Volo charter Tatarstan decolla da Antalya con 6 pax in piedi !


L’A.D. sullo strapuntino
Scritto da Fabio Consoli

E’ un fatto ormai noto che nella cabina di pilotaggio del Tupolev presidenziale polacco precipitato poco prima dell'atterraggio nelle foreste di Smolensk il 10 aprile di quest’anno non c’erano solo i piloti: la scatole nere hanno infatti registrato voci che non appartenevano ai piloti.
Si parla del capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica polacca se non, addirittura, del presidente polacco stesso. Ci vuole poco ad immaginare che cosa facessero lì: premevano sull’equipaggio perché atterrassero ad ogni costo a Smolensk… e infatti caro gli è costato.
Il 7 settembre 2005 un volo Ryanair si perse nell’area terminale di Roma, evitando di schiantarsi solo per un momento di lucidità del giovane ed inesperto copilota. Il comandante polacco aveva appena avuto un grave lutto in famiglia: egli si era recato ugualmente al lavoro, a suo dire, senza dire nulla ai suoi superiori, per la paura di perdere il posto.
La realtà è che ormai in ogni cockpit, seduto sullo strapuntino alle spalle dei piloti, viaggia anche l’Amministratore Delegato della compagnia alla quale appartiene il velivolo; è chiaro che la sua presenza non è reale ma con essa voglio simboleggiare la pressione che oggigiorno si “scarica” sull’equipaggio di un volo di linea: ormai tutte le decisioni che vengono prese nel cockpit non tengono solo conto della sicurezza del volo ma anche sui possibili riflessi che tali decisioni possono avere sull’equipaggio.
Un’avaria? Magari si riporta alla fine della giornata. Quanto carburante mettiamo? Il minimo necessario. Andiamo al di fuori dei limiti ministeriali per quanto riguarda l’impiego degli equipaggi? Acqua in bocca e si conclude la giornata come previsto.
Questa tremenda pressione può anche non essere reale, ma essa è sicuramente percepita come tale dagli equipaggi. Se a tutto ciò aggiungiamo che moltissimi degli equipaggi che operano in Italia oggi hanno un contratto a tempo determinato ecco che abbiamo veramente una “ricetta per disastri”. La paura di non vedersi rinnovare il contratto perché sei un comandante che “rompe” è ben presente in tutti i cockpit del mondo.
Di colpo mi viene in mente una cosa: e se il mio A.D. leggesse queste mie righe?
(7 giugno 2010)

Old Crow

Quanto hai riportato rispecchia situazione lavorativa attuale: contratti lavorativi poco flessibili per i dipendenti, pressione, alla prima assenza sul posto di lavoro sei fuori. Non bisogna meravigliarsi che accadano cose di questo genere, ma il fatto che sia accaduto su un aereo con dei passeggeri a bordo... brrr...
 
Incredibile che il capitano possa avere accettato di decollare con pax rimasti in piedi, mi sembra un episodio gravissimo, le autorità dovrebbero indagare a fondo e revocare l'AOC alla compagnia.
 
L’A.D. sullo strapuntino
Scritto da Fabio Consoli

E’ un fatto ormai noto che nella cabina di pilotaggio del Tupolev presidenziale polacco precipitato poco prima dell'atterraggio nelle foreste di Smolensk il 10 aprile di quest’anno non c’erano solo i piloti: la scatole nere hanno infatti registrato voci che non appartenevano ai piloti.
Si parla del capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica polacca se non, addirittura, del presidente polacco stesso. Ci vuole poco ad immaginare che cosa facessero lì: premevano sull’equipaggio perché atterrassero ad ogni costo a Smolensk… e infatti caro gli è costato.
Il 7 settembre 2005 un volo Ryanair si perse nell’area terminale di Roma, evitando di schiantarsi solo per un momento di lucidità del giovane ed inesperto copilota. Il comandante polacco aveva appena avuto un grave lutto in famiglia: egli si era recato ugualmente al lavoro, a suo dire, senza dire nulla ai suoi superiori, per la paura di perdere il posto.
La realtà è che ormai in ogni cockpit, seduto sullo strapuntino alle spalle dei piloti, viaggia anche l’Amministratore Delegato della compagnia alla quale appartiene il velivolo; è chiaro che la sua presenza non è reale ma con essa voglio simboleggiare la pressione che oggigiorno si “scarica” sull’equipaggio di un volo di linea: ormai tutte le decisioni che vengono prese nel cockpit non tengono solo conto della sicurezza del volo ma anche sui possibili riflessi che tali decisioni possono avere sull’equipaggio.
Un’avaria? Magari si riporta alla fine della giornata. Quanto carburante mettiamo? Il minimo necessario. Andiamo al di fuori dei limiti ministeriali per quanto riguarda l’impiego degli equipaggi? Acqua in bocca e si conclude la giornata come previsto.
Questa tremenda pressione può anche non essere reale, ma essa è sicuramente percepita come tale dagli equipaggi. Se a tutto ciò aggiungiamo che moltissimi degli equipaggi che operano in Italia oggi hanno un contratto a tempo determinato ecco che abbiamo veramente una “ricetta per disastri”. La paura di non vedersi rinnovare il contratto perché sei un comandante che “rompe” è ben presente in tutti i cockpit del mondo.
Di colpo mi viene in mente una cosa: e se il mio A.D. leggesse queste mie righe?
(7 giugno 2010)

