Alitalia: chiesta cigs per 3.960


Quello che è sotto gli occhi di tutti.
Che l’economia mondiale se non sarà supportata dagli Stati tornerà indietro di 30 anni, con milioni di posti di lavoro persi a livello mondiale.

Abbiamo appena fatto una legge dal valore di un paio di finanziare in deficit.
Pensi che i soldi che stiamo usando ora -e tanti altri che ne dovremo usare- ce li regalino?

"se...", il che non vuol dire che sia la realta' "sotto gli occhi di tutti"; dopo di che, come han gia' detto in diversi, un conto e' sostenere l'industria virtuosa e ben altro quella che si appoggia solo ed esclusivamente sul denaro pubblico, peraltro con risultati del tutto discutibili.
In ogni caso paga il lavoratore, almeno quello altrettanto virtuoso, lo so; ma "...e' sempre dai problemi maggiori che nascono le soluzioni migliori" (cit.)
 
Rispetto alla situazione di altri stati, bisogna tener conto che AZ lo scorso gennaio aveva una quota del 14.5% del mercato italiano.
E limitando il discorso al mercato Italia-estero, probabilmente lo share è sotto l'8% (era l'8,3% nel 2018).
Per cui si può affermare al di la di ogni ragionevole dubbio, che AZ NON è strategica per collegare questo disgraziato paese al resto del mondo. Punto.
 
Ogni popolo ha i politici che si merita… non pensiamo però che gli altri siano sempre belli e bravi. La differenza è sfruttare le situazioni per fare i nostri comodi BENE come fanno gli altri. Ecco perché il punto deve essere fare BENE le cose perché a volta riesce anche in Italia, pensa ad esempio al risanamento di Trenitalia. Come bisogna stare in campana per difendere gli interessi delle nostre aziende perché fidati che altrove lo faranno, quindi sarà meglio che i vari giggino e compagnia cantante cerchino di fare meno danni possibili e perché o si sfrutta l'opportunità di rilanciare veramente l'economia finché ne hanno necessità tutti oppure il problema non sarà il fallimento di AZ ma dell'Italia.

Visto che la situazione fuori è un tantino grave onestamente trovo poco utile star qua a raccontarci le solite litanie sulle quali possiamo anche essere tutti d'accordo ma che non cambia la situazione. Ripeto, che AZ sarebbe stata nazionalizzata lo si sapeva da tempo e lo si sapeva perché era uno dei punti sbandierati ai quattro venti da diverse delle maggiori forze politiche che hanno ricevuto la maggioranza dei voti degli elettori, compresi sicuramente molti forumisti. Non lo scopriamo ora e vista la situazione onestamente nella situazione attuale non credo che nessun governo avrebbe fatto diversamente.

P.S. Non sono in vena di discussioni e polemiche come credo molti di tutti noi, abbiate pazienza.

Concordo, nessun governo di nessuna bandiera avrebbe fatto fallire AZ in un contesto simile, al massimo si poteva procrastinare la vendita a data da destinarsi con conseguente bagno di sangue in nuove iniezioni di capitale.

L'importante ora è fare le cose BENE come è stato fatto con Poste, Eni, Enel e Trenitalia (e tante altre aziende parastatali che funzionano benissimo in contesti iper competitivi) .

Ci sarà secondo me un grande sconvolgimento nel settore aeronautico e l'occasione deve essere cavalcata, ma vedo due grandi scogli per AZ.

1- La regolamentazione degli aeroporti locali, se poi ti trovi Ryanair che ti vola sovvenzionata in 3/4 del paese stai da capo a dodici (ma da quello che ho letto la Ministra De Micheli mi sembra voglia andarci già pesante).
2- Le JV Intercontinentali, e questo sarà lo scoglio più arduo, in un contesto di crisi totale non credo che i DL o l'eventuale LH abbiano tanta voglia di concedere margini di profitto a una compagnia concorrente.

Poi sul fatto che serva o non serva un "campione nazionale" dell'aeronautica credo ci siano molte opinioni e molti modi di vedere la cosa. Personalmente credo che molti settori siano strategici e vadano comunque presidiati o con una grande azienda privata o una pubblica. Avere un'Alitalia che funziona vuol dire avere strutture centrali nel paese, indotto e knowhow .
 
