Meridianafly - Qatar Airways: trovato l'accordo


belumosi

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Ma ti rendi conto che questi arrivano in aeroporto e dichiarano di "sentirsi male"? Cosa puoi fare a quel punto, se non cercare di fare i salti mortali con riprotezioni ed organizzazione di voli extra (con i dipendenti attivi che ti rimangono, calcolando di non farli andare fuori ore)?
Io capisco le incazzature, lo sdegno e tutto il cucuzzaro solito, ma non si può generalizzare invocando l'intervento di ENAC in casi come questi. La gente che finge la malattia deve essere presa a calci in cu@o con le scarpe chiodate e sbattuta in mezzo ad una strada seduta stante, questo è pacifico, ma questo non rientra nei compiti dell'ente di controllo.
In casi come questo, quando i disagi sono sostanzialmente prevedibili, ENAC dovrebbe imporre alla compagnia di organizzarsi di conseguenza allertando tutto il personale, noleggiando aerei (con equipaggio) e avvertendo preventivamente i pax dei possibili disagi.
Hai mai visto ENAC fare qualcosa del genere? Ricordi la pagliacciata di Windjet, quando a fronte di una compagnia in fin di vita nessuno a Castro Pretorio ha mosso un dito lasciando vendere i biglietti fino all'ultimo?
Stendiamo poi un velo sulle ultime dichiarazioni di Riggio pro AZ...
 

Dancrane

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In casi come questo, quando i disagi sono sostanzialmente prevedibili, ENAC ...
Scusa, qua si parla di equipaggi interi che arrivano in aeroporto e dichiarano di non stare bene. Il tutto è partito 3 giorni fa. Tu avresti previsto un'ondata di malattie così? Non voglio difendere nessuno, ma onestamente puoi dire che IG non stia facendo nulla e che stia gestendo la cosa alla viva il parroco? Io cerco di essere realista e razionale, va bene la pancia e la protesta verso qualunque cosa e per qualunque cosa, però a tutto credo ci sia un limite, salvo non volere entrare a piè pari nella pletora di quelli che "Vergogna11!!!11 dovete fallire".
 

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Meridiana, polemica sulla foto dopo l’accordo

I sindacalisti guardano l’Italia. «Insensibili». «No, solo relax dopo tanto lavoro»

OLBIA. Gli sguardi concentrati, quasi rapiti, fissano lo schermo dell’iPad. Il match Italia-Spagna scorre davanti ai loro occhi. Ma le prodezze di Giorgio Chiellini e Graziano Pellè si trasformano in pixel avvelenati. Perché a guardare lo schermo sono i sindacalisti che hanno appena siglato l’accordo che manda a casa 400 lavoratori di Meridiana. Il fotogramma entra nel tritacarne virtuale. Schizza tra Facebook e Twitter. Moltiplicato all’infinito. I sindacalisti vengono accusati di scarsa sensibilità. C’è chi come il giornalista Luca Telese si lancia in un parallelo con gli imprenditori che la notte del terremoto dell’Aquila ridevano tra loro al telefonino. Qualcuno nota anche che lo fa dalla home del sito Tiscali, il provider inventato dal leader Pd Renato Soru. Ma a dire il vero l’europarlamentare non è l’attuale ad di Tiscali.

L’istantanea rubata diventa una sorta di atto di accusa. «Mi pare una cosa fuori dal mondo – spiega il segretario della Cgil trasporti Cisl Franco Monaco, tra le persone ritratte nella foto –. È vero quel fotogramma ritrae un attimo di distrazione. Un attimo di 5 anni di vertenza Meridiana. Un attimo di 75 giorni di seguito di trattative serrate. Un attimo dopo che abbiamo passato notti in bianco. In alcuni casi anche buttati sulle scale del Mise alle 4 del mattino in attesa di una convocazione mai avvenuta. Quello che mi fa più male è che non si parlerà dell’accordo che ha salvato Meridiana e la farà ripartire da mille posti di lavoro. In caso contrario si sarebbe azzerata la compagnia. Ma si discuterà solo di questa inutile foto che ci ritrae in un momento di vita normale. Un secondo di umanità in una vicenda complicata e avvelenata da troppi dissapori. Mi amareggiano anche i commenti che ho letto sui social network». Secondo alcuni lo scatto rubato rientra nel clima di veleni che ha accompagnato la complessa vertenza.

