I registi insegnano che, salvo rare eccezioni (e questa non lo è), i sequel di qualcosa già visto non sono mai belli quanto l’originale. Perché, quindi, incaponirsi e rifare qualcosa che, quattro anni orsono (come cazzo passa in fretta il tempo!) era andato ogni più rosea aspettativa quanto a “successo”? Perché ricevere gli inevitabili insulti della solita truppa cammellata che non ha altro da fare che scassare i cabassisi a chi, comunque la si voglia vedere, dedica un sacco di tempo ad editare foto, caricarle su fotosecchio, imbastire alla come diavolo capita una sottospecie di trama narrativa (che, poi, sistematicamente va in vacca perché di scrivere racconti non sono mai stato capace)?
La realtà è che in pochi anni molte cose evolvono, i bravi viaggiatori arrivano a soppiantare chi non lo è mai stato ma ha avuta la fortuna di raccontare esperienze particolari – il che è cosa buona e giusta – e allora, complice la dolce compagnia che nel frattempo questo ameno lido ha portato nella triste vita del sottoscritto, ti trovi a condividere nuovamente qualcosa che, fortunatamente, piace ai due piccioncini, e si spera sia di interesse e curiosità per quanti cercassero qualche spunto per un viaggetto.
Si parte in una soleggiata mattina primaverile dall’aeroporto secondario milanese, laddove Thai sfoggia l’ultimo gioiellino acquistato
mentre dal lato opposto giace, demotorizzato, il pezzo da museo che rispetto ad altri compari di ventura ha quanto meno un futuro diverso dal riciclo
Al gate è pronto il triplo per HKG, sempre impressionante da vedere ad uno sputo dal tuo muso
Noi, però, voleremo con la più amena BA, su un anonimo 319 che presenta un’unica sostanziale novità, fresca di introduzione: questa
Non avendo acquistato nulla, ed essendo stato più e più volte radiografato il mezzo, non vi è altro da mostrare, almeno sino all’imbarco del volo successivo, che faremo a bordo del ciccione britannico
Si prova la Y+ nuova, che si rivelerà essere un ottimo prodotto rispetto a quella del 747 usata in precedenza
Pitch decisamente comodo, ma personalmente detesto quei diavolo di poggiapiedi, inutili per chi è alto e sui quali i peroni vanno sistematicamente a schiantarsi
IFE decisamente migliorato rispetto ai tubi catodici vittoriani di un tempo, abbastanza reattivi al tocco e discretamente forniti quanto a contenuti
Cabina, nel complesso, decisamente elegante, pur se in barbon+
Il cesso, se vi interessa, è libero
Il rancio prevede la scelta di una delle portate principali della J class come pasto principale, uno snack durante la traversata, e poi la consueta colazione (o spuntino, nel caso dell’andata diurna) a 90 minuti circa dall’atterraggio. Buona la cena, nonostante le critiche del biellese montanaro in giro per le ex repubbliche sovietiche
lo snack è meglio che non venga commentato
mentre lo spuntino, nonostante le apparenze, era passabilissimo
Arriviamo a LAX dopo una dozzina circa di ore di volo, piacevolmente e abbastanza comodamente trascorse. Unica nota negativa, la scomodità, per chi sta lato finestrino o nel middle seat, di potersi alzare quando il sedile davanti è reclinato: la circumnavigazione della consolle centrale, infatti, richiede doti di contorsionismo da professionisti!
Sbrigate miracolosamente in circa 10 minuti le pratiche immigratorie alle macchinette, nonostante si viaggiasse entrambi con visto e non con ESTA (e, lo ammetto, nonostante il mio terrore di spaccamento di zebedei disumano davanti all’addetto TSA), si va a ritirare la vetturetta a noleggio e ci si fionda velocemente verso la prima meta, per un meritato riposo prima dell’avvio del tour de force. Tour che, puntualmente, inizia l’indomani a Palmdale, il museo che anni fa non ebbi avuto modo di esplorare. E dove le novità e le sorprese non mancano
Questi li avevate già visti, stanno all’ingresso
“Dentro”, invece, non ci ero stato prima, quindi ci vado a questo giro. L’ingresso, se vi interessa saperlo, è completamente gratuito, ed il tutto è gestito da volontari (per lo più veterani) e sponsor. C’è un piccolo shop dove potete acquistare gadget ed abbigliamento per contribuire al mantenimento del museo, e magari lasciare il resto nella cassetta per le offerte all’entrata/uscita del negozietto
La vera attrazione, però, è lei
La regina che, sulle proprie possenti spalle, portava a spasso lo Space Shuttle
Volendo, ci potete organizzare un pic-nic sotto l’ala protettrice
Altri mezzi presenti
Quest’ultimo cerca una famiglia che gli voglia bene e se ne prenda affettuosamente cura…
La gita mattutina è terminata, e ci si avvia verso le due prossime destinazioni.
La realtà è che in pochi anni molte cose evolvono, i bravi viaggiatori arrivano a soppiantare chi non lo è mai stato ma ha avuta la fortuna di raccontare esperienze particolari – il che è cosa buona e giusta – e allora, complice la dolce compagnia che nel frattempo questo ameno lido ha portato nella triste vita del sottoscritto, ti trovi a condividere nuovamente qualcosa che, fortunatamente, piace ai due piccioncini, e si spera sia di interesse e curiosità per quanti cercassero qualche spunto per un viaggetto.
Si parte in una soleggiata mattina primaverile dall’aeroporto secondario milanese, laddove Thai sfoggia l’ultimo gioiellino acquistato

