Le ultime due notizie da VBS, una sulla compagine societaria, uno su un cambio di strategia della Regione Lombardia
http://www.quibrescia.it/cms/?p=156149
Il “D’Annunzio” verso una svolta “bresciana”?
(red.) Un aeroporto tutto bresciano? L’ipotesi è destinata a concretizzarsi, come è emerso nella riunione del Cda di Abem (la società nata nel 2007 dall’intesa tra Camera di commercio, Aib e numerose associazioni di categoria ), nella quale è stata accettata la proposta del presidente di Catullo spa Paolo Arena di un “D’Annunzio” gestito dai soci bresciani con una maggioranza del 70% e con relativa sub-concessione.
Ora si tratta di capire “come e quanto” il nuovo piano sull’aeroporto monteclarense potrà davvero diventare fattibile e, per questo, è stato affidato al presidente Giulio campana il mandato di verificare le condizioni dell´accordo. I tempi stringono però, perché il Governo Monti ha posto l’aut aut agli scali che presentano una pesante situazione debitoria (come è quello bresciano) che devono necessariamente presentare un piano di rilancio entro il 2013, pena la decadenza della concessione aeroportuale.
Come si procederebbe? Il “D’Annunzio” verrebbe “scorporato” dalla Catullo di Verona (che potrebbe quindi liberarsi della zavorra debitoria dello scalo, molto mal digerita dalla società scaligera che, tempo fa, aveva posto un ultimatum ai soci bresciani affinchè si assumessero la responsabilità delle perdite), quindi il nuovo assetto societario assegnerebbe ad Abem il 70% delle quote e il 30 per cento ai veronesi.
Verrebbe poi chiesta una sub concessione per l’aeroporto monteclarense, una sorta di “affitto” che verrebbe pagato a Verona per l’utilizzo di alcune attrezzature aeroportuali già presenti nello scalo.
Resta da stilare, però, il Piano industriale su Montichiari, capire quanto costerebbe questa sub concessione dalla Catullo, stimare le potenzialità del settore cargo su Brescia, insomma, fare bene i conti.
Una soluzione, quella prospettata, che sarebbe gradita ad Enac, ma le criticità restano comunque: come potrebbe Abem, da sola, fare fronti ai costi di gestione dell’impianto? La società bresciana è costituita infatti al 51% da Camera di Commercio, mentre il resto sono associazioni di categoria. Un’alleanza “troppo debole” dal punto di vista finanziario e quindi il problema che si ripropone è sempre lo stesso: ci sono soci importanti che accarezzerebbero l’idea di entrare nella compagine?
Se le cose viaggiassero su questi binari appena abbozzati tramonterebbe dunque l’ipotesi di acquisizione, da parte dei soci bresciani di accrescere il capitale in Catullo fino al 25% (con un esborso di 20milioni di euro), mentre Brescia continuerebbe a detenere la quota societaria dell’8% della società di Villafranca.
http://www.quibrescia.it/cms/?p=160377
D’Annunzio, interverrà il Pirellone?
(red.) L’aeroporto di Montichiari? “Se il territorio lo richiede, sono pronto ad attivare un tavolo regionale”. E’ questa la risposta che l’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, ha dato in Aula a Gian Antonio Girelli e Gianbattista Ferrari (Pd) nel corso di un question time con il quale si chiedeva a Regione Lombardia di “farsi attore attivo nella vicenda”.
Nel decreto “Milleproroghe” convertito in legge lo scorso febbraio, il Governo ha inserito una norma che proroga al 31 dicembre 2012 il termine per l’individuazione degli aeroporti di interesse nazionale e, di conseguenza, il termine per la presentazione dei piani di riequilibrio economico-finanziario per quelle strutture in perdita, pena la perdita dello status.
Lo scenario dello scalo bresciano, ha ricordato l’assessore Cattaneo, “è critico”. Ogni giorno la perdita si assesta sui 20mila euro e in un anno si raggiunge quindi una cifra pari a circa 8 milioni di euro. “Nel 2009″, ha aggiunto, “si sono registrati 203.582 passeggeri che nel 2010 sono scesi a 164.640 e a novembre 2011 (ultimo dato disponibile) addirittura a 33.097: un crollo pur in presenza di un dato cargo stabile dal 2009 con una movimentazione di circa 36mila tonnellate di merci.
La programmazione strategica di Regione Lombardia, “praticamente immutata da quindici anni”, ha precisato l’assessore, prevede Malpensa come aeroporto internazionale e intercontinentale, Linate come City Airport, Orio al Serio per le compagnie low-cost e Montichiari per cargo e “riserva per capacità futura” con un’ipotesi di raggiungere nel 2015 i 3 milioni di passeggeri e le 360mila tonnellate di merci: “Per questi obiettivi sono state previste la fermata dell’alta Velocità ferroviaria e il nuovo sistema delle tangenziali della provincia di Brescia”.
“La risposta dell’Assessore Cattaneo ha purtroppo confermato i nostri timori”, hanno dichiarato Girelli e Ferrari, “oggi ha confermato quello che noi sostenevamo da tempo, ovvero l’incapacità delle istituzioni locali bresciane nell’affrontare la questione dello scalo: nel suo intervento infatti ha precisato che in questi anni si sono registrate l’inadeguatezza della Provincia e la completa assenza del Comune di Brescia dalla partita di Montichiari”.
E il tavolo regionale? “Visti i tempi ristretti e la confusione e il disinteressamento di Provincia e Comune di Brescia è bene che la Regione prenda da subito in mano la situazione senza aspettare l’esito di incerte trattative locali (tra cui ci sarebbe l’ipotetica svolta bresciana). E’ stato perso fin troppo tempo e il rischio di veder fallire il progetto Montichiari si fa sempre più vicino”.
