Alitalia: Air France pronta a salire al 50%


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flyboy

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È una cosa di cui francamente fatico a capacitarmi.
Qual'è il senso di spendere milioni in un'azienda per poi trasformarla nell'ombra di se stessa, relegandola al mercato regionale, ben conoscendo lo stato dell'aviazione italiana, preda di low cost e major che alimentano i loro hub?
E' una domanda su cui tutti ci stiamo arrovellando. Come già ho scritto, è davvero difficile ipotizzare l'assetto che AF possa dare ad AZ, e la conseguente mission da cui discenderà il nuovo piano industriale. Io non ho affatto le idee chiare.
 

belumosi

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wj era una compagnia locale morta da un bel pezzo e tenuta in poiedi alla bell'emmeglio per mesi, come molte altre prima di lei
questa e' tutta un'altra storia
In realtà il Regolamento Europeo prescrive che una compagnia per mantenere la licenza debba essere in grado di far fronte ai propri impegni economici per i 12 mesi successivi, condizione che al momento non è soddisfatta, stando alle dichiarazioni di DT. Enac dovrebbe quindi revocare la licenza ed eventualmente rilasciarne una provvisoria. Anzi, dovrebbe averlo già fatto da mesi. Ma come al solito, preferisce girare la testa da un'altra parte.
Per cui puoi star sicuro che nel remoto caso di un grounding di AZ, nessuno muoverebbe un dito fino all'ultimo.
Anche se probabilmente il problema non si porrà: AF rileverà AZ come da copione, ne ridurrà le dimensioni e i costi,lascerà generosamente a noi il pagamento della cassa integrazione e magari riuscirà ad imporre di avere l'ultima parola sulla concessione dei bilaterali come chiedeva nel 2008.
 

rommel

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31 Luglio 2008
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Chia
AF può ovviamente richiedere di non essere coinvolta nel pagamento del miliardo di debiti ma, essendo già al momento Socia al 25% ne risponderà per la Sua parte. I piani li ha sempre approvati e non sono andati contro la Sua volontà. Altro discordo secondo il mio parere è sul resto del debito ma credo che faccia parte più o meno di questo tipo di ragionamento:
- compro il 25% da più Soci; se lo pago a prezzo vicino a zero mi posso accollare la quota parte dei rispettivi debiti;
- se per comprare il 25% i Soci che cedono vogliono una cifra elevata, posso anche provarci ma mi danno la quota pulita dai rispettivi debiti.
Il che equivarrebbe a dire che pagano la quota del 25% almeno circa 250 milioni, molto di più , mi pare , dei 100 milioni che avrebbe dovuto spendere Ethiad.

A meno che non si riservi di chiedere una parziale corresponsione del debito , a Soci che hanno prospettive, in ogni caso, nulle al momento.
 

totocrista

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4 Settembre 2012
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tps - Psa
Telecom e Alitalia, pressing di Pd e Pdl
«Il governo Letta riferisca subito in aula»
Finora nessuna dichiarazione da parte del premier e dei ministri. Sindacati preoccupati: a rischio 16mila posti

