Thread Alitalia Gennaio 2021


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Farfallina

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23 Marzo 2009
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Aspetta però. Non sono perfettamente competente in materia, ma mi sembra che nel caso in cui si ricorra al fondo speciale del trasporto aereo sia obbligatorio per l'azienda anticipare la cassa. E tra l'altro ora è diventato obbligatorio ricorrere all'integrazione del FSTA, mentre l'anno scorso con la CIGD era possibile non anticipare niente e i dipendenti aspettavano l'INPS. Magari qualcuno è più competente di me e sa spiegarlo meglio...
Il concetto di fondo è quello, lo scopo è mettere i soldini in tasca ai dipendenti in buona quantità e prima possibile. Gli altri lavoratori che non hanno avuto questo privilegio hanno aspettato anche più di 6 mesi per prendere circa 800 € di cassa al mese. Ho una amica che lavora per una agenzia di viaggio che ha preso a fine novembre 2020 la cassa di marzo 2020 e da circa 2500 € di stipendio netto mensile è scesa attorno agli 800 €.
 

hyppo

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26 Gennaio 2012
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Aspetta però. Non sono perfettamente competente in materia, ma mi sembra che nel caso in cui si ricorra al fondo speciale del trasporto aereo sia obbligatorio per l'azienda anticipare la cassa. E tra l'altro ora è diventato obbligatorio ricorrere all'integrazione del FSTA, mentre l'anno scorso con la CIGD era possibile non anticipare niente e i dipendenti aspettavano l'INPS. Magari qualcuno è più competente di me e sa spiegarlo meglio...
No, azienda non è obbligata ad anticipare nel caso in cui si ricorra al fsta
 

aamilan

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17 Luglio 2008
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No, azienda non è obbligata ad anticipare nel caso in cui si ricorra al fsta
Viene concessa quando ci sono di mezzo i sindacati e l'azienda paga qualcosa. Quando l'azienda è piccola e non capisce tutte ste regole assurde che ci sono in Italia non prendi nulla.
 

Charter2017

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Dato che il fallimento non deve essere contemplato, perché nessuno dei dirigentoni (ovvero dei politici che manovrano i fili) parla seriamente e urgentissimamente di dare Alitalia prima di subito a qualche grande gruppo Europeo, senza se e senza ma dato che non siamo in grado di contrattare nulla?! Intendo dire seriamente, no "forse Lufthansa", "mi sa Delta", "chissà easyJet", ecc: con questa Alitalia non siamo in grado di contrattare nulla, ci si deve arrendere alzando bandiera bianca e letteralmente donarsi a chi ci vuole, del tipo "senti, mi vuoi per favore? Ti offro il brand, l'eccellenza e la qualità Italiane, cerca solo di non farmi cacciare troppi dipendenti, mettiti una mano sul cuore; per la flotta fai tu tanto è stravecchia". Tanto a piaggeria e pietismo siamo bravissimi in Europa, lo facciamo anche con brand eccellenti per i quali dovremmo urlare tutta la nostra capacità imprenditoriale e bravura! Facciamo i conigli quando dovremmo essere leoni e vogliamo fare i leoni (meglio, leoncini) con Alitalia???
È chiaro che da soli non si riesce nemmeno a partire, figurarsi sopravvivere; si parla di piani, di sviluppo, di flotta e di dipendenti ma poi, in realtà, non si riesce nemmeno a pagare gli stipendi e, tra breve, il carburante.
Quindi subito pregare qualcuno di prenderci in grembo, salvando quello che si può salvare.
Ci vuole realismo e umiltà altrimenti diventiamo ancora più ridicoli di quello che siamo già (propongo di inviare come "ambasciatori" Giggino, Paviglianiti di "Cinico TV" e Mariottide così ci prendono subito per pena e manifesta incapacità).
 
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Dancrane

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10 Febbraio 2008
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...per la flotta fai tu tanto è stravecchia". ...
Mainline: l'età media è di 14,4 anni, non esattamente stravecchia. I più datati sono i 5 A321 (hanno passati i 20 anni) ed i 777 (di media ne hanno 17 abbondanti). Qualche sparuto 320 ha un'età vicina a quella dei più vecchi 321. E' da pianificare il turnover della flotta, certo, ma definirla "stravecchia" è scorretto, considerando che, con lo sfoltimento delle macchine, stanno ovviamente uscendo dalla mainline i più anziani.
Cityliner: ha in carico i soli EMB, tutti sotto i 10 anni di età.
 

