*** Alitalia: al referendum vince il NO ***


Stato
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no, non è chiaro perché parli ad enigmi e a mezze parole; sembri un Di Maio qualsiasi

Grazie. Ora capisco che l'italiano è una lingua tutt'ora sconosciuta. Prossima volta ti faccio un disegnino. Passo e chiudo che decollo.


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Quoto in pieno
I dipendenti hanno dichiarato che hanno votato NO, non a causa del taglio di stipendio o delle maggiore ore di lavoro, ma assolutamente solo perché il piano prevede troppo poche nuove macchine a lungo raggio.
La mia personale sensazione è che alla fine verranno accontentati. Il nuovo piano prevederà certamente più macchine, ma per dare attuazione al piano che hanno tanto voluto saranno richiesti ulteriori sacrifici. Il principio che votare NO è stata una furbata non passerà mai.

Mi permetto di dissentire. Il motivo principale del NO è stato il taglio dello stipendio. Che il piano industriale non fosse "concreto" è stato il pretesto, perchè era palese che il piano comprasse tempo.
Taglio dell'IVR (anziani ex Lai) e soprattutto cancellazione della riparametrazione del PT (oltre la metà degli av sono in PT) ha scatenato la protesta selvaggia.

Basti pensare che nel 2014, quando per le condizioni di ingresso di Etihad vennero dichiarati 160 esuberi reali tra gli av più giovani, nessuno di tutti quelli che ora è avvelenato ha mosso un dito.
Evidentemente è vero che finchè le cose non toccano il tuo orticello te ne freghi.. il taglio invece colpendo l'orticello di tutti ha scatenato il delirio..

Io resto dell'avviso che abbiano votato NO perchè convinti da qualche delinquente che sarebbero stati nazionalizzati ed avrebbero vissuto felici e contenti.

Concordo è stato proprio così.
 
Questa viene dopo le dichiarazioni della Uil, c'era la necessità di saltare sul carro dei vincitori. Mi sembra incedibile che non vi ricordiate nulla di questo. Forse io le ho marchiate a fuoco queste memorie perché le ho vissute in prima persona. Mah...


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Se fosse vero quello che scrivi sarebbe ancora più grave. Un sindacato che ha come obiettivo primario saltare sul carro dei vincitori invece di difendere le scelte aziendali strategicamente migliori per i propri iscritti, non fa una gran figura. Peraltro non ricordo tutta questa timidezza di ANPC alla nascita di CAI quando Berti andava in giro per salotti parlando come fosse il padrone di AZ.
 
Se ti riferisci agli altri paesi come compagnie aeree, e' vero esattamente il contrario.
Nel settore e' in atto una sovraccapacita' che sta preoccupando tutti e portando i margini (gia ridotti di loro) a livelli risicatissimi.
In sostanza il vuoto di offerta' e' una vera manna dal cielo per tutti. Low cost incluse.

Ok sposta gli aerei come pedine di una scacchiera se ci riesci. Sopratutto a fine aprile. Gli ACMI cosa esistono a fare, allora?


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Mi permetto di dissentire. Il motivo principale del NO è stato il taglio dello stipendio. Che il piano industriale non fosse "concreto" è stato il pretesto, perchè era palese che il piano comprasse tempo.
Taglio dell'IVR (anziani ex Lai) e soprattutto cancellazione della riparametrazione del PT (oltre la metà degli av sono in PT) ha scatenato la protesta selvaggia.
Però la percentuale di naviganti è minore rispetto quelli di terra, per cui anche pensando che il 100% dei naviganti abbia votato NO (ecosì non è), non sarebbe bastato.
 
http://www.video.mediaset.it/video/matrix/full/puntata-del-26-aprile_714998.html
Ieri sera Matrix
dal mim 28 Di Maio comincia a parlare, ops vaneggiare su Alitalia.
Dove ripete a pappagallo 4 informazioni che gli avrà passato Amoroso del CUB qualche sera prima, senza sapere nemmeno di che stia parlando.
Tutto per vignette come nella miglior tradizione grillina