Se davvero quì c'è qualcuno che nutre la speranza che questo ennesimo salvataggio porti a qualcosa di buono per il futuro, beh, che dire...AUGURI!
 
Ultima modifica:
Trenitalia, enel, poste, eni?!?! Funzionano benissimo in contesti ipercompetitivi. Sono 4 aziende che hanno vissuto grazie alla posizione dominante nel mercato, in pratica 4 monopoliste che hanno sfruttato in tutti questi anni un vantaggio competitivo. Questo non vuol dire che non abbiamo cambiato pelle e non siano state gestite da ottimi manager, ma continuano ad essere “carrozzoni” con logiche interne da aziende parastatali.
 
Trenitalia, enel, poste, eni?!?! Funzionano benissimo in contesti ipercompetitivi. Sono 4 aziende che hanno vissuto grazie alla posizione dominante nel mercato

Parliamo di aziende che hanno avuto per decenni un monopolio nella vendita di servizi pubblici essenziali. Con quelle basi, basta un minimo di diligenza e livelli normali di competenza per avere conti decenti e tenere i concorrenti a bada.
La domanda di trasporto aereo è diversa da quella di elettricità o di carburante ed è molto elastica rispetto al modello di offerta.
Io sono a favore della nazionalizzazione dei servizi regionali e di un numero limitato di tratte internazionali ed intercontinentali di interesse nazionale. Con un cap sulla capacità.
Roba da una 50ina di macchine al massimo, non di più.
 
Parliamo di aziende che hanno avuto per decenni un monopolio nella vendita di servizi pubblici essenziali. Con quelle basi, basta un minimo di diligenza e livelli normali di competenza per avere conti decenti e tenere i concorrenti a bada.
La domanda di trasporto aereo è diversa da quella di elettricità o di carburante ed è molto elastica rispetto al modello di offerta.
Io sono a favore della nazionalizzazione dei servizi regionali e di un numero limitato di tratte internazionali ed intercontinentali di interesse nazionale. Con un cap sulla capacità.
Roba da una 50ina di macchine al massimo, non di più.

Livello minimo di competenze mica tanto. Queste aziende hanno operato trasformazioni strategiche ed importanti (basti pensare cosa era Poste e cosa è ora) e le trasformazioni dei loro settori le hanno guidate, mica solo subite.
Certo, Alitalia non è strategica, ma il trasporto aereo si e mi pare che questi momenti insegnino che non si può contare su Ryanair o American per garantire gli interessi della nazione. Il problema è che gli interessi della nazione non sono quelli di un grumo di clientele con sede alla Magliana. Ad ogni modo, staccare la spina adesso potrebbe mandare un pessimo messaggio ad un paese impaurito, anche se sarebbe la cosa giusta - sai quanti ospedali con quei soldi risparmiati
 
Un bel messaggio alla nazione? Prendiamo quei 600 milioni e invece di ributtarli nel buco nero di Alitalia li investiamo nella sanita’.
 
Livello minimo di competenze mica tanto. Queste aziende hanno operato trasformazioni strategiche ed importanti (basti pensare cosa era Poste e cosa è ora) e le trasformazioni dei loro settori le hanno guidate, mica solo subite.
Certo, Alitalia non è strategica, ma il trasporto aereo si e mi pare che questi momenti insegnino che non si può contare su Ryanair o American per garantire gli interessi della nazione. Il problema è che gli interessi della nazione non sono quelli di un grumo di clientele con sede alla Magliana.

Parlavo di livelli normali, non minimi, di competenze.
Avere soldi in cassa aiuta a prendere lucidamente decisioni rischiose, ignorando i vincoli economici di breve termine. Le aziende perennemente in affanno prendono decisioni sapendo che ogni scelta gli potrebbe essere fatale (per Alitalia sono esemplari i recenti casi dei leasing e dei contratti di hedging).
 
Un bel messaggio alla nazione? Prendiamo quei 600 milioni e invece di ributtarli nel buco nero di Alitalia li investiamo nella sanita’.
Il problema della sanità non sono 600 milioni in più o meno nel corso dell'emergenza, il problema della sanità è che in molte regioni l'efficienza è drammatica. La sanità, specialmente al sud, va riformata ben peggio di AZ e gli investimenti vanno fatti costantemente e vanno investiti decine di miliardi. Non si risolve nulla con qualche centinaio di milioni in emergenza e speriamo che al sud non si diffonda in grandi numeri nonostante comportamenti demenziali che abbiamo visto nelle scorse settimane.
 