mentre dal lato opposto giace, demotorizzato, il pezzo da museo che rispetto ad altri compari di ventura ha quanto meno un futuro diverso dal riciclo

Al gate è pronto il triplo per HKG, sempre impressionante da vedere ad uno sputo dal tuo muso

Noi, però, voleremo con la più amena BA, su un anonimo 319 che presenta un’unica sostanziale novità, fresca di introduzione: questa

Non avendo acquistato nulla, ed essendo stato più e più volte radiografato il mezzo, non vi è altro da mostrare, almeno sino all’imbarco del volo successivo, che faremo a bordo del ciccione britannico

Si prova la Y+ nuova, che si rivelerà essere un ottimo prodotto rispetto a quella del 747 usata in precedenza


Pitch decisamente comodo, ma personalmente detesto quei diavolo di poggiapiedi, inutili per chi è alto e sui quali i peroni vanno sistematicamente a schiantarsi

IFE decisamente migliorato rispetto ai tubi catodici vittoriani di un tempo, abbastanza reattivi al tocco e discretamente forniti quanto a contenuti

Cabina, nel complesso, decisamente elegante, pur se in barbon+


Il cesso, se vi interessa, è libero

Il rancio prevede la scelta di una delle portate principali della J class come pasto principale, uno snack durante la traversata, e poi la consueta colazione (o spuntino, nel caso dell’andata diurna) a 90 minuti circa dall’atterraggio. Buona la cena, nonostante le critiche del biellese montanaro in giro per le ex repubbliche sovietiche


lo snack è meglio che non venga commentato


mentre lo spuntino, nonostante le apparenze, era passabilissimo

Arriviamo a LAX dopo una dozzina circa di ore di volo, piacevolmente e abbastanza comodamente trascorse. Unica nota negativa, la scomodità, per chi sta lato finestrino o nel middle seat, di potersi alzare quando il sedile davanti è reclinato: la circumnavigazione della consolle centrale, infatti, richiede doti di contorsionismo da professionisti!
Sbrigate miracolosamente in circa 10 minuti le pratiche immigratorie alle macchinette, nonostante si viaggiasse entrambi con visto e non con ESTA (e, lo ammetto, nonostante il mio terrore di spaccamento di zebedei disumano davanti all’addetto TSA), si va a ritirare la vetturetta a noleggio e ci si fionda velocemente verso la prima meta, per un meritato riposo prima dell’avvio del tour de force. Tour che, puntualmente, inizia l’indomani a Palmdale, il museo che anni fa non ebbi avuto modo di esplorare. E dove le novità e le sorprese non mancano
Questi li avevate già visti, stanno all’ingresso

“Dentro”, invece, non ci ero stato prima, quindi ci vado a questo giro. L’ingresso, se vi interessa saperlo, è completamente gratuito, ed il tutto è gestito da volontari (per lo più veterani) e sponsor. C’è un piccolo shop dove potete acquistare gadget ed abbigliamento per contribuire al mantenimento del museo, e magari lasciare il resto nella cassetta per le offerte all’entrata/uscita del negozietto






La vera attrazione, però, è lei




La regina che, sulle proprie possenti spalle, portava a spasso lo Space Shuttle






Volendo, ci potete organizzare un pic-nic sotto l’ala protettrice

Altri mezzi presenti







Quest’ultimo cerca una famiglia che gli voglia bene e se ne prenda affettuosamente cura…

La gita mattutina è terminata, e ci si avvia verso le due prossime destinazioni.
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