- non rimettere la politica in Alitalia (wow!)
- ridurre gli sprechi (30% in meno...in base a che studi questi numeri? e dove/come nello specifico? boh)
- però BISOGNA FARE una partnership con Air France o Lufthansa (magari contro il loro volere o almeno devono essere consenzienti LH o AF? :))
- creare rotte cargo e rotte a lunghissimo raggio (non basta più il lungo raggio)....probabilmente intende da Perth a scendere.
E poi chiude tra gli applausi scroscianti
"Secondo me se la rimettiamo in piedi con partnership, spending review, mandiamo a casa il management che l'ha ridotta così non avremmo bisogno di metterci soldi degli italiani in AZ".
Tutto bello, un concentrato di banalità e demagogia, tutto facile insomma.
Poco dopo, siccome Porro cita i soci "arabi" (in senso generico)....lui prosegue il discorso parlando dell'Arabia Saudita per alludere a Etihad. Vettore che evidentemente manco sa dove sia ubicato. Mah

Dopo il prezioso intervento di Di Maio comincia il vero dibattito su AZ con Frati del CUB Trasporti, Marzotto ed altri ospiti.
Pur con diverse riflessioni e spunti interessanti (non da parte del sindacalista però, che ripete sempre gli stessi concetti noti) ma anche con tante frasi e slogan che si possono dare da bere a un pubblico che, o non lavora o non segue o non è appassionata di aviazione civile e non conosce l'argomento.
Così come i riferimenti a Ryanair che non vola negli altri aeroporti principali e baggianate simili.
O il conduttore Porro che se ne esce dicendo che Malpensa è l'unico aeroporto in Italia dove atterrino voli Emirates, a chiusura di un servizio proprio sull'aeroporto lombardo. Senza che nessuno lo corregga.

E tanto altro ancora, buona visione per chi se lo fosse perso ieri sera.
Povera una nazione che ha bisogno di Di Maio. Ormai ci tocca rimpiangere perfino Berlusconi e Prodi...
 
Intesa frena su Alitalia: "Al momento nessun piano B"

La banca sta lavorando a un aggiornamento del documento di rilancio che garantisca il taglio delle spese ma riduca l'impatto sui dipendenti. L'obiettivo è mettere la compagnia sulla strada del risanamento per allearsi poi con un grande vettore internazionale: in prima fila i tedeschi di Lufthansa, che però, ufficialmente smentiscono

27 aprile 2017


ROMA - Una soluzione in extremis per rilanciare Alitalia. Una seconda versione del piano di salvataggio bocciato dal referendum, che riduca l'impatto della ristrutturazione sui lavoratori. Ci sta lavorando in queste ore Intesa Sanpaolo, creditore e socio della compagnia (attraverso Cai), secondo quanto riferiscono a Repubblica fonti vicine alle trattative. Il tentativo sarebbe affidato a Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi e uomo dei dossier delicati di Ca' de Sass, che starebbe mettendo a punto con l'aiuto degli advisor i termini di una nuova ipotesi di ristrutturazione. Il taglio degli stipendi del personale navigante, hostess e piloti, sarebbe ridotto dall'8 al 6%, e verrebbe garantito ai rappresentanti sindacali un ruolo, quantomeno da osservatori, negli organi decisionali della compagnia.

"Non esiste un piano B. Noi siamo una banca non siamo una compagnia aerea. Siamo aperti a qualsiasi soluzione. Non stiamo entrando nel capitale di Alitalia. Sono molto dispiaciuto dell’esito del referendum, ma non lo giudico. Continuerò a crescere per via endogena", ha detto a margine dell'assemblea di Intesa SanPaolo, l'amministratore delegato del gruppo Carlo Messina. E' chiaro comunque che si tratta di una strada alternativa per rasserenare il clima all'interno dell'azienda, conservando comunque una riduzione dei costi vicina a quella del piano originale e garantendo con un prestito ponte l'operatività fino all'autunno. Quando il vettore tricolore potrebbe esplorare eventuali alleanze o anche la vendita a un grande operatore internazionale.

