Come da titolo lancio di Corriere.it, l' aeroporto dovrebbe essere SHEREMETYEVO (secondo skytg24)
Speriamo bene...
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Come da titolo lancio di Corriere.it, l' aeroporto dovrebbe essere SHEREMETYEVO (secondo skytg24)
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IL COMMENTO ■ ANDREA ARTONI
QUANDO SULL'AEREO IN VOLO SI SPENGONO TUTTI I MOTORI
Che i motori di un aeroplano di li*nea si fermino improvvisamente in volo di crociera è un fatto ra*rissimo nella storia dell'aviazio*ne civile.
Gli unici altri casi registrati sono quelli del Douglas DC9 ALM alle Antille nel 1970, del Boeing 747 British Airways che ingerì ceneri vulcaniche sull'Indonesia (spe*gnimento volontario dell'equipaggio per precauzione), del Boeing 767 Air Canada in volo da Montreal a Edmonton nel 1983, del Boeing 767 Ethiopian alle Comore nel 1996, e dell'Airbus A330 Air Transat in vo*lo da Toronto a Lisbona.
Generalmente, si trattò di esaurimento del carburante (per guasti o errori nel rifornimento) con varie concause (dirottamento forzato per condi*zioni meteorologiche o per azione terrori*stica), e tre di essi si conclusero senza dan*ni. Gli altri casi registrati riguardano la fa*se iniziale o finale del volo: per ingestione nei motori di volatili o di grandine di gros*se dimensioni o per ostruzione dei tubi di alimentazione ai motori.
Quest'ultimo è il caso che riguarda il Bo*eing 777 della British Airways che ha tocca*to terra a Londra Heathrow poche decine di metri prima della pista.
La scrupolosa inchiesta condotta dall'Air Accident Investi*gation Branch britannico ha rivelato che l'incidente fu dovuto al ghiacciamento del*l'umidità contenuta nel carburante. Le par*ticelle ghiacciate, addensandosi nei filtri, avevano bloccato l'afflusso.
Il fenomeno è stato attribuito al fatto che l'aereo era stato rifornito in ambiente molto caldo e umido a Pechino e alla lunga durata del volo ad altissima quota (temperatura -60 °C).
Nel caso del Tupolev 154 della Daghestan Airlines, che sabato scorso ha dovuto atter*rare planando - con tutti e tre i motori fer*mi, e quindi con quasi tutti gli strumenti non funzionanti - all'aeroporto moscovita di Domodedovo, le ipotesi si concentrano proprio sull'impianto carburante.
Da una parte, si considera che si tratta di un modello di aereo vecchio e tecnologica*mente superato, per il quale vi è scarsità di pezzi di ricambio, e quindi si deve ricorre*re alla cannibalizzazione, reperendo i pez*zi in aerei non più efficienti (in Russia se ne vedono tanti, ai margini degli aeroporti). Dall'altra, è proprio il persistere di una tem*peratura polare (media -20 °C), che da qualche tempo attanaglia la regione di Mo*sca, che si pensa abbia potuto innescare il fenomeno del blocco dei filtri nei serbatoi dell'aereo. I serbatoi, infatti, si trovano tut*ti nelle ali: è lo stesso cassone formato dai due elementi strutturali principali (longhe*roni) e dalle lamiere di rivestimento che li uniscono, a costituirne il vano.
A peggiorare la situazione, oltre alla man*canza di strumentazione adeguata (l'elet*tricità a bordo viene fornita dagli alterna*tori applicati ai motori), vi è stato lo stra*to nuvoloso basso, che ha consentito ai pi*loti di vedere la pista soltanto a una quo*ta di 150 metri. La tardiva correzione del*la traiettoria ha fatto sì che l'aeroplano toc*casse terra sul prato innevato a destra del*la pista.
Anche se la velocità è stata forza*tamente superiore al normale (si stima pros*sima ai 370 km/h), tutto avrebbe potuto ri*solversi in un grande spavento, se un pic*colo rialzo del terreno non avesse bloccato la scivolata del Tupolev, che si è spezzato in tre parti. Il basso numero di vittime fra i 160 passeggeri e nove persone d'equipag*gio è dovuto al fatto che non vi è stato in*cendio: il cherosene ha una temperatura d'accensione molto alta, e il freddo e la to*tale mancanza di energia elettrica hanno influito positivamente.
corriere del ticino, oggi