Prime tracce del disastro. Perdono spessore le ipotesi di sequestro
L'aereo scomparso in Venezuela
In un cadavere la chiave del mistero
Il capo della protezione civile venezuelana: «Fratture su tutto il corpo. Il velivolo si è spezzato nell'ammaraggio»
CARACAS (Venezuela) - Un cadavere e un giubbotto di salvataggio. Entrambi affiorati due giorni fa nel mare di Caracas, sono le prime tracce che potrebbero chiarire il giallo dell’aereo Transaven scomparso il 4 gennaio al largo delle coste venezuelane con a bordo 14 passeggeri, tra cui otto italiani. E anche il capo della protezione civile del Venezuela, generale Antonio Rivero, non crede all'ipotesi del sequestro, avanzata negli ultimi giorni dai familiari dei nostri connazionali che si trovavano su quell'aereo.
VELIVOLO IN PEZZI - Anche altre fonti, a Caracas, considerano «del tutto infondata» la tesi del sequestro e «tenuta in piedi solo dal fatto che nulla si può scartare in linea di principio», almeno fino a che non ci siano prove evidenti che la vicenda ha avuto un altro esito. «L'ipotesi è che l'aereo si sia spezzato prima di inabissarsi – sostiene il generale Antonio Rivero – Un ammaraggio è sempre un colpo molto forte e infatti il cadavere ritrovato presenta fratture in tutto il corpo che potrebbe aver subito nell'impatto dell’aereo sul mare».
LE ANALISI - Le procedure per risalire all’identità del cadavere sono in corso e richiederanno ancora qualche giorno, dato il cattivo stato di conservazione del corpo. Qualche risultato è atteso anche dall’analisi dell’orologio e di una catena d'oro che la vittima aveva con sé al momento del ritrovamento. Mentre era sicuramente a bordo del bimotore il giubbotto di salvataggio, come confermato dal numero di serie.
SIT-IN DI PROTESTA - Gli amici di Fabiola Napoli e Stefano Fragione, la coppia dispersa insieme ai sei italiani, si ritroveranno stasera davanti alla Farnesina in un sit-in per chiedere un maggiore impegno del governo affinché non si fermino le ricerche. Finora non c’è pace per i familiari della coppia romana, né per quelli di Annalisa Montanari, Rita Calanni Rindina, Paolo Durante, la moglie Bruna Guerrieri e le figlie Sofia ed Emma. Il ministero degli Esteri assicura che continua a seguire «con il massimo impegno, in coordinamento con l'Ambasciata d’Italia a Caracas e con le autorità venezuelane, l'attività di ricerca del velivolo scomparso».
Marco Todarello
15 gennaio 2008
Corriere della Sera