Con grande ritardo riesco finalmente a postare questo TR, nonostante la destinazione non sia particolarmente “esotica”, considerando gli ultimi apparsi qui sul forum.
Questa primavera, cercando un po’ tra i voli, trovo un buon prezzo per Bangkok con Thai Lion Air, che vola 3xw da Shanghai a Bangkok-Don Muang con A330 nuovi di pacca.
Alla fine prenoto, cercando di non pensare al fatto che la controllante Lion Air indonesiana non è che sia particolarmente famosa per il proprio safety record (quando la sento nominare penso subito al 737 sugli scogli).
Siccome ho pochissimi giorni di ferie, complice anche il mio nuovo lavoro, e personalmente prediligo posti più tranquilli, il piano prevedere di stare alla larga dai posti più rinomati tra i cinesi come Pattaya o Pukhet e andare prima sulla (relativamente) remota isola di Koh Kood, nella provincia di Trat, non lontano dal confine con la Cambogia. Successivamente rientrare a Bangkok, spostarsi a Chiang Mai con un volo interno e tornare a Shanghai con China Southern via CAN.
map by Chally88, su Flickr
Ma torniamo a Thai Lion Air. Per qualche misterioso motivo, con SL non è possibile fare il check-in online sui voli in partenza dalla Cina. Solo al termine della procedura, dopo aver inserito tutti i dati e quando ormai sembra cosa fatta, compare un messaggio di errore. Cerco di recarmi con largo anticipo a PVG ma raggiungere l’aeroporto si rivela più complicato del previsto: il comodo autobus diretto che parte dalla zona dove abito ha deciso di cambiare capolinea e mi faccio 2km a piedi per andare alla nuova stazione, imprecando contro l’ignoto personaggio che cambia fermate e percorsi degli autobus (terza volta in due anni che mi succede con questa linea!).
Arrivato a Pudong non finiscono le brutte sorprese: c’è una lunga fila ai controlli radiogeni per entrare nel terminal. Poco male, ma la fila per il check-in dura un’ora e mezza, quella all’immigration quasi un’ora, più altra fila per i controlli di sicurezza. Praticamente passo la serata in fila. Negli ultimi anni PVG si è trasformato da gioiellino di efficienza a mostro di file e ritardi, soprattutto a certi orari, speriamo che con l’apertura del T3 le cose migliorino.
Chissà perché io capito sempre in quel 2%:
Thai18_C_01 by Chally88, su Flickr
Il volo ha partenza schedulata da PVG a mezzanotte e arrivo a DMK dopo le 3 di notte. Arrivo al gate ormai più o meno nel momento in cui dovrebbe aprire l’imbarco, in realtà il volo ha una mezz’ora di ritardo, quindi niente fretta. Essendo arrivato tra gli ultimi al check-in, mi sono beccato la fila E, ovvero quella più centrale. Questo A330 è configurato 3-3-3, diverso da tutti gli altri col quale ho volato che avevano una comoda 2-4-2 in Y. Non sapevo nemmeno che il 330 fosse disponibile in “scatola-di-sardine” option.
Thai18_IMG_001 by Chally88, su Flickr
Ho trovato il sedile piuttosto scomodo, in compenso l’IFE è di ultima generazione, con schermo touch largo, luminoso e reattivo, presa usb e jack standard per cuffie.
SL e’ una low-cost, niente cibo o bevande, ciò nonostante sui voli da e per la Cina il bagaglio registrato è gratuito.
Thai18_C_03 by Chally88, su Flickr
A DMK l’immigration e’ veloce, la riconsegna dei bagali un po’ meno. Prendo un taxi per il centro, dove parte l’autobus per il molto di Trat con il biglietto bus+traghetto già acquistato via internet. Ho qualche ora di attesa e ne approfitto per scorrazzare nei dintorni mentre la città si sveglia. Ancora prima dell’alba trovo un tempio già aperto:
Thai18_C_04 by Chally88, su Flickr
In giro si vedono gruppetti di monaci che raccolgono offerte in cibo dai fedeli
Thai18_C_05 by Chally88, su Flickr
Arriva il nostro autobus, non molto nuovo ma pulito e con sedili infinitamente più comodi dell’A330 di prima. Inoltre gli interni sono rifiniti con dettagli di una certa classe: tendine fucsia, fiori finti e subwoofer a vista sparsi qua e là:
Thai18_C_06 by Chally88, su Flickr
Il viaggio dura 5 ore e mezza, ma passa relativamente in fretta sonnecchiando e guardando con curiosità le campagne thailandesi. E’ la prima volta che vengo in Thailandia, e mi colpiscono alcune cose:
1) I thailandesi guidano meglio dei cinesi
2) Fuori città girano solo pick-up con ogni genere di carico nel cassone
3) Ogni tanto, in mezzo al nulla, compaiono mercatini o bancarelle con una gran varietà di frutta.
4) Le immagini del re e gli altarini a lui dedicati sono onnipresenti. In effetti il re è stata una presenza fissa ovunque andassi, tanto da diventare una sorta di compagno di viaggio.
5) Il tempo cambia in continuazione: nel giro di pochi minuti si passa da sole e cielo azzurro a pioggia torrenziale e viceversa. Peggio di quello che avevo trovato in Malesia.
L’autobus fa una sola sosta in una stazione di servizio ben fornita. Anche qui solo pick-up in giro:
Thai18_C_07 by Chally88, su Flickr
Thai18_C_08 by Chally88, su Flickr
Questo Toyota un po’ malridotto è quello che trasporta i passeggeri dalla fermata dell’autobus al traghetto. L’organizzazione è impeccabile
Thai18_C_09 by Chally88, su Flickr
Dopo altre due ore di traghetto si vede finalmente il Buddha gigante dorato che sovrasta il piccolo villaggio e molo di Ao Salat. Siamo arrivati.
Thai18_IMG_002 by Chally88, su Flickr
Anche qui ottima organizzazione: in base alla località dell’isola da raggiungere si viene smistati sul relativo pick-up convertito a trasporto passeggeri
Thai18_C_10 by Chally88, su Flickr
Gli autisti di questi mezzi devono essere mancati piloti di rally
Thai18_C_11 by Chally88, su Flickr
Il giorno successivo lo dedico a esplorare l’isola, con le sue spiagge incantevoli, villaggi di palafitte e cascate immerse nella foresta tropicale.
Thai18_IMG_003 by Chally88, su Flickr
Il modo migliore (anzi l’unico) per spostarsi sull’isola è noleggiare uno scooter. Per la modesta cifra di 350 baht mi danno questo Yamaha nuovo fiammante. Pensavo fosse il classico cinquantino, con prestazioni simili al mio scooter elettrico, in realtà dopo aver visto come schizzava mi sono reso conto che (come effettivamente scritto davanti) si tratta di un 125!
Thai18_C_14 by Chally88, su Flickr
Visto che il meteo è buono, riesco a far svolazzare un po’ il drone su una delle spiagge nella parte sud dell’isola. Il mare e' mosso e solleva la sabbia dal fondale, creando sfumature tra beige, turchese e blu