Il più accreditato ad allearsi con Alitalia, già fattosi avanti nelle scorse settimane, sembra in queste ore Lufthansa, sebbene la compagnia tedesca ufficialmente preferisca non esporsi. La società tedesca negli ultimi mesi ha stretto una partnership commerciale sempre più stretta con Etihad, azionista di maggioranza di Alitalia, trattativa nell'ambito della quale si è ragionato anche delle sorti della compagnia italiana. Lo scenario migliore, quello a cui sta lavorando Intesa e che procederebbe in parallelo alla procedura di commissariamento, è arrivare a un eventuale tavolo con i tedeschi con una compagnia pacificata e una ristrutturazione già avviata. Quello peggiore, se invece il piano di risanamento non dovesse decollare, è quello dello spezzatino. Con la compagnia tedesca che rileverebbe Alitalia dopo la procedura di fallimento, quindi a costo zero, incamerando i suoi aerei di proprietà e solo una parte dei 12 mila dipendenti.

http://www.repubblica.it/economia/2017/04/27/news/il_piano_di_intesa_per_salvare_alitalia_che_porta_a_lufthansa-163993708/?rss

 
Posso dire una battuta? Dal momento che Berlusconi pasticcio' con Air France, perdendo una occasione d'oro, perche' non mette lui i capitali che li ha? ormai non e' piu' ne presidente, ne parlamentare...mi sembra...
 
Linate non teme la crisi Alitalia, le compagnie concorrenti già pronte a spartirsi gli slot e le rotte

Sea ha già studiato il dossier. Lo scalo è stato usato dalla compagnia come cassa: diversi slot sono stati ceduti a pagamento ai partner di Skyteam con il risultato di portare passeggeri negli altri hub europei. Il city-airport ha previsto un restyling, sollecita gli appetiti del gruppo Lufthansa

L'ombra lunga della crisi di Alitalia torna ad allungarsi sugli aeroporti milanesi. Ma questa volta - contrariamente a quanto successo nel 2007 - i guai della ex-compagnia di bandiera non dovrebbero fare troppi danni sotto la Madonnina. Il Comune (preoccupato per una sforbiciata ai generosi dividendi della Sea) e la società di gestione degli scali hanno acceso un faro da qualche giorno sulla telenovela dell'aerolinea. Ma le prime conclusioni dei tecnici messi al lavoro sul dossier sono chiare: anche nella peggiore delle ipotesi - leggi il fallimento della società - i contraccolpi per le infrastrutture aeroportuali della città sarebbero relativamente limitati.

L'EVENTUALE CRAC
Malpensa, sedotta e abbandonata 10 anni fa da Alitalia, non avrebbe anzi quasi alcun danno. Anche perché la compagnia gestisce da lì solo tre voli, Tokio, New York e Abu Dhabi. Qualche grattacapo in più, in teoria, potrebbe averlo Linate. Non fosse altro perché la quota degli aerei con livrea tricolore al Forlanini è superiore al 55%. Un eventuale crac però - sono convinti in Sea - avrebbe effetti solo a brevissimo termine, visto che per rimpiazzare i voli - al netto di un'inevitabile stagione (almeno sei mesi) di stallo ci sarebbe solo l'imbarazzo della scelta: sul tavolo di Assoclearance l'autorità incaricata di gestire i diritti di decollo e atterraggio in Italia, ci sono quasi mille richieste per volare sul city- airport milanese. E una volta esperiti i tempi tecnici per la riassegnazione e per consentire alle compagnie di riorganizzare i loro operativi, Linate potrebbe tornare a registrare il tutto esaurito sulle piste.

A dare tranquillità a Palazzo Marino e alla Sea ci sono i numeri. Il vero colpo del ko Alitalia l'ha tirato a Milano nel 2007, quando ha deciso di smontare la sua presenza a Malpensa per fare di Fiumicino il suo ultimo hub. Gli effetti collaterali di quella decisione sono stati a suo tempo devastanti: i passeggeri allo scalo in brughiera sono crollati dai 23,8 milioni del 2007 ai 17,5 del 2009. Poi, un aereo alla volta, lo scalo ha recuperato terreno grazie prima alle low-cost (Easyjet da sola rappresenta il 31% dei passeggeri) e ora a una netta ripresa pure dei collegamenti intercontinentali. Nel 2016 i viaggiatori in transito ai check-in dell'ex-hub erano già 19,4 milioni.