L’accusa dei detrattori è semplice. I sindacalisti subito dopo l’accordo che ha sancito la messa in mobilità di 400 lavoratori Meridiana si sarebbero concentrati nella visione di Italia-Spagna. Leggerezza che contra con il momento pesante che ha rappresentato la chiusura di un accordo sofferto. (l.roj)

http://lanuovasardegna.gelocal.it/r...polemica-sulla-foto-dopo-l-accordo-1.13741389
 

i-ffss

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Scusa, qua si parla di equipaggi interi che arrivano in aeroporto e dichiarano di non stare bene. Il tutto è partito 3 giorni fa. Tu avresti previsto un'ondata di malattie così? Non voglio difendere nessuno, ma onestamente puoi dire che IG non stia facendo nulla e che stia gestendo la cosa alla viva il parroco? Io cerco di essere realista e razionale, va bene la pancia e la protesta verso qualunque cosa e per qualunque cosa, però a tutto credo ci sia un limite, salvo non volere entrare a piè pari nella pletora di quelli che "Vergogna11!!!11 dovete fallire".
mi sta bene il tuo discorso; il principio è giusto, ma un'azione forte, a fronte di un Vettore in evidente difficoltà potrebbe essere quello di imporre uno stop alle vendite fino a che la situazione non sia chiara e stabilita: non entro nel "vergogna" da social network, ma essendo operatore professionista del settore vorrei vedere anche i miei diritti di fornitore di servizi salvaguardati perché con la scusa del non interrompere un pubblico servizio io devo erogare assistenza ad un potenziale cadavere; il caso Wind Jet è emblematico e il caso AZ-LAI pure. Ora vista l'acquisizione di IG da parte di QR magari non è il caso; però...
 

belumosi

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Scusa, qua si parla di equipaggi interi che arrivano in aeroporto e dichiarano di non stare bene. Il tutto è partito 3 giorni fa. Tu avresti previsto un'ondata di malattie così? Non voglio difendere nessuno, ma onestamente puoi dire che IG non stia facendo nulla e che stia gestendo la cosa alla viva il parroco? Io cerco di essere realista e razionale, va bene la pancia e la protesta verso qualunque cosa e per qualunque cosa, però a tutto credo ci sia un limite, salvo non volere entrare a piè pari nella pletora di quelli che "Vergogna11!!!11 dovete fallire".
Era prevedibilissimo. IG sapeva che il piano industriale prevedeva alcune centinaia di esuberi, ed era prevedibile che una volta ufficializzati si sarebbero incaxxati parecchio cercando in ogni modo di "farla pagare" alla compagnia.
Andavano predisposte alternative (che ovviamente avrebbero avuto un costo), ed andavano preventivamente informati i pax della trattativa in corso in questi giorni con i possibili disagi, permettendo a chi lo avesse desiderato di annullare seduta stante il viaggio con IG per potersi organizzare diversamente. E anche questo avrebbe avuto un costo per l'azienda. Ma si sarebbero salvaguardati gli interessi dei pax, dei quali notoriamente non si ricorda nessuno, ENAC in testa. Tranne quando è ora di aumentare le tasse...
 

Given77

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Un riassunto di tutta la vicenda Meridiana sulla pagina USB.

https://www.facebook.com/Usb.AssistentiDiVolo/posts/637049043127642

Vicenda Meridiana, vergogna delle vergogne! Ora Referendum.

28/06/2016

Se c'è un'immagine simbolo della pericolosità del ruolo di Cgil, Cisl e Uil nella trattativa che ha portato al licenziamento di centinaia di lavoratori nella Compagnia aerea Meridiana è quella che gira sui social e che riprende alcuni sindacalisti di queste sigle guardare sorridenti la partita Italia-Spagna subito dopo aver condiviso il licenziamento dei lavoratori.