Thai18_D_03 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_02 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_06 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_04 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_07 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_05 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_01 by Chally88, su Flickr
Il sentiero che porta alla cascata di Klong Chao, la più nota dell’isola. Indispensabile avere delle scarpe adatte, non tanto per il sentiero accidentato ma perché è tutto umido e scivoloso.
Thai18_C_12 by Chally88, su Flickr
Anche qui, in mezzo alla jungla, ritratti del re
Thai18_C_13 by Chally88, su Flickr
Volendo, è possibile farsi una nuotata nella “piscina” alla base della cascata. Mi limito a fare qualche foto provando il filtro ND che ho comprato pochi giorni prima della partenza
Thai18_IMG_004 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_005 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_007 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_006 by Chally88, su Flickr
Altra cascata:
Thai18_IMG_011 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_009 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_008 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_010 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_013 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_08 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_09 by Chally88, su Flickr
Prossima tappa: il villaggio dei pescatori di Ao Yai. Si affaccia su una piccola baia, la strada per arrivarci è molto bella, si sale prima su una collina per poi ridiscendere con curve più o meno ampie verso il mare. Lo scooter si guida che è un piacere.
Thai18_IMG_015 by Chally88, su Flickr
Thai18_IMG_014 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_10 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_11 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_12 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_13 by Chally88, su Flickr
Thai18_D_14 by Chally88, su Flickr
Il villaggio è interamente composto da palafitte collegate da un lungo pontile.
Thai18_IMG_024 by Chally88, su Flickr
Normalmente ogni palafitta è divisa in due: la zona giorno, davanti e coi lati aperti, con cucina e tavolo dove si svolgono le attività domestiche, e una parte chiusa con camere da letto e WC.
Thai18_IMG_018 by Chally88, su Flickr
Tra una casa e l’altra si vedono pesci e ricci di mare.
Thai18_IMG_016 by Chally88, su Flickr
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Thai18_IMG_023 by Chally88, su Flickr
Le coloratissime barche che pescano nella baia e nelle vicinanze dell’isola. Durante la mia sosta c’era anche una piccola nave militare attraccata al molo e dei marinai in divisa che compravano pesci e crostacei da portare a bordo.
Thai18_IMG_022 by Chally88, su Flickr
In effetti, in molti consigliano di venire qui nei 2-3 ristoranti del villaggio, e a ragione, per gustare pesci e crostacei appena pescati. Ho mangiato del pesce e dei gamberi assolutamente squisiti. Otre a scoprire le tipiche zuppe thailandesi, tom yam e tom kha gai, che (a dispetto del nome della seconda) sono favolose! Ottimi anche i vari succhi e smoothie di frutta tropicale che ho trovato in giro per Koh Kood. Ancora adesso a distanza di tempo solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca.
Anche a Chiang Mai non mangerò bene come su questa isola.
Thai18_C_16 by Chally88, su Flickr
Il proprietario del ristorante ha allestito una collezione di anfore pescate nel mare intorno all’isola. Sembra che alcune siano antiche di diversi secoli
Thai18_C_15 by Chally88, su Flickr
Il tramonto, con i suoi colori, offre il classico paesaggio da cartolina di spiaggia tropicale. Spettacolare, con tonalita’ che cambiano ogni pochi minuti
Thai18_IMG_025 by Chally88, su Flickr
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Il giorno successivo riprendo lo scooter per andare a visitare altre cascate nella zona nord dell’isola. Questa volta, man mano che ci si avvicina la strada diventa più stretta e sporca di fango, ad un certo punto inizia a diluviare e sono costretto a tornare indietro e cercare riparo sotto a una tettoia nel villaggio più vicino. A parte qualche breve interruzione, continuerà a piovere con venti da uragano fino al rientro a Trat.
Thai18_IMG_035 by Chally88, su Flickr
Thai18_C_17 by Chally88, su Flickr
Thai18_C_18 by Chally88, su Flickr
Il rientro in traghetto è particolarmente movimentato. Arrivati al molo, aspettiamo un quarto d’ora prima di riuscire finalmente ad attraccare con grandi sforzi dell’equipaggio per far avvicinare la barca alla piattaforma senza andare a farla a sbattere. Credo di aver visto una pioggia del genere solo 2-3 volte in vita mia (le altre tutte a Shanghai), in pochi secondi esposto alla pioggia sono riuscito a bagnarmi completamente dalla testa ai piedi, mutande comprese. E’ stato come essere preso a secchiate d’acqua.
Il tempo migliora lungo la strada, tornando a Bangkok l’autobus si ferma prima alla stazione della metro di Lat Krabang, ad una sola fermata di distanza dal terminal di BKK e non lontano dalle piste dell’aeroporto.
Appena scendo dal bus mi vedo passare sopra la testa un magnifico 747 della Thai. Poco dopo passa questo:
Thai18_IMG_036 by Chally88, su Flickr
Si potrebbe quasi spottare dalla fermata sopraelevata della metro. Treno in livrea speciale per commemorare il re precedente, Bhumibol.
Thai18_C_19 by Chally88, su Flickr
In pochi minuti sono a BKK. Ci tenevo a vedere il mitico Suvarnabhumi, uno dei principali hub asiatici.
Fine prima parte (la seconda ha un po’ più IT aeronautico, lo prometto!)
Questa primavera, cercando un po’ tra i voli, trovo un buon prezzo per Bangkok con Thai Lion Air, che vola 3xw da Shanghai a Bangkok-Don Muang con A330 nuovi di pacca.
Alla fine prenoto, cercando di non pensare al fatto che la controllante Lion Air indonesiana non è che sia particolarmente famosa per il proprio safety record (quando la sento nominare penso subito al 737 sugli scogli).
Siccome ho pochissimi giorni di ferie, complice anche il mio nuovo lavoro, e personalmente prediligo posti più tranquilli, il piano prevedere di stare alla larga dai posti più rinomati tra i cinesi come Pattaya o Pukhet e andare prima sulla (relativamente) remota isola di Koh Kood, nella provincia di Trat, non lontano dal confine con la Cambogia. Successivamente rientrare a Bangkok, spostarsi a Chiang Mai con un volo interno e tornare a Shanghai con China Southern via CAN.