Cesare.Caldi

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Alitalia, ecco il nuovo piano: alla newco subito la parte volo, poi tre bandi di vendita
di Leonard Berberi

Il dossier Alitalia si prepara a un’accelerazione dopo settimane di stallo. E con una road map che per ora è divisa in tre fasi. La vendita diretta di un ramo per far partire il prima possibile la newco Italia Trasporto Aereo, l’affitto di altri due blocchi (alla stessa società) e successivamente la pubblicazione di tre bandi di gara per altrettanti asset da cedere in un secondo momento. Anche in questo caso, salvo sorprese, sempre alla stessa azienda. È quanto apprende il Corriere della Sera da due fonti istituzionali che chiedono l’anonimato perché non autorizzate a discuterne pubblicamente.

Il vertice dei ministeri
Le stesse fonti chiariscono che la decisione ufficiale non c’è ancora e che i colpi di scena non sono da escludere, ma ci sarebbe l’intesa di massima tra i vertici della compagnia aerea (in amministrazione straordinaria) e di ITA, un primo passaggio importante per sbloccare l’iter. A questo punto il vertice interministeriale tra i dicasteri dello Sviluppo economico, del Tesoro e dei Trasporti — previsto venerdì 26 febbraio — diventa quanto mai cruciale per iniziare a mettere nero su bianco le fasi che porteranno al decollo della newco già tra aprile e maggio.

La trattativa diretta
Il piano prevede la vendita — tramite trattativa diretta — del ramo aviation di Alitalia in amministrazione straordinaria a Italia Trasporto Aereo, la newco pubblica creata dal precedente governo per rilanciare l’aviolinea tricolore, proseguono le fonti. Una procedura — anticipata dal Corriere a inizio febbraio — consentita dal diritto interno perché è quella parte della compagnia che garantisce tra le altre cose il servizio pubblico essenziale (il trasporto dei medicinali o la continuità territoriale). Su questo aspetto, a quanto si apprende da fonti di Bruxelles, ci sarebbe un ok di massima da parte dei tecnici dell’Antitrust Ue che però vogliono maggiori dettagli e per questo martedì 2 marzo è previsto un confronto (in videoconferenza) con i tre ministeri italiani.

Il passaggio intermedio
Dal fronte italiano si discute sulla necessità di introdurre un passaggio intermedio con la cessione dell’aviation prima al Tesoro (che ha erogato 1,3 miliardi di euro dal 2017 al 2019 peraltro oggetto di due indagini europee per presunti aiuti di Stato) e poi il trasferimento a ITA (il cui unico azionista è proprio il Tesoro). Ma le fonti europee fanno notare che questo farebbe scattare immediatamente i ricorsi di altre compagnie aeree (in particolare Ryanair, Wizz Air e Iag, holding di British Airways, Iberia, Vueling, Aer Lingus) perché verrebbe aggirata la richiesta, proprio comunitaria, di preparare bandi di vendita aperti a tutti e non discriminatori.

L’affitto di due rami
Parallelamente alla vendita del ramo volo — proseguono le fonti istituzionali — Alitalia fornirebbe alla newco i servizi di handling e manutenzione, consentendole di ottenere ricavi a fronte di un abbattimento dei costi operativi. Un ulteriore passaggio che permetterebbe ai vertici di ITA — il presidente Francesco Caio e l’amministatore delegato-direttore generale Fabio Lazzerini — di adempiere a quanto previsto dal decreto di costituzione della newco che prevede nella società anche i servizi di terra e la manutenzione.