Old Crow

allora ci doveva essere "qualcuno" o qualche pressione dietro van zanten il 27 marzo 1977 ..... ed in tanti altri casi del passato ?
 
SI!!
e se non ricordo male era uscito un bell' articolozzo al riguardo!

In effetti l'esempio scelto non era il più adatto per il concetto che voleva far passare lima1.. In quel caso c'erano indubbie pressioni sul comandante che voleva assolutamente rientrare alla base prima di andare fuori dal limite massimo di ore. Ma non è giusto, secondo me, attribuire completamente quella pressione alla compagnia: furono proprio le norme di sicurezza nella loro rigidità (il limite massimo di ore era assolutamente inderogabile) a mettere pressione a Van Zanten.
Detto questo però, quello che scrive non è sbagliato: in effetti nonostante le pressioni (vere o presunte, o solamente avvertite) l'incidentalità è in costante miglioramento, soprattutto grazie ai progressi di aeromobili, aeroporti e procedure.

Tornando IT: quello che viene riportato è incredibile :astonished: si fa veramente fatica a crederci.. invece è tutto vero ahimè...
 
Certe cose mi fanno rabbrividire. E' un po' come dei passeggeri geniali che ti dicono "volo in bagno".... Forse sono abituati ai jet privati che hanno il sedile del bagno certificato e equipaggiato con le cinture...

Ma al Cpt come è venuto in mente di autorizzare una cosa simile?
 
In effetti l'esempio scelto non era il più adatto per il concetto che voleva far passare lima1.. In quel caso c'erano indubbie pressioni sul comandante che voleva assolutamente rientrare alla base prima di andare fuori dal limite massimo di ore. Ma non è giusto, secondo me, attribuire completamente quella pressione alla compagnia: furono proprio le norme di sicurezza nella loro rigidità (il limite massimo di ore era assolutamente inderogabile) a mettere pressione a Van Zanten.
Detto questo però, quello che scrive non è sbagliato: in effetti nonostante le pressioni (vere o presunte, o solamente avvertite) l'incidentalità è in costante miglioramento, soprattutto grazie ai progressi di aeromobili, aeroporti e procedure.

Tornando IT: quello che viene riportato è incredibile :astonished: si fa veramente fatica a crederci.. invece è tutto vero ahimè...

no ... no ho fatto quell'esempio proprio come esempio "storico" perchè volevo affermare che non è che oggi ci sono pressioni e prima no .... perciò ho preso l'incidente più grave con il più grande numero di passeggeri vittime ad esempio di tali pressioni !!!! ..... e che fare l'esempio 2005 per farci entrare ryan sempre .... io ti parlo di klm e continuando ci sono casi noti su twa , air france ecc... in anni in cui queste compagnie lavoravano in "monopolio" o quasi e per questo facevano il prezzo e gli utili ma anche le ricoperture di bilancio "statali" e in periodi in cui il traffico passeggeri era limitato ad una nicchia di persone (esempio nell'agosto del 1977 solo il 3% dei vacanzieri italiani aveva utilizzato l'aereo per spostarsi).
 
Bah.
Se al passeggero sta bene ed accetta a suo rischio di viaggiare così....che lo si riempia fino al MTOW!