Ma torniamo a Thai Lion Air. Per qualche misterioso motivo, con SL non è possibile fare il check-in online sui voli in partenza dalla Cina. Solo al termine della procedura, dopo aver inserito tutti i dati e quando ormai sembra cosa fatta, compare un messaggio di errore. Cerco di recarmi con largo anticipo a PVG ma raggiungere l’aeroporto si rivela più complicato del previsto: il comodo autobus diretto che parte dalla zona dove abito ha deciso di cambiare capolinea e mi faccio 2km a piedi per andare alla nuova stazione, imprecando contro l’ignoto personaggio che cambia fermate e percorsi degli autobus (terza volta in due anni che mi succede con questa linea!).
Arrivato a Pudong non finiscono le brutte sorprese: c’è una lunga fila ai controlli radiogeni per entrare nel terminal. Poco male, ma la fila per il check-in dura un’ora e mezza, quella all’immigration quasi un’ora, più altra fila per i controlli di sicurezza. Praticamente passo la serata in fila. Negli ultimi anni PVG si è trasformato da gioiellino di efficienza a mostro di file e ritardi, soprattutto a certi orari, speriamo che con l’apertura del T3 le cose migliorino.
Chissà perché io capito sempre in quel 2%:

Il volo ha partenza schedulata da PVG a mezzanotte e arrivo a DMK dopo le 3 di notte. Arrivo al gate ormai più o meno nel momento in cui dovrebbe aprire l’imbarco, in realtà il volo ha una mezz’ora di ritardo, quindi niente fretta. Essendo arrivato tra gli ultimi al check-in, mi sono beccato la fila E, ovvero quella più centrale. Questo A330 è configurato 3-3-3, diverso da tutti gli altri col quale ho volato che avevano una comoda 2-4-2 in Y. Non sapevo nemmeno che il 330 fosse disponibile in “scatola-di-sardine” option.

