Eccoci qua, con qualche giorno di ritardo, con la terza parte del nostro TR “Americano”. Innanzitutto ci scusiamo per il ritardo, ma siamo in Florida per un torneo di calcio che ci tiene impegnati da mattina a sera e non abbiamo avuto il tempo di scrivere il TR prima d’oggi.
Questa terza parte copre il viaggio da Las Vegas fino proprio alla Florida. Potete trovare le altre parti qui:
Prima Parte (attualmente non visualizzabile causa bandiwth con photobucket): http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=114677
Seconda Parte: http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=114941
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Come detto ci eravamo lasciati a Las Vegas, città della perdizione. Il giorno 22 Dicembre alle 4,30 del mattino siamo all’Aeroporto McCarran in attesa del nostro volo della Southwest Airlines che ci porterà a Denver, città fuori dalle mete turistiche tradizionali (a meno che non siate appassionati di sci) e capitale del bellissimo stato del Colorado.
Las Vegas è veramente una “città che non dorme mai” e a testimonianza di ciò basta citare il fatto che numerosi slot notturni sono occupati dalle partenza di voli di linea, cosa rara in molti altri aeroporti. Chi mai penserebbe a partire da Las Vegas per Houston con un Continental all’1.30 del mattino? HEHE
Come detto, il nostro volo è un Southwest Airlines in partenza alle 6 del mattino, destinazione “Mile High City”.
Non è la prima volta che volo con Southwest, compagnia che molti si ostinano a paragonare a Ryanair. Questa “Ryanair d’America” può aver ispirato quella nostrana ma presenta caratteri assolutamente diversi, dalle bibite e snack gratuiti a bordo alla possibilità di poter imbarcare in stiva fino a 2 bagagli a testa, da 23 Kg ciascuno, completamente senza scucire un “buck”.
Il leg room e il comfort dei sedili su questo B737 configurato “all economy” è più che soddisfacente, soprattutto se paragonato al servizio di alcuni “main carrier” Americani sul domestico.
Il volo prosegue senza troppi problemi e particolarmente apprezzati sono come già detto snack e bibite gratuite.
Non perdiamo l’occasione di fare quanto scritto sul nostro “napkin” e chiediamo subito il bis di pretzels e peanuts, bis che ci arriva in porzioni notevoli.
Molto simpatico anche il retro del fazzolettino dove è stampata la route map della compagnia.
Come faccio spesso sui voli interni, sfoglio l’ormai mitica rivista “Sky Mall” dove mi diverto a vedere in vendita oggetti assurdi, dalla scaletta per far salire i cani sui letti, a questo “comodissimo” cuscino per aereo:
Solo in prossimità di Denver il cielo torna sereno (era rimasto coperto per gran parte del volo), e riusciamo a fare qualche fotografia dal finestrino. Paesaggi quasi “lunari” e molto caratteristici. Ecco qualche foto:
Atterriamo a Denver in perfetto orario dopo circa 2 ore di volo. Il taxing dura all’infinito, solo dopo scoprirò il perché, Denver è difatti l’aeroporto più esteso d’America, con circa 60 Km quadrati di sedime aeroportuale, una cosa davvero incredibile. Ecco qualche “esemplare” incontrato durante la nostra passeggiata nella brughiera del Colorado:
Tempo di prendere un taxi per andare in direzione “downtown”, con litigata con l’autista compresa (A Denver, incredibilmente, sembra di essere in Africa, si deve contrattare il prezzo della corsa. Non mi era mai capitato negli USA. Il simpatico taxista prima chiedere 30 dollari per tutti e 3 e poi una volta saliti in macchina ci fa “19 dollars each”. Dopo una mezza sceneggiata, dove facciamo anche per riprenderci le valigie, si accorda per 35 dollari tutto compreso), siamo al nostro Hotel. Questa volta ci trattiamo bene e andiamo sul sicuro: Hyatt Regency al Convention Center di Denver, in pieno centro:
