Ultime Notizie da VBS: Brescia pronta all'Accordo (oneroso)


danusa86

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28 Settembre 2008
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Le ultime due notizie da VBS, una sulla compagine societaria, uno su un cambio di strategia della Regione Lombardia


http://www.quibrescia.it/cms/?p=156149

Il “D’Annunzio” verso una svolta “bresciana”?

(red.) Un aeroporto tutto bresciano? L’ipotesi è destinata a concretizzarsi, come è emerso nella riunione del Cda di Abem (la società nata nel 2007 dall’intesa tra Camera di commercio, Aib e numerose associazioni di categoria ), nella quale è stata accettata la proposta del presidente di Catullo spa Paolo Arena di un “D’Annunzio” gestito dai soci bresciani con una maggioranza del 70% e con relativa sub-concessione.
Ora si tratta di capire “come e quanto” il nuovo piano sull’aeroporto monteclarense potrà davvero diventare fattibile e, per questo, è stato affidato al presidente Giulio campana il mandato di verificare le condizioni dell´accordo. I tempi stringono però, perché il Governo Monti ha posto l’aut aut agli scali che presentano una pesante situazione debitoria (come è quello bresciano) che devono necessariamente presentare un piano di rilancio entro il 2013, pena la decadenza della concessione aeroportuale.
Come si procederebbe? Il “D’Annunzio” verrebbe “scorporato” dalla Catullo di Verona (che potrebbe quindi liberarsi della zavorra debitoria dello scalo, molto mal digerita dalla società scaligera che, tempo fa, aveva posto un ultimatum ai soci bresciani affinchè si assumessero la responsabilità delle perdite), quindi il nuovo assetto societario assegnerebbe ad Abem il 70% delle quote e il 30 per cento ai veronesi.
Verrebbe poi chiesta una sub concessione per l’aeroporto monteclarense, una sorta di “affitto” che verrebbe pagato a Verona per l’utilizzo di alcune attrezzature aeroportuali già presenti nello scalo.
Resta da stilare, però, il Piano industriale su Montichiari, capire quanto costerebbe questa sub concessione dalla Catullo, stimare le potenzialità del settore cargo su Brescia, insomma, fare bene i conti.
Una soluzione, quella prospettata, che sarebbe gradita ad Enac, ma le criticità restano comunque: come potrebbe Abem, da sola, fare fronti ai costi di gestione dell’impianto? La società bresciana è costituita infatti al 51% da Camera di Commercio, mentre il resto sono associazioni di categoria. Un’alleanza “troppo debole” dal punto di vista finanziario e quindi il problema che si ripropone è sempre lo stesso: ci sono soci importanti che accarezzerebbero l’idea di entrare nella compagine?
Se le cose viaggiassero su questi binari appena abbozzati tramonterebbe dunque l’ipotesi di acquisizione, da parte dei soci bresciani di accrescere il capitale in Catullo fino al 25% (con un esborso di 20milioni di euro), mentre Brescia continuerebbe a detenere la quota societaria dell’8% della società di Villafranca.

http://www.quibrescia.it/cms/?p=160377

D’Annunzio, interverrà il Pirellone?

(red.) L’aeroporto di Montichiari? “Se il territorio lo richiede, sono pronto ad attivare un tavolo regionale”. E’ questa la risposta che l’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, ha dato in Aula a Gian Antonio Girelli e Gianbattista Ferrari (Pd) nel corso di un question time con il quale si chiedeva a Regione Lombardia di “farsi attore attivo nella vicenda”.
Nel decreto “Milleproroghe” convertito in legge lo scorso febbraio, il Governo ha inserito una norma che proroga al 31 dicembre 2012 il termine per l’individuazione degli aeroporti di interesse nazionale e, di conseguenza, il termine per la presentazione dei piani di riequilibrio economico-finanziario per quelle strutture in perdita, pena la perdita dello status.
Lo scenario dello scalo bresciano, ha ricordato l’assessore Cattaneo, “è critico”. Ogni giorno la perdita si assesta sui 20mila euro e in un anno si raggiunge quindi una cifra pari a circa 8 milioni di euro. “Nel 2009″, ha aggiunto, “si sono registrati 203.582 passeggeri che nel 2010 sono scesi a 164.640 e a novembre 2011 (ultimo dato disponibile) addirittura a 33.097: un crollo pur in presenza di un dato cargo stabile dal 2009 con una movimentazione di circa 36mila tonnellate di merci.
La programmazione strategica di Regione Lombardia, “praticamente immutata da quindici anni”, ha precisato l’assessore, prevede Malpensa come aeroporto internazionale e intercontinentale, Linate come City Airport, Orio al Serio per le compagnie low-cost e Montichiari per cargo e “riserva per capacità futura” con un’ipotesi di raggiungere nel 2015 i 3 milioni di passeggeri e le 360mila tonnellate di merci: “Per questi obiettivi sono state previste la fermata dell’alta Velocità ferroviaria e il nuovo sistema delle tangenziali della provincia di Brescia”.
“La risposta dell’Assessore Cattaneo ha purtroppo confermato i nostri timori”, hanno dichiarato Girelli e Ferrari, “oggi ha confermato quello che noi sostenevamo da tempo, ovvero l’incapacità delle istituzioni locali bresciane nell’affrontare la questione dello scalo: nel suo intervento infatti ha precisato che in questi anni si sono registrate l’inadeguatezza della Provincia e la completa assenza del Comune di Brescia dalla partita di Montichiari”.
E il tavolo regionale? “Visti i tempi ristretti e la confusione e il disinteressamento di Provincia e Comune di Brescia è bene che la Regione prenda da subito in mano la situazione senza aspettare l’esito di incerte trattative locali (tra cui ci sarebbe l’ipotetica svolta bresciana). E’ stato perso fin troppo tempo e il rischio di veder fallire il progetto Montichiari si fa sempre più vicino”.
 
