[TR] Viaggio nelle terre dove son belli persino gli uomini


aless

Moderatore
12 Settembre 2006
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GUIDA ALLA LETTURA
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Per carità, ognuno ha il suo stile di scrittura, ma per me ogni TR dovrebbe avere una trama, un filo conduttore, un qualcosa capace cioè di legare tra loro delle informazioni solo apparentemente slegate le une dalle altre.

Avendo avuto modo di provare in un unico viaggio 3 compagnie concorrenti, nonchè alcuni aeroporti messi anche loro l'uno contro l'altro, ho deciso quindi che a fare da trait d'union in questo Racconto saranno i confronti e i paragoni, tra compagnie aeree e infrastrutture di trasporto.

Che palle, direte voi.

Avete pienamente ragione, rispondo io.

A mia parziale discolpa, ci tengo a precisare come la prima bozza di questo TR che ho proposto al Direttivo dell'Associazione prevedesse di comparare, al posto degli aerei, i caratteri morfologici ed estetici delle popolazioni femminili di Danimarca, Svezia, e Olanda. Che poi è dove sono andato.

Il riscontro è stato però decisamente freddo, inframezzato a continui riferimenti agli OT e ai contratti pubblicitari già stipulati con le aziende di snack salati. L'unica cosa che sono riuscito a strappare al Direttivo - ma solo perchè lì ne ho fatto una ragione di onore e principio - è stata il volare in Y, contrariamente alle loro pretese di mandarmi in giro esclusivamente in C.

Se volete il mio personalissimo parere, tarpare così brutalmente le ali alle firme storiche del Forum è solo controproducente, e infatti l'emorragia di lettori è oltremodo evidente, ma fin quando saranno loro a pagarmi lo stipendio, non posso che adeguarmi.




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GUIDA ALLA LETTURA
INTRODUZIONE - La pianificazione
CAPITOLO I - SUF-FCO
CAPITOLO II - CIA-CPH
CAPITOLO III - [OT] Copenaghen e Malmö
CAPITOLO IV - CPH-AMS
CAPITOLO V - [OT] Delft e la Randstad
CAPITOLO VI - RTM-FCO-SUF
 
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INTRODUZIONE - La pianificazione
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Tutto comincia la sera del 13 giugno, durante l'intervallo di Italia-Belgio a EURO2016.

Tecnicamente ubriaco già dal pre-partita, mi ritrovo a discutere animatamente del mercato estivo della Juventus con una mia amica, che dal canto suo credo fosse alticcia già dal primissimo pomeriggio. Comunque la vogliamo mettere, e complice l'adrenalina scatenata da un primo tempo spumeggiante, è finita che abbiamo scommesso una cifra folle sulla possibile cessione di Paul Pogba al ManUTD, e per folle intendo un qualcosa che lei - serio e stimato medico - guadagna netto in un paio d'ore, e io in un paio di decenni.

Sono seguiti giorni d'inferno e di sudori freddi. 46 per l'esattezza. Infiniti.

Finchè sta benedetta cessione è arrivata, permettendomi così di svincolare i fondi già impegnati per le spese cardiologiche, e di allocarli al budget "Finalmente mi faccio anch'io una vacanza".

Danimarca, si diceva, e la sua capitale Copenaghen, dove amici mi invitavano da tempo, e dove soprattutto devo recuperare la percentuale relativa a un precedente lavoro di intermediazione commerciale. Un volta in giro da quelle parti, decido di allungare per l'Olanda, a Delft, sempre per rispondere agli inviti di un altro amico. Perchè a furia di viaggiare finisci per conoscere tanta di quella gente in giro per il mondo che, ovunque ti trovi, hai sempre qualcuno che avresti il piacere di rivedere.

Partendo da SUF, AZ e AB offrono comodi voli con scalo per CPH, ma a prezzi davvero proibitivi. Non cari, quasi ridicoli.

Sempre rimanendo nelle opzioni dirette con scalo (scusate l'ossimoro), ci sarebbe l'alternativa Star Alliance e affini teutonici, visto che su SUF volano LH, LX, OS, 4U, e EW. Ma anche in questo caso, volare con un unico PNR da SUF a CPH è roba per portafogli gonfi.

Ultima opzione sarebbe infine un volo (davvero) diretto sui tanti charter che nella stagione estiva popolano il principale scalo calabrese, e che spesso vendono separatemente alcuni posti. Escludo però anche quest'ultima opzione, sempre per praticità ed economicità.

Opto insomma per una mega-connessione fai da te.

Una volta giunti a Roma da SUF, si può proseguire per CPH con SAS (FCO) o Ryanair (CIA), entrambi a metà mattinata e con una differenza di prezzo di circa 50e.
Decido di volare irlandese la sera prima per Roma, cenare in famiglia, e ripartire la mattina dopo scegliendo di nuovo l'Arpa da Ciampino, la cui logistica mi viene più comoda.

SAS invece la proverò da Copenaghen a Delft, via AMS, a prezzi e orari assolutamente ottimi.

Al ritorno opterò per Transavia da Rotterdam, che mi porterà a FCO con un margine tale da prendere comodamente l'ultimo volo della giornata per SUF, sempre con FR.

L'itineraio finale sarà questo:

SUF-FCO / CIA-CPH / CPH-AMS / RTM-FCO / FCO-SUF

5 voli di sola andata, tutti slegati tra loro.
6 aeroporti.
3 compagnie.

Se comparazione voleva essere, di materiale credo ce ne sia abbastanza.



Possiamo andare.




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CAPITOLO I - SUF-FCO
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SUF è un aeroporto piccolo e bisognoso di ammodernamento, che però continua ad essere uno degli scali più efficienti in cui mi sia mai capitato di passare, ovviamente tra quelli di piccola taglia.

