MONTICHIARI. La clamorosa protesta attuata dal titolare di una compagnia di trasporto, la Interfly. Doppia denuncia
Aereo «blocca» la pista
Il jet dell’imprenditore Marco Balzarini paralizza lo scalo per più di tre ore «Sono esasperato, non mi mettono nelle condizioni di poter lavorare»Dirottato a Verona l’Air Bee da Roma (biglietto gratis per i disagi) problemi al cargo di Jade
Francesco Di Chiara
Per oltre tre ore, dalle 12,30 alle 16 di ieri, non è stato possibile decollare e atterrare sulla pista dell’aeroporto «Gabriele D’Annunzio» di Montichiari. Un volo di Air Bee è stato deviato sul «Catullo» di Verona ed un cargo della cinese Jade che doveva atterrare e scaricare prima a Brescia e poi a Barcellona ha dovuto invertire le destinazioni.
Motivo? Un Citation Jet della Interfly, compagnia bresciana di aerotaxi, era stato lasciato intenzionalmente di traverso sulla pista, con il freno tirato a mano. Un vero e proprio blocco, sorprendente quanto inusuale risultato do un’azione di protesta messa in atto da Marco Balzarini, 42 anni, pilota dello stesso Jet proveniente ieri dall’aeroporto di Parma e proprietario della Interfly, società di trasporto che gestisce con i suoi aerei anche una scuola di piloti dividendosi tra Parma e Brescia.
Un’azione che ha provocato non poco scompiglio in aeroporto, poiché i 18 passeggeri che dovevano atterrare con Air Bee da Roma sono stati «dirottati» sul Catullo e poi riportati a Brescia in autobus, mentre i 26 passeggeri fermi a Montichiari in attesa di prendere lo stesso aereo per Napoli sono stati trasportati a Verona. Problemi di programmazione oraria anche per il Barcellona di Ryanair.
MA PERCHÉ questa protesta di Interfly? «Non ce la faccio più, sono giunto all’esasperazione - racconta un teso e provato Marco Balzarini, che in passato ha ricoperto la carica di presidente dell’Aeroclub di Brescia - nonostante tutti i soldi che ho speso e che sto spendendo, a Brescia non mi fanno lavorare. Sono l’unica azienda bresciana iscritta alla Camera di Commercio per il trasporto aereo, ho pagato al Demanio dello Stato 200 mila euro per avere in concessione un hangar in aeroporto, ho tutte le autorizzazioni dell’Enac (ente nazionale che controlla l’aviazione civile, ndr) ma il D’Annunzio mi impedisce l’utilizzo dell’hangar e a Verona, dove dirigono le operazioni, hanno sollevato un muro di gomma contro le mie lecite richieste».
Naturalmente si sono precipitati in aeroporto i dirigenti di Air Bee, due consiglieri del D’Annunzio e quasi l’intero staff dirigenziale del Catullo. Tutti a cercar di capire le ragioni del gesto, giudicato «inconsulto, incredibile, esasperato», tentando di far cambiare idea a Balzarini che ha visto spostare il suo aereo solo dopo l’intervento del responsabile Enac di area.
Claudio Boccardo, direttore generale del Catullo e del D’Annunzio, dopo aver condannato «l’azione inconsulta di Balzarini» ha aggiunto che «se Verona e Brescia avessero già ottenuto dal Ministero la concessione di utilizzo dei due aeroporti per un tempo di 40 anni, come altri scali italiani, non si sarebbe giunti a questa situazione poiché avremmo fatto noi i vari accordi con le sub-concessionarie come Interfly, mentre oggi ci è difficile farlo».
VIGILIO BETTINSOLI, vicepresidente del D’Annunzio ha dichiarato che «azioni simili sono assurde e pericolose e che per risolvere i problemi ci sono ben altre strade». Air Bee nel frattempo è corsa subito ai ripari «in nome della brescianità» offrendo ai viaggiatori che «avevano avuto problemi e ritardi per cause non dipendenti da loro», un biglietto di volo-omaggio sulle stesse tratte di ieri.
Marco Balzarini, dopo aver visto spostare il suo aereo «in un’area non autorizzata e con possibili danni tecnici al suo Jet» ha incassato due denunce penali per «esercizio arbitrario della propria ragione ed interruzione di pubblico ufficio» ed ha minacciato la chiusura della sua azienda a Brescia lasciando 15 persone senza lavoro.
Fonte Bresciaoggi