I tre bandi
Mentre Italia Trasporto Aereo decolla ufficialmente prima dell’estate così da sfruttare il picco della domanda — e con una flotta inizialmente dell’amministrazione straordinaria e rinegoziando i canoni di noleggio degli aerei — il commissario Leogrande può preparare tre bandi di vendita per altrettanti rami aziendali, sottolineano le fonti: una gara per l’handling, una per la manutenzione e una per Alitalia Loyalty, la divisione di Alitalia titolare del programma di fidelizzazione MilleMiglia che peraltro genera profitti. La newco invierà le manifestazioni di interesse per i tre rami, mentre verrebbe a mancare dalla procedura il lotto unico (cioè tutta la compagnia).

L’ok del Senato
Intanto l’8ª Commissione Lavori pubblici, comunicazioni del Senato ha espresso parere favorevole (non vincolante) allo schema di piano industriale di Italia Trasporto Aereo inviato lo scorso dicembre e che sarà comunque oggetto di una revisione anche alla luce dei dati al ribasso forniti dalla Iata (il traffico si riprenderà nei prossimi mesi meno di quanto stimato prima). Si attende ora anche l’ok della Camera dei deputati.

Le osservazioni
Nel documento di cinque pagine di Palazzo Madama — che il Corriere ha potuto consultare — la Commissione fa anche delle osservazioni. Chiede l’«equilibrio più avanzato possibile» tra lo schema di piano di ITA e le esigenze dell’amministrazione straordinaria e di approfondire l’analisi delle stime dei costi e dei ricavi indicati dal business plan. Raccomanda «di incrementare il dimensionamento iniziale della flotta proposta dallo schema di piano» per poter sfruttare al meglio la ripresa del settore.

La cabina di regia
E ancora: la relazione suggerisce di prevedere nuove rotte «nell’area ampia del Mediterraneo», «di dedicare una specifica parte del piano» al cargo «sfruttando i potenziali hub logistici (come l’aeroporto di Milano Malpensa)», di valutare a «possibili alleanze differenziate mirate ad ampliare il raggio di azione» e di prevedere — «al fine di coordinare la fase di transizione» — l’istituzione di «una cabina di regia che veda la partecipazione dei ministeri competenti, l’amministrazione straordinaria, Italia Trasporto Aereo ed Enac».

 

Farfallina

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Dato che il fallimento non deve essere contemplato, perché nessuno dei dirigentoni (ovvero dei politici che manovrano i fili) parla seriamente e urgentissimamente di dare Alitalia prima di subito a qualche grande gruppo Europeo, senza se e senza ma dato che non siamo in grado di contrattare nulla?! Intendo dire seriamente, no "forse Lufthansa", "mi sa Delta", "chissà easyJet", ecc: con questa Alitalia non siamo in grado di contrattare nulla, ci si deve arrendere alzando bandiera bianca e letteralmente donarsi a chi ci vuole, del tipo "senti, mi vuoi per favore? Ti offro il brand, l'eccellenza e la qualità Italiane, cerca solo di non farmi cacciare troppi dipendenti, mettiti una mano sul cuore; per la flotta fai tu tanto è stravecchia". Tanto a piaggeria e pietismo siamo bravissimi in Europa, lo facciamo anche con brand eccellenti per i quali dovremmo urlare tutta la nostra capacità imprenditoriale e bravura! Facciamo i conigli quando dovremmo essere leoni e vogliamo fare i leoni (meglio, leoncini) con Alitalia???
È chiaro che da soli non si riesce nemmeno a partire, figurarsi sopravvivere; si parla di piani, di sviluppo, di flotta e di dipendenti ma poi, in realtà, non si riesce nemmeno a pagare gli stipendi e, tra breve, il carburante.
Quindi subito pregare qualcuno di prenderci in grembo, salvando quello che si può salvare.
Ci vuole realismo e umiltà altrimenti diventiamo ancora più ridicoli di quello che siamo già (propongo di inviare come "ambasciatori" Giggino, Paviglianiti di "Cinico TV" e Mariottide così ci prendono subito per pena e manifesta incapacità).
Nessuno vuole metterci diversi miliardi per salvare i posti di lavoro che è il target del governo. Tantopiù visto il periodo di crisi con migliaia di esuberi al massimo potresti vendere il marchio e millemiglia alleggeriti di tutti i dipendenti perché le varie compagnie hanno già il loro personale da trasferire pur di non licenziarlo.
 

