Catullo, 15 milioni e tre mosse per salvare l'aeroporto dal ko
ENTI E POLITICA. Domani assemblea straordinaria dei soci per dare il via libera a nuove risorse e garantire la continuità. I versamenti entro il 31 ottobre, ma alcuni enti non hanno soldi Ryanair, Montichiari e Avio handling nodi urgenti da risolvere
09/08/2012
Verona. Secondo round, domani, per l'assemblea dei soci, parte straordinaria, dell'aeroporto Catullo. Una giornata fondamentale per segnare una svolta nella rotta dello scalo veronese, per evitare che il 2012 proceda con la stessa linea negativa del 2011 che ha visto perdite per 26,6 milioni di euro. I soci saranno infatti chiamati a dare la loro adesione alla ricapitalizzazione da 15 milioni di euro per la continuità aziendale, ma è già chiaro che non tutti riusciranno a partecipare e ci sarà una buona percentuale di inoptato. Un passaggio però decisivo dal punto di vista tecnico e contabile, perché questo rifinanziamento consente di ridefinire una congrua proroga dei finanziamenti con gli istituti di credito. A furia di perdite, infatti si è eroso anche il patrimonio. I revisori dei conti infatti scrivono che solo questo aumento di capitale insieme con la definizione di un piano industriale possono consentire di andare dalle banche a chiedere nuovo ossigeno poiché al momento esiste «un'incertezza rilevante che può far sorgere dubbi circa la continuità aziendale del Gruppo». Parole pesanti, riprese anche dal presidente Arena nella relazione di gestione che accompagna il bilancio, e che rendono l'idea di come l'aeroporto sia in gravi difficoltà: «piano industriale, nuove risorse per 15 milioni e proroga dei finanziamenti sono le condizioni per garantire il presupposto della continuità aziendale», è stato il messaggio ai soci. Il nuovo flusso finanziario, a differenza della già prevista quarta tranche dell'aumento di capitale che viene così sostituita, potrà essere utilizzato immediatamente per le spese correnti cioè per la gestione quotidiana dello scalo e non sarà vincolata, come invece l'aumento di capitale, soltanto agli investimenti. Ma quanti soci daranno la propria adesione? Ora è bene distinguere la tempistica. I soci domani voteranno l'adesione alla ricapitalizzazione dell'aeroporto, che è un voto di valenza tecnico-politica, ma avranno tempo fino al 31 ottobre per decidere se effettuare il versamento della propria quota. È quindi anche possibile che domani qualche socio si astenga ma decida poi entro fine ottobre di staccare l'assegno. Per le quote inoptate invece ci sarà tempo fino al 31 dicembre e comunque potranno essere rilevate solo dai soci già esistenti e non da nuovi arrivati. Perciò, per capire quanto entrerà subito in cassa, si dovrà attendere il 31 ottobre, ma l'urgenza per la società di gestione era quella di avere già domani il disco verde dai soci sul rifinanziamento per andare al tavolo con le banche. Si è già tirata indietro la provincia di Bolzano (1 milione di euro), sono indecisi i soci mantovani, intende astenersi la Camera di commercio di Brescia mentre la Provincia aderisce anche se non ha soldi e così pure la Provincia di Verona che sta cercando di raggranellare i 2 milioni della propria quota. In definitiva, a ottobre dovrebbero essere sicuri poco più di 10 milioni su 15. È questa però soltanto una tessera del difficile mosaico da comporre per rimettere in sesto un aeroporto che nel corso degli anni è stato «spolpato» da scelte strategiche, industriali e gestionali che come ha spiegato il presidente nell'assemblea dei soci, non si sono realizzate. LOW COST. Non si è realizzato il boom del low cost che in realtà sta svenando le casse del Catullo, al punto da andare allo scontro frontale con Ryanair perché gli incentivi pagati alla compagnia low cost sono troppo alti. Costi milionari ormai insostenibili e così, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, l'aeroporto Catullo non paga più gli incentivi, Ryanair per contro non paga i diritti aeroportuali quando atterra al Catullo e l'Enac ha pronto il provvedimento per lasciare a terra gli aerei: una eventualità che solo il Tar ha stoppato fino all'udienza del 13 settembre. MONTICHIARI. Non si è realizzato, dice ancora il presidente nella relazione, nemmeno il rilancio dell'aeroporto di Montichiari con l'attività cargo, anzi: «Il ridotto volume di passegeri e merci ha invece comportato un ulteriore peggioramento del risultato di competenza dello scalo bresciano». E il peso sulle casse del Catullo nel 2011 ha sfiorato i 10 milioni di deficit. Per rilanciare lo scalo bresciano è necessaria la concessione ministeriale attesa da 13 anni, che però arriverà solo dopo l'approvazione del Piano nazionale degli aeroporti che il ministro Passera dovrebbe adottare per novembre. Sempre che il Governo Monti resista. HANDLING. Una terza, pesantissima, voce negativa dal punto di vista finanziario è rappresentato dalla controllata Avio handling, la società che svolge i servizi a terra: l'efficientamento previsto con l'arrivo anche di un altro handler «non si è realizzato» e la perdita nel 2011 è stata superiore ai 5 milioni di euro. La prospettiva più probabile è che la società venga messa in liquidazione per ripartire con un handler esterno, anche straniero, per riassorbire il personale che andrà in mobilità. Sono questi i tre grandi macigni che rappresentano piombo nelle ali di un aeroporto che dal punto di vista della movimentazione di passeggeri sta invece dimostrando una continua vivacità e di destare l'interesse delle compagnie. I soci chiedono azioni forti per invertire la rotta ed evitare che, viste le difficoltà, il 2012 vada a chiudere con gli stessi problemi del 2011. Da qui la scelta di una cura da cavallo, aggressiva e determinata, con risparmi su tutti i fronti. A cominciare, domani, dalla incorporazione della società Catullo Park nella capogruppo. E a fine anno verrà posta in liquidazione la Adg Engineering. Segnali chiari, ma la sfida finale ha il sapore di una missione ai confini del possibile.
L'Arena
Maurizio Battista
CIAO
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