Forlì, il ministro Tremonti non firma e l'aeroporto è di nuovo in panne
26 Ottobre 2010 - 18.42 (Ultima Modifica: 26 Ottobre 2010)
FORLI' - E' un calvario di intoppi burocratici quello che segna il cammino dell'aeroporto di Forlì verso la privatizzazione. Intoppi non formali, ma sostanziali se è vero che una mancata firma del ministro dell'Economia Giulio Tremonti rischia ancora una volta di far precipitare nel baratro lo scalo forlivese. A spiegarlo è il sindaco Roberto Balzani: "E' un punto nevralgico, senza quel documento non è possibile ricapitalizzare e i soldi per la Seaf bastano fino a metà novembre".
Dopo di ché mancherebbe la liquidità. Il sindaco attacca "il balbettio del governo, che prima annuncia una cosa all'Ansa, ma poi non la trasforma in una circolare operativa". Sempre Balzani: "Invito anche i consiglieri del centro-destra, che a Roma sono maggioranza di attivarsi per risolvere questa situazione, noi da parte nostra stiamo già studiando una soluzione ponte per responsabilità, lavorando nella peggiore delle ipotesi, vale a dire che quella circolare non venga fatta. Non possiamo impiccarci ad una firma di Tremonti".
Balzani ha parlato nel corso dell'udienza conoscitiva che si è tenuta martedì pomeriggio in municipio sulla situazione della Seaf, la società di gestione dell'aeroporto. A relazionare è stato il presidente Franco Rusticali che ha toccato vari passaggi della storia travagliata dello scalo. Il 2010 si chiuderà per il Ridolfi con 650mila passeggeri (+23% rispetto all'anno scorso), mentre il 2011 si aprirà con un nuovo e meno oneroso contratto con "la nostra compagnia di bandiera Wind Jet", come l'ha definita Rusticali, mentre da marzo arriveranno nuovi voli.
Ma il dato di sopravvivenza più urgente, come ha detto Balzani, è l'impossibilità da parte di tutti i soci di erogare i milioni di euro di ripiano del capitale sociale per effetto di una circolare mancante del ministro Tremonti, che, spiega il sindaco, ha annunciato che non si applica agli aeroporti il divieto di rifinanziamento dei debiti alle società pubbliche con più di tre anni di bilanci in passivo, "ma poi non ha agito di conseguenza".
Di soluzioni alternative ce ne sono poche, dal momento che "il sistema bancario già da mesi ha smesso di prestare soldi alla Seaf, stiamo facendo tutto noi soci pubblici" sempre Balzani.
Insomma, enti soli di fronte alla sfida dell'aeroporto. A dirlo tondo è il presidente della Seaf Franco Rusticali: "Mi rendo conto che le istituzioni non possono sopportare il peso dei debiti della Seaf, ma è anche vero che tutti gli aeroporti sono in passivo. La differenza è nel territorio che ci sta intorno e noi dal nostro territorio non abbiamo avuto alcun riscontro, mi rendo conto che ciò è insostenibile". Insomma, a molti fa comodo l'occasione di sviluppo di un aeroporto, ma nessuno, neanche in riviera, vuole tirare fuori un soldo. E' anche vero, spiega Balzani, "che è inimmaginabile l'allargamento della compagine sociale della Seaf se non viene rivisitato il modello della società: nessun amministratore pubblico sano di mente metterebbe soldi con questa situazione".
Una bordata Rusticali la riserva all'Apt, la società regionale per il sostegno al turismo: "Dà risorse per il marketing direttamente alle compagnie aeree che fanno scalo a Bologna e Rimini e non a quelle di Forlì. E' una situazione scandalosa che abbiamo denunciato con lettere all'Apt, spedite per conoscenza anche al sindaco e al presidente della Provincia, ma l'Apt non ci ha neanche dato una risposta".
Davanti alle commissioni riunite del Consiglio Comunale sono arrivate anche notizie più precise sulla futura privatizzazione. A dettagliare è stato Rusticali, spiegando che la prima fase esplorativa durerà fino al 5 gennaio e solo dopo ci sarà la cosiddetta procedura di "dialogo competitivo" con i privati ritenuti adeguati, Quando arriverà il nuovo socio? "Contiamo di finire la gara entro giugno", è stata la risposta di Rusticali. Agli enti pubblici quanto resterà? "Dal 20 al 40%", sempre il presidente Seaf, che ha anche informato i consiglieri sul fatto che è approdata in tribunale la vertenza civile con la compagnia Ryanair che abbandonò Forlì per andare a Bologna. Rusticali spiega che "una prima udienza è andata deserta in quanto Ryanair ha lamentato un difetto di notifica, mentre la prossima è fissata per febbraio prossimo".
http://www.romagnaoggi.it/forli/2010/10/26/175804/
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Forlì-Cesena, i finiani contestano l'auto blu della Seaf
26 Ottobre 2010 - 20.12 (Ultima Modifica: 26 Ottobre 2010)
FORLI' - "Uno scandalo , non ci sono altri commenti, alla notizia che la Seaf , società di gestione dell'aeroporto Ridolfi dovrà pagare , in leasing, 18mila euro per quattro anni, per un totale di 72mila euro, un'Audi station wagon utilizzata da alcune settimane da uno dei dirigenti vicini alla direzione generale di un ente , che pur in attesa della privatizzazione, è ancora di proprietà a maggioranza pubblica e chiuderà l'anno con un disavanzo di bilancio di circa 7,2 milioni di euro. Che si deve sommare agli altri conti in rosso dei decenni precedenti".
Senza giri di parole Elisa Petroni , coordinatrice provinciale di Forlì-Cesena di "Generazione Italia", il movimento politico culturale dei "finiani", commenta la notizia pubblicata oggi da un giornale locale ricordando che in tempi di "vacche magre" è assolutamente essenziale per gli amministratori pubblici ridurre al minimo, se non azzerare del tutto, le spese non strettamente utili allo svolgimento delle mansioni inerenti alla gestione del bene collettivo" .
Ma quella del risparmio e della trasparenza degli atti della pubblica amministrazione vuole essere il cavallo di battaglia di Elisa Petroni: "Secondo i dati dell'ultimo monitoraggio sul parco mezzi (auto blu, 'grigie', di servizio) degli enti locali italiani pubblicati dal ministero della Pubblica amministrazione sul sito
www.innovazionepa.gov.it risulterebbe una sola auto blu in forza al Comune di Forlì (al costo di 26.565 euro), assieme a 32 macchine di servizio, costate nel 2009 ben 77.361 euro. Mentre al Comune di Cesena risulterebbero attive soltanto un auto blu (per sindaco e assessori, al costo di 10.185 euro nel 2009), 15 di servizio (per 29.277 euro) e 17 a disposizione degli uffici (per 32.706 euro).
Ma sulla base delle schede analitiche fornite dal ministero della Pubblica amministrazione, la Provincia di Forlì-Cesena non avrebbe risposto al questionario entro la scadenza estiva del 16 luglio. Perché questo silenzio?". "A questo punto, chiediamo che anche il presidente della giunta provinciale Massimo Bulbi comunichi alla pubblica opinione le cifre relative ai costi di gestione delle auto di servizio. Non c'è coerenza ad invitare i cittadini - come fanno Bulbi e Castagnoli - a muoversi sul territorio con i mezzi pubblici e poi concedersi il lusso del trasporto da una città all'altra con chauffeur ed auto blu": conclude Elisa Petroni.
http://www.romagnaoggi.it/cesena/2010/10/26/175810/