(Epa/Dal Zennaro)(Epa/Dal Zennaro)Il governo del premier Enrico Letta per ora ha scelto la strada del silenzio su Telecom e Alitalia: nessuna dichiarazione né commento è arrivato finora dal premier o da suoi ministri sulle due vicende che stanno toccando profondamente l'assetto proprietario di due società strategiche dell'industria italiana. «Il governo si chiama fuori da Alitalia e Telecom», ha detto una fonte governativa interpellata da Reuters all'indomani dell'intesa sulla holding che controlla Telecom e che la farà diventare spagnola e mentre Air France-Klm ha intenzione di prendere parte all’aumento di capitale di Alitalia arrivando al 50%.
PD E PDL: «IL GOVERNO RIFERISCA» - Pd e Pdl, i due partiti maggiori del governo di coalizione, chiedono invece al governo di riferire «al più presto» al Parlamento sulle vicende di Alitalia e Telecom Italia. «Le vicende contestuali di Alitalia e Telecom rappresentano in modo impietoso l'esito di una lunga catena di errori in gran parte dovuti all'assenza ventennale di una politica industriale e, conseguentemente, alla prevalenza degli interessi privati sugli interessi pubblici», ha detto in una nota Luigi Zanda, presidente dei senatori democratici. «È necessario che il governo venga al più presto in Senato a riferire sul grave declino del sistema industriale italiano che coinvolge due imprese strategiche per i nostri servizi pubblici», ha aggiunto. Sulla vendita di azioni Telco alla società spagnola Telefonica e sul conseguente nuovo assetto di controllo di una delle imprese chiave per lo sviluppo del nostro Paese, Telecom Italia, serve un quadro dettagliato per esprimere qualsiasi giudizio ma è evidente che è proprio la mancanza di dettagli e di chiarezza che alimenta le preoccupazioni», ha detto invece il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta.

LE CONSEGUENZE PER L'INDUSTRIA ITALIANA - Telecom Italia è al centro di un'operazione della spagnola Telefonica, che si appresta a salire al 66% della controllante Telco, per un esborso di 324 milioni di euro, per il momento senza aumentare i diritti di voto, ma che potrebbe arrivare secondo gli accordi al 100%, una volta ottenute le necessarie autorizzazioni dell'Antitrust. «Cosa cambierà con i due terzi del capitale Telco in mano agli spagnoli? Ci saranno ancora le risorse per gli investimenti e per lo sviluppo dei servizi? A che punto è il progetto di scorporo della rete fissa e quali sono le prospettive del settore in Italia?», ha chiesto Brunetta, sollecitando un intervento dello stesso premier.

INTERESSE NAZIONALE - Air France-Klm potrebbe invece salire al 50% del capitale di Alitalia, di cui detiene attualmente il 25%, e il governo italiano ha già detto che non porrà alcun veto in proposito. «La vicenda Alitalia conferma la sciagurata disinvoltura con cui nel 2008 sono stati buttati al vento cinque miliardi di euro dal Governo Berlusconi», ha detto ancora Zanda nel comunicato. «Il caso Telecom è, sotto il profilo dell'interesse nazionale, ancora più serio. L'Italia sta perdendo il controllo di una grande società che, prima di essere privatizzata (nel 1997) era all'avanguardia tecnologica, non aveva debiti ed era in grado di crescere in Italia e nel mondo».

I SINDACATI: «A RISCHIO 16MILA POSTI» - La questione Telecom spaventa molto anche i sindacati. A rischio, secondo le stime di Michele Azzola della Slc Cgil, ci sono fino a 16mila posti. Di fronte a questo scenario il Governo «ha il compito di convocare subito le parti sociali e Telefonica per conoscerne il piano e valutare l'utilizzo della golden share prevista dall'articolo 22 dello Statuto di Telecom». Quella con Telefonica «è la prima operazione - spiega Azzola - che consegna agli stranieri un gruppo strategico italiano. Un'operazione mai avvenuta in nessun Paese occidentale». Il rischio è, secondo le sigle di settore, che Telefonica adotti per Telecom lo stesso modello di esternalizzazione del Call center e dell'Information Technology che ha usato in casa propria. Il Governo, aggiunge il segretario confederale della Cisl Annamaria Furlan, «deve attivare subito un tavolo per capire cosa intende fare perché la proprietà della rete non sia esclusivamente di un'azienda spagnola».

corriere.it
 

geardown3green

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Secondo anello di Saturno
ENAC avrebbe l'obbligo di emettere una licenza provvisoria nel caso in cui la situazione finanziaria sia destabilizzata, ma ciò dovrebbe avvenire dietro precisa indicazione dell'azienda stessa che dovrebbe inviare dettagliate informazioni sulla situazione finanziaria-patrimoniale l'ENAC normalmente non manda ispettori a controllare i bilanci delle Aziende , ma in emergenza potrebbe chiedere spiegazioni..

