Alitalia: Air France pronta a salire al 50%


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Veolia

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10 Settembre 2006
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Attento a cosa scusa? Che non chiuda domani mattina e ti lasci a terra?
Mi sembra un po' affrettata come "ansia"se poi fai i biglietti con sei mesi di anticipo, posso capire.
Infatti, pienamente d'accordo

i dati iata danno gia ' segni di miglioramento generale in europa in linea con la crescita
basterebbe una riduzione anche marginale del prezzo del petrolio, che a 100usd/bbl e' una follia assoluta.
vediamo csa vien fuori nei prossimi giorni
 

matteoc

Bannato
14 Febbraio 2012
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Mah, io un po' di preoccupazione per i miei biglietti futuri ce l'ho.

Del Torchio ha chiesto 355 milioni di € per andare avanti e non mi sembra li abbiano trovati. AF (comunicato di ieri) allunga i tempi per un suo intervento.

EY si è espressa chiaramente ed è difficile immaginarsela ancora interessata.

Ci sono insomma tutti gli elementi perché a breve finisca male, molto male. Ovviamente si spera che si risolva tutto felicemente, ma la preoccupazione resta.
 

Paolo_61

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2 Febbraio 2012
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Mah, io un po' di preoccupazione per i miei biglietti futuri ce l'ho.

Del Torchio ha chiesto 355 milioni di € per andare avanti e non mi sembra li abbiano trovati. AF (comunicato di ieri) allunga i tempi per un suo intervento.

EY si è espressa chiaramente ed è difficile immaginarsela ancora interessata.

Ci sono insomma tutti gli elementi perché a breve finisca male, molto male. Ovviamente si spera che si risolva tutto felicemente, ma la preoccupazione resta.
Preoccupazioni a mio parere infondate. E' vero che DT è a caccia di soldi, ma questo non toglie che di grounding non se ne parla neppure in questo momento.
 

belumosi

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se ci fossero di questi problemi l'enac non sarebbe intervenuta? anche con le c.d. licenze provvisorie?
Windjet insegna. Nella remota ipotesi di un grounding AZ, credo che tutto avverrebbe dalla sera alla mattina, in modo da spolpare fino all'ultimo gli ignari clienti.
 

Veolia

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10 Settembre 2006
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Windjet insegna. Nella remota ipotesi di un grounding AZ, credo che tutto avverrebbe dalla sera alla mattina, in modo da spolpare fino all'ultimo gli ignari clienti.
wj era una compagnia locale morta da un bel pezzo e tenuta in poiedi alla bell'emmeglio per mesi, come molte altre prima di lei
questa e' tutta un'altra storia
 
F

flyboy

Guest
Ecco, mi chiedo la serietà di queste persone : sono forse a conoscenza del piano dettagliato eventuale di AF?
Quoto. Per quanto le premesse non siano buone, per come si stanno evolvendo i fatti, siamo al solito teatrino italiano, con numero buttati in giro a caso e ad arte. Ma è proprio il caso di dire che rien ne va plus....
 

AZ680

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15 Febbraio 2006
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roma, Lazio.
Riporto da Repubblica questo passaggio non so quanto logico e attendibile :
"Se l'integrazione dovesse andare avanti, il marchio italiano pagherà però un prezzo altissimo: i bene informati, da Parigi, parlano di uno stop al piano industriale appena avviato da Del Torchio, di una sostanziosa riduzione di aerei sul medio raggio, un piano di risparmi draconiano e di conseguenza una ristrutturazione che andrà a verificare anche i numeri del personale attualmente in Alitalia."
 
F

flyboy

Guest
Sarà (spero) il solito gioco per poi prendersi i meriti di aver salvato tutto e tutti. Tipico
Se AF facesse di AZ una Regional a ranghi ridotti, e con qualche LR giusto per dare un contentino mantenendo le rotte davvero profittevoli in partenza da FCO, temo che ci saranno ben pochi meriti e ben pochi salvataggi.
L'impressione è che AF abbia intenzione di fare di Alitalia quello che LH ha fatto di Austrian. Mi auguro tanto di sbagliarmi.
 

Luca Cordero

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4 Marzo 2006
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up and down
Se AF facesse di AZ una Regional a ranghi ridotti, e con qualche LR giusto per dare un contentino mantenendo le rotte davvero profittevoli in partenza da FCO, temo che ci saranno ben pochi meriti e ben pochi salvataggi.
L'impressione è che AF abbia intenzione di fare di Alitalia quello che LH ha fatto di Austrian. Mi auguro tanto di sbagliarmi.
sempre meglio della fine che LH ha fatto fare ad air Dolomiti
 

totocrista

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4 Settembre 2012
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2
tps - Psa
E i «patrioti» abbandonarono Alitalia
Alitalia 0
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di SERGIO RIZZO

Il tricolore dell'Alitalia sarà dunque ammainato, al modico prezzo di cinque miliardi per gli italiani. Le indiscrezioni che circolano da settimane portano a una sola conclusione: l'avventura dei nostri «patrioti», come il Cavaliere definì quegli imprenditori che cinque anni fa si misero al servizio dell'operazione di «salvataggio» della compagnia di bandiera dalle grinfie francesi, è avviata al capolinea. L'Alitalia finirebbe all'Air France-Klm per un piatto di lenticchie decisamente più misero di quello che ci avrebbero offerto allora. E a sentire i giornali parigini, dovremmo perfino ringraziare la compagnia franco-olandese di prendersi questa rogna.