Charter2017

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Nessuno vuole metterci diversi miliardi per salvare i posti di lavoro che è il target del governo. Tantopiù visto il periodo di crisi con migliaia di esuberi al massimo potresti vendere il marchio e millemiglia alleggeriti di tutti i dipendenti perché le varie compagnie hanno già il loro personale da trasferire pur di non licenziarlo.
E allora torniamo a bomba, fallire.
Tanto prima o poi si riparte e la situazione sarà questa:
- sul mercato interno le low costs (Ryanair, Wizz Air, easyJet, Volotea, Vueling, Blu Air) saranno ancora più "affamate" e "cattive" di prima, visto che hanno perso milioni di euro e devono recuperare; fagociteranno ancora di più anche il mercato internazionale Europeo, incrementando il network e puntando anche sul mercato leisure visto che la gente vorrà fare di tutto per viaggiare e lasciarsi la pandemia alle spalle (d'altro canto Ryanair, Volotea, Vueling ed easyJet già operano molte rotte leisure verso aeroporti "holidays" in Austria, Spagna, Grecia, Portogallo).
Quindi il mercato interno, internazionale Europeo e leisure è da dimenticare.
In Europa, tra l' altro, ci sarà anche la spietata concorrenza delle majors che, in più, viaggiano tutte in gruppi: IAG (Iberia, British Airways, Aer Lingus, Vueling), Lufthansa Group (Lufthansa, Swiss, Eurowings, Brussels Airlines, Austrian Airlines, Air Dolomiti, Edelweiss) e poi il gigante Air France-KLM. Anche se in affanno, ricominceranno a trottare sicure della "copertura" dei leader, Lufthansa, British Airways ed Air France.
Quindi, come lupo solitario anche per l internazionale ci sarà poco da fare.
- L'intercontinentale: ancora peggio perché i grandi gruppi hanno il monopolio e, tranne le solite due tre rotte di aficionados ( EZE, JFK, CCS, MIA, GIG, GRU, NRT, YYZ) non ci sarà trippa per gatti.
Allora, o diventi una low cost col marchio Alitalia e cominci a pregare e competere con i "mostri" come Ryanair e easyJet offrendo, in più, lungo raggio (con il fantasma di Norwegian che ti viene a rovinare i sogni notturni di gloria) oppure ti devi affidare a un gruppo. O, finalmente, fallire.
 
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AAAndy

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E allora torniamo a bomba, fallire.
Tanto prima o poi si riparte e la situazione sarà questa:
- sul mercato interno le low costs (Ryanair, Wizz Air, easyJet, Volotea, Vueling, Blu Air) saranno ancora più "affamate" e "cattive" di prima, visto che hanno perso milioni di euro e devono recuperare; fagociteranno ancora di più anche il mercato internazionale Europeo, incrementando il network e puntando anche sul mercato leisure visto che la gente vorrà fare di tutto per viaggiare e lasciarsi la pandemia alle spalle (d'altro canto Ryanair, Volotea, Vueling ed easyJet già operano molte rotte leisure verso aeroporti "holidays" in Austria, Spagna, Grecia, Portogallo).
Quindi il mercato interno, internazionale Europeo e leisure è da dimenticare.
In Europa, tra l' altro, ci sarà anche la spietata concorrenza delle majors che, in più, viaggiano tutte in gruppi: IAG (Iberia, British Airways, Aer Lingus, Vueling), Lufthansa Group (Lufthansa, Swiss, Eurowings, Brussels Airlines, Austrian Airlines, Air Dolomiti, Edelweiss) e poi il gigante Air France-KLM. Anche se in affanno, ricominceranno a trottare sicure della "copertura" dei leader, Lufthansa, British Airways ed Air France.
Quindi, come lupo solitario anche per l internazionale ci sarà poco da fare.
- L'intercontinentale: ancora peggio perché i grandi gruppi hanno il monopolio e, tranne le solite due tre rotte di aficionados ( EZE, JFK, CCS, MIA, GIG, GRU, NRT, YYZ) non ci sarà trippa per gatti.
Allora, o diventi una low cost col marchio Alitalia e cominci a pregare e competere con i "mostri" come Ryanair e easyJet offrendo, in più, lungo raggio (con il fantasma di Norwegian che ti viene a rovinare i sogni notturni di gloria) oppure ti devi affidare a un gruppo. O, finalmente, fallire.
non so se ci saranno ancora nel prox futuro 3 holdings major in europa...temo Klm andrà in LH e AF in IAG (fanta-aviazione)
 

vipero

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Nel frattempo, a MXP...