Se Alitalia verrà nazionalizzata a breve...magari subito dopo la scadenza di presentazione delle offerte che andrà sicuramente deserta...i suoi dipendenti diventeranno dipendenti di Stato...quindi non dovranno essere messi in cassa integrazione perché, come tutti sappiamo, i dipendenti di Stato non possono essere messi in cassa integrazione...lo Stato li pagherebbe sostituendosi a se stesso.
una volta nazionalizzata la società controllata dal Stato verrà finanziata chiedendo aiuti all'unione europea che, vista la situazione di emergenza del coronavirus, si è già resa disponibile a forme di aiuti da definire per tutte le compagnie europee.
In sostanza, penso che al non freghi niente a nessuno di salvare Alitalia in quanto compagnia aerea...è solo una manovra di bilancio del governo.
 
E' di 127 articoli il testo finale del decreto "Cura Italia" bollinato dalla Ragioneria generale dello Stato e in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Confermato l'impianto del provvedimento con gli aiuti per famiglie e imprese. Passa da 600 a 500 milioni il fondo che servirà sia per i danni dell'intero settore aereo sia per la costituzione di una newco pubblica per Alitalia

TG COM
 
Il governo ha stanziato 500 milioni di euro per interventi a favore dell’Alitalia e di altre compagnie aeree con licenza italiana, rilasciata dall’Enac. Il grosso dei fondi è destinato al salvataggio di Alitalia e alla creazione di una nuova società pubblica al 100%, la Newco, che dovrebbe prendere in affitto dal commissario le attività di Alitalia.

Il decreto in «Gazzetta Ufficiale»
Gli interventi sono inseriti nel decreto legge con le misure economiche per la crisi causata dal Coronavirus, pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» e già in vigore dal 17 marzo. Lo stanziamento nel fondo che servirà a compensare le compagnie dei danni subìti dall’epidemia da Covid-19 è robusto, ma inferiore di 100 milioni alla cifra che era indicata nelle prime bozze del decreto, che era pari a 600 milioni. Sul testo ci sono stati litigi nel governo tra Pd e M5S, la richiesta di aiuto era partita dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, del M5S. Al Mise si era ragionato sulla costituzione di una Newco per Alitalia con una dotazione di capitale di un miliardo.

La ripartizione dei fondi
Il decreto non spiega in dettaglio (né in piena trasparenza) come verranno impiegati i 500 milioni e a chi andranno. Il testo dell’articolo 79 dice che «in considerazione dei danni subiti dall’intero settore dell’aviazione a causa dell’insorgenza dell’epidemia da Covid-19, alle imprese titolari di licenza di trasporto aereo di passeggeri rilasciata dall’Enac che, alla data di emanazione del presente decreto-legge, esercitano oneri di servizio pubblico, sono riconosciute misure a compensazione dei danni subiti come conseguenza dell’evento eccezionale al fine di consentire la prosecuzione dell’attività». Ci saà un decreto del Mise di concerto con il Mef per stabilire le «modalità di applicazione» della norma. L’efficacia «è subordinata all’autorizzazione della Commissione europea». Potranno ricevere i fondi anche altre compagnie italiane, non è chiaro quali, ma il grosso andrà comunque ad Alitalia.

La Newco costituita dal Mef
Il decreto afferma poi che «in considerazione della situazione determinata sulle attività di Alitalia (...) è autorizzata la costituzione di una nuova società interamente controllata dal ministero dell’Economia ovvero da una società a prevalente partecipazione pubblica». La società sarà costituita con decreti del ministro dell’Economia, che ne fisserà il capitale e nominerà i vertici. Sarà quindi il commissario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, «a porre in essere ogni atto necessario o conseguente nelle more dell’espletamento della procedura di cessione dei complessi aziendali (...) e fino all’effettivo trasferimento dei medesimi complessi aziendali all’aggiudicatario della procedura di cessione ai fini di quanto necessario per l’attuazione della norma».