Il tempo di sistemarci in camera e si parte alla visita della città, Denver è una città non molto estesa ma molto graziosa. Direi decisamente una bella sorpresa. Consiglio a tutti una visita.
Il centro coincide praticamente con la 16th Street Mall, una lunga strada piena di negozi che connette la stazione degli autobus e dei treni al Parlamento del Colorado; ecco qualche foto:
Ma il Colorado State Capitol è sicuramente il “gioiello” cittadino, con la sua cupola dorata e la statua dedicata al pioniere del West che domina la città.
E come non citare il punto esatto, molto gettonato per fare delle belle fotografie, che indica “1000 miglia sopra il livello del mare”.
L’interno del Capitol è altrettanto bello ed è totalmente aperto al pubblico che può passeggiare al suo interno senza limiti ed incontrare i politici statali. Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare nei corridoi del palazzo il Governatore Bill Ritter. Ecco qualche foto dell’ufficio del Governatore e del Senato:
Ma torniamo un attimo sulla 16th Street Mall per qualche dettaglio. Molto apprezzato è il servizio autobus gratuito che percorre tutta la strada, fermandosi ad ogni angolo.
E bellissima è l’idea di sistemare sui marciapiedi decorazioni come queste mucche colorate
O pianoforti e scacchiere dove chiunque può fermarsi per suonare o giocare in qualsiasi momento della giornata:
Il giorno seguente, 23 Dicembre, decidiamo di andare a visitare la cittadina di Boulder, situata pochi chilometri a nord di Denver. Boulder è la città che ospita l’Università del Colorado e si trova ai piedi della Montagne Rocciose.
Anche questa piccola cittadina presenta palazzi d’epoca molto interessanti oltre che una strada principale dove passeggiare e fare shopping.
Ma l’attrazione principale, oltre all’Università del Colorado, è forse il Boulder Mountains Park, un parco che fa parte della Montagne Rocciose e dove, anche complice il bel tempo, andiamo a fare un po’ di hiking. Segue qualche foto dei bellissimi paesaggi dei Flatirons, le vette che dominano Boulder, e del parco più in generale.
Finita la visita a Boulder, è ora di tornare a Denver per una ultima veloce visita. Bellissimi i murales nei pressi del Convention Center oltre che il famoso “orso blu”, simbolo della città e del Convention Center stesso.
Il 24 mattina torniamo all’Aeroporto di Denver, per dirigerci verso Dallas, Texas. L’Aeroporto di Denver presenta una architettura molto particolare e accattivante, soprattutto dall’esterno.
Ma anche l’interno è davvero molto carino e moderno, e il wifi illimitato completamente gratuito offre un ottimo servizio. Non esito ad affermare che è forse uno degli aeroporti che più mi piacciono negli U.S.A. ed offre un servizio ad un livello d’eccellenza assoluto, molto migliore rispetto a rinominati hub come Dallas, LAX o JFK.
Arriviamo in aeroporto con grande anticipo e ne approfittiamo per fare qualche foto alla fauna presente.
Fra i vari aerei spuntano anche due “vecchiotti” ancora in perfetta forma.
Ad accompagnarci a Dallas sarà la Frontier Airlines, o forse sarebbe meglio dire, sarebbe dovuta essere.
La Frontier è la compagnia del Colorado, che ha base proprio a Denver e che presenta, a mio parere, la livrea più bella ed originale fra le varie compagnie americane oltre che il bellissimo slogan “A Whole Different Animal”, difatti ogni suo aereo presenta un animale diverso in coda.
Prima di raccontarvi la nostra prima disavventura in terra Americana però voglio proporvi due curiosità. La prima non è nulla di che, solo una testimonianza di come i problemi di neve in Europa si vedessero anche a Denver.