Ho trovato il sedile piuttosto scomodo, in compenso l’IFE è di ultima generazione, con schermo touch largo, luminoso e reattivo, presa usb e jack standard per cuffie.
SL e’ una low-cost, niente cibo o bevande, ciò nonostante sui voli da e per la Cina il bagaglio registrato è gratuito.

A DMK l’immigration e’ veloce, la riconsegna dei bagali un po’ meno. Prendo un taxi per il centro, dove parte l’autobus per il molto di Trat con il biglietto bus+traghetto già acquistato via internet. Ho qualche ora di attesa e ne approfitto per scorrazzare nei dintorni mentre la città si sveglia. Ancora prima dell’alba trovo un tempio già aperto:

In giro si vedono gruppetti di monaci che raccolgono offerte in cibo dai fedeli

Arriva il nostro autobus, non molto nuovo ma pulito e con sedili infinitamente più comodi dell’A330 di prima. Inoltre gli interni sono rifiniti con dettagli di una certa classe: tendine fucsia, fiori finti e subwoofer a vista sparsi qua e là:

Il viaggio dura 5 ore e mezza, ma passa relativamente in fretta sonnecchiando e guardando con curiosità le campagne thailandesi. E’ la prima volta che vengo in Thailandia, e mi colpiscono alcune cose:
1) I thailandesi guidano meglio dei cinesi
2) Fuori città girano solo pick-up con ogni genere di carico nel cassone
3) Ogni tanto, in mezzo al nulla, compaiono mercatini o bancarelle con una gran varietà di frutta.
4) Le immagini del re e gli altarini a lui dedicati sono onnipresenti. In effetti il re è stata una presenza fissa ovunque andassi, tanto da diventare una sorta di compagno di viaggio.
5) Il tempo cambia in continuazione: nel giro di pochi minuti si passa da sole e cielo azzurro a pioggia torrenziale e viceversa. Peggio di quello che avevo trovato in Malesia.
L’autobus fa una sola sosta in una stazione di servizio ben fornita. Anche qui solo pick-up in giro:


Questo Toyota un po’ malridotto è quello che trasporta i passeggeri dalla fermata dell’autobus al traghetto. L’organizzazione è impeccabile

Dopo altre due ore di traghetto si vede finalmente il Buddha gigante dorato che sovrasta il piccolo villaggio e molo di Ao Salat. Siamo arrivati.

Anche qui ottima organizzazione: in base alla località dell’isola da raggiungere si viene smistati sul relativo pick-up convertito a trasporto passeggeri

Gli autisti di questi mezzi devono essere mancati piloti di rally

Il giorno successivo lo dedico a esplorare l’isola, con le sue spiagge incantevoli, villaggi di palafitte e cascate immerse nella foresta tropicale.