L'accordo quadro sottoscritto ieri dal Governo, tramite il Ministro dei Trasporti Delrio e il Viceministro allo Sviluppo Economico Bellanova, Meridiana e Cgil, Cisl, Uil, Ugl e altre Associazioni Professionali ad eccezione di USB, Cobas e Apm, è una disfatta sindacale che pesa non solo sui dipendenti del Gruppo Meridiana ma su tutti i lavoratori del Trasporto Aereo e di tutti i settori produttivi del Paese.

Proviamo a spiegarla attraverso tre punti:

Punto primo
Con la firma di ieri si è sancito ai massimi livelli governativi e sindacali che in questo Paese per qualsiasi investitore che prometta soldi basta chiedere per ottenere qualsiasi condizione.
Nel nostro caso, Qatar Aiways, entità al momento astratta che non si è mai presentata neanche per un secondo al tavolo delle trattative, dietro un “Memorandum of Understanding”, atto privato sottoscritto con il Gruppo Alisarda, ha dettato condizioni precise e le ha puntualmente ottenute: un infernale connubio tra taglio secco ai livelli retributivi previsti dal Contratto Nazionale di settore e il licenziamento dell'esatto numero di dipendenti richiesto fin dal primo momento, ovvero intorno alle 650 unità e non il numero iperbolico di 955 gettati in pasto all'inizio della trattativa ai giornalisti più disattenti.

E' stato drammatico assistere ad un Governo Nazionale, con Ministri e viceministri al tavolo, ridotto al ruolo di postino dei voleri dell'investitore e altrettanto possiamo dire dei sindacati confederali ormai diventati notai dei voleri altrui. Uno schiaffo alla storia industriale del nostro Paese, ridotto ormai a un colonia dove Governo e parti sociali si sono adeguati ad un ruolo di semplici sensali come nei vecchi mercati dell'epoca.

Punto secondo
Si è fatto tutto quello che si poteva fare per evitare o diminuire l'impatto sociale? La risposta è no!
E' stato impedito al sindacato di verificare la tenuta degli organici, per esempio il numero di equipaggi per aeromobile è ben al di sotto delle prassi delle low cost.
Ai naviganti (450 licenziamenti sui 650 totali) non è stato permesso di chiedere il part time orizzontale che avrebbe alzato il fabbisogno di personale.
Alle manutenzioni non sono state persino calcolate le lavorazioni in essere con la scusa che non erano state – finora - contrattualizzate
Il Governo ha escluso l'applicazione di strumenti solidaristici mentre delle ricollocazioni presso Qatar Airways, pomposamente annunciate dall'allora Ministro Guidi, si sono perse le tracce.

L'operazione ha il sapore acre di aver prodotto la massimizzazione dei licenziamenti e di aver aumentato i costi sociali ed economici a carico della collettività, considerato che il Governo è corso a garantire due anni aggiuntivi alla mobilità, strumento espulsivo destinato a creare solo disoccupati in tempi più lunghi, gravando sulla fiscalità generale.

Punto terzo
L'accordo quadro di ieri ha sancito la validità di un'operazione di dumping interaziendale, pratica che sarebbe persino proibita dai regolamenti europei. Ci spieghiamo meglio.
Nel giugno del 2011 i lavoratori di MeridianaFly vengono messi in cassaintegrazione mentre ad agosto la Società acquisisce Airitaly, una compagnia low cost composta da pochi aerei e personale molto giovane e poco pagato, pagandola molto di più dei prezzi di mercato.
Da allora abbiamo assistito al continuo travaso di attività verso la seconda compagnia e la messa in esubero nella prima con la messa a terra di quasi tutta la flotta, per poi passare alla dichiarazione di messa in mobilità di tutto il personale di MeridianaFly.
Dopo anni di denunce, scioperi e grandi manifestazioni, l'intervento del Governo a fine 2014 sembrava aver posto le basi per il superamento di questa incredibile condizione penalizzante.
Con la firma di ieri, che ha invece rimarcato esattamente lo schema voluto dalla dirigenza fin dall'inizio operando licenziamenti solo in Meridianafly, si è dichiarato che qualsiasi azienda di qualsiasi settore potrà operare come ha fatto Meridiana, arrivando a licenziare facilmente il personale più anziano, più costoso e più sindacalizzato.

