Mister Esselunga non molla: «È il D'Annunzio il vero hub»
L'89enne Caprotti demolisce il sistema aeroportuale del Nord: «Brescia prima città industriale deve essere collegata al mondo»
Dal ministro delle infrastrutture Lupi all'aeroporto di Malpensa, dal segretario della Cgil Camusso ad Enrico Letta, Bernardo Caprotti ne ha avute per chiunque. Non risparmiando niente e nessuno, con il suo grintoso spirito e la sua forza mordace, l'ottantanovenne patron di Esselunga ha aperto le danze della quattro giorni bresciana di “Panorama d'Italia”. La folta platea della sala conferenza del Museo di Santa Giulia ha seguito Caprotti, intervistato dal direttore di Panorama Giorgio Mulè, in una conversazione che è andata a mettere il dito nelle piaghe più dolorose dell'orizzonte italiano. «Viviamo in un paese che ha solo bisogno di più libertà - ha affermato l'imprenditore milanese -, il grosso problema degli italiani è quello di essere garantiti come da una mamma fino alla pensione». Ed ecco la prima stoccata, destinatario l'ex premier Enrico Letta. «Come si può aumentare il prezzo della bolletta elettrica per sostenere i quattrocentoquaranta minatori del Sulcis che estraggono carbone di pessima qualità?», si è domandato un indignato Caprotti. «Bisogna saper cambiare e persone come Susanna Camusso dovrebbero trovare nuove opportunità non difendere vecchie posizioni». Da questo spunto è sorto il richiamo ad una delle questione sulle quali l'imprenditore si è più impegnato negli ultimi anni: Malpensa e l'area aeroportuale di Montichiari e Ghedi. «Malpensa non sarà mai ciò che la gente vuole, è troppo isolato, difficilmente raggiungibile, oltre ad essere mal concepito e mal disegnato».
ECCO ALLORA entrare in gioco il “Gabriele D'Annunzio”, con la sua area che, se considerata la base militare di Ghedi, con i suoi 44 kmq, è in grado in via teorica di contenere lo “Charles De Gaulle” di Parigi. «La zona è ubicata nel cuore pulsante della macroregione lombardo-veneta ed è facilmente navettabile con i vicini aeroporti di Orio e Linate - ha sostenuto Bernardo Caprotti -. E' inoltre servita da tre autostrade, A4, A21 e la nuovissima e splendida Brebemi, e c'è la possibilità di creare una fermata dell'Alta Velocità Torino-Trieste sotto il futuro sito». Parole di sostegno, e insieme d'incitamento, arrivano anche per Brescia, «la più importante città industriale d'Italia». «Come può un centro urbano come quello bresciano non avere la possibilità di essere collegato direttamente con altri grandi poli produttivi? - il quesito posto da Caprotti -. Ginevra è collegata con Londra da 251 voli settimanali, Stoccarda da 53,
noi abbiamo aeroporti, definiti dal ministro Lupi “d'interesse nazionale", che come Salerno non hanno traffico da due anni». Una battaglia quella dell'imprenditore che guarda anche e soprattutto al futuro. Con 1.200 milioni di tonnellate di merci in un anno la Val Padana è la quarta area più produttiva d'Europa ed è chiara la mancanza di uno scalo in grado di fungere da raccordo con il resto non solo d'Europa, ma del mondo. Creare un hub capace di raccogliere il piccolo cabotaggio e distribuirlo non è un progetto da poco ma Caprotti è apparso deciso più che mai. «Bisogna pianificare l'intervento per creare un organismo nuovo e aggiornato - ha affermato -. In cinquant'anni il nord-Italia potrebbe avere l'aeroporto intercontinentale del quale ha estremamente bisogno».
Di difficoltà è piastrellato il percorso che può portare al realizzarsi del sogno ma l'ottantanovenne imprenditore non cede di un passo. «L'italianità ha un valore enorme ma non bisogna restare fermi, bisogna necessariamente cambiare rotta». L'ultima stoccata Bernardo Caprotti l'ha riservata al governatore della Lombardia Roberto Maroni, ospite a Brescia sabato 11 insieme al ministro Lupi. «Il presidente sa cosa sta succedendo nel mondo? E' mai stato al terminal 5 di Londra Heathrow, aeroporto che ha un bacino d'utenza di 80 milioni di passeggeri?». Il sasso è stato ri-lanciato e la mano è ben visibile.COPYRIGHT
Stefano Martinelli
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A mio avviso l'idea di Caprotti è quella di creare un aeroporto (hub) che sia baricentrico nella Val Padana, e da questo punto di vista VBS lo è abbastanza, per servire l'area.
L'utopia credo piuttosto sia quella di avere un aeroporto che serva tutta la Val Padana, un'area che è troppo vasta da Cuneo a Gorizia per avere un aeroporto di riferimento unico (qualunque esso sia), sebbene centrale.