http://www.enac.gov.it/La_Normativa/Normativa_Enac/Circolari/Serie_EAL/info417258573.html
 
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FlyKing

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E' una domanda su cui tutti ci stiamo arrovellando. Come già ho scritto, è davvero difficile ipotizzare l'assetto che AF possa dare ad AZ, e la conseguente mission da cui discenderà il nuovo piano industriale. Io non ho affatto le idee chiare.
Oltretutto si continua a parlare di un 50% in mano ad AF, ma chi, secondo loro, con un outlook negativo come quello che si può ipotizzare per una AZ regionale, sarebbe disposto a farsi carico dell'altra metà, oltretutto, in caso di unico azionista, costretto a consolidare il debito?
 

Veolia

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Se AF facesse di AZ una Regional a ranghi ridotti, e con qualche LR giusto per dare un contentino mantenendo le rotte davvero profittevoli in partenza da FCO, temo che ci saranno ben pochi meriti e ben pochi salvataggi.
L'impressione è che AF abbia intenzione di fare di Alitalia quello che LH ha fatto di Austrian. Mi auguro tanto di sbagliarmi.
tre cose sono certe: che l'operazione caiaz dei capitani coraggiosi era quasi esclusivamente elettorale, vista gestione e risultati,
che caiaz,una pura regional gia da prima dell'ultimo botto ,se aquisita, integrera' flotta e network con afklm, che ha una bella componente di LR.
che se non andasse in porto questa ed al momento UNICA opzione, comunque dovra' trovarsi un altro partner continentale. da sola in piedi non puo' stare anche con GDP in crescita e petrolio in calo

puo' darsi che il LR di caiaz sparisca, oppure no dipendera' dall'ottimizzazione dei flussi che vorranno fare
 

Veolia

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Oltretutto si continua a parlare di un 50% in mano ad AF, ma chi, secondo loro, con un outlook negativo come quello che si può ipotizzare per una AZ regionale, sarebbe disposto a farsi carico dell'altra metà, oltretutto, in caso di unico azionista, costretto a consolidare il debito?
outlook negativo in che senso???
non ho visto forecast qui
 

Manarch

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E i «patrioti» abbandonarono Alitalia
Alitalia 0
ALTRI 4 ARGOMENTI
di SERGIO RIZZO

Il tricolore dell'Alitalia sarà dunque ammainato, al modico prezzo di cinque miliardi per gli italiani. Le indiscrezioni che circolano da settimane portano a una sola conclusione: l'avventura dei nostri «patrioti», come il Cavaliere definì quegli imprenditori che cinque anni fa si misero al servizio dell'operazione di «salvataggio» della compagnia di bandiera dalle grinfie francesi, è avviata al capolinea. L'Alitalia finirebbe all'Air France-Klm per un piatto di lenticchie decisamente più misero di quello che ci avrebbero offerto allora. E a sentire i giornali parigini, dovremmo perfino ringraziare la compagnia franco-olandese di prendersi questa rogna.

Per capire che sarebbe andata così, purtroppo, non ci voleva la palla di vetro. La storia dell'Alitalia è costellata d'incredibili errori manageriali, spesso conseguenza delle spregiudicate incursioni d'una politica totalmente disinteressata all'azienda e al Paese. Ma di tutti gli infortuni, l'ultimo è senza alcun dubbio il più clamoroso. Nel 2008 la nostra compagnia di bandiera, reduce dai trattamenti cui abbiamo accennato, era sull'orlo del fallimento. Air France-Klm si offrì di rilevarla pagando lo Stato italiano in azioni, con una quota di minoranza del grande gruppo nel quale sarebbe confluita, per un controvalore di 140 milioni. Avrebbe quindi investito un miliardo di euro nell'azienda, accollandosi pure 1,4 miliardi di debiti. Si sarebbero per giunta evitati il fallimento e la liquidazione, presumibilmente infinita, dell'Alitalia, con costi forse altrettanto infiniti per le pubbliche casse. Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dopo aver inutilmente fatto il giro delle sette chiese per trovare qualche imprenditore italiano disposto a rilevare la compagnia, s'era rassegnato alla soluzione francese. Da italiano, senza fare salti di gioia. Confessò di sentirsi «come il guidatore di un'ambulanza che sta correndo per portare il malato nell'unica clinica disposta ad accettarlo».

