LETTERA APERTA Di Fabio Berti a Berlusconi
LETTERA APERTA Roma, 21 settembre 2008
On. PresidenteSilvio Berlusconi
Sig. Presidente,le forti preoccupazioni che Lei esprime in questi giorni sul destino diAlitalia sono condivise da tutti noi piloti e desidero essere certo cheLei abbia la consapevolezza di quanto la categoria sia oggi coscientedelle incertezze e dei drammi che si potrebbero determinare nel caso delfallimento di Alitalia.Abbiamo apprezzato gli enormi sforzi profusi nel comporre una cordata diimprenditori italiani disposti ad investire sul rilancio della Compagniadi Bandiera. E’ incomprensibile però come un “tesoro” così significativosia stato gestito in modo così sbagliato, intrecciando progetti di tipoindustriale, prettamente legati al futuro di Alitalia, con obiettivi digovernance sindacale che hanno spinto la CAI, parte del SindacatoConfederale e lo stesso Governo ad inasprire un già difficile confronto.La nostra priorità è salvare Alitalia e certamente non il sindacato.Rimane però il fatto che le Associazioni Professionali sono fondamentaliin tutto il mondo per garantire un alto livello di standard operativi edun sempre più alto livello di sicurezza delle operazioni di volo. Il mondoistituzionale aeronautico italiano, sa bene quante volte Anpac sia statafondamentale nel contribuire alla formulazione di documenti e normativeadottate poi anche in ambito internazionale.Noi non vogliamo governare l’azienda ma semplicemente, nel rispetto degliobblighi assunti con l’adesione agli organismi internazionali in cui siamoinseriti (IFALPA ed ECA), vigilare sui processi che potrebbero determinareazioni non in linea con i principi legati al valore della nostraprofessionalità.In questa trattativa i piloti di Alitalia sono stati umiliati e non riescoa comprenderne il motivo.Perché Anpac ed Unione Piloti, il 90% della categoria, sono state di fattoescluse dai tavoli in cui si sono formulate le proposte della CAI?Perché i piloti non hanno avuto la possibilità di discutere il propriocontratto, pur essendo disposti a pesanti sacrifici?Perché si vuole mortificare una categoria che già nel 2005 aveva datoprova di maturità, accettando fortissimi sacrifici, in giornate moltodifficili direttamente coordinate dal dott. Gianni Letta?Perché siamo stati “gettati” in via Fornovo per intere giornate in attesadi convocazioni mai arrivate, mentre in via Veneto si costruivano idocumenti poi presentati a Palazzo Chigi?Perché nell’ultima riunione nella Sala Verde di Palazzo Chigi solo allafine ci si è accorti di averci chiesto la sottoscrizione di un documentoche mai avevamo ricevuto e che ci è stato solo successivamente inviato?Oggi veniamo additati come i responsabili di quanto sta avvenendo; maquali categorie professionali avrebbero accettato un simile trattamento?Mi rendo conto di quanto sia importante la positiva chiusura di questatrattativa ed è per questo che ogni giorno ho chiesto di riaprirenuovamente il confronto sui temi di merito. Purtroppo mi sono invecetrovato di fronte a continui ultimatum senza via di uscita.Noi non vogliamo essere i “padroni di Alitalia”, ma vogliamo continuare agarantire al Paese ed ai nostri passeggeri un altissimo livello distandard professionali. Comunque, nonostante i sacrifici che siamo prontiad affrontare, non accetteremo mai processi gestionali che mortifichino ipiloti e la loro professionalità.Non siamo privilegiati, amiamo volare, viviamo da anni in un azienda pienadi problemi e non crediamo di avere responsabilità su scelte sbagliate chederivano da errori strategici fuori dal nostro controllo.Sappia che noi vogliamo trovare una soluzione e lo vogliamo fare in brevetempo.Faremo ancora sacrifici ma non rinunceremo alla nostra professionalità e,sopra ogni altra cosa, alla nostra dignità.A nome di tutti i piloti che rappresento La ringrazio per il tempo cheavrà potuto dedicarmi e spero che un Suo intervento possa sbloccare unasituazione di stallo che rende impossibile ogni forma di dialogo utilealla ricerca di una soluzione decisiva.Le porgo distinti saluti. Fabio Berti