TASSI IN CRESCITA
E quest'anno il traffico sta crescendo in modo esponenziale, con tassi largamente superiori alle due cifre sin da gennaio. Ad aprile il traffico è cresciuto addirittura del 22%. Volumi che non dovrebbero subire contraccolpi dalla crisi Alitalia visto che in quel mese il volume era pari solo all'1,3% del totale. Su Linate il discorso è appena più complesso. L'Alitalia non ha mai mollato il Forlanini. Anzi, ha fatto cassa affittando i suoi slot ai partner di SkyTeam (in modo un po' autolesionista) per portare i passeggeri verso Parigi e Amsterdam. Rubandoli in sostanza ai suoi servizi intercontinentali da Roma. E ha difeso con i denti i suoi diritti di decollo e atterraggio, utilizzandoli quel tanto che bastava per non essere costretta a restituirli all'Authority.

IL CROLLO DELLA NAVETTA
A ridimensionare i servizi dell'aerolinea è stata negli ultimi anni solo l'alta velocità. La concorrenza del treno sulla Milano Roma ha pressoché dimezzato il traffico sulla navetta Linate- Fiumicino, scesa da 2,4 a 1,2 milioni di passeggeri annui.

Cosa succederà se il primo operatore al Forlanini salterà? Le ipotesi sono due: un singolo vettore (Lufthansa, scommettono i bookmaker) potrebbe rilevare le spoglie del gruppo. Con nel mirino proprio i preziosissimi slot che hanno in pancia a Fiumicino e al city-airport. Se invece si procederà a una vendita a pezzi, i diritti di decollo e atterraggio tornerebbero per la riassegnazione nelle mani di Assoclearance. Che li girerebbe ai concorrenti, con la priorità a chi già opera dallo scalo. Tempo sei-dodici mesi, garantiscono gli studi interni in Sea, e tutto tornerebbe come prima. Si vedrà se è davvero così e se non si rischia, come è successo con Malpensa, di affrontare una traversata nel deserto (di viaggiatori) più lunga.

Linate, tra l'altro, ha in programma nei prossimi due anni un importante restyling per ammodernare le strutture e rifare la pista. E proprio le difficoltà di Alitalia, per assurdo, potrebbero consentire di accelerare i tempi. Magari programmando i lavori (che prevedono due mesi di chiusura) nel periodo in cui in teoria i contraccolpi del mini-dehubbing potrebbero essere maggiori.

http://milano.repubblica.it/cronaca...otte-163910914/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P7-S1.8-L
 
Va bene Paolo_61... Berti che va a Parigi a siglare accordo di rappresentanza a febbraio 2008 con i piloti AF, è anche quello antecedente?

Comunque Air One non è mai stata della partita con il governo prodi: intesa faceva il diavolo a quattro per Lei perché non voleva perdere la quasi totalità delle passività di 752 mln che Air one aveva. C'ha pensato il cavaliere bianco Silvio a salvare la Passera...


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a futura memoria:
http://www.ilsole24ore.com/art/Sole...8-00000e25108c&DocRulesView=Libero&fromSearch
 
Però la percentuale di naviganti è minore rispetto quelli di terra, per cui anche pensando che il 100% dei naviganti abbia votato NO (ecosì non è), non sarebbe bastato.

Hai ragione.
Essendo un AV parlavo strettamente delle motivazioni degli AV (e dei piloti).

Il personale navigante è circa 4000 unità e praticamente in blocco ha votato no.
Aggiungi che al voto SI hanno aderito i 980 di terra destinati comunque all'esubero (che poi sono almeno il 50% in più visto che si sapevano gli uffici in esubero ma non la testa che lo sarebbe stato)
e aggiungi i circa 600 stagionali già vittime sacrificali che hanno avuto diritto al voto.. ecco che più o meno arriviamo intorno ai 6000 che hanno fatto prevalere il NO.
Pertanto ritengo che il personale navigante sia stato comunque determinante.
Mia opinione.
 
Povera una nazione che ha bisogno di Di Maio. Ormai ci tocca rimpiangere perfino Berlusconi e Prodi...

