[TR] AZI – AHO – LIRE su KC-767° dell’Aeronautica Militare
Con un po’ di ritardo, riesco a postare le foto dell’ultimo volo di ritorno dall’Afghanistan. Andati a buca tutti i tentativi di un imbarco su un volo diretto da Herat all’Italia, mi rassegno e mi faccio quindi il volo sul C-130J fino ad Al Bateen (Abu Dhabi), dove passo qualche ora, in attesa dell’imbarco per Pratica di Mare. Che avviene alle 2.
Quando scopriamo che il volo, anziché con il confortevolissimo 320 Meridiana/Eurofly, viene operato con il KC-767A, scoppia l’euforia popolare, con canti e balli che si protrarranno per giorni. Sentivo i menischi brindare, mentre salivo.
Oggi la tratta, operata dal KC-767A 14-04, n/c 33689/952, MM62229, prevede uno sbarco ad Alghero (dove scendono alcune unità della Brigata Sassari, per poi continuare dopo il rifornimento per Pratica di Mare, destinazione finale del volo.
Sono tra i primi a salire, e scatto subito una foto prima che si riempia. La configurazione, se non sbaglio, è di circa 200 pax, in configurazione 2+4+2, in un confortevole color blu (devono aver letto qualche post qui prima di scegliere il colore dei sedili).
Tutta la configurazione esterna può essere in breve tempo sostituita, lasciando l’intera fusoliera a disposizione dei pallet. Questo spiega l’assenza di cappelliere, che impone la possibilità di un baglio a mano veramente ridotto, praticamente delle dimensioni di un computer portatile.
Le uniche pecche di questo aereo (dal punto di vista del passeggero) sono la totale mancanza di finestrini (eccezion fatta per le emergenze e altri due in coda) e le cinture di sicurezza. Per quanto riguarda i finestrini, l’assenza rende un po’ claustrofobico il viaggio, ma dato che ho dormito praticamente sempre … poco male. Vorrei invece aprire un dibattito sulle cinture. Il pezzo dove si deve incastrare la linguetta (quello che serve per aprire, bloccare e chiudere, per intenderci), è collegato ad un pezzo di cintura di misura fissa, e cortissima. In pratica arriva sino al bracciolo. Ora, quando uno si siede, essendo anche abbastanza stretti i sedili, diventa molto difficile prendere ‘st’aggeggio e infilarci dentro la linguetta della cintura. Non è tanto per quelli come me, che sono magri, ma se uno per esempio come aamilan si dovesse sedere lì, farebbe una fatica del diavolo ad allacciare la cintura.
Data l’assenza delle cappelliere, l’ossigeno per le emergenze è inserito nello schienale della poltrona davanti, in quella specie di rettangolo irregolare dietro il poggiatesta. Accanto c’è la luce di cortesia, da usare se si vuole leggere un libro e farsi uscire un’ernia prima dell’arrivo.
Il pitch è invece molto buono, spazioso e confortevole. Turbato solo dalla posizione del sostegno del sedile di fronte, che qualche sciagurato ingegnere ha messo in una posizione che impone di assumere posizioni yoga per stendere le gambe.
Il portellone di carico dell’aereo è sul lato anteriore sinistro della fusoliera, e non ci sono sedili posizionati davanti a questo.
Il galley posteriore mi sembra in tutto e per tutto simile a quello dei normali 767, eccezion fatta per l’assenza delle due toilette centrali.
In questa versione, infatti, ce ne sono solo due laterali, sia a poppa che a prua. Vorrei fare la foto di rito, ma la presenza dell’equipaggio non me lo permette. Spiegateglielo voi, ad Al Bateen, di notte, su un aereo militare, della foto di rito al cesso!
Questo è invece il crew bunk, con due posti letto che sovrastano due alloggiamenti per i bagagli che vengono imbarcati a bordo (solitamente solo quelli con oggetti fragili all’interno).
Altra immagine, presa da prua.
Il volo è tranquillo (starò sveglio per meno del 5% della sua durata), e in avvicinamento ad Alghero c’è molto vento. Si balla parecchio, e ovviamente, data l’assenza di finestrini, ci si rende conto dell’atterraggio solo al momento del contatto dei carrelli con la pista. Piove a dirotto ad Alghero, e facciamo la rampa delle scaletta praticamente in volata, fino a raggiungere il pullman.
Sotto la cabina c’è scritto “we have a dream”
L’aereo è visibilmente nuovo di zecca!
Sono quasi le sette del mattino, e dentro l’aerostazione scopriamo con orrore che il bar è chiuso. Si forma quindi una fila lunghissima vicino ad un anfratto dove sono collocate alcune macchinette del caffè ed i dispenser di brioches e cioccolata. I prezzi sono livellati a quelli del Pevero in Costa Smeralda, con la differenza che qui devi pagare con le monetine. Inizia una caccia allo spicciolo senza quartiere.
Alla fine smette di piovere, ed è già l’ora di imbarcarsi.
Faccio un paio di foto a questo pod di rifornimento.
E poi più vicino.
Al motore
Alla cabina
Una visione d’insieme dalla scaletta.
Un tentativo di foto artistica, non riuscita.
E si ritorna a casa. Destinazione LIRE.
Dal Web, invece, una bella scheda sull’aereo.
Ciao a tutti, spero vi piacciano le foto. A presto!
Con un po’ di ritardo, riesco a postare le foto dell’ultimo volo di ritorno dall’Afghanistan. Andati a buca tutti i tentativi di un imbarco su un volo diretto da Herat all’Italia, mi rassegno e mi faccio quindi il volo sul C-130J fino ad Al Bateen (Abu Dhabi), dove passo qualche ora, in attesa dell’imbarco per Pratica di Mare. Che avviene alle 2.
Quando scopriamo che il volo, anziché con il confortevolissimo 320 Meridiana/Eurofly, viene operato con il KC-767A, scoppia l’euforia popolare, con canti e balli che si protrarranno per giorni. Sentivo i menischi brindare, mentre salivo.
Oggi la tratta, operata dal KC-767A 14-04, n/c 33689/952, MM62229, prevede uno sbarco ad Alghero (dove scendono alcune unità della Brigata Sassari, per poi continuare dopo il rifornimento per Pratica di Mare, destinazione finale del volo.
Sono tra i primi a salire, e scatto subito una foto prima che si riempia. La configurazione, se non sbaglio, è di circa 200 pax, in configurazione 2+4+2, in un confortevole color blu (devono aver letto qualche post qui prima di scegliere il colore dei sedili).