Chi sarà il prossimo? Questa è la breve sintesi di una waterloo sindacale che suona come un minaccioso avvertimento per altre vertenze simili in tutto il nostro Paese, ad iniziare dall'Ilva di Taranto.

Un ruolo governativo ormai succube degli imprenditori e sindacati confederali ormai lontani persino dal dolore di operazioni di macelleria sociale, come nel caso di Meridiana, lasciano presupporre poco di buono se non si cominceranno a bloccare i presupposti di queste operazioni.

Nel caso di Meridiana, il Governo ha dovuto chiudersi letteralmente in conclave con i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, per poter poi scendere a giochi fatti, nonostante la rappresentatività esigua di queste sigle, con un risultato peggiore pure delle più pessimistiche previsioni.

Se si vogliono evitare altri drammi del genere è necessario svuotare e deligittimare del tutto questi sindacati, a tutti i livelli e a tutti i settori e condannare senza attenuanti un governo che diventa sempre più un ostacolo alla convivenza sociale

Da parte nostra, consideriamo la partita ancora aperta.
Adesso la parola ripassa ai lavoratori e il referendum confermativo, che deve essere fatto ai sensi dei loro accordi interconfederali, sarà il punto di svolta per bloccare un processo iniquo e incompleto. Si dovrà valutare un contratto penalizzante che non ha recuperato un singolo posto di lavoro, sancendo che il dumping è pratica buona e giusta.

Siamo sicuri che il coraggio, la determinazione e la passione che i dipendenti meridiana, le famose “magliette rosse”, non sono assolutamente esauriti, anzi questi lavoratori e queste lavoratrici sapranno rimettere in discussione molto di questo scempio sindacale.
Non finiremo mai di ringraziare tutti i compagni di viaggio di una vertenza lunga ed estenuante, dalla struttura vecchia e nuova di USB a tutti i lavoratori che non hanno mai fatto mancare il loro appoggio.
Il mondo Meridiana non finisce oggi, è solo la credibilità di un governo postino e la dignità di sindacalisti notai che non c'è più dopo quanto accaduto ieri.
 
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Viking

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13 Agosto 2009
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Close to de siti eirport
Voglio un commento di Playsound e l'altro che e' andato a mangiare la porchetta coi deboli circa il malessere degli equipaggi IG e gli insulti ai colleghi Air Italy. Non chiedo se lo stesso della porchetta parta alla volta della Sardegna per dare supporto ai deboli passeggeri (deboli nel senso che hanno i maroni frantumati dagli ex deboli)

inviato coi segnali di fumo
 
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i-ffss

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Meridiana corre ai ripari.ACMI con Smart Lynx e VVB Aviation Malta


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robygun

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27 Gennaio 2013
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E si ritorna al solito problema...

Invece che baciare il terreno calpestato dai qatarioti si mettono dietro a far casino per ottenere di più..
 