Ciò che fa più paura è la disinformazione usata solo per riportare le folle a sé. Intanto sono stati cancellati miei commenti nella pagina di Di Maio inerenti alla questione Alitalia. Bah...
 
perche' gli aerei volano con i piloti e gli assistenti volo,non con le ideologie da forum di farfallina
e ai signori di cae/parc aviation,che in queste ore hanno gia' organizzato l'ennesimo recruitment read show a roma e milano,interessa poco se voti SI,NO,FORSE,MAGARI
interessano solo le abilitazioni
chissa' invece come e dove si ricollocheranno i fantamanager che hanno bruciato milioni di euro in tutti questi anni
ad maiora
Hanno bisogno di piloti (non certo in Italia però...) e aa/vv (dovresti accorgerti che età ed esigenze familiari sono diversi nei tuoi attuali equipaggi), non si sindacalari e la credibilità dei dipendenti AZ è sotto a zero. Infatti vi assumono giusto nel golfo, in cina o altri paesi dove alla prima asinata vi rispediscono a casa a calci nel sedere. Non preoccuparti che Qatar avrà le sue belle beghe a raddrizzare quelli di Meridiana.
Non voglio darti una brutta notizia ma i fantamanager non si stracciano le vesti a stare sul mercato, basta che fai una breve ricerca e vedrai che sono andati avanti e hanno trovato altri incarichi senza tanti problemi.
 
Non voglio darti una brutta notizia ma i fantamanager non si stracciano le vesti a stare sul mercato, basta che fai una breve ricerca e vedrai che sono andati avanti e hanno trovato altri incarichi senza tanti problemi.

detto che questa guerra verbale tra voi (dipendenti ed ex) non e' propriamente il massimo dell'interesse, ne' della metrica professionale, sarebbe auspicabile che si proseguisse nel materializzare il concetto per cui i validi professionisti trovano, gli altri no.
Mi auguro quindi che chi, al contrario, abbia creato questo disastro, non abbia altri incarichi tanto facilmente, ne' tra i dipendenti ne' tra i fantamangers, che forse qualche responsabilita' in piu' pero' ce l'hanno avuta, motivo per cui erano anche pagati 10 volte tanto. Mettersi allo stesso livello squalifica...e non rende merito!
 
Quoto in pieno
I dipendenti hanno dichiarato che hanno votato NO, non a causa del taglio di stipendio o delle maggiore ore di lavoro, ma assolutamente solo perché il piano prevede troppo poche nuove macchine a lungo raggio.

La mia personale sensazione è che alla fine verranno accontentati. Il nuovo piano prevederà certamente più macchine, ma per dare attuazione al piano che hanno tanto voluto saranno richiesti ulteriori sacrifici. Il principio che votare NO è stata una furbata non passerà mai.
Vedremo il tipo di procedura applicata, se passa il principio che la politica ed i soci sono ricattabili è meglio spingere subito al grounding e non buttare 400 milioni per 6 mesi.
 
detto che questa guerra verbale tra voi (dipendenti ed ex) non e' propriamente il massimo dell'interesse, ne' della metrica professionale, sarebbe auspicabile che si proseguisse nel materializzare il concetto per cui i validi professionisti trovano, gli altri no.
Mi auguro quindi che chi, al contrario, abbia creato questo disastro, non abbia altri incarichi tanto facilmente, ne' tra i dipendenti ne' tra i fantamangers, che forse qualche responsabilita' in piu' pero' ce l'hanno avuta, motivo per cui erano anche pagati 10 volte tanto. Mettersi allo stesso livello squalifica...e non rende merito!
E' una logica diversa fra chi è abituato a stare sul mercato, evidentemente dove saper spendere le sue capacità (come puoi vedere con una rapida ricerca), e con chi non è abituato e pensa che ci sia la fila salvo poi scoprire che fuori dagli ex carrozzoni statali non fanno beneficienza e allora li trovi qua a sfogare le bastonate prese dai nuovi padroni. E' una differenza di mentalità, come ben conosci tu dalle tue parti dove la mentalità di stare sul mercato è molto più diffusa perché bene che vada ti puoi trovare con il culo a terra in 3-4 mesi senza tante protezioni e rischiando di perdere perfino l'assistenza sanitaria.
 