La seconda è la medaglia per “miglior costume natalizio aeroportuale dell’anno” che va a questa impiegata della Frontier Airlines. Bellissimo no?
Qua inizia invece il racconto dei nostri problemi. L’Aereo che ci doveva accompagnare a Dallas doveva essere un A319 in partenza alle 03.59 PM che viene prima ritardato di un’ora per dei motivi non ben precisati.
Passata l’ora nessun annuncio da parte del personale, allora alzo gli occhi e per mio orrore vedo scritto:
La gente comincia ad accamparsi per una lunga serata quando all’improvviso arriva l’annuncio che il volo sarà “downgraded” e che a portarci a Dallas non sarà più un A319 della Frontier ma un Embraer della Midwest operato da Republic che riuscirà ad accogliere solo 99 passeggeri. Molti rimarranno a terra, noi per fortuna riusciremo ad imbarcarci.
Il piccolo Embraer della Midwest è molto carino e presenta un legroom più che soddisfacente.
Il servizio di bordo prevede bibite gratuite e un graditissimo Chocolate Chip Cookie di cui, ovviamente, faremo il bis e il tris.
A corredo di tutto questo arriva però un’altra gradita sorpresa, per scusarsi del disagio creato dalle 4 ore e mezza di ritardo, Frontier ci offre un buono sconto di 150 dollari sul nostro prossimo volo. Sono immediatamente perdonati HEHE.
Arrivati a Dallas però mancano le valigie, poco male sono sul volo successivo da Denver, anche se questo ci obbliga ad attendere in aeroporto un’altra ora e mezza. Insomma, arriviamo in hotel all’1 di notte invece che alle originariamente previste 6 di sera. Il letto è poca roba in confronto all’Hyatt di Denver, ma ci accontentiamo.
Le ore di sonno sono poche, la mattina già ci attende il volo per la Florida. Operato questa volta da American Airlines. Arriviamo in aeroporto di prima mattina, ecco qualche esemplare presente in loco (poche foto, Dallas è pressoché un monopolio di American):
E si parte, il volo non viene operato dal tradizionale MD-80 ma da un B757, causa esodo di massa verso la Florida per le vacanze invernali. Aeromobile vecchiotto ma sempre molto confortevole:
Molto bella anche la prima classe, anche se noi siamo come sempre diretti in seconda:
Ecco invece una foto dall’alto, appena partiti da DFW
Arriviamo ad Orlando in perfetto orario, ecco invece qualche esemplare presente a MCO (stranieri e non):
L’aeroporto di Orlando è come sempre molto bello e decorato in modo natalizio, ecco un paio di foto all’interno:
Chiudiamo con una piccola sorpresa, il capitano del B757 American è simpaticissimo e ci fa scattare un paio di foto da noi molto apprezzate:
Arrivederci alla prossima puntata
Questa terza parte copre il viaggio da Las Vegas fino proprio alla Florida. Potete trovare le altre parti qui:
Prima Parte (attualmente non visualizzabile causa bandiwth con photobucket): http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=114677
Seconda Parte: http://www.aviazionecivile.com/vb/showthread.php?t=114941
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Come detto ci eravamo lasciati a Las Vegas, città della perdizione. Il giorno 22 Dicembre alle 4,30 del mattino siamo all’Aeroporto McCarran in attesa del nostro volo della Southwest Airlines che ci porterà a Denver, città fuori dalle mete turistiche tradizionali (a meno che non siate appassionati di sci) e capitale del bellissimo stato del Colorado.
Las Vegas è veramente una “città che non dorme mai” e a testimonianza di ciò basta citare il fatto che numerosi slot notturni sono occupati dalle partenza di voli di linea, cosa rara in molti altri aeroporti. Chi mai penserebbe a partire da Las Vegas per Houston con un Continental all’1.30 del mattino? HEHE
Come detto, il nostro volo è un Southwest Airlines in partenza alle 6 del mattino, destinazione “Mile High City”.