“L’aviazione non è solo Alitalia”: flash mob dei lavoratori di Malpensa
Un gruppo di lavoratori dell’aviazione italiana si è riunito oggi, mercoledì 25 febbraio, a Malpensa, per un flash mob con l’obiettivo di non far calare l’attenzione sui lavoratori dell’aeroporto.
 
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BAlorMXP

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Milano/Antwerpen
Non mi stupirei se venissero offerte sull’altare di Artemide alcune realtà aeronautiche italiane non proprio da buttare via...


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Cesare.Caldi

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Alitalia, dossier nelle mani di Draghi: i piani per la newco e il vertice con l’Ue
di Leonard Berberi

Il governo italiano prepara le ultime carte del dossier Alitalia da presentare all’Antitrust Ue per cercare di chiudere una vicenda che si trascina da 46 mesi. Ma oltre alla proposta — che indica una possibile via d’uscita — Roma è intenzionata a sostenere con forza che l’esistenza di una compagnia aerea nazionale è importante per il rilancio dell’economia e del turismo post Covid. Dopo il vertice interministeriale di venerdì le sorti di Alitalia in amministrazione straordinaria e di Italia Trasporto Aereo sono state discusse ieri mattina dal presidente del Consiglio Mario Draghi e il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli con i ministri dell’Economia Daniele Franco, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Seguiranno poi altri incontri prima della videoconferenza con la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager nella seconda metà della settimana (fino a ieri non risultava ancora calendarizzato).

Lo schema del governo
Due fonti istituzionali spiegano che lo schema che sarà presentato a Bruxelles propone la vendita con trattativa diretta del ramo «aviation» di Alitalia (con la cassa prosciugata) a Italia Trasporto Aereo (che ha una dotazione di 3 miliardi di euro). Una procedura che consentirebbe il decollo di ITA tra aprile e maggio, così da sfruttare il periodo estivo quando si registrano i ricavi maggiori. In parallelo Alitalia fornirebbe alla newco i servizi di terra e manutenzione «a prezzi di mercato», spiega un’altra fonte. All’Antitrust Ue verrà chiarito che non si tratterà di un affitto, ma di un accordo commerciale tipico nel settore (Alitalia ha contratti simili con altri vettori a Roma Fiumicino). Nel frattempo il commissario Giuseppe Leogrande — come anticipato martedì dal Corriere — può preparare i tre bandi di vendita per handling, manutenzione e Loyalty, la divisione che gestisce il programma di fidelizzazione MilleMiglia.

Il doppio approccio
La strategia italiana sarebbe duplice: da un lato i tre ministri nella videoconferenza tenteranno di convincere Vestager che l’operazione che porterà al decollo di ITA sarà all’insegna di una certa discontinuità con Alitalia. Ma dall’altro lato — spiega una fonte istituzionale — si cercherà di fare leva sul fatto che i tempi eccezionali come questi richiedono un iter accelerato e flessibilità sulle regole. L’alternativa sarebbe più delicata: obbligando l’Italia a mettere all’asta tutta la compagnia, senza percorsi velocizzati, l’Ue sarebbe «costretta» ad autorizzare un prestito-ponte da 50 milioni di euro per ogni mese richiesto da una procedura che in media di mesi ne dura cinque. Il tutto quando l’Antitrust Ue sta indagando su due finanziamenti all’aviolinea da 900 milioni e 400 milioni.

I sindacati
Il governo è convinto di poter usare pure la carta degli aiuti miliardari stanziati da altri esecutivi continentali o del secondo giro di contributi a cui stanno pensando Francia e Olanda per Air France e Klm. L’altro nodo è quello dei ristori per il Covid: Alitalia aspetta di ricevere i 20 milioni per novembre e 35 milioni per dicembre (altri 22 milioni li chiederà per gennaio). Il fronte sindacale però non gradisce questo schema: secondo molte sigle si tratta di uno spezzatino. «I 3 miliardi di ITA vanno investiti in un piano di sviluppo che tutela la piena occupazione di tutti i dipendenti Alitalia», dice Fabrizio Cuscito, segretario nazionale della Filt Cgil.

