato
3 Settembre 2019
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Uno che scrive “la BadCo con le sue centinaia di migliaia di esuberi” non dovrebbe provare a convincere i lettori.

Dovrebbe provare ad informarli meglio.
 
Stato
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