Inviato da R1 il Mar, 10/29/2013 - 17:17
Lettera aperta di una ex dipendente Seaf
29 ottobre 2013 | Forlì | Economia & Lavoro | Politica | Società | HomePage Forli |
Riceviamo e pubblichiamo integralmente una lettera inviataci da una ex dipendente Seaf
Sono stanca. Stanca di sentir sparlare del perché si sia chiuso l’aeroporto di Forlì, stanca di interrogazioni consiliari alla ricerca del presunto colpevole, stanca delle chiacchiere da bar della qualunque e di chi, dopo mesi di promesse e di fiato speso a vanvera, oggi si vanta borioso del non-risultato ottenuto.
Sono una dei tanti ex dipendenti di SEAF, la società di gestione dell’aeroporto, come gli altri e come tanti altri oggigiorno rimasta senza lavoro e senza speranze.
E fin qui nulla di nuovo.
Ma se proprio vogliamo sviscerare la questione fino in fondo diciamola proprio tutta, senza pudori e senza troppe reticenze. Tanto, cosa possono farci? Lasciarci a casa? Spiacente, già fatto.
Noi dipendenti SEAF siamo a casa in cassa integrazione – teoricamente, visto che non abbiamo visto un solo centesimo né della prima, né della seconda cassa integrazione – dal 16 maggio scorso. “State buoni, non è il caso di fare troppo baccano, bisogna avere pazienza, teniamo un profilo basso, ci sono buone speranze, vedrete…” ci rassicuravano i sindacati, fino a quel 16 maggio pressoché inesistenti e miracolosamente apparsi solo quando con i cartelli in mano ci siamo presentati davanti al Comune o abbiamo organizzato pacifiche dimostrazioni in aeroporto. “Se avete ottenuto la cassa integrazione è solo per merito nostro” ci hanno detto tre settimane fa, all’ultima riunione. Peccato che alla domanda: “ma a che punto è la nostra pratica?” nessuno abbia saputo darci una risposta plausibile. “Stiamo sollecitando il Ministero tutti i giorni…” ci hanno rassicurato. Con scarsi risultati, mi permetto di commentare, visto che fino ad oggi non abbiamo incassato un euro. E sì che parliamo di una cassa integrazione straordinaria datata 13 dicembre 2012, la cui domanda è stata presentata in ritardo di oltre due mesi e mezzo dallo studio bolognese incaricato dal liquidatore dell’azienda. Bolognese anche lui, guarda caso. Ma l’aeroporto in questione non è quello di Forlì? Bah....
L’autorizzazione al pagamento della prima CIGS è arrivata a fine agosto. Peccato però che il monteore pronte ad essere erogate dall’INPS fosse destinato non ai dipendenti ma a SEAF, nel frattempo fallita e quindi oggigiorno inesistente.
“Piccolo” inceppo burocratico, ancora non risolto, che ad oggi, 29 ottobre, non ci permette di ricevere né quella CIGS né quella successiva, ad ore zero, che ci farebbe, per così dire, “sbarcare il lunario” in attesa di tempi migliori.
Bello e molto mediatico leggere le parole rassicuranti dell’assessore Denis Merloni in un’intervista del 21 ottobre scorso: è vero infatti che quattro risorse hanno trovato un impiego all’aeroporto di Bologna, ma è stato solo grazie alla loro iniziativa personale. Sono stati loro stessi ad inviare il proprio curriculum alle aziende, che li hanno assunti a tempo determinato perché persone capaci e di esperienza.
Provincia, Comune, Sindacati e tantomeno la Regione hanno il benché minimo merito, anzi. All’ultima riunione abbiamo appreso con rammarico che i nostri curriculum, raccolti a fine maggio, sono stati riassunti in un mero e riduttivo elenco Excel di nomi e mansioni, peraltro per qualcuno sbagliate. Altro che ricollocazione!
Ora: in questo periodo di forte crisi economica nessuno pretende che dal cilindro magico esca un impiego ad hoc per tutti. Ma il rispetto sì. Da quello non si transige.
Nessuno dà colpe a nessuno. Anzi, i primi colpevoli siamo forse noi dipendenti: abbiamo permesso che ci disgregassero, ci dividessero, ci prendessero in giro, ci illudessero e poi disilludessero.
Cari politici, in questi anni avete fatto di tutto per chiuderlo, questo aeroporto. Avete preparato meticolosamente la bara e scavato la fossa. Allora abbiate almeno oggi la coerenza e la decenza di restare in silenzio mentre richiudete gli occhi del defunto e sollevate il telo bianco. Perché finalmente riposi in pace. Amen.
Claudia Guerrini
http://www.forli24ore.it/news/forli/0032374-lettera-aperta-una-ex-dipendente-seaf