Dal centro di Lamezia Terme (ovvero da un'entità geografica che tecnicamente non esiste) sono 15 minuti di macchina, media approssimativa calcolata tra i 20 minuti col traffico, e i 10 di acceleratore spinto. Quando volo con bagaglio a mano, calcolo quasi sempre i tempi in modo da arrivare ad imbarco già aperto.

Questo è il pro.

Il contro è che quando, come stavolta, si arriva in aeroporto con larghissimo anticipo (circa 2 ore), non c'è assolutamente nulla da fare.

Se non scattare foto casuali e annoiate.
(Disclaimer per tutto il TR: è la prima uscita con la nuova reflex, dunque molte foto sono al di sotto delle aspettative perchè l'ho levata dal cellophane praticamente prima di uscire di casa)



Uno dei parcheggi principali, con lo sfondo lontano della Cava di Caronte - forse il principale landmark lametino - che si sviluppa alle pendici del Monte Mancuso, dove moderne centrali di telecomunicazione affiancano la vecchia (?), dismessa (?), e omonima base NATO.



FIDS.
JFK ci fa un baffo.





Pure Oliviero Toscani ci fa un baffo.



Polo intermodale.







Esteticamente discutibile, SUF rimane una delle architetture più riconoscibili dell'intero panorama aeroportuale italiano.







Come per l'esterno, anche l'interno dell'architettura aeroportuale mantiene la stessa peculiarità architettonica, con la differenza che, se all'esterno pochissimo è cambiato oltre alla comoda pensilina e ad alcuni arredi, all'interno lo spazio è stato completamente rimaneggiato. Con risultati discutibili, e fatti di sovrapposizioni confuse che non si sposano per niente con una struttura pensata per funzionare in maniera differente.

Un po' di storia.

L'unico terminal di SUF si sviluppa in lunghezza parallelamente alla strada d'accesso, con arrivi e partenze posti ai due estremi di quello che è un unico e lungo volume. Solo negli ultimi anni sono state fatte delle addizioni sul lato partenze, per rispondere alle esigenze di aumentato traffico.

Nella struttura originaria, però, tutto il lato lungo che dà sulla strada era disseminato di accessi diretti, questi:



(foto d'archivio)



Questa era una soluzione di sicura e decisa comodità, tanto che, fino a non molto tempo fa, con check-in online e bagaglio a mano si poteva scegliere un percorso che, dallo sportello della macchina ai controlli di sicurezza, era lungo una ventina di metri.

Ora invece tutti gli accessi secondari sono stati sbarrati tranne l'ultimo sul lato arrivi, che velocizza l'uscita, e per accedere all'aeroporto bisogna passare per l'ingresso principale posto a metà del Terminal. Questo:



Il motivo di simili modifiche è presto detto: oggi, per imbarcarsi bisogna obbligatoriamente passare davanti ai pochi negozi dello scalo. Per intenderci, nei miei ricordi d'infanzia l'ingresso principale nemmeno esisteva, e l'ho scoperto solo quando hanno finito per chiudere tutti gli altri.

Una volta entrati dall'ingresso principale, oggi ci si ritrova davanti a questa parete di cartongesso, che altro non è che l'espansione commerciale dell'area airside, fatta a discapito di quella landside:



Si è insomma venuto a creare un vero e proprio corridoio, prima inesistente...



...quando invece l'architettura interna era stata progettata a volumi.

Si possono apprezzare le forme originarie nella sala check-in, l'unica rimasta sostanzialmente inalterata.





"Ultimamente" - lemma che sul fuso calabrese indica un periodo di tempo almeno quindicennale - si sta facendo un gran parlare della possibile sostituzione del terminal passeggeri con una nuova struttura. Soprattutto al meridione, quando si parla di aeroporti e infrastrutture di trasporto ci si fa sempre prendere dal gigantismo e dall'esuberanza, fantasticando di megaporti che fungano da volano di sviluppo (poche cose mi irritanto più dell'espressione "volano di sviluppo"), quindi non vedo perchè a Lamezia dovremmo essere da meno. A maggior ragione visto che parliamo del principale scalo regionale, oltre che tra i più importanti del meridione.

Per una volta, però, la cosa non è priva di senso, perchè il terminal passeggeri di SUF non ha assolutamente nulla di quello che si conviene ad una moderna struttura aeroportuale: la sua concezione progettuale è infatti figlia di quella stagione di onanismo architettonico in cui si è violentemente frainteso il concetto di funzionalismo, e che sempre sia stramaledetto Charles Jeanneret.

Comunque lo si dimensioni, un aeroporto come SUF sarà sempre sbagliato, perchè se si prendono in considerazione le medie invernali, d'estate scoppierà, mentre se a riferimento si prende la settimana di ferragosto, nel resto dell'anno sarà una cattedrale nel deserto. Per far fronte a questo problema elementare, la soluzione è un'impostazione di tipo modulare, che permetta cioè di adattare la struttura del terminal alle diverse esigenze stagionali.
Lo stesso bisogno di modulazione è poi fondamentale a fini commerciali, considerato che, volenti o nolenti, gli aeroporti sono oggi degli enormi mall che contribuiscono a farci volare a 19,99e tutto incluso, per non parlare di quell'enorme potenziale inespresso di promozione (si legga "vendita") dei prodotti locali, a cui un'area commerciale ben fatta potrebbe contribuire. Le foto di prima sono eloquenti, quelle cioè in cui si vede come per aprire un negozio di prodotti tipici sia stato necessario strappare spazio all'area landside, in un punto dove d'altro canto c'era uno spazio non serviva a niente.
A proposito, lo sapevate che, fino a più meno il 2000-2001, SUF aveva un'enorme vetrata sulla pista, nell'area arrivi? Da piccolo mi ci incollavo sempre quando andavamo a prendere qualcuno. Anche quella andata via, per fare spazio al bar landside.

Insomma, la struttura odierna è un insieme di enormi volumi fissi, con infiniti e assurdi vuoti sviluppati in altezza e impossibili da sfruttare, e che lascia uno spazio non sufficiente agli spazi commerciali. Perchè negli anni '70 il trasporto aereo funzionava diversamente, ma soprattutto perchè quest'aeroporto è stato pensato per essere bello e non per svolgere efficientemente la funzione assegnatagli. Attenzione: non dico che l'alternativa debba essere una tensostruttura avveniristica in vetro e acciaio progettata di Rem Koolhaas con la consulenza delle migliori menti di Cranfield, perchè anche un capannone prefabbricato potrebbe svolgere benissimo la stessa funzione. Dico solo che, in effetti, questa struttura non va più bene. E non perchè sia brutta.

Qui però mi fermo.
Si era detto in principio che questo sarebbe stato il TR dei confronti, quindi magari sul punto ci torniamo in seguito.

In compenso, arrivato agli imbarchi incontro un amico, e tra una chiacchiera e l'altra si fa presto l'ora della partenza.



Non so altrove, ma a SUF l'imbarco di Ryanair comincia non appena l'aereo ha toccato la pista, e a volte pure prima. Praticamente l'aereo atterra, sbarca, rassettata, imbarco e via. Non c'è un tempo morto.

Per loro.

Per i pax sì, e si aspetta qua:







La lotteria del check-in ritardato (sempre via app, che non mi fermerò mai di elogiare) stavolta mi ha assegnato il 32F, in coda all'aereo.





FR credo che a SUF viaggi sempre con un 90-100% di riempimento. Impressionante. Quasi non ricordo di aver mai visto posti liberi.

Immaginate quindi il caos, altro che le scene con TK descritte dal nostro maestro biellese.

A rendere ancor più complicata una situazione resa già difficile dall'antropologia, contribuisce il fatto che, per motivi a me sconosciuti, da queste parti funziona che la valigia la smolli nel primo buco che trovi nella cappelliera, indipendentemente dal posto assegnatoti.

Come si diceva, io ho il 32F, e sono salito nella prima metà dell'ondata d'imbarco. Una volta a bordo, tutte le cappelliere della mia zona erano però già occupate da bauli ottocenteschi, e per trovare un buco libero sono dovuto arrivare fino a metà aereo. Lo stesso è capitato a quelli seduti davanti, con il risultato di una fiumara di persone che vagava su è giù per l'aereo, in cerca di un rifugio per i propri averi. La tipa seduta davanti a me, forte dell'esperienza o delle sue forme provocanti, c'ha del tutto rinunciato, e ha sistemato il trolley nel corridoio, con sommo stupore dell'a/v che mi è sembrato più incredulo che incazzato.

Boh, l'unica possibile spiegazione è che all'epoca dell'area industriale ci hanno avvelenato l'acqua e la gente è impazzita, altrimenti non me lo spiego. Ogni volta che volo su SUF è il finimondo. Sull'Addis Ababa - Mekelle non volava una mosca, qua il delirio.

Inumanità a parte dei tempi d'imbarco e di sbarco, il volo è filato via senza particolari degni di nota.

Sulle foto in notturna dal finestrino non ci siamo proprio. Devo studiare bene i settaggi della reflex perchè ancora non c'ho capito nulla.



Attacchiamo al finger.



Credo che mi ci siano voluti 15 minuti dall'apertura delle porte prima di riuscire a scendere. Perchè di nuovo tutta la cabina doveva fare avanti e indietro per recuperare i bagagli.
Ripeto: manco in Etiopia.

In compenso, FCO è già da un bel po' che si presenta sempre in maniera più che dignitosa.









Lo chauffeur mandato dall'Associazione è già fuori che mi aspetta, e in un attimo siamo a casa.






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Altro giro altra bestemmia.

Per andare a CPH ho scelto di volare Ryanair da CIA anzichè SAS da FCO. Perchè 50e di differenza sossordi, perchè sul corto-medio le LLCC e le legacy quasi si equivalgono, perchè non volavo da CIA da una vita e raggiungerlo mi sarebbe stato più semplice ed economico, perchè avrei avuto un'ora in più a CPH, perchè tendenzialmente preferisco gli aeroporti piccoli a meno di transiti lunghi, e credo basta. Tiè, a FCO avevo la lounge, ma mi interessava poco.

Il giorno prima di partire ho comprato il transfer via bus da Termini con Terravision, scegliendo l'orario più consono in termini di comodità e margine di sicurezza: 08:50.

Sbagliando puntualmente uscita della Metro come da 15 anni a questa parte, ma con calma serafica, arrivo qui:



Un'altra giornata di meteo superbo, come lo sarà ogni giorno di questa vacanza.



La fermata Terravision è lungo Via Giolitti, poco prima dell'uscita di quello strazio che è il binario 25, ma io sono bello e il mezzo lo prendo da qua:



Il tipo mi carica la valigia e salgo a bordo.



Ma questo è un taxi. Direte voi.

Praticamente questi infami che cosa fanno? Sul sito ti danno una serie di tratte con gli orari e la possibilità di acquistare il biglietto per uno specifico orario, tu ti fai i tuoi calcoli e procedi con l'acquisto, il giorno dopo vai alla fermata, e scopri che in realtà di quello che hai acquistato non gliene potrebbe fregare di meno, e invece ci stanno solo le corse che hanno deciso loro.

A questo punto le opzioni sono 2: o metti le mani al collo del povero Cristo che hanno mandato da solo a gestire la fermata e ti fai portare a CIA in spalla da lui/lei, oppure ti vai a cercare un taxi, magari smezzandotelo con quella ragazza che hai appena incontrato e che ha un volo al tuo stesso orario.

Per principio vi consiglio di non viaggiare mai con Terravision, mentre di cuore vi consiglio di non acquistare MAI un biglietto in anticipo con loro, né di guardare i loro orari. Ecco, una cosa del genere manco nella tanto bistrattata Calabria.

Vabò, travaso di bile a parte arriviamo qua.





Viaggiate con chi volete, ma state alla larga da Terravision.



Sarà la bella giornata di tarda estate, ma la breve attesa è stata molto piacevole. Tanta gente, tanto rilassata, a prendere il sole o a ingannare il tempo all'esterno. Tutto molto quieto, pulito, e ordinato. Erano forse 4-5 anni che non volavo da qui, ed è stata un'esperienza molto piacevole.



Completo tuta in acetato nero, una taglia più piccola, chiusa ermeticamente, calza di spugna nera, scarpa pesante nera, e 3 Marlboro rosse fumate a schianto l'una dietro l'altra. Ho sudato solo a ripensare alla scena.



L'altra cosa che ricordo di CIA era il suo essere estremamente caotico, congestionato, e isterico, per via soprattutto delle policy bagaglio e di imbarco di FR. Stavolta invece c'era la pace.



La fila ai controlli, a cui si accede anche qui tramite tornelli automatici, come al T1.
Anche qui come a SUF, sebbene con le dovute proporzioni, mi piace molto il fatto che l'accesso ai controlli sia immediatamente davanti all'ingresso della stazione.



Il pianoforte a FCO sarà figo quanto vuoi, ma vuoi mettere con questo???



Non faccio in tempo a raggiungere il mio gate, che con ampio anticipo aprono l'imbarco.





Anche qui nessuna scenata: la gente si è messa in fila nel serpentone senza alcuno stress. Certo che pure ADR pero! Le ci sono voluti 10 anni per mettere in nastri per le code.

Oggi si vola con EI-FOG, che...



...con mio sommo piacere...



...è uno di quelli che...



...ha in nuovi interni!











Non solo i sedili, ma anche pannello, tetto, e cappelliere sono diversi.







L'imbarco procede spedito e tranquillo. Se penso a come queste siano la stessa nazione e la stessa compagnia del volo di ieri sera, me ne sorprendo.



Giusto lei fa un po' di ritardo, ma siamo perfettamente in linea con lo schedulato.



Posso comodamente accavallare le gambe.



Giudizio sintetico: una bomba.

Giudizio strutturato: io volo spesso con FR, e da quando hanno adottato l'assegnazione dei posti e la nuova policy bagaglio, volare con loro ha perso molto dello stress che aveva un tempo. In più la puntualità è quasi sempre una certezza, l'app permette una gestione assoluta del viaggio, e in caso di assistenza la chat si è dimostrata utile. Da qualche tempo a questa parte, insomma, la scelgo volentieri e non solo come ripiego economico, persino a parità di condizioni come successomi a questo giro con SAS. Considerate che la mia alternativa con i competitor è la Y, a volte con tariffa light, senza privilegi nè in aeroporto nè a bordo. Tutto ciò che ho detto, insomma, viene meno se si vola in biz class, o con una CFA/CFP nel portafoglio.
Per quelli che sono i miei gusti, l'unico vero, enorme, difetto di FR sono sempre stati i suoi interni claustrofobici, con quel pitch striminzito che davvero mi leva l'aria.
Con i nuovi interni dove la differenza di legroom, per me che sono 1,70, è realmente apprezzabile, anche quest'ultimo punto a sfavore viene meno. Se venissero estesi con decisione su tutta la flotta, per me passeggero abituale di Y Ryanair diventerebbe decisamente una delle prime scelte. Spero di aver reso il concetto.
Dei sedili superslim molti lamentano la scomodità, soprattutto sui voli più lunghi (questo di oggi è di più di 2 ore). Ecco, io non mi sono nemmeno accorto della differenza, anche perchè le alternative non superslim non sono certo le poltrone di US Airways degli anni '90.
Quello che ancora proprio non riesco a sopportare? Gli annunci. Uno strazio. Specie quello dei gratta&vinci, in cui giocano sulla più profonda stupidità italica, tra l'altro facendo intendere che tutto il ricavato andrà al Meyer di Firenze...

Vabò, partiamo.







Le ex ammiraglie di Stato.



E via per questa tempesta di sereno.





I Colli Albani.



E il Lago Albano.



Quindi inversione a U, e via per il Tirreno.



Le Riserve Naturali di Malafede e del Litorale Romano, oltre all'enorme Tenuta di Castel Porziano.



Infernetto e, a nord della Colombo, Casal Palocco.



Fiumicino, FCO, e il meraviglioso Lago di Traiano.



Da qui lasciamo la costa e ci buttiamo nell'entroterra.





Lasciamo il suolo patrìo dalle parti di Schio, dove ci buttiamo tra le Dolomiti e dove si fermano le mie conoscenze geografiche. Anzi se qualcuno nota qualcosa di carino me lo faccia sapere!



Dopo di che è solo meraviglia.





Valle di...?













E da qui in poi, piattume teutonico.



Lago Ammersee, mentre Monaco sta dall'altra parte della cabina.





Norimberga.



Parlare di questa procedura subito dopo aver sorvolato le Alpi, per un secondo fa venire la pelle d'oca.
In pieno sereno, si accende il segnale delle cinture, con tanto di annuncio da parte dell'ottimo capocabina.

Segue parlottata al telefono.



La porta si apre e lo sbarbatello viene buttato dietro con decisione.



Ne esce il pilota, che fa una brevissima pausa caffe e una sosta al bagno.



Dopodiché bussa...



...entra...



...e lo sbarbatello viene rilasciato. Ha la faccia provata.



Nel frattempo incrociamo una spruzzatina di chemtrail...



...sorvoliamo Magdeburgo...



...l'Elba...



...e quindi Rostock, sede della più prestigiosa accademia di lingua italiana all'estero.



Danimarca infine.







E l'area metropolitana di Copenaghen.





Il Ponte di Oresund, di cui una parte è un tunnel sottomarino.





Per allinearci, infatti, arriviamo fino in Svezia...







...giriamo attorno a questa centrale nucleare...



...e siamo in finale.







Terra. O torre.



Loro caricano e scaricano.



Noi invece ci fermiamo, praticamente nello stand più lontano di tutto l'aeroporto.



Il nostro prode EI-FOG.



Dentro siamo subito avvolti dal designo norreno...







...che è bene farsi piacere visto che ci sarà moooolto da camminare.





Fuori è un cantiere...



...dentro è un gioiellino.







Si esce qui...



...e si finisce in un minuto dentro la metro.






Alle prossime puntate...




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Molto bello e ben documentato. Varcare le Alpi è sempre un'emozione incredibile, sia d'estate che d'inverno.
Stupenda la foto delle scie cimiche, vero problema dell'umanità tutta.
Infine molto interessante la storia di SUF. Ad AHO 2 settimane fa hanno inaugurato la nuova zona negozi, ottenuta con le stesse modalità che hai descritto per Lamezia, ovvero rivendendo gli ingressi, ristrutturando per accumulo un pezzo della vecchia aerostazione, allungando il percorso in modo da costringere tutti a passare per i negozi. Del resto Malpensa docet: gli aeroporti che non riescono a reggersi con il solo traffico cercano ricavi incrementali nelle attività non aviation, trasformando gli aeroporti in piccoli (o grandi, a seconda) centri commerciali.
 
Bellissimo inizio, complimenti. Le scene che hai visto a Suf sono le stesse che si vedono a Cag con l'aggiunta di passeggeri che salgono dietro per andare alla fila 1 e viceversa.
Se posso che macchina hai preso?

Inviato dal King Kamehamea Club
 
molto bene come inizio! bravo!

Grazie!

Mi piace!
Aspetto il resto :)

E grazie anche a te.

Molto bello e ben documentato. Varcare le Alpi è sempre un'emozione incredibile, sia d'estate che d'inverno.
Stupenda la foto delle scie cimiche, vero problema dell'umanità tutta.
Infine molto interessante la storia di SUF. Ad AHO 2 settimane fa hanno inaugurato la nuova zona negozi, ottenuta con le stesse modalità che hai descritto per Lamezia, ovvero rivendendo gli ingressi, ristrutturando per accumulo un pezzo della vecchia aerostazione, allungando il percorso in modo da costringere tutti a passare per i negozi. Del resto Malpensa docet: gli aeroporti che non riescono a reggersi con il solo traffico cercano ricavi incrementali nelle attività non aviation, trasformando gli aeroporti in piccoli (o grandi, a seconda) centri commerciali.

Il moderno trasporto aereo ha pochissimo in comune con quello di un tempo, e le infrastrutture a questo adibite devono necessariamente adeguarsi. Nemmeno a me piace la forca caudina dei negozi, però mi rendo conto di come faccia parte dell'ineluttabilità dei tempi. Inoltre non è nemmeno del tutto sbagliata come cosa: in posti come la Calabria o la Sardegna, i turisti e specie quelli dei TO non sempre riescono a interagire con i commercianti locali, perchè magari fanno aeroporto-resort-aeroporto senza aver modo di girare per paesi e negozi. E anche quando questo fosse possibile, non sempre gli esercizi commerciali sono all'altezza (conosco tante produzioni agroalimentari di qualità dalla mie parti che però non hanno negozi sparsi per il territorio). In questo senso, l'idea degli aeroporti mall non è del tutto sbagliata, ma, appunto, bisogna che siano progettati in quest'ottica. A SUF il potenziale è alto, sebbene il suo attuale sfruttamento sia fortemente limitato.

Mi piace e belle le foto. Reduce da tentativi di fotografare in volo ammiro la fatica

Grazie Silvano. Sulle foto in notturna ancora però non ci siamo proprio...

le foto dall'alto sono spettacolari, complimenti.

Grazie mille!

View attachment 8954
Nella foto quella valle è la val di Non in Trentino, con il lago di S. Giustina, e in verticale sulla destra la Val di Sole.

Ero sicuro che qualche alpino sarebbe venuto in soccorso. Grazie per le precisazioni.

Bellissimo inizio, complimenti. Le scene che hai visto a Suf sono le stesse che si vedono a Cag con l'aggiunta di passeggeri che salgono dietro per andare alla fila 1 e viceversa.
Se posso che macchina hai preso?

Inviato dal King Kamehamea Club

EI-EVH per FCO, e EI-FOG per la CPH, se a questo ti riferivi.

Per le scene a bordo, ti assicuro che non voglio fare il razzistello da due soldi, anche perchè io a SUF ci sono nato e c'ho vissuto, però le scene viste qui non le ho viste davvero mai da nessuna parte, CAG incluso, che è uno degli aeroporti che più ho frequentato in Italia.
Ricordo una volta un Cpt inglese di U2 che, scusandosi per il ritardo con cui si concludevano le operazioni di turn-around, aggiunse "purtroppo partire in orario da qua è quasi impossibile".
 
Molto bello e ben documentato. Varcare le Alpi è sempre un'emozione incredibile, sia d'estate che d'inverno.
Stupenda la foto delle scie cimiche, vero problema dell'umanità tutta.
Infine molto interessante la storia di SUF. Ad AHO 2 settimane fa hanno inaugurato la nuova zona negozi, ottenuta con le stesse modalità che hai descritto per Lamezia, ovvero rivendendo gli ingressi, ristrutturando per accumulo un pezzo della vecchia aerostazione, allungando il percorso in modo da costringere tutti a passare per i negozi. Del resto Malpensa docet: gli aeroporti che non riescono a reggersi con il solo traffico cercano ricavi incrementali nelle attività non aviation, trasformando gli aeroporti in piccoli (o grandi, a seconda) centri commerciali.

In realtà non é MXP (o SEA) che insegnano, ma Autogrill!
 
Scusa mi riferivo alla macchina fotografica che hai comprato.

Inviato dal King Kamehamea Club

Scusa tu, sono un rincoglionito: Canon 700D, con però ancora solo l'obiettivo stock 18-55, e già noto i limiti. La macchina soddisfacente.

In realtà non é MXP (o SEA) che insegnano, ma Autogrill!

autogrill.jpg
 
CAPITOLO III - [OT] Copenaghen e Malmö
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Coerentemente con gli stereotipi, Copenaghen è un posto magnifico: città ricchissima e piena di fascino, ospita un'infinita serie di attrazioni culturali e turistiche. E' estremamente efficiente e dotata di una rete di trasporto pubblico invidiabile, anche se il mezzo d'elezione per gli spostamenti urbani rimane la bicicletta grazie ad una rete di percorsi ciclabili che rasenta la perfezione. I suoi abitanti sono estremamente accoglienti e cordiali, parlano un inglese di altissimo livello (non è tanto che lo parlano tutti, è che tutti lo parlano perfettamente), e si dimostrano sempre molto disponibili. Città moderna e ricca, si diceva, dunque cara, soprattutto nei suoi ristoranti e bar, ma in linea con il potere d'acquisto dei danesi che, nonostante la giornata di lavoro di 6-7 ore, vantano stipendi da capogiro. Ho avuto la fortuna di visitarla durante un periodo metereologico fatto di cielo limpido e temperature alte, ma credo che nemmeno il meteo nordico possa rovinare il suo fascino unico.

Questa volta non abbiamo la furia dei vacanzieri e ci interessa più passare del tempo in relax e compagnia, dunque giriamo per lo più senza meta e cambiando piani in continuazione. Le foto di questo OT sono anch'esse randomiche.

In ossequio agli stereotipi, cominciamo dalla famosa Sirenetta. Famosa per noi, visto che a loro sembra non fregargliene più di tanto.



Questa invece spiega bene la declinazione locale del concetto di NIMBY: le ciminiere sullo sfondo sono dell'Amager Bakke, ovvero un impianto di termovalorizzazione. Collocato al centro della città e del cui skyline è già oggi un elemento costitutivo, produrrà energia e teleriscaldamento, depurerà le acque, e fungerà anche da parco divertimenti. Disegnato dall'archistar emergente Bjarke Ingels, entrerà in funzione dal prossimo anno. Meco.



Il classico stile delle casette del centro.







La città si estende su una rete di canali artificiali.



Su cui la gente è solita bighellonare.



Piazza ottagonale su cui sorgono le residenze del Re e della Regina (rigorosamente separati), e che pare ispirata dalla palermitana Pizza Villena.



L'Opera House di Henning Larsen, che è il suo architetto, o di A.P. Møller, che è il suo committente. Møller è il fondatore della Maersk, il cui quartier generale sorge proprio davanti al teatro, sul lato opposto dei Docks che con quest'opera si è contribuito a riqualificare.



Ho un debole per le stazioni centrali, e quando posso non manco mai di visitarle. Quella di Copenaghen ha la classica struttura ottocentesca, ma al posto dei binari sorgono oggi spazi commerciali, mentre la ferrovia è stata interrata e corre al di sotto di questo piano.



Il palazzo municipale, esplicitamente ispirato alle architetture italiane.









Solita piccola lezione di urbanistica.

Questa è Strøget, l'enorme isola pedonale che sorge nel centro storico della città. Tecnicamente è un reticolato di strade che occupa gran parte del centro, e che sommate assieme compongono la via pedonale più lunga d'Europa. Precedentemente erano tutte strade carrabili, fin quando il traffico veicolare è stato vietato nel 1962.





Attorno a Strøget ci sono però due storielle interessanti che parlano di stupidità.

La prima riguarda l'universalità della miopia umana, che non conosce distinzioni di razza e geografia.
Gli artefici di Strøget furono due persone, la prima delle quali era l'allora sindaco di Copenaghen Alfred Wassard. Quando fu presa la decisione di pedonalizzare l'area, immediate e feroci furono le proteste di commercianti e residenti, tanto che il giorno dell'inaugurazione dovette intervenire la forza pubblica in assetto antisommossa, mentre a lungo il sindaco visse sotto scorta per le minacce di morte. I commercianti paventavano il crollo dei loro affari, e i residenti il declino dell'area.
Almeno fino a quando gli stessi commercianti rabbiosi si accorsero dell'impennata senza precedenti dei loro volumi di vendita, e i residenti dell'incredibile miglioramento delle loro condizioni di vita, nonché dell'aumento dei valori immobiliari delle loro proprietà.
Questo canovaccio (isola pedonale - proteste - successo) si è puntualmente riproposto ovunque al mondo si sia parlato di pedonalizzazioni urbane, a duplice testimonianza di come la maggioranza della gente non riesca a guardare più in là del proprio naso, e di come quella stessa maggioranza non riesca a fare tesoro delle esperienze altrui. Quando vi ritroverete a parlare con qualcuno - solitamente un commerciante - che critica una proposta di pedonalizzazione di un centro storico urbano, sappiate che state parlando con un idiota.

La seconda storiella riguarda l'imbecillità di una particolare etnia umana, quella italiana.
Il secondo artefice di Strøget fu il danese Jan Gehl, tuttora uno dei maggiori architetti urbani del mondo. Gehl e il suo studio si occuparono della progettazione dei nuovi spazi urbani, ispirandosi esplicitamente al modello dei borghi italiani.
Il successo di Strøget fu tale che Gehl diventò immediatamente uno dei più famosi architetti del mondo, conteso dalle principali università del globo dove veniva invitato a spiegare come rendere più vivibili i centri urbani del dopoguerra. Nel frattempo Gehl Architects, il suo studio professionale, si espandeva aprendo sedi in tutto il mondo, assumendo migliaia di architetti danesi, accrescendo la fama della scuola danese di architettura, e fatturando cifre che "oddio datemi i sali!!!!".
Il tutto semplicemente andando in giro per il pianeta a convincere che il modo in cui gli italiani nel medioevo costruivano le città è tuttora uno dei più validi.
Ora che sapete questa storia, vi farei volentieri vedere che cosa sono la ricerca e la pratica nelle Facoltà di Architettura italiane, sempre che riusciate a togliere le ragnatele.
Esiste un termine per tutto ciò. Quel termine è stupidità.

Scusate l'excurus.

Altre foto random.









La città è piena di canali, si diceva...



...nonché di barche, che devono farsi spazio sotto i ponti. Oppure il contrario.



Diciamo no agli stereotipi.



Uno dei simboli (e non sono dei marchi) di Copenaghen è il birrificio Carlsberg, la cui sede storica è adibita a museo, mentre una parte sta lasciando spazio a un nuovo quartiere.



Per gli amanti delle scienze esoteriche.



Scorci di sole e ozio domenicale.







I cilindri su cui sorge questo palazzo erano due enormi silos, su cui sono successivamente stati costruiti gli appartamenti. Tutta questa porzione di città era un'ex area portuale oggi soggetta a trasformazione.



Il palazzo sulla destra lo sta progettando una mia amica.
(con questa credo di avere anche spiegato il titolo del TR)





Prima meta obbligata quando si visita Copenaghen è Christiania, la famosa enclave hippie costruita intorno agli anni '70 nel cuore della città occupando un'ex area militare prima e industriale poi, e tuttora in funzione tra mille proteste e successi.

Mio giudizio? Un posto che frequenterei poco/niente, ma che ha senso di esistere.













Questa è la sauna, e le finestrelle aperte a destra affacciano sulla sala delle signore.





Christiana è sicuramente famosa per questo...



...ma sempre tenendo a mente questo:



L'inceneritore di cui sopra.




Seconda meta obbligata quando si visita Copenaghen è Malmö.



Fino a poco tempo fa si poteva prendere direttamente un treno da Københavns Hovedbanegård - Stazione Centrale per gli amici - mentre il recente inasprimento delle politiche di ingresso svedesi costringe oggi a raggiungere in metro l'aeroporto, e a prendere da lì il treno che passa sul Ponte di Oresund.

Che è questo.









Degli amici vennero cazziati aspramente per essere entrati inconsapevoli in questa carrozza, e avere aperto bocca.



Il parco eolico che avevamo visto dall'aereo.



Benvenuti in Svezia.



Il centro storico di Malmö, a torto considerata la sorella sfigata di Copenaghen, è a due passi dalla stazione, rendendo perfetto un classico day trip.



Nonostante la vicinanza, le differenze nell'architettura sono minime ma apprezzabili.





Questo è sempre Gehl che fa i miliardi sulle spalle dei senesi.











Oltre al grazioso centro storico, gli amanti dell'architettura troveranno interessante la visita al quartiere di Västra Hamnen, anche detto "The City of Tomorrow": un quartiere ancora in fase di completamento e che sorge al posto di una precedente area industriale dismessa, ma soprattutto che si vanta di essere completamente autosufficiente da un punto di vista ambientale ed energetico.
Per localizzare questo piccolo ritrovato dell'architettura basterà volgere lo sguardo all'orizzonte e intercettare il suo inconfondibile landmark: la Turning Torso dell'onnipresente Calatrava.



















La gita a Malmö finisce qui, e ce ne torniamo per dove siamo venuti.







E anzi, qui finisce proprio la prima tappa del nostro viaggio.




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GUIDA ALLA LETTURA
INTRODUZIONE - La pianificazione
CAPITOLO I - SUF-FCO
CAPITOLO II - CIA-CPH
CAPITOLO III - [OT] Copenaghen e Malmö
CAPITOLO IV - CPH-AMS
CAPITOLO V - [OT] Delft e la Randstad
CAPITOLO VI - RTM-FCO-SUF
 
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CAPITOLO IV - CPH-AMS
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Cara Copenaghen, è stato un piacere. Purtroppo è tempo di ripartire.

Oggi si vola ad Amsterdam con SAS, da cui poi ci sposteremo via treno nella ridente Delft, bomboniera dell'Olanda Meridionale.

Lo scalo di CPH è collegato alla città da una metropolitana senza conducente di ultima generazione, con frequenze impressionanti che si attestano nell'ordine dei 2-3 minuti (H24). Oltre a questo c'è poi il treno per Malmö che già abbiamo avuto modo di vedere, e che rende CPH un'infrastruttura davvero transfrontaliera.

Il nostro viaggio inizia alla fermata di Frederiksberg che, pur essendo collocata al centro della prima cinta urbana, non fa parte di Copenaghen. Da un punto di vista amministrativo, Copenaghen è infatti una ciambella, che abbraccia un'altra storica municipalità che non ha mai accettato di essere annessa alla capitale.



Il tragitto dura circa una ventina di minuti, e termina comodamente dentro l'aeroporto.





Un tabellone di tutto rispetto.



Una boccata d'aria e nicotina prima di partire.
Gli arrivi sono concentrati tutti in un'unica sala, mentre alcune partenze sono al T2, che è l'edificio che si vede sullo sfondo.



CPH ha l'aria di essere uno di quegli scali dove o fumi fuori o nisba.



Lo dico subito: secondo me CPH ha tanti aspetti positivi quanti sono quelli negativi.

Questa foto a modo suo ne racchiude molti.



In un unico ambiente si concentrano: arrivi, partenze, metro, stazione dei treni (tra cui quello per la Svezia), punti ristoro, biglietterie, punti informativi, etc.

Ciò significa che tutto è a portata di mano, ed è comodo per esempio uscire dalla metro e raggiungere i treni per Malmö, ma significa anche che non può che essere un caos. Quando studiavo progettazione delle infrastrutture di trasporto, una delle prime cose che mi hanno insegnato è che alla base di tutto ci dev'essere la separazione dei flussi. Al contrario, questa sala è invece un enorme crocevia.

Uscito dalla metro, ho dovuto aspettare che passasse una carovana infinita di studenti americani che andavano in direzione trasversale rispetto alla mia. E io stavo andando dalla metro alle partenze, dunque un tragitto "principale".

C'è poi secondo me un altro problema: CPH nel 2015 ha fatto intorno ai 26M di pax, che non sono affatto pochi, però è strutturato come se fosse un enorme aeroporto secondario, e non come un piccolo hub. Il risultato quindi è che se si imbarca dal punto sbagliato (dove volano le LLCC), si devono fare i chilometri a piedi.

Questi i contro.

I pro sono che è bello e moderno, ma soprattutto che l'unica cosa che ti serve per volare è la tua tesserina Frequent Flyer: complice il fatto che in Danimarca non è richiesto il controllo documenti, sia per il check-in, che per i tornelli, che per la lounge, che per l'imbarco, si fa tutto passando sul lettore la sola tessera. Non serve altro, e le interazioni umane sono azzerate. Personalmente? Un sogno.

Immaginate anzi la scena: in 5 giorni a Copenaghen e Malmö non ho mai avuto per le mani delle corone danesi e ho usato solo la carta di credito (nel 90% dei casi con il contactless), e qui in aeroporto la sola tessera FF. Il futuro.

Comodo il conoscere fin da subito l'attesa ai controlli.





La mega-hall tuttofare.



Il fast track è solo per i FF SAS o i pax premium. Tutti gli altri status vanno ai controlli normali (me pare 'mpò 'na cazzata).



Lunghissimo corridoio disseminato di questi banchetti. Pedagogici.



Io sono abituato ad arrivare in aeroporto calcolando letteralmente l'ultimo secondo utile. Dunque belle le lounge, ma me ne faccio sempre poco.
Entro per dare uno sguardo, e per fare uno spuntino fugace (anche perchè da mangiare ci sta poco, mentre per il bere non mi lamento).



Sobria e nordica.









Il resto dello scalo.





Gli interminabili corridoi per gli imbarchi. Anzi che il mio è quasi subito.







Oggi si vola con lui.



E lui è il vicino di banco.





Interni rinnovati con superslim anche qui. E' la terza compagnia diversa su cui li provo, e confermo il mio giudizio più che positivo: forse un po' più rigidi, ma preferisco lo spazio. Vabè che oggi sono all'uscita d'emergenza.









Volo di un'ora scarsa, aereo non del tutto pieno, servizio misto free/pagamento: la mia unica interazione con gli aa/vv è stata il chiedere un bicchiere d'acqua e il rispondere "I understand" dopo avermi spiegato il funzionamento del portellone d'emergenza (a chi stava al finestrino volevano proprio sentirselo dire). In generale l'impressione è di estrema sobrietà e professionalità, con il giusto distacco. Non ho elementi per formulare un giudizio più compiuto.

Via.

La Thailandia è il posto dove ho visto più danesi in vita mia.



Bel popò.







Al loro cospetto siamo tutti terroni.



And lift.





La maggior parte del volo sarà controsole, e con la foschia. Quindi poche foto.



Qualcosa in più all'atterraggio.

Ciò che questo popolo ha fatto con la terra e con l'acqua ha dell'incredibile.

















Paesaggio inconfondibile.











In partenza il comandante ci aveva informato che saremmo atterrati nella pista maledetta di AMS, quella che sta in Belgio, e che avremmo fatto un taxi infinito all'arrivo. Invece siamo riusciti ad atterrare in zone più umane per un cambio pista all'ultimo momento.









Bye Bye SAS. E' stato breve ma intenso.

Sbarchiamo qui.



Qui non mi sembra abbiano problemi di modulazione degli spazi commerciali.





Vista dal pit-stop fumatori.



La mia direzione è la stazione ferroviaria, che raggiungo subito uscito dall'area airside. Sulle connessioni ferroviarie di AMS, e più in generale sull'integrazione in termini territoriali di questo hub, ci torneremo nei prossimi capitoli. Per adesso basti pensare che in 40 minuti arriverò non al centro città, come a Roma, ma direttamente in un'altra regione. Per circa 10 euro.



In circa 5 minuti, dovendo fare il biglietto alle macchinette, e senza nemmeno sapere con precisione che treno prendere e da quale binario, mi ritrovo qui.



Mentre la vista fuori sarà per quasi tutto il tempo questa...





...fossi in loro non mi lamenterei.


Anche per oggi è tutto!




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