F

flyboy

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mi sta bene il tuo discorso; il principio è giusto, ma un'azione forte, a fronte di un Vettore in evidente difficoltà potrebbe essere quello di imporre uno stop alle vendite fino a che la situazione non sia chiara e stabilita: non entro nel "vergogna" da social network, ma essendo operatore professionista del settore vorrei vedere anche i miei diritti di fornitore di servizi salvaguardati perché con la scusa del non interrompere un pubblico servizio io devo erogare assistenza ad un potenziale cadavere; il caso Wind Jet è emblematico e il caso AZ-LAI pure. Ora vista l'acquisizione di IG da parte di QR magari non è il caso; però...
Era prevedibilissimo. IG sapeva che il piano industriale prevedeva alcune centinaia di esuberi, ed era prevedibile che una volta ufficializzati si sarebbero incaxxati parecchio cercando in ogni modo di "farla pagare" alla compagnia.
Andavano predisposte alternative (che ovviamente avrebbero avuto un costo), ed andavano preventivamente informati i pax della trattativa in corso in questi giorni con i possibili disagi, permettendo a chi lo avesse desiderato di annullare seduta stante il viaggio con IG per potersi organizzare diversamente. E anche questo avrebbe avuto un costo per l'azienda. Ma si sarebbero salvaguardati gli interessi dei pax, dei quali notoriamente non si ricorda nessuno, ENAC in testa. Tranne quando è ora di aumentare le tasse...
Personalmente la vedo come Dancrane, e per una volta (è rarissimo che accada!) non sono d’accordo con Belumosi.
Relativamente al primo post quotato, non vedo perché IG dovrebbe imporre uno stop alle vendite. E di quali tratte peraltro? Forniamogli almeno la palla di vetro per individuare a priori quali voli siano affetti da malattia del personale e debbano essere cancellati.
Sul secondo post: IG ha ingaggiato, come possiamo leggere in questo stesso TR, altri operatori per operare alcuni voli. Mi sembra un ottimo segnale di attenzione verso i propri Clienti.
Sul fatto che i pax andavano preventivamente informati della trattativa in atto: da un lato mi viene da scrivere ‘ma anche no’; dall’altro assicuro che in Sardegna tutti i media stanno coprendo in modo più che esaustivo gli accadimenti. Sono tutti informati, credetemi.

Io vedo le cose da un altro punto di vista: è mai possibile che in uno Stato di diritto non si riesca ad accertare se colui che si mette in malattia sia effettivamente indisposto, oppure stia facendo melina e debba essere colpito ed abbattuto in quanto sfrutta in modo vergognoso i sacrosanti diritti del walfare e lucra sulle tasse pagate da ogni singolo contribuente onesto? E, si badi bene, tale domanda me la pongo da anni vedendo le malattie dichiarate nell’Azienda per cui lavoro.
Per quanto possa sembrare filosofia, il problema vero è che uno Stato di diritto ha REGOLE chiare che consentono di discriminare la melina ed il dolo dalla effettiva indisposizione dovuta a reale patimento o patologia.
La verità è che i medici fiscali devono fare il loro dovere: si visita il paziente, lo si ausculta, lo si manda al volo in ospedale a fare un elettrocardiogramma o le analisi d’uopo se serve, e poi lo si SPEDISCE A LAVORARE. Questo è quanto deve accadere in uno Stato di diritto. Punto.
Il problema è che noi viviamo in uno stato di ……
 

Vortigern

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Potenzialmente le opportunità ci sono. Il problema della Sardegna è strettamente connesso a quello dei suoi amministratori politici, in media di bassissimo livello e molto populisti, cui si devono alti e bassi e frequenti cambi di passo, che solitamente spaventano gli investitori.
Le "magliette rosse" non sono un caso a sé stante. Rappresentano uno dei modi in cui la politica locale concepisce la difesa dei propri interessi di bottega, a danno della collettività.
La politica di tutela del territorio è stata sempre utilizzata in modo strumentale alla narrativa politica dell'una o dell'altra parte, senza che in realtà si sia mai fatto nulla per valorizzarlo e proteggerlo in modo concreto.
Se è vero che manca un piano per Meridiana, è altrettanto vero che manca un piano complessivo di sviluppo per la Sardegna, che ne tuteli attentamente il territorio ma che la tolga anche dalle grinfie di pochi cavernicoli che da decenni perseguono piccoli interessi di partito.
Il risultato odierno è quello di uno scempio infrastrutturale (piccolo, ma pur sempre scempio) e di una politica di valorizzazione del territorio sempre più connessa alla stagionalità estiva.
Ergo, benvenuto Qatar!
Concordo in pieno.
 

FlyKing

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Personalmente la vedo come Dancrane, e per una volta (è rarissimo che accada!) non sono d’accordo con Belumosi.
Relativamente al primo post quotato, non vedo perché IG dovrebbe imporre uno stop alle vendite. E di quali tratte peraltro? Forniamogli almeno la palla di vetro per individuare a priori quali voli siano affetti da malattia del personale e debbano essere cancellati.
Sul secondo post: IG ha ingaggiato, come possiamo leggere in questo stesso TR, altri operatori per operare alcuni voli. Mi sembra un ottimo segnale di attenzione verso i propri Clienti.
Sul fatto che i pax andavano preventivamente informati della trattativa in atto: da un lato mi viene da scrivere ‘ma anche no’; dall’altro assicuro che in Sardegna tutti i media stanno coprendo in modo più che esaustivo gli accadimenti. Sono tutti informati, credetemi.