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Il “D’Annunzio” verso una svolta “bresciana”?
(red.) Un aeroporto tutto bresciano? L’ipotesi è destinata a concretizzarsi, come è emerso nella riunione del Cda di Abem (la società nata nel 2007 dall’intesa tra Camera di commercio, Aib e numerose associazioni di categoria ), nella quale è stata accettata la proposta del presidente di Catullo spa Paolo Arena di un “D’Annunzio” gestito dai soci bresciani con una maggioranza del 70% e con relativa sub-concessione.
Ora si tratta di capire “come e quanto” il nuovo piano sull’aeroporto monteclarense potrà davvero diventare fattibile e, per questo, è stato affidato al presidente Giulio campana il mandato di verificare le condizioni dell´accordo. I tempi stringono però, perché il Governo Monti ha posto l’aut aut agli scali che presentano una pesante situazione debitoria (come è quello bresciano) che devono necessariamente presentare un piano di rilancio entro il 2013, pena la decadenza della concessione aeroportuale.
Come si procederebbe? Il “D’Annunzio” verrebbe “scorporato” dalla Catullo di Verona (che potrebbe quindi liberarsi della zavorra debitoria dello scalo, molto mal digerita dalla società scaligera che, tempo fa, aveva posto un ultimatum ai soci bresciani affinchè si assumessero la responsabilità delle perdite), quindi il nuovo assetto societario assegnerebbe ad Abem il 70% delle quote e il 30 per cento ai veronesi.
Verrebbe poi chiesta una sub concessione per l’aeroporto monteclarense, una sorta di “affitto” che verrebbe pagato a Verona per l’utilizzo di alcune attrezzature aeroportuali già presenti nello scalo.
Resta da stilare, però, il Piano industriale su Montichiari, capire quanto costerebbe questa sub concessione dalla Catullo, stimare le potenzialità del settore cargo su Brescia, insomma, fare bene i conti.
Una soluzione, quella prospettata, che sarebbe gradita ad Enac, ma le criticità restano comunque: come potrebbe Abem, da sola, fare fronti ai costi di gestione dell’impianto? La società bresciana è costituita infatti al 51% da Camera di Commercio, mentre il resto sono associazioni di categoria. Un’alleanza “troppo debole” dal punto di vista finanziario e quindi il problema che si ripropone è sempre lo stesso: ci sono soci importanti che accarezzerebbero l’idea di entrare nella compagine?
Se le cose viaggiassero su questi binari appena abbozzati tramonterebbe dunque l’ipotesi di acquisizione, da parte dei soci bresciani di accrescere il capitale in Catullo fino al 25% (con un esborso di 20milioni di euro), mentre Brescia continuerebbe a detenere la quota societaria dell’8% della società di Villafranca.
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D’Annunzio, interverrà il Pirellone?
(red.) L’aeroporto di Montichiari? “Se il territorio lo richiede, sono pronto ad attivare un tavolo regionale”. E’ questa la risposta che l’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, ha dato in Aula a Gian Antonio Girelli e Gianbattista Ferrari (Pd) nel corso di un question time con il quale si chiedeva a Regione Lombardia di “farsi attore attivo nella vicenda”.
Nel decreto “Milleproroghe” convertito in legge lo scorso febbraio, il Governo ha inserito una norma che proroga al 31 dicembre 2012 il termine per l’individuazione degli aeroporti di interesse nazionale e, di conseguenza, il termine per la presentazione dei piani di riequilibrio economico-finanziario per quelle strutture in perdita, pena la perdita dello status.
Lo scenario dello scalo bresciano, ha ricordato l’assessore Cattaneo, “è critico”. Ogni giorno la perdita si assesta sui 20mila euro e in un anno si raggiunge quindi una cifra pari a circa 8 milioni di euro. “Nel 2009″, ha aggiunto, “si sono registrati 203.582 passeggeri che nel 2010 sono scesi a 164.640 e a novembre 2011 (ultimo dato disponibile) addirittura a 33.097: un crollo pur in presenza di un dato cargo stabile dal 2009 con una movimentazione di circa 36mila tonnellate di merci.
La programmazione strategica di Regione Lombardia, “praticamente immutata da quindici anni”, ha precisato l’assessore, prevede Malpensa come aeroporto internazionale e intercontinentale, Linate come City Airport, Orio al Serio per le compagnie low-cost e Montichiari per cargo e “riserva per capacità futura” con un’ipotesi di raggiungere nel 2015 i 3 milioni di passeggeri e le 360mila tonnellate di merci: “Per questi obiettivi sono state previste la fermata dell’alta Velocità ferroviaria e il nuovo sistema delle tangenziali della provincia di Brescia”.
“La risposta dell’Assessore Cattaneo ha purtroppo confermato i nostri timori”, hanno dichiarato Girelli e Ferrari, “oggi ha confermato quello che noi sostenevamo da tempo, ovvero l’incapacità delle istituzioni locali bresciane nell’affrontare la questione dello scalo: nel suo intervento infatti ha precisato che in questi anni si sono registrate l’inadeguatezza della Provincia e la completa assenza del Comune di Brescia dalla partita di Montichiari”.
E il tavolo regionale? “Visti i tempi ristretti e la confusione e il disinteressamento di Provincia e Comune di Brescia è bene che la Regione prenda da subito in mano la situazione senza aspettare l’esito di incerte trattative locali (tra cui ci sarebbe l’ipotetica svolta bresciana). E’ stato perso fin troppo tempo e il rischio di veder fallire il progetto Montichiari si fa sempre più vicino”.