La campagna elettorale però infuriava e a Silvio Berlusconi non sembrò vero che gli venisse consegnata su un piatto d'argento un'arma tanto affilata per la sua offensiva propagandistica contro la sinistra accusata di voler «svendere» l'Alitalia ai francesi. Sappiamo com'è andata: il centrodestra vinse le elezioni, la vendita sfumò, la compagnia fu messa in liquidazione e si diede vita ad un'Alitalia bis guidata da Roberto Colaninno. Berlusconi non poteva venir meno alle promesse fatte prima delle elezioni e impegnò a fondo l'apparato (e il portafoglio) pubblico. Niente debiti, cassa integrazione per ben cinque anni, bonus per le assunzioni, deroghe alla concorrenza... Il disegno però non sarebbe andato a buon fine senza l'appoggio determinante del futuro ministro Corrado Passera, che collocò la sua Banca Intesa-San Paolo in prima fila fra gli azionisti. Alcuni dei quali, perfino concessionari dello Stato.

A cinque anni di distanza, ecco l'inevitabile resa dei conti. Magra consolazione per chi fin dall'inizio avvertiva (e temeva) che il conto dell'operazione «patrioti» lo avrebbero pagato gli italiani. Su questo giornale, Antonella Baccaro ha calcolato che il presunto salvataggio dell'Alitalia ci sia già costato 3,2 miliardi. Senza considerare il mancato incasso per la vendita, la liquidazione della vecchia compagnia, i maggiori oneri per gli utenti causati dal monopolio triennale sulla tratta Milano-Roma, gli scioperi del personale... E la bolletta per i contribuenti sarebbe stata ancora più salata se l'amministratore delegato d'Invitalia Domenico Arcuri e l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non avessero resistito alle pressioni di Palazzo Chigi che voleva far intervenire accanto ai «patrioti» la società pubblica. Ma anche senza quel supplemento, s'è arrivati a una cifra non troppo lontana dai 5 miliardi. Somma ben superiore, va ricordato, al gettito Imu per la prima casa.

Noi ce ne ricordiamo. Però vorremmo che se ne ricordassero anche i responsabili di quell'immane spreco. E magari chiedessero scusa, prima di pretendere l'abolizione dell'imposta su tutte le case di residenza e il blocco dell'aumento Iva. Perché ad appesantire il macigno di quelle tasse c'è una pietruzza che hanno messo loro.

corriere.it
...e forza Italia per fare e per crescere...
ma è inutile che ci lamentiamo, se la maggioranza degli italiani li ha votati credendo anche a questa immane boiata evidentemente è perché rappresentano la maggioranza di ciò che siamo: incapaci
P.S.
Alitalia ai francesi, Telecom agli spagnoli, la Fiat a breve probabilmente in America, l'Inter agli indonesiani... e forza Italia abbiamo tutti
un fuoco dentro al cuore.. fuoco? cuore? parere personale ma mi sembra che dentro abbiamo ben altro e non al cuore!:mad::mad::mad:
 

FlyKing

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14 Aprile 2011
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Genova - LIMJ
outlook negativo in che senso???
non ho visto forecast qui
Le prospettive per un'azienda aeronautica, per di più con lo stato del mercato italiano, incentrata sul medio raggio sono più che nere, dunque chi potrebbe mai farsi carico del 50% di un'azienda destinata a perdere soldi per il consolidamento di fette di mercato a vettori stranieri?

Ps: aggiungi una punteggiatura nei post che scrivi, per cortesia; dici cose interessanti, ma alle volte sono illeggibili. :)
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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Le prospettive per un'azienda aeronautica, per di più con lo stato del mercato italiano, incentrata sul medio raggio sono più che nere, dunque chi potrebbe mai farsi carico del 50% di un'azienda destinata a perdere soldi per il consolidamento di fette di mercato a vettori stranieri?