Io vedo le cose da un altro punto di vista: è mai possibile che in uno Stato di diritto non si riesca ad accertare se colui che si mette in malattia sia effettivamente indisposto, oppure stia facendo melina e debba essere colpito ed abbattuto in quanto sfrutta in modo vergognoso i sacrosanti diritti del walfare e lucra sulle tasse pagate da ogni singolo contribuente onesto? E, si badi bene, tale domanda me la pongo da anni vedendo le malattie dichiarate nell’Azienda per cui lavoro.
Per quanto possa sembrare filosofia, il problema vero è che uno Stato di diritto ha REGOLE chiare che consentono di discriminare la melina ed il dolo dalla effettiva indisposizione dovuta a reale patimento o patologia.
La verità è che i medici fiscali devono fare il loro dovere: si visita il paziente, lo si ausculta, lo si manda al volo in ospedale a fare un elettrocardiogramma o le analisi d’uopo se serve, e poi lo si SPEDISCE A LAVORARE. Questo è quanto deve accadere in uno Stato di diritto. Punto.
Il problema è che noi viviamo in uno stato di ……
Non saprei cosa altro aggiungere.
 

mauro.

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...

Io vedo le cose da un altro punto di vista: è mai possibile che in uno Stato di diritto non si riesca ad accertare se colui che si mette in malattia sia effettivamente indisposto, oppure stia facendo melina e debba essere colpito ed abbattuto in quanto sfrutta in modo vergognoso i sacrosanti diritti del walfare e lucra sulle tasse pagate da ogni singolo contribuente onesto? E, si badi bene, tale domanda me la pongo da anni vedendo le malattie dichiarate nell’Azienda per cui lavoro.
Per quanto possa sembrare filosofia, il problema vero è che uno Stato di diritto ha REGOLE chiare che consentono di discriminare la melina ed il dolo dalla effettiva indisposizione dovuta a reale patimento o patologia.
La verità è che i medici fiscali devono fare il loro dovere: si visita il paziente, lo si ausculta, lo si manda al volo in ospedale a fare un elettrocardiogramma o le analisi d’uopo se serve, e poi lo si SPEDISCE A LAVORARE. Questo è quanto deve accadere in uno Stato di diritto. Punto.
Il problema è che noi viviamo in uno stato di ……
Sono anni che affronto il problema; purtroppo è proprio in uno Stato di diritto che il problema è irrisolvibile: se il lavoratore ha un dolore insopportabile all'addome, un mal di testa violento, o (a causa della separazione in corso, del figlio che si droga, del mutuo non più sostenibile, della morte di un caro etc.) si trova in stato depressivo, il medico "di famiglia" interpellato non potrà far altro che prescrivere - magari dopo una visita accurata (ma spesso ciò non è possibile) - una cura ed un periodo di prognosi. La visita fiscale potrà essere anche immediata, ma con patologie simili non c'è altra soluzione che confermare la prescrizione. Immaginiamoci il medico fiscale che dichiara non malato chi ha invece una emicrania insopportabile, o chi è davvero in depressione etc., sarebbe obiettivamente una violazione di diritti, in questo Stato di diritto.
La soluzione o è quella di dichiarare per legge non giustificate le assenze per determinate patologie che difficilmente possono avere un rapido e concreto riscontro medico, oppure rimanere nella situazione in cui siamo, che purtroppo resta la più giusta con gli strumenti che sono a disposizione.
Ci vorrebbe la macchina della verità.
 