Intesa frena su Alitalia: "Al momento nessun piano B"

La banca sta lavorando a un aggiornamento del documento di rilancio che garantisca il taglio delle spese ma riduca l'impatto sui dipendenti. L'obiettivo è mettere la compagnia sulla strada del risanamento per allearsi poi con un grande vettore internazionale: in prima fila i tedeschi di Lufthansa, che però, ufficialmente smentiscono

27 aprile 2017


ROMA - Una soluzione in extremis per rilanciare Alitalia. Una seconda versione del piano di salvataggio bocciato dal referendum, che riduca l'impatto della ristrutturazione sui lavoratori. Ci sta lavorando in queste ore Intesa Sanpaolo, creditore e socio della compagnia (attraverso Cai), secondo quanto riferiscono a Repubblica fonti vicine alle trattative. Il tentativo sarebbe affidato a Gaetano Miccichè, presidente di Banca Imi e uomo dei dossier delicati di Ca' de Sass, che starebbe mettendo a punto con l'aiuto degli advisor i termini di una nuova ipotesi di ristrutturazione. Il taglio degli stipendi del personale navigante, hostess e piloti, sarebbe ridotto dall'8 al 6%, e verrebbe garantito ai rappresentanti sindacali un ruolo, quantomeno da osservatori, negli organi decisionali della compagnia.

"Non esiste un piano B. Noi siamo una banca non siamo una compagnia aerea. Siamo aperti a qualsiasi soluzione. Non stiamo entrando nel capitale di Alitalia. Sono molto dispiaciuto dell’esito del referendum, ma non lo giudico. Continuerò a crescere per via endogena", ha detto a margine dell'assemblea di Intesa SanPaolo, l'amministratore delegato del gruppo Carlo Messina. E' chiaro comunque che si tratta di una strada alternativa per rasserenare il clima all'interno dell'azienda, conservando comunque una riduzione dei costi vicina a quella del piano originale e garantendo con un prestito ponte l'operatività fino all'autunno. Quando il vettore tricolore potrebbe esplorare eventuali alleanze o anche la vendita a un grande operatore internazionale.

Il più accreditato ad allearsi con Alitalia, già fattosi avanti nelle scorse settimane, sembra in queste ore Lufthansa, sebbene la compagnia tedesca ufficialmente preferisca non esporsi. La società tedesca negli ultimi mesi ha stretto una partnership commerciale sempre più stretta con Etihad, azionista di maggioranza di Alitalia, trattativa nell'ambito della quale si è ragionato anche delle sorti della compagnia italiana. Lo scenario migliore, quello a cui sta lavorando Intesa e che procederebbe in parallelo alla procedura di commissariamento, è arrivare a un eventuale tavolo con i tedeschi con una compagnia pacificata e una ristrutturazione già avviata. Quello peggiore, se invece il piano di risanamento non dovesse decollare, è quello dello spezzatino. Con la compagnia tedesca che rileverebbe Alitalia dopo la procedura di fallimento, quindi a costo zero, incamerando i suoi aerei di proprietà e solo una parte dei 12 mila dipendenti.

http://www.repubblica.it/economia/2017/04/27/news/il_piano_di_intesa_per_salvare_alitalia_che_porta_a_lufthansa-163993708/?rss


Sicuri non si stia lavorando a un Piano C ?

Anche per levare tutte le scuse ai dipendenti. Ossia, si riducono i tagli, di cambia tutto il managment (cosa che Gubitosi aveva iniziato a ventilare durante le votazioni, secondo me troppo tardi ) e si ripropone il piano alla firma dei dipendenti.

Secondo me alla fine la verità è nel mezzo, i Dipendenti hanno votato no sia perchè gli si intaccava lo stipendio (ovvio che nessuno lo dirà mai) sia perchè in effetti non puoi chiedere a chi fa "l'operaio" dei cieli di fare sacrifici su sacrifici e poi le teste pensanti restano le stesse (e qui credo si riferissero più al middle managment che all'AD, anche se lui ha le sue colpe), pensavano che il governo ci mettesse la pezza, ma adesso che "hanno capito l'antifona" dubito che tutti rivoterebbero il No come hanno fatto.

è un idea malsana lo so, magari voluta da un pressign del governo su banche e ethiad..... vedremo nelle prossime ore.
 
Stato
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