Il modo migliore (anzi l’unico) per spostarsi sull’isola è noleggiare uno scooter. Per la modesta cifra di 350 baht mi danno questo Yamaha nuovo fiammante. Pensavo fosse il classico cinquantino, con prestazioni simili al mio scooter elettrico, in realtà dopo aver visto come schizzava mi sono reso conto che (come effettivamente scritto davanti) si tratta di un 125!

Visto che il meteo è buono, riesco a far svolazzare un po’ il drone su una delle spiagge nella parte sud dell’isola. Il mare e' mosso e solleva la sabbia dal fondale, creando sfumature tra beige, turchese e blu







Il sentiero che porta alla cascata di Klong Chao, la più nota dell’isola. Indispensabile avere delle scarpe adatte, non tanto per il sentiero accidentato ma perché è tutto umido e scivoloso.

Anche qui, in mezzo alla jungla, ritratti del re

Volendo, è possibile farsi una nuotata nella “piscina” alla base della cascata. Mi limito a fare qualche foto provando il filtro ND che ho comprato pochi giorni prima della partenza




Altra cascata:







Prossima tappa: il villaggio dei pescatori di Ao Yai. Si affaccia su una piccola baia, la strada per arrivarci è molto bella, si sale prima su una collina per poi ridiscendere con curve più o meno ampie verso il mare. Lo scooter si guida che è un piacere.







Il villaggio è interamente composto da palafitte collegate da un lungo pontile.

Normalmente ogni palafitta è divisa in due: la zona giorno, davanti e coi lati aperti, con cucina e tavolo dove si svolgono le attività domestiche, e una parte chiusa con camere da letto e WC.

Tra una casa e l’altra si vedono pesci e ricci di mare.






Le coloratissime barche che pescano nella baia e nelle vicinanze dell’isola. Durante la mia sosta c’era anche una piccola nave militare attraccata al molo e dei marinai in divisa che compravano pesci e crostacei da portare a bordo.

In effetti, in molti consigliano di venire qui nei 2-3 ristoranti del villaggio, e a ragione, per gustare pesci e crostacei appena pescati. Ho mangiato del pesce e dei gamberi assolutamente squisiti. Otre a scoprire le tipiche zuppe thailandesi, tom yam e tom kha gai, che (a dispetto del nome della seconda) sono favolose! Ottimi anche i vari succhi e smoothie di frutta tropicale che ho trovato in giro per Koh Kood. Ancora adesso a distanza di tempo solo a pensarci mi viene l’acquolina in bocca.
Anche a Chiang Mai non mangerò bene come su questa isola.

Il proprietario del ristorante ha allestito una collezione di anfore pescate nel mare intorno all’isola. Sembra che alcune siano antiche di diversi secoli

Il tramonto, con i suoi colori, offre il classico paesaggio da cartolina di spiaggia tropicale. Spettacolare, con tonalita’ che cambiano ogni pochi minuti









Il giorno successivo riprendo lo scooter per andare a visitare altre cascate nella zona nord dell’isola. Questa volta, man mano che ci si avvicina la strada diventa più stretta e sporca di fango, ad un certo punto inizia a diluviare e sono costretto a tornare indietro e cercare riparo sotto a una tettoia nel villaggio più vicino. A parte qualche breve interruzione, continuerà a piovere con venti da uragano fino al rientro a Trat.



Il rientro in traghetto è particolarmente movimentato. Arrivati al molo, aspettiamo un quarto d’ora prima di riuscire finalmente ad attraccare con grandi sforzi dell’equipaggio per far avvicinare la barca alla piattaforma senza andare a farla a sbattere. Credo di aver visto una pioggia del genere solo 2-3 volte in vita mia (le altre tutte a Shanghai), in pochi secondi esposto alla pioggia sono riuscito a bagnarmi completamente dalla testa ai piedi, mutande comprese. E’ stato come essere preso a secchiate d’acqua.
Il tempo migliora lungo la strada, tornando a Bangkok l’autobus si ferma prima alla stazione della metro di Lat Krabang, ad una sola fermata di distanza dal terminal di BKK e non lontano dalle piste dell’aeroporto.
Appena scendo dal bus mi vedo passare sopra la testa un magnifico 747 della Thai. Poco dopo passa questo:

Si potrebbe quasi spottare dalla fermata sopraelevata della metro. Treno in livrea speciale per commemorare il re precedente, Bhumibol.

In pochi minuti sono a BKK. Ci tenevo a vedere il mitico Suvarnabhumi, uno dei principali hub asiatici.
Fine prima parte (la seconda ha un po’ più IT aeronautico, lo prometto!)