La newco
Intanto l’amministratore delegato della newco Fabio Lazzerini e il presidente Francesco Caio stanno rifinendo la nuova versione del piano industriale: quello di dicembre (52 aerei e 5.200-5.500 dipendenti) è stato rivisto al ribasso date le stime del settore che parlano di una ripresa più lenta del previsto. E così la flotta iniziale dovrebbe essere di 43 aerei e i dipendenti non più di 4.500.

 

rommel

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Chia
Io farei 35 aerei al massimo e 3000 dipendenti e la chiudiamo qua.
Poi cessione di un ramo d'azienda composto da 4 tarabaccoli e 1000 dipendenti in prevalenza amministrativi alle FS (RFI + Trenitalia) e ci risparmiamo 1000 unità in CIG. Ci metteranno 3 anni a "inglobarli" ma almeno iniziamo ...
 

TapiroVolante

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Io farei 35 aerei al massimo e 3000 dipendenti e la chiudiamo qua.
Poi cessione di un ramo d'azienda composto da 4 tarabaccoli e 1000 dipendenti in prevalenza amministrativi alle FS (RFI + Trenitalia) e ci risparmiamo 1000 unità in CIG. Ci metteranno 3 anni a "inglobarli" ma almeno iniziamo ...
Mi piace di più "assimilarli", fa più fico...
(Ve li immaginate una dozzina di ferrovieri pelati irrompere nella Palazzina di Fiumicino dicendo "We are the RFI. Resistance is futile."?)
 
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26 Aprile 2012
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Mi ricordo di un Q&A con Willie Walsh in un qualche forum; era il 2011/12, ai tempi della crisi nera di Iberia, e si parlava dei tagli che dovevano fare e Willie aveva detto qualcosa di interessante, qualcosa sulla falsariga di "se tagli troppo finisci con l'essere irrilevante". La spiegazione era che dovevi mantenere una certa massa critica, una certa 'gravitas' nel mercato su cui ti accentravi. L'esempio che faceva era Barcellona vs Madrid: Iberia stava tagliando gli ultimi voli su BCN per accentrare il lungo su Madrid, dove poteva - appunto - fare 'massa critica'.

Qui mi sembra che si finisca con un'Alitalia a 40 aerei (grossa quindi come Aer Lingus o poco piu') ma spalmata su almeno due aeroporti, LIN e FCO... in piu' vuoi resistere alle pressioni per il volo da Malpensa a JFK? O questo, o quell'altro... mi sembra il piano Etihad, il piano dei Capitani, ma con meno aerei e piu' "digitalizzazione".
 

Farfallina

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Mi ricordo di un Q&A con Willie Walsh in un qualche forum; era il 2011/12, ai tempi della crisi nera di Iberia, e si parlava dei tagli che dovevano fare e Willie aveva detto qualcosa di interessante, qualcosa sulla falsariga di "se tagli troppo finisci con l'essere irrilevante". La spiegazione era che dovevi mantenere una certa massa critica, una certa 'gravitas' nel mercato su cui ti accentravi. L'esempio che faceva era Barcellona vs Madrid: Iberia stava tagliando gli ultimi voli su BCN per accentrare il lungo su Madrid, dove poteva - appunto - fare 'massa critica'.

Qui mi sembra che si finisca con un'Alitalia a 40 aerei (grossa quindi come Aer Lingus o poco piu') ma spalmata su almeno due aeroporti, LIN e FCO... in piu' vuoi resistere alle pressioni per il volo da Malpensa a JFK? O questo, o quell'altro... mi sembra il piano Etihad, il piano dei Capitani, ma con meno aerei e piu' "digitalizzazione".
In realtà quando parlano di 40 aerei sarebbe per la fase in cui sono ancora presenti chiusure per emergenza COVID19.
La dimensione a regime è grossomodo di circa 100-120 macchine.
 
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