Per capire che sarebbe andata così, purtroppo, non ci voleva la palla di vetro. La storia dell'Alitalia è costellata d'incredibili errori manageriali, spesso conseguenza delle spregiudicate incursioni d'una politica totalmente disinteressata all'azienda e al Paese. Ma di tutti gli infortuni, l'ultimo è senza alcun dubbio il più clamoroso. Nel 2008 la nostra compagnia di bandiera, reduce dai trattamenti cui abbiamo accennato, era sull'orlo del fallimento. Air France-Klm si offrì di rilevarla pagando lo Stato italiano in azioni, con una quota di minoranza del grande gruppo nel quale sarebbe confluita, per un controvalore di 140 milioni. Avrebbe quindi investito un miliardo di euro nell'azienda, accollandosi pure 1,4 miliardi di debiti. Si sarebbero per giunta evitati il fallimento e la liquidazione, presumibilmente infinita, dell'Alitalia, con costi forse altrettanto infiniti per le pubbliche casse. Il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, dopo aver inutilmente fatto il giro delle sette chiese per trovare qualche imprenditore italiano disposto a rilevare la compagnia, s'era rassegnato alla soluzione francese. Da italiano, senza fare salti di gioia. Confessò di sentirsi «come il guidatore di un'ambulanza che sta correndo per portare il malato nell'unica clinica disposta ad accettarlo».

La campagna elettorale però infuriava e a Silvio Berlusconi non sembrò vero che gli venisse consegnata su un piatto d'argento un'arma tanto affilata per la sua offensiva propagandistica contro la sinistra accusata di voler «svendere» l'Alitalia ai francesi. Sappiamo com'è andata: il centrodestra vinse le elezioni, la vendita sfumò, la compagnia fu messa in liquidazione e si diede vita ad un'Alitalia bis guidata da Roberto Colaninno. Berlusconi non poteva venir meno alle promesse fatte prima delle elezioni e impegnò a fondo l'apparato (e il portafoglio) pubblico. Niente debiti, cassa integrazione per ben cinque anni, bonus per le assunzioni, deroghe alla concorrenza... Il disegno però non sarebbe andato a buon fine senza l'appoggio determinante del futuro ministro Corrado Passera, che collocò la sua Banca Intesa-San Paolo in prima fila fra gli azionisti. Alcuni dei quali, perfino concessionari dello Stato.

A cinque anni di distanza, ecco l'inevitabile resa dei conti. Magra consolazione per chi fin dall'inizio avvertiva (e temeva) che il conto dell'operazione «patrioti» lo avrebbero pagato gli italiani. Su questo giornale, Antonella Baccaro ha calcolato che il presunto salvataggio dell'Alitalia ci sia già costato 3,2 miliardi. Senza considerare il mancato incasso per la vendita, la liquidazione della vecchia compagnia, i maggiori oneri per gli utenti causati dal monopolio triennale sulla tratta Milano-Roma, gli scioperi del personale... E la bolletta per i contribuenti sarebbe stata ancora più salata se l'amministratore delegato d'Invitalia Domenico Arcuri e l'ex ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, non avessero resistito alle pressioni di Palazzo Chigi che voleva far intervenire accanto ai «patrioti» la società pubblica. Ma anche senza quel supplemento, s'è arrivati a una cifra non troppo lontana dai 5 miliardi. Somma ben superiore, va ricordato, al gettito Imu per la prima casa.

Noi ce ne ricordiamo. Però vorremmo che se ne ricordassero anche i responsabili di quell'immane spreco. E magari chiedessero scusa, prima di pretendere l'abolizione dell'imposta su tutte le case di residenza e il blocco dell'aumento Iva. Perché ad appesantire il macigno di quelle tasse c'è una pietruzza che hanno messo loro.

corriere.it
 

FlyKing

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14 Aprile 2011
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Se AF facesse di AZ una Regional a ranghi ridotti, e con qualche LR giusto per dare un contentino mantenendo le rotte davvero profittevoli in partenza da FCO, temo che ci saranno ben pochi meriti e ben pochi salvataggi.
L'impressione è che AF abbia intenzione di fare di Alitalia quello che LH ha fatto di Austrian. Mi auguro tanto di sbagliarmi.
È una cosa di cui francamente fatico a capacitarmi.
Qual'è il senso di spendere milioni in un'azienda per poi trasformarla nell'ombra di se stessa, relegandola al mercato regionale, ben conoscendo lo stato dell'aviazione italiana, preda di low cost e major che alimentano i loro hub?
Mi interessa il mercato italiano? Bene, piazzo n aerei a FCO e inizio ad attuare una lotta spietata ad AZ, compagnia di cui sono principale azionista, ma in cui, in 4 anni, nulla mi ha fatto presagire che qualcosa non andasse e dove speravo che i conti tra un quadrimestre e l'altro sarebbero migliorati per magia, pur constatando che in casa mia, dove ho una quota di mercato vicina al monopolio, non si fanno soldi sul medio raggio.
AZ è sull'orlo del baratro, basta una folata di vento perché cada e anche fragorosamente, e loro come lo sapranno il 26 all'approvazione dei conti, lo sapevano anche a gennaio quando hanno sottoscritto il prestito e anche prima.
Tutto questo gioco delle parti, del "io non ne sapevo niente", lo trovo svilente sia per gli italiani, che si sono fatti prendere per il **** da chi ha voluto CAI e dai suoi dirigenti, sia per i lavoratori che, dopo 4 anni, si ritrovano punto e a capo, ben consci che le premesse iniziali non erano delle migliori.
 
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