Ps: aggiungi una punteggiatura nei post che scrivi, per cortesia; dici cose interessanti, ma alle volte sono illeggibili. :)
he he he hai assolutamente ragione!!!

no direi che gli outlook non sono negativi e non direi di certo piu' che nere, il problema sono il debito , la gestione e la strategia di caiaz.
con GDP in sicuro ma lento miglioramento il traffico dovrebbe aumentare ed i valori di revenue farsi lentamente piu' interessanti.

p.s. l'operazione lai caiaz ci e' costata 100 keur a voto.
non male direi...
 

Paolo_61

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L'articolo di Rizzo mi sembra una buona base per fare un po' di chiarezza (che lo stesso Rizzo, ovviamente, si guarda dal fare).
Nel 2008 AF avrebbe pagato AZ 1,55 miliardi (150 mio cash + 1,4 miliardi di debiti) contro 1,05 miliardi pagati da CAI (fra cash e accollo dei debiti). La differenza è quindi di 500 mio - non bruscolini certamente, ma neanche i "3 miliardi" che ci sarebbe costata l'operazione CAI. Come si arriva allora a questa cifra? Contando la differenza di costo della CIG fra le due ipotesi. In questo caso stiamo parlando di stime (perché non possiamo conoscere gli eventuali sviluppi del piano AF), ma come ricordava qualcuno (credo bombatutto, ma non vado indietro a cercare) non bisogna ricomprendere nel conto l'integrazione garantita dal fondo volo, perché non a carico dello stato, ma delle aziende del settore e dei viaggiatori. Inoltre l'operazione AF prevedeva lo scorporo di una parte delle attività della vecchia AZ, che sarebbero rimaste in capo ai vecchi azionisti (con una parte dei dipendenti). Facile immaginare che anche in questo caso ci sarebbe stato un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali per questa parte "sfortunata".
Il tutto giusto perché raccontare cento volte la stessa bugia non la rende una verità.
 

matteoc

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14 Febbraio 2012
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L'articolo di Rizzo mi sembra una buona base per fare un po' di chiarezza (che lo stesso Rizzo, ovviamente, si guarda dal fare).
Nel 2008 AF avrebbe pagato AZ 1,55 miliardi (150 mio cash + 1,4 miliardi di debiti) contro 1,05 miliardi pagati da CAI (fra cash e accollo dei debiti). La differenza è quindi di 500 mio - non bruscolini certamente, ma neanche i "3 miliardi" che ci sarebbe costata l'operazione CAI. Come si arriva allora a questa cifra? Contando la differenza di costo della CIG fra le due ipotesi. In questo caso stiamo parlando di stime (perché non possiamo conoscere gli eventuali sviluppi del piano AF), ma come ricordava qualcuno (credo bombatutto, ma non vado indietro a cercare) non bisogna ricomprendere nel conto l'integrazione garantita dal fondo volo, perché non a carico dello stato, ma delle aziende del settore e dei viaggiatori. Inoltre l'operazione AF prevedeva lo scorporo di una parte delle attività della vecchia AZ, che sarebbero rimaste in capo ai vecchi azionisti (con una parte dei dipendenti). Facile immaginare che anche in questo caso ci sarebbe stato un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali per questa parte "sfortunata".
Il tutto giusto perché raccontare cento volte la stessa bugia non la rende una verità.
Va aggiunto ancora qualcosa: il fallimento che ha lasciato in giro miliardi di debiti, che non ci sarebbero stati (o molto minori), il costo per lo Stato dovuto alla perdita del prestito ponte e delle sue azioni, nonché il rimborso di azioni e obbligazioni AZ che con AF non co sarebbe stato.
 