F

flyboy

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Sono anni che affronto il problema; purtroppo è proprio in uno Stato di diritto che il problema è irrisolvibile: se il lavoratore ha un dolore insopportabile all'addome, un mal di testa violento, o (a causa della separazione in corso, del figlio che si droga, del mutuo non più sostenibile, della morte di un caro etc.) si trova in stato depressivo, il medico "di famiglia" interpellato non potrà far altro che prescrivere - magari dopo una visita accurata (ma spesso ciò non è possibile) - una cura ed un periodo di prognosi. La visita fiscale potrà essere anche immediata, ma con patologie simili non c'è altra soluzione che confermare la prescrizione. Immaginiamoci il medico fiscale che dichiara non malato chi ha invece una emicrania insopportabile, o chi è davvero in depressione etc., sarebbe obiettivamente una violazione di diritti, in questo Stato di diritto.
La soluzione o è quella di dichiarare per legge non giustificate le assenze per determinate patologie che difficilmente possono avere un rapido e concreto riscontro medico, oppure rimanere nella situazione in cui siamo, che purtroppo resta la più giusta con gli strumenti che sono a disposizione.
Ci vorrebbe la macchina della verità.
Quando il dolore insopportabile all'addome, o il mal di testa violento o lo stato di apparente depressione colpisce d'improvviso e contemporaneamente un numero così elevato di persone, dopo una visita accurata presso le strutture cliniche che effettueranno tutti gli esami specialistici, il medico li deve far tornare tutti a lavorare seduta stante. Io la vedo così.
 

nicolap

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Quando il dolore insopportabile all'addome, o il mal di testa violento o lo stato di apparente depressione colpisce d'improvviso e contemporaneamente un numero così elevato di persone, dopo una visita accurata presso le strutture cliniche che effettueranno tutti gli esami specialistici, il medico li deve far tornare tutti a lavorare seduta stante. Io la vedo così.
Il miglior specialista per la verifica di queste patologie secondo me non è il medico ma il magistrato.
In uno Stato di diritto, come lo chiama mauro, questi ladri (perché credo sia il caso di iniziare a chiamarli con il loro nome) verrebbero licenziati in tronco.
È questa la vera differenza tra la Stato di diritto e l'Italia.
 

FlyKing

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Sono anni che affronto il problema; purtroppo è proprio in uno Stato di diritto che il problema è irrisolvibile: se il lavoratore ha un dolore insopportabile all'addome, un mal di testa violento, o (a causa della separazione in corso, del figlio che si droga, del mutuo non più sostenibile, della morte di un caro etc.) si trova in stato depressivo, il medico "di famiglia" interpellato non potrà far altro che prescrivere - magari dopo una visita accurata (ma spesso ciò non è possibile) - una cura ed un periodo di prognosi.
Sarei molto curioso di conoscere un MMG (Medico di Medicina Generale) capace di fare diagnosi di disturbo depressivo maggiore, considerato che non ha le competenze, non ha gli strumenti di valutazione e approfondimento clinico e non può avanzare che un sospetto diagnostico, da confermare in seguito a visita psichiatrica.
È un po' come andare dalla cassiera del Carrefour e chiederle di compilarti la dichiarazione dei redditi (alla fine anche lei, come il commercialista, maneggia soldi tutto il giorno).

In medicina tutto è obiettivabile, dalla cefalea all'addominalgia, basta andare ad approfondire la questione con opportune indagini, solo che nello stato di diritto italiano, la categoria degli MMG è (spesso, non sempre) connivente e svogliata, pertanto ben si presta alla perpetuazione di scene come quelle dei giorni scorsi.
 

mauro.

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Sono assolutamente d'accordo con voi, tanto che mi sono beccato una causa, da me poi stravinta, da un cliente che mi ha accusato di aver perso un mese di retribuzione poiché in ragione della sua situazione (non affetto da patologie, ma necessitante di un periodo lontano dal posto di lavoro per ragioni personali) gli avevo consigliato e fatto ottenere un mese di aspettativa non pagata invece di suggerirgli "l'apertura di malattia", retribuita. :)

Resta però che quella che voi indicate come soluzione, e che ripeto condivido, non è concretamente praticabile. Se ho un attacco di nausea pazzesco che mi si risolve in alcune ore e il medico lo certifica, non posso essere licenziato neppure se i miei 15 colleghi hanno contemporaneamente patologie simili o differenti, ma certificate. La strada del falso ideologico nei confronti del medico è auspicabile, ma sostanzialmente inpercorribile.