Tutta la configurazione esterna può essere in breve tempo sostituita, lasciando l’intera fusoliera a disposizione dei pallet. Questo spiega l’assenza di cappelliere, che impone la possibilità di un baglio a mano veramente ridotto, praticamente delle dimensioni di un computer portatile.

Le uniche pecche di questo aereo (dal punto di vista del passeggero) sono la totale mancanza di finestrini (eccezion fatta per le emergenze e altri due in coda) e le cinture di sicurezza. Per quanto riguarda i finestrini, l’assenza rende un po’ claustrofobico il viaggio, ma dato che ho dormito praticamente sempre … poco male. Vorrei invece aprire un dibattito sulle cinture. Il pezzo dove si deve incastrare la linguetta (quello che serve per aprire, bloccare e chiudere, per intenderci), è collegato ad un pezzo di cintura di misura fissa, e cortissima. In pratica arriva sino al bracciolo. Ora, quando uno si siede, essendo anche abbastanza stretti i sedili, diventa molto difficile prendere ‘st’aggeggio e infilarci dentro la linguetta della cintura. Non è tanto per quelli come me, che sono magri, ma se uno per esempio come aamilan si dovesse sedere lì, farebbe una fatica del diavolo ad allacciare la cintura.

Data l’assenza delle cappelliere, l’ossigeno per le emergenze è inserito nello schienale della poltrona davanti, in quella specie di rettangolo irregolare dietro il poggiatesta. Accanto c’è la luce di cortesia, da usare se si vuole leggere un libro e farsi uscire un’ernia prima dell’arrivo.
Il pitch è invece molto buono, spazioso e confortevole. Turbato solo dalla posizione del sostegno del sedile di fronte, che qualche sciagurato ingegnere ha messo in una posizione che impone di assumere posizioni yoga per stendere le gambe.

Il portellone di carico dell’aereo è sul lato anteriore sinistro della fusoliera, e non ci sono sedili posizionati davanti a questo.

Il galley posteriore mi sembra in tutto e per tutto simile a quello dei normali 767, eccezion fatta per l’assenza delle due toilette centrali.

In questa versione, infatti, ce ne sono solo due laterali, sia a poppa che a prua. Vorrei fare la foto di rito, ma la presenza dell’equipaggio non me lo permette. Spiegateglielo voi, ad Al Bateen, di notte, su un aereo militare, della foto di rito al cesso!

Questo è invece il crew bunk, con due posti letto che sovrastano due alloggiamenti per i bagagli che vengono imbarcati a bordo (solitamente solo quelli con oggetti fragili all’interno).

Altra immagine, presa da prua.

Il volo è tranquillo (starò sveglio per meno del 5% della sua durata), e in avvicinamento ad Alghero c’è molto vento. Si balla parecchio, e ovviamente, data l’assenza di finestrini, ci si rende conto dell’atterraggio solo al momento del contatto dei carrelli con la pista. Piove a dirotto ad Alghero, e facciamo la rampa delle scaletta praticamente in volata, fino a raggiungere il pullman.

Sotto la cabina c’è scritto “we have a dream”

L’aereo è visibilmente nuovo di zecca!

Sono quasi le sette del mattino, e dentro l’aerostazione scopriamo con orrore che il bar è chiuso. Si forma quindi una fila lunghissima vicino ad un anfratto dove sono collocate alcune macchinette del caffè ed i dispenser di brioches e cioccolata. I prezzi sono livellati a quelli del Pevero in Costa Smeralda, con la differenza che qui devi pagare con le monetine. Inizia una caccia allo spicciolo senza quartiere.
Alla fine smette di piovere, ed è già l’ora di imbarcarsi.

Faccio un paio di foto a questo pod di rifornimento.

E poi più vicino.

Al motore

Alla cabina

Una visione d’insieme dalla scaletta.

Un tentativo di foto artistica, non riuscita.

E si ritorna a casa. Destinazione LIRE.

Dal Web, invece, una bella scheda sull’aereo.

Ciao a tutti, spero vi piacciano le foto. A presto!
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