atlantique

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L'articolo di Rizzo mi sembra una buona base per fare un po' di chiarezza (che lo stesso Rizzo, ovviamente, si guarda dal fare).
Nel 2008 AF avrebbe pagato AZ 1,55 miliardi (150 mio cash + 1,4 miliardi di debiti) contro 1,05 miliardi pagati da CAI (fra cash e accollo dei debiti). La differenza è quindi di 500 mio - non bruscolini certamente, ma neanche i "3 miliardi" che ci sarebbe costata l'operazione CAI. Come si arriva allora a questa cifra? Contando la differenza di costo della CIG fra le due ipotesi. In questo caso stiamo parlando di stime (perché non possiamo conoscere gli eventuali sviluppi del piano AF), ma come ricordava qualcuno (credo bombatutto, ma non vado indietro a cercare) non bisogna ricomprendere nel conto l'integrazione garantita dal fondo volo, perché non a carico dello stato, ma delle aziende del settore e dei viaggiatori. Inoltre l'operazione AF prevedeva lo scorporo di una parte delle attività della vecchia AZ, che sarebbero rimaste in capo ai vecchi azionisti (con una parte dei dipendenti). Facile immaginare che anche in questo caso ci sarebbe stato un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali per questa parte "sfortunata".
Il tutto giusto perché raccontare cento volte la stessa bugia non la rende una verità.
Insomma abbiamo fatto un affare.....
Dimentichi però che non si sarebbero persi 5 anni e che forse AZ sarebbe,più piccola,ma produttiva oggi.
 

Veolia

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L'articolo di Rizzo mi sembra una buona base per fare un po' di chiarezza (che lo stesso Rizzo, ovviamente, si guarda dal fare).
Nel 2008 AF avrebbe pagato AZ 1,55 miliardi (150 mio cash + 1,4 miliardi di debiti) contro 1,05 miliardi pagati da CAI (fra cash e accollo dei debiti). La differenza è quindi di 500 mio - non bruscolini certamente, ma neanche i "3 miliardi" che ci sarebbe costata l'operazione CAI. Come si arriva allora a questa cifra? Contando la differenza di costo della CIG fra le due ipotesi. In questo caso stiamo parlando di stime (perché non possiamo conoscere gli eventuali sviluppi del piano AF), ma come ricordava qualcuno (credo bombatutto, ma non vado indietro a cercare) non bisogna ricomprendere nel conto l'integrazione garantita dal fondo volo, perché non a carico dello stato, ma delle aziende del settore e dei viaggiatori. Inoltre l'operazione AF prevedeva lo scorporo di una parte delle attività della vecchia AZ, che sarebbero rimaste in capo ai vecchi azionisti (con una parte dei dipendenti). Facile immaginare che anche in questo caso ci sarebbe stato un massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali per questa parte "sfortunata".
Il tutto giusto perché raccontare cento volte la stessa bugia non la rende una verità.
tieni conto che i fornitori di quel tipo di aziende sono per buona parte, almeno nei valori piu' ampi, TUTTI di una certa cerchia.
facendo cosi' si sono garantiti anche quelli!!!
 

Paolo_61

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Insomma abbiamo fatto un affare.....
Dimentichi però che non si sarebbero persi 5 anni e che forse AZ sarebbe,più piccola,ma produttiva oggi.
Non lo sappiamo. Però qualche ipotesi è ammissibile. Il piano francese prevedeva investimenti risibili sul LR e il mantenimento in flotta degli 80. Pensi che con una struttura del genere si sarebbero fatti utili, visto il contesto esterno (che possiamo dare per invariabile, compresi finanziamenti alle LC e aumento dei costi di carburante)?
 