Non è la prima volta che volo con Southwest, compagnia che molti si ostinano a paragonare a Ryanair. Questa “Ryanair d’America” può aver ispirato quella nostrana ma presenta caratteri assolutamente diversi, dalle bibite e snack gratuiti a bordo alla possibilità di poter imbarcare in stiva fino a 2 bagagli a testa, da 23 Kg ciascuno, completamente senza scucire un “buck”.
Il leg room e il comfort dei sedili su questo B737 configurato “all economy” è più che soddisfacente, soprattutto se paragonato al servizio di alcuni “main carrier” Americani sul domestico.


Il volo prosegue senza troppi problemi e particolarmente apprezzati sono come già detto snack e bibite gratuite.

Non perdiamo l’occasione di fare quanto scritto sul nostro “napkin” e chiediamo subito il bis di pretzels e peanuts, bis che ci arriva in porzioni notevoli.

Molto simpatico anche il retro del fazzolettino dove è stampata la route map della compagnia.

Come faccio spesso sui voli interni, sfoglio l’ormai mitica rivista “Sky Mall” dove mi diverto a vedere in vendita oggetti assurdi, dalla scaletta per far salire i cani sui letti, a questo “comodissimo” cuscino per aereo:

Solo in prossimità di Denver il cielo torna sereno (era rimasto coperto per gran parte del volo), e riusciamo a fare qualche fotografia dal finestrino. Paesaggi quasi “lunari” e molto caratteristici. Ecco qualche foto:





Atterriamo a Denver in perfetto orario dopo circa 2 ore di volo. Il taxing dura all’infinito, solo dopo scoprirò il perché, Denver è difatti l’aeroporto più esteso d’America, con circa 60 Km quadrati di sedime aeroportuale, una cosa davvero incredibile. Ecco qualche “esemplare” incontrato durante la nostra passeggiata nella brughiera del Colorado:





Tempo di prendere un taxi per andare in direzione “downtown”, con litigata con l’autista compresa (A Denver, incredibilmente, sembra di essere in Africa, si deve contrattare il prezzo della corsa. Non mi era mai capitato negli USA. Il simpatico taxista prima chiedere 30 dollari per tutti e 3 e poi una volta saliti in macchina ci fa “19 dollars each”. Dopo una mezza sceneggiata, dove facciamo anche per riprenderci le valigie, si accorda per 35 dollari tutto compreso), siamo al nostro Hotel. Questa volta ci trattiamo bene e andiamo sul sicuro: Hyatt Regency al Convention Center di Denver, in pieno centro:



Il tempo di sistemarci in camera e si parte alla visita della città, Denver è una città non molto estesa ma molto graziosa. Direi decisamente una bella sorpresa. Consiglio a tutti una visita.
Il centro coincide praticamente con la 16th Street Mall, una lunga strada piena di negozi che connette la stazione degli autobus e dei treni al Parlamento del Colorado; ecco qualche foto:






Ma il Colorado State Capitol è sicuramente il “gioiello” cittadino, con la sua cupola dorata e la statua dedicata al pioniere del West che domina la città.


E come non citare il punto esatto, molto gettonato per fare delle belle fotografie, che indica “1000 miglia sopra il livello del mare”.

L’interno del Capitol è altrettanto bello ed è totalmente aperto al pubblico che può passeggiare al suo interno senza limiti ed incontrare i politici statali. Noi abbiamo avuto la fortuna di incontrare nei corridoi del palazzo il Governatore Bill Ritter. Ecco qualche foto dell’ufficio del Governatore e del Senato:



Ma torniamo un attimo sulla 16th Street Mall per qualche dettaglio. Molto apprezzato è il servizio autobus gratuito che percorre tutta la strada, fermandosi ad ogni angolo.

E bellissima è l’idea di sistemare sui marciapiedi decorazioni come queste mucche colorate

O pianoforti e scacchiere dove chiunque può fermarsi per suonare o giocare in qualsiasi momento della giornata:


Il giorno seguente, 23 Dicembre, decidiamo di andare a visitare la cittadina di Boulder, situata pochi chilometri a nord di Denver. Boulder è la città che ospita l’Università del Colorado e si trova ai piedi della Montagne Rocciose.
Anche questa piccola cittadina presenta palazzi d’epoca molto interessanti oltre che una strada principale dove passeggiare e fare shopping.




Ma l’attrazione principale, oltre all’Università del Colorado, è forse il Boulder Mountains Park, un parco che fa parte della Montagne Rocciose e dove, anche complice il bel tempo, andiamo a fare un po’ di hiking. Segue qualche foto dei bellissimi paesaggi dei Flatirons, le vette che dominano Boulder, e del parco più in generale.






Finita la visita a Boulder, è ora di tornare a Denver per una ultima veloce visita. Bellissimi i murales nei pressi del Convention Center oltre che il famoso “orso blu”, simbolo della città e del Convention Center stesso.