La programmazione strategica di Regione Lombardia, “praticamente immutata da quindici anni”, ha precisato l’assessore, prevede Malpensa come aeroporto internazionale e intercontinentale, Linate come City Airport, Orio al Serio per le compagnie low-cost e Montichiari per cargo e “riserva per capacità futura”

Una programmazione strategica che ha portato risultati encomiabili. Giusto vantarsene e oltremodo giusto insistere.
 
Una programmazione strategica che ha portato risultati encomiabili. Giusto vantarsene e oltremodo giusto insistere.

Alcuni consiglieri, non faccio nomi, hanno apprezzato l'intervento sottolineando come la "riserva capacità futura" sia un segnale nuovo e positivo, in quanto prima si parlava solo di cargo.
 
Siccome l' Italia in questa fase ha bisogno di soldi e non di debiti l' unica soluzione é mettere in gara europea ventennale la concessione e che vinca il migliore, possibilmente totalmente privato, che ci metta di proprio il rischio d'impresa, se la gara andasse vuota, si chiude e arrivederci a tempi migliori!
 
Da L'arena.it

Verona. Dopo 90 giorni dall'uscita di scena del precedente direttore generale, Massimo Soppani da Venezia, arriva oggi all'aeroporto Valerio Catullo il nuovo manager al quale è affidato il rilancio degli scali di Verona e Brescia. Un Marchionne degli aeroporti, come avevano scritto una decina di giorni fa, Carmine Bassetti, classe 1957, nato in Canada ma italiano, un lungo curriculum che comprede anche gli aeroporti di Roma e ultimamente a capo del secondo sistema aeroportuale di Istanbul, il Sabiha Gökçen, specializzato nel low cost e in grande espansione, a 45 chilometri dalla metropoli, terzo scalo della Turchia. Un aeroporto, per capirci, che nel 2011 ha fatto registrare ben 13 milioni e mezzo di passeggeri, una dimensione quattro volte superiore a quella del Catullo. Insomma, un manager con indiscussa esperienza internazionale e che il presidente Paolo Arena ha fortemente voluto per affidargli il difficile compito, al di là del risanamento e della pulizia dei conti, di rimettere sulla giusta rotta il sistema aeroportuale del Garda che si trova nelle ben note situazioni critiche. Duro sarà il compito per il nuoovo dg Bassetti che dovrà vedersela con la pesante eredità della passata gestione e le inchieste della Guardia di Finanza che da qualche settimana sta setacciando gli uffici dell'aeroporto Catullo su disposizione del Procuratore capo Mario Giulio Schinaia per accertare eventuali evidenze di malagestione, siano esse assunzioni o contratti. Dal riserbo degli inquirenti trapela solo che è stata acquisita molta documentazione da vagliare e che sono stati ascoltati impiegati e funzionari. CONTRATTI. Se è stata risolta la grana dell'acquisto dell'area Calzoni (destinata a parcheggio) grazie all'accordo tra i legali delle due parti e il Catullo può così risparmiare 22 milioni di euro annullando il preliminare che era stato firmato dal presidente uscente Fabio Bortolazzi, ciò non significa che vi sia completa soddisfazione ai vertici dell'aeroporto. C'è infatti ancora da risolvere il contratto capestro con Ryanair firmato dall'allora direttore generale Massimo Soppani, che mette le ali di piombo all'aeroporto Catullo impedendogli di decollare: sono previsti per cinque anni incentivi altissimi per ogni passeggero portato a Verona (circa 16 euro più il servizio di handling) il che significa che paradossalmente il Catullo deve pagare a Ryanair qualche milione l'anno e che più passeggeri arrivano con la compagnia di O'Leary e più sale il prezzo da pagare. Un contratto che sarà ora oggetto di nuovi tentativi di revisione da parte veronese: non si capisce infatti come mai molti altri aeroporti riescano a guadagnare con il low cost di Ryanair mentre il Catullo deve rimetterci per cinque anni. Perché? BRESCIA. Abbiamo visto finora due aspetti molto pesanti relativi a scelte precedenti che hanno appesantito i bilanci del Catullo portandolo sull'orlo del fallimento. La terza scelta strategica da affrontare e risolvere grazie all'esperienza e alla competenza di Bassetti sarà l'accordo con Brescia per far ripartire l'aeroporto di Montichiari che pesa sulle casse aeroportuali per 8 milioni di euro l'anno. Come è noto, si cercherà di creare una società di gestione ad hoc per Brescia, a maggioranza bresciana, che abbia la sub-concessione dello scalo e che veda Verona con il 30 per cento e la golden share. Un progetto che prevede per i bresciani un canone annuo di noleggio delle infrastrutture e dieci milioni di euro di investimento iniziale. Dopo di che si devono trovare investitori per mantenere in piedi lo scalo, che in caso contrario rischia di chiudere perché i cargo notturni attuali non sono certo sufficienti per dare redditività. EFFICIENZA. La sistemazione del modello aziendale su Verona e Brescia dovrà portare anche a un efficientamento del personale, obiettivo che nella passata gestione non è stato raggiunto visto che i problemi con le società di handling continuano, le assunzioni sono aumentate e le vertenze sindacali non si placano, sia a Montichiari che al Catullo. Una situazione delicata che ha portato i nuovi vertici del Catullo a dare ulteriori segnali di discontinuità: da gennaio non si occupa più di relazioni sindacali il consulente che era stato contrattualizzato per questo compito dall'ex direttore generale Massimo Soppani e che con lui aveva avuto rapporti sindacali quando entrambi, in ruoli diversi, erano all'aeroporto di Venezia.M. Batt.