Frecciarossa

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19 Febbraio 2009
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Non lo sappiamo. Però qualche ipotesi è ammissibile. Il piano francese prevedeva investimenti risibili sul LR e il mantenimento in flotta degli 80. Pensi che con una struttura del genere si sarebbero fatti utili, visto il contesto esterno (che possiamo dare per invariabile, compresi finanziamenti alle LC e aumento dei costi di carburante)?
probabilmente no, ma quantomeno:
a) lo Stato avrebbe ricavato qualcosa, senza metterci un euro
b) non avremmo sovvenzionato a spese nostre 7 anni di CIGS a qualche migliaio di dipendenti ex LAI
c) non avremmo dovuto sorbirci un monopolio di un lustro sulla rotta più importante del paese (con importanti danni ai consumatori in termini di offerta e tariffe)
d) non avremmo sovvenzionato altri anni di CIGS al personale AZ che andrà fuori post acquisizione di AF (prossimamente su questi schermi)

Mi fermo qui perchè potrei continuare per altre 3 ore.
 

Replay22it

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Zerbino Sfilato (ndr)
Alitalia, Air France verso l’offerta sul 50%
Dopo Telecom , un altro pezzo strategico dell’industria italiana dei servizi finirà in mani straniere. Si tratta di Alitalia sulle quali sono in corso le valutazioni di Air France. La compagnia franco-olandese attende gli esiti del prossimo consiglio di amministrazione di Alitalia, in calendario il 26 settembre, prima di avanzare una proposta. Lo stesso giorno, venerdì, è previsto tra l’altro un incontro tra i ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti di Italia e Francia.

Da Parigi sono arrivate comunque conferme sull’intenzione di prendere parte all’aumento di capitale da 300 milioni di euro del gruppo italiano. Air France-Klm, entrata in Alitalia nel 2009 e oggi azionista al 25%, potrebbe portarsi sin sulla soglia del 50%, accompagnando l’acquisizione della maggioranza del capitale a una ristrutturazione del debito della compagnia italiana.

Già nel 2008 Air France aveva tentato la scalata poi bloccata dall’intervento di una cordata italiana composta, tra gli altri, dagli imprenditori Benetton, Riva e Marcegaglia e da Intesa Sanpaolo

l ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, a margine di un incontro a Portogruaro, ha sottolineato però che su Alitalia «sono cose raccontate dai giornali e non c’è nulla di concreto».
24 settembre 2013 | 15:37

http://www.corriere.it/economia/13_...ia_002205a2-24d7-11e3-bae9-00d7f9d1dc68.shtml
 

Paolo_61

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probabilmente no, ma quantomeno:
a) lo Stato avrebbe ricavato qualcosa, senza metterci un euro
b) non avremmo sovvenzionato a spese nostre 7 anni di CIGS a qualche migliaio di dipendenti ex LAI
c) non avremmo dovuto sorbirci un monopolio di un lustro sulla rotta più importante del paese (con importanti danni ai consumatori in termini di offerta e tariffe)
d) non avremmo sovvenzionato altri anni di CIGS al personale AZ che andrà fuori post acquisizione di AF (prossimamente su questi schermi)

Mi fermo qui perchè potrei continuare per altre 3 ore.
a) te lo concedo, 150 mio li avrebbe incassati (i 300 del prestito ponte sono andati sul gobbo dei creditori di LAI).
b) mettiti d'accordo con bombatutto che sostiene che la maggior parte della CIG è a carico del fondo volo, ed essendo soggetta ad IRPEF alla fine lo stato quasi quasi ci guadagna.
c) direi che Italo e il tuo nick hanno ampiamente risolto il problema del monopolio sul MIL - ROM prima ancora dell'ingresso di easyJet sulla rotta.
d) hai la garanzia che quello stesso personale non sarebbe stato licenziato da AZ dopo l'acquisizione di AF nel 2008 (visti l'andamento dell'economia italiana, il prezzo del petrolio, le dissennate politiche degli enti locali, il piano AF che prevedeva uno scarsissimo sviluppo del LR e il negativo track record di AF in questi 5 anni)?

Perché, alla fine, oggi sento santificare una operazione (non avvenuta) che a me, sin da allora, puzzava di bidone a chilometri di distanza. Non dimentichiamoci che i problemi di AZ oggi sono dovuti al fatto di essere troppo sbilanciata sul CR, e che il piano AF sarebbe stato ancora più sbilanciato in tal senso.
 
Stato
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