Aumenti di capitale
I 500 milioni serviranno soprattutto a questa operazione, a dotare la Newco di capitale iniziale e di eventuali «successivi aumenti di capitale», previsti dal decreto. La Newco dovrebbe prendere in affitto dalla gestione commissariale le attività di Alitalia, dopo le misure di «efficientamento» che il commissario deve attuare. Il decreto non precisa quali parti di Alitalia entreranno nella Newco (è stata iptoizzata solo la parte «aviation», ma potrebbe anche essere tutta) né quanti dipendenti entreranno nella Newco. Per il trasferimento di personale il decreto dice che verranno seguite le procedure della legge Marzano del 2004.

Il commissario vuole cigs per 3.960 dipendenti
Leogrande ha chiesto ai sindacati di mettere in cigs 3.960 dipendenti sugli 11.600 complessivi di Alitalia, dal 24 marzo fino al 31 ottobre. Ieri c’è stato il primo incontro al ministero del Lavoro, in videoconferenza, ma non c’è accordo con i sindacati. Nuova riunione il 23 marzo. Secondo i sindacati Alitalia potrebbe aumentare il numero dei lavoratori da mettere in cigs.

Soldi per cigs a Air Italy
In un’altra norma il decreto prevede interventi più generali per l’integrazione al reddito dei lavoratori del settore, con l’incremento per quest’anno di 200 milioni a favore del Fondo di solidarietà per il settore del trasporto aereo e del sistema aeroportuale. I fondi servono per versare un assegno ai lavoratori in Cigs o con la Naspi che corrisponda all’80% della retribuzione effettiva, si fa riferimento allo stipendio percepito nei 12 mesi precedenti. Questi fondi aggiuntivi serviranno per pagare quest’anno «il trattamento straordinario di integrazione salariale per crisi aziendale qualora l’azienda operante nel settore aereo abbia cessato o cessi l’attività produttiva e sussistano concrete prospettive di cessione». La relazione di accompagnamento spiega che questa norma serve anche per autorizzare la Cigs per i dipendenti di Air Italy, che ha cesato l’attività in febbraio, prima dell’esplosione del Coronavirus.

Il Sole 24 Ore
 
Il commissario vuole cigs per 3.960 dipendenti
Leogrande ha chiesto ai sindacati di mettere in cigs 3.960 dipendenti sugli 11.600 complessivi di Alitalia, dal 24 marzo fino al 31 ottobre. Ieri c’è stato il primo incontro al ministero del Lavoro, in videoconferenza, ma non c’è accordo con i sindacati. Nuova riunione il 23 marzo. Secondo i sindacati Alitalia potrebbe aumentare il numero dei lavoratori da mettere in cigs.

Discussione Kafkiana con il 65% della flotta a terra........
 
Da dilettante del trasporto aereo, mi viene da pensare che l'unica componente davvero strategica sia quella cargo (inesistente in AZ, IG, etc.) e che per il resto di strategico ci siano soprattutto voti e poltrone.
 
Tutte le compagnie mondiali stanno mettendo in temporary layoffs e licenziamenti definitivi migliaia e migliaia di lavoratori, in az giustamente i tempi sono sempre i più lunghi di tutti. Mah
 
19/03/2020 09:23
L'imprenditore sarebbe tra gli interessati a rilevare l'intera compagnia, e figurerebbe tra coloro che hanno presentato un'offerta entro i termini del nuovo bando, scaduti ieri

Ci sarebbe di nuovo German Efromovich tra i pretendenti a rilevare Alitalia. Il nuovo bando per l’acquisizione della compagnia, scaduto ieri, avrebbe visto il ritorno dell’imprenditore sudamericano di Avianca, che secondo quanto riporta il Sole 24 Ore avrebbe presentato una manifestazione d’interesse attraverso la società lussemburghese Synergy Europe.

L’anno scorso Efremovich era stato escluso dalla cordata di Fs per motivi finanziari da Mediobanca, che aveva il ruolo di advisor, mentre la sua proposta sarebbe stavolta “solida e robusta, per l’acquisto dell’intera compagnia”, come spiega l’advisor Antonio Guizzetti.

Secondo il quotidiano finanziario, tra gli interessati ci sarebbe anche Alberto Tripi di Almaviva, interessato al call center, e - forse - Delta. La compagnia aerea beneficerà – attraverso una newco tutta pubblica - di gran parte dei 500 milioni stanziati dal governo per compensare i vettori dalle perdite subite per l’allerta Coronavirus. Oggi la compagnia sta facendo circa 100 voli al giorno, meno di un quarto dell'operativo abituale, e ha chiesto la cigs per 3.960 addetti, un terzo del totale.

Guida Viaggi

Aggiungo che un quotidiano stamane riportava del probabile interessamento di Atitech per il ramo manutenzione. Staremo a vedere.
 
Anche se Efromovich da quanto è stato scritto non mi sembra il miglior investitore possibile, qualsiasi soluzione è meglio della nazionalizzazione a spese del contribuente.
 
ROMA - La tempesta che sta mettendo a rischio “l’intero sistema delle compagnia aeree mondiali”, come ha detto stamattina Carsten Spohr, numero uno di Lufthansa, la più grande compagnia aerea europea, potrebbe risparmiare Alitalia. Ieri sera è scaduta l’ennesima gara per cedere i tre lotti in vendita: volo, handling e manutenzione con una mezza dozzina di offerte pervenute. Ma va anche ricordato che alla procedura si affianca in queste ore la decisione del governo di riportare nel grembo dello Stato la compagnia aerea. Si può fare?


Lo scenario di crisi favorisce (un po') Alitalia

Intanto guardiamo a cosa sta succedendo intorno a noi. Alitalia, un po’ come gli italiani, è allenata alle sofferenze, economiche e di sistema. E pur essendo fallita due volte non ha mai chiuso né lasciato a terra nessuno, tanto meno in questo periodo storico con italiani abbandonati negli scali di mezzo mondo. Connazionali che possono contare sulla compagnia. Alitalia, proprio perché coriacea e resistente, potrebbe per questo scamparla grazie alla ri-nazionalizzazione in atto che il decreto Cura Italia ha messo nero su bianco.

I Big in crisi rischiano grosso

Ieri sera, dunque, si è chiusa la prima fase della gara che avrebbe dovuto gettarla (in tempi migliori) tra le braccia di compagnie più forti e performanti come, ad esempio la stessa Lufthansa o Delta. Ma i big oggi vivono ore durissime e forse più dure di Alitalia. Un conto è mantenere in vita strutture pletoriche con 750 aerei (di questi Lufthansa ne terrà in volo solo una sessantina destinati principalmente al trasporto merci) o con 120 mila dipendenti; un conto è tenere in vita una azienda con metà addetti in cassa integrazione su 11 mila e un centinaio di aerei.

Le offerte per i tre lotti

Di offerte, forse anche per questo, ne sono arrivate diverse ieri nello studio notarile che segue la vendita gestita fin qui dal commissario Giuseppe Leogrande. L’avvocato che ha già salvato con il supporto del manager Giancarlo Zeni il vettore Blue Panorama, prova a gettare le basi di una fase 2 per Alitalia. C’è però un piccolo problema da gestire nelle prossime ore: può la compagnia in vendita tornare tra le braccia del Tesoro e ripartire con un mix pubblico-privato? Sembrerebbe proprio di sì e cioè eventuali offerte possono tranquillamente andare a braccetto con la nuova nazionalizzazione al 51% da parte del Mef. Secondo quanto Repubblica è in grado di anticipare, sarebbero pervenute diverse offerte per i tre lotti: ci sarebbero (condizionale d’obbligo vista la scarsità di informazioni della gestione commissariale) quella di Almaviva che ha promosso una cordata, in partnership con altre società italiane del settore Information Technology. "La decisione - spiega la società - è motivata dalla volontà di portare il contributo di consolidate esperienze d'impresa e competenze digitali per guardare alla prospettiva della compagnia nell'ambito di un più ampio progetto di rilancio per il Turismo e il Made in Italy". Poi c'è Synergy Group che fa capo al finanziere Germán Efromovich, già tagliato fuori dalla prima gara.

Una seconda offerta sarebbe pervenuta da Us Aerospace Partners, società con sede negli Usa, dalle intenzioni “serie” e 4 miliardi di ricavi annui. Un gruppo che si muove da anni nel settore e pronto a prendere tutto il blocco mantenendo integra l’italianità e le basi di Alitalia. “Conosciamo molto bene le complessità in cui versa Alitalia e siamo certi che tutti dovranno e vorranno fare ogni sforzo per permettere a questo importante marchio di tornare ad essere un player globale capace di competere e portare l’eccellenza italiana nel mondo” spiega il rappresentante italiano Carlo Goria.

Per il settore terra-bagagli, ci sarebbero, invece, due offerte: una sarebbe arrivata da una società di handling inglese mentre l’altra potrebbe essere giunta da uno dei colossi mondiali del settore, ovvero Swissport che però non conferma la proposta.

Ma c’è anche una sorpresa tutta italiana: ed è l'offerta che Atitech, polo manutentivo partenopeo, avrebbe messo sul piatto per gestire il settore che in Alitalia si occupa delle manutenzioni. L’idea è quella di crea un grande gruppo tricolore, capace di attirare clienti tra Roma e Napoli. Una bella scommessa. Per Ivan Viglietti, segretario nazionale della Uiltrasporti, "visto ciò che sta accadendo intorno a noi questo è il momento di nazionalizzare Alitalia e di non ripetere gli errori del passato, suggeriti, magari, da "professori" iper liberisti. In molti settori del Paese il ritorno dello Stato sarà positivo - aggiunge - e Alitalia sarà pronta a rilanciarsi oltre a mantenere integro il sistema del trasporto aereo nel Paese".

Le scelte politiche

A questo punto non resta che attendere le scelte politiche. Secondo la ministra dei Trasporti Paola De Micheli “era il momento di nazionalizzare Alitalia ora più che mai – ha spiegato ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital – e lo dico perché abbiamo parlato del tema delle nazionalizzazioni e degli aiuti di Stato alle compagnie aeree ieri al Consiglio europeo dei Trasporti. Il punto è questo: il primo discrimine è, noi vogliamo tenere Alitalia? Il governo ha deciso di sì e anche i governi del passato avevano deciso di sì”.

E secondo la senatrice ed ex dipendente Alitalia-Air One, Giulia Lupo la compagnia ha diverse chance di riuscire: “Ritengo che l'importanza di salvaguardare i nostri vettori sia sotto gli occhi di tutti, a partire da Alitalia. Questi vettori non sono fuggiti una volta finiti i ricavi: è iniziato il momento di mettersi a disposizione del Paese per garantire i rientri dei nostri connazionali, anche praticando ulteriori vantaggi calmierando le tariffe... mentre le altre linee aeree stavano sciacallando come il mercato vuole – aggiunge Lupo - sul tema della nazionalizzazione di Alitalia, abbiamo solo fatto il passo che faranno tutti gli Stati necessariamente: oggi il settore non è quello di ieri e non lo sarà più con ogni probabilità. Usiamo questo momento difficile per ristrutturare un sistema, imparando dagli errori del passato”.

C’è invece chi, come Ryanair, non si fa troppi problemi nel chiudere basi e mettere i lavoratori a casa senza paga: è successo alla costola maltese del gruppo dove circa mille naviganti, molti italiani, sono stati messi a riposo forzato.

La Repubblica
 
Alitalia nel mirino di Almaviva. Il Gruppo ha promosso una cordata, in partnership con altre società italiane del settore IT, per la presentazione di una manifestazione d’interesse relativa alla procedura Alitalia, formalizzata entro il termine del 18 marzo 2020.

“La decisione – spiega una nota – è motivata dalla volontà di portare il contributo di consolidate esperienze d’impresa e competenze digitali per guardare alla prospettiva della compagnia nell’ambito di un più ampio progetto di rilancio per il Turismo e il Made in Italy”.

Si tratta di “un piano strategico indirizzato a valorizzare Alitalia quale soggetto centrale per profilo, assetto e missione, caratterizzato da completa digitalizzazione nella gestione dei servizi, da sistema integrato di assistenza e accoglienza, dalla capacità evoluta di promozione del turismo e del patrimonio culturale italiano”.

“Alitalia assume il ruolo di principale messaggero del Made in Italy, in una visione orientata a privilegiare innovazione e qualità dell’offerta, aprendo nuove e solide opportunità di occupazione”, conclude la nota Almaviva.

CorCom