Il 24 mattina torniamo all’Aeroporto di Denver, per dirigerci verso Dallas, Texas. L’Aeroporto di Denver presenta una architettura molto particolare e accattivante, soprattutto dall’esterno.

Ma anche l’interno è davvero molto carino e moderno, e il wifi illimitato completamente gratuito offre un ottimo servizio. Non esito ad affermare che è forse uno degli aeroporti che più mi piacciono negli U.S.A. ed offre un servizio ad un livello d’eccellenza assoluto, molto migliore rispetto a rinominati hub come Dallas, LAX o JFK.


Arriviamo in aeroporto con grande anticipo e ne approfittiamo per fare qualche foto alla fauna presente.






Fra i vari aerei spuntano anche due “vecchiotti” ancora in perfetta forma.


Ad accompagnarci a Dallas sarà la Frontier Airlines, o forse sarebbe meglio dire, sarebbe dovuta essere.

La Frontier è la compagnia del Colorado, che ha base proprio a Denver e che presenta, a mio parere, la livrea più bella ed originale fra le varie compagnie americane oltre che il bellissimo slogan “A Whole Different Animal”, difatti ogni suo aereo presenta un animale diverso in coda.


Prima di raccontarvi la nostra prima disavventura in terra Americana però voglio proporvi due curiosità. La prima non è nulla di che, solo una testimonianza di come i problemi di neve in Europa si vedessero anche a Denver.

La seconda è la medaglia per “miglior costume natalizio aeroportuale dell’anno” che va a questa impiegata della Frontier Airlines. Bellissimo no?

Qua inizia invece il racconto dei nostri problemi. L’Aereo che ci doveva accompagnare a Dallas doveva essere un A319 in partenza alle 03.59 PM che viene prima ritardato di un’ora per dei motivi non ben precisati.

Passata l’ora nessun annuncio da parte del personale, allora alzo gli occhi e per mio orrore vedo scritto:

La gente comincia ad accamparsi per una lunga serata quando all’improvviso arriva l’annuncio che il volo sarà “downgraded” e che a portarci a Dallas non sarà più un A319 della Frontier ma un Embraer della Midwest operato da Republic che riuscirà ad accogliere solo 99 passeggeri. Molti rimarranno a terra, noi per fortuna riusciremo ad imbarcarci.

Il piccolo Embraer della Midwest è molto carino e presenta un legroom più che soddisfacente.


Il servizio di bordo prevede bibite gratuite e un graditissimo Chocolate Chip Cookie di cui, ovviamente, faremo il bis e il tris.


A corredo di tutto questo arriva però un’altra gradita sorpresa, per scusarsi del disagio creato dalle 4 ore e mezza di ritardo, Frontier ci offre un buono sconto di 150 dollari sul nostro prossimo volo. Sono immediatamente perdonati HEHE.

Arrivati a Dallas però mancano le valigie, poco male sono sul volo successivo da Denver, anche se questo ci obbliga ad attendere in aeroporto un’altra ora e mezza. Insomma, arriviamo in hotel all’1 di notte invece che alle originariamente previste 6 di sera. Il letto è poca roba in confronto all’Hyatt di Denver, ma ci accontentiamo.

Le ore di sonno sono poche, la mattina già ci attende il volo per la Florida. Operato questa volta da American Airlines. Arriviamo in aeroporto di prima mattina, ecco qualche esemplare presente in loco (poche foto, Dallas è pressoché un monopolio di American):


E si parte, il volo non viene operato dal tradizionale MD-80 ma da un B757, causa esodo di massa verso la Florida per le vacanze invernali. Aeromobile vecchiotto ma sempre molto confortevole:



Molto bella anche la prima classe, anche se noi siamo come sempre diretti in seconda:

Ecco invece una foto dall’alto, appena partiti da DFW

Arriviamo ad Orlando in perfetto orario, ecco invece qualche esemplare presente a MCO (stranieri e non):





L’aeroporto di Orlando è come sempre molto bello e decorato in modo natalizio, ecco un paio di foto all’interno:


Chiudiamo con una piccola sorpresa, il capitano del B757 American è simpaticissimo e ci fa scattare un paio di foto da noi molto apprezzate